Libero - 16.10.2019

(Tuis.) #1

VERSO EURO 2020: LIECHTENSTEIN BATTUTO 5-0


L’Italia guarda avanti


Mancini vince ancora ed eguaglia i 9 successi di fila di Pozzo. In gol Bernardeschi, Belotti (due),


Romagnoli ed El Shaarawy. A novembre gare decisive per arrivare al sorteggio da testa di serie


ITALIA (4-3-3)


SIRIGU 7:evita un gol beffardo dopo
pochi secondi, si ripete sull’1-0 alme-
no due volte. I compagni fanno di
tutto per metterlo in difficoltà, lui ri-
media sempre. La sua candidatura
alla maglia in teoria già di Donnarum-
ma è forte, a prescindere dall’avver-
sario.
DI LORENZO 6:dalla Serie C alla ma-
glia dell’Italia nel giro di tre anni, si
completa la favola del terzino con

l’azzurro di Matera, Empoli e Napoli
cucito addosso. Solido nell’uno-con-
tro-uno, persino più propositivo del
solito. La concorrenza cresce sulle
fasce.
MANCINI 5.5:subito bravo in scivola-
ta a opporsi alla ribattuta di Goppel
sulla parata di Sirigu. Non è impecca-
bile, in particolare quando si fa inchio-
dare sul posto dallo scatenato Salano-
vic.
ROMAGNOLI 6.5:ha l’occasione di
provare a riprendersi la maglia di vi-

ce-Chiellini soffiatagli da Acerbi. Non
commette errori clamorosi, ma la-
scia qualcosa agli avversari. Poi tro-
va la sua prima rete azzurra che chiu-
de definitivamente i conti.
BIRAGHI 6.5:una conferma di quan-
to fatto vedere con l’Inter. Pur non
titolare fisso, sa sempre farsi trovare
pronto quando viene chiamato in
campo. Da un suo cross nasce l’1-0,
ma soprattutto è dalla sua parte che
partono le occasioni più interessanti
degli azzurri (43’ st Bonucci sv).
VERRATTI 6.5:insostituibile per una
Nazionale che non può permettersi
passi falsi. Dominante nella sua por-
zione di campo, non riesce a trovare
lo sbocco giusto per innescare Belot-
ti. Reclama per due azioni molto dub-
bie in area.
CRISTANTE 5.5:in avanti dimostra
di aver imparato la lezione offensivi-
sta di Fonseca nella Roma. Le occa-
sioni concesse al Liechtenstein, pe-

CLAUDIO SAVELLI


■Partite di questo tipo, inutili per il risul-
tato e già vinte secondo i pronostici, gli az-
zurri le hanno quasi sempre affrontate con
sufficienza. Alleggerendo il passo, levando
un attimo prima la gamba, risparmiando
qualche grammo di energia in vista degli
impegni con i rispettivi club. Si limitavano
al compitino, in sostanza. Contro il Liech-
tenstein non accade: l’Italia non è perfetta
tatticamente, si sbilancia troppo dimenti-
candosi le coperture preventive, e infatti ri-
schia in avvio (e non solo) di subire gol, ma
gioca con convinzione, volontà, serietà. Lo
dimostra anche il gol di Bernardeschi, giun-
to non a caso dopo l’occasione concessa
agli avversari: è una reazione veemente e
spontanea perché la squadra va ormai in
automatico, vuole dominare la gara e gli
avversari, vuole avere la situazione sotto
controllo ed è viva e presente, anche in par-
tite scontate.
Il fatto siano le riserve a reagire, poi, è
confortante. Nessuno sembra scontento,
nessuno gioca con
supponenza: tutti
semmai vogliono
sfruttare l’occasio-
ne per mettersi in
mostra. Al punto
che, forse, in cam-
po c’è fin troppa fo-
ga: Sirigu deve infat-
ti sporcarsi i guanti
più di una volta. Gli
azzurri perdono le
misure, ma sono er-
rori in buona fede,
figli della volontà di
farsi notare. I principi di gioco si notano
anche in una partita poco attendibile, ed è
fondamentale che sia così. Su tutti, la pres-
sione immediatamente successiva alla per-
dita del pallone. Vuol dire che le idee sono
ormai entrate nelle vene, anche in quelle di
chi ha giocato meno. I difetti nelle distanze
sono scontati per una formazione che non
aveva mai giocato assieme se non in allena-
mento. Mancini ha sfruttato la partita per
sistemare questi dettagli, per allenare an-
che le seconde linee e avvicinarle ai titolari
ormai rodati. È l’ultima fase del suo lavoro
in vista di Euro2020, necessaria per arrivar-
ci con una rosa intercambiabile, dove tutti
sono allo stesso livello. E se siamo all’ulti-
ma fase quando il girone di qualificazione è
ancora in corso vuol dire che siamo in anti-
cipo, soprattutto considerando il punto di
partenza.
Le nove vittorie consecutive, come accad-
de solo con Vittorio Pozzo in panchina 80
anni fa, sono solo una conseguenza del
gran lavoro svolto. Per paradosso, sono se-
condarie: conta di più l’impressione che ne
possano arrivare altrettante e che l’Italia sia
passata nel giro di due anni dall’anonimato
all’élite del calcio europeo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA


■«Sono un tifoso della Roma, ma
la Sampdoria mi è sempre stata sim-
patica. Sono stato chiamato in una
squadra ultima in classifica e sono ve-
nuto perché sono convinto che que-
sto non sia il reale valore della Samp-
doria». Claudio Ranieri, 67 anni, nuo-
vo tecnico dei blucerchiati, prova a
portare subito sorrisi ed entusiasmo
a una squadra in crisi e depressa. «Sa-
rò il garante dei tifosi, chi darà il mas-
simo giocherà, gli altri aspetteranno.


Quando una squadra è ultima biso-
gna lavorare sull’autostima. Voglio
che i miei giocatori non si arrendano
mai, so anche accettare la sconfitta
ma dopo che la mia squadra ha dimo-
strato di essere forte come determina-
zione e voglia di sacrificarsi». L’allena-
tore racconta come vive questa nuo-

va sfida. «Non pensavo di esser chia-
mato così presto, ho avuto un infortu-
nio al ginocchio e questa è stata una
gran bella medicina. Subentrare nuo-
vamente ad Eusebio Di Francesco è
bizzarro, è uno strano destino, spero
che trovi al più presto una squadra e
non mi odi... Ringrazio il presidente

che mi permette di allenare un club
così prestigioso. Sono venuto qui per
salvare la squadra, chi mi fa vedere
che ha voglia io lo prendo subito in
considerazione. I giocatori devono ca-
pire come sono fatto, si deve creare
un grande feeling: il sottoscritto, i gio-
catori e il pubblico devono essere

una sola cosa, per trascinare lo stadio
dobbiamo dimostrare di mettercela
tutta», spiega ancora Ranieri. «La
Samp deve tornare a sognare? Le fa-
vole sono sempre segno che c’è die-
tro un grande lavoro, una società e
dei giocatori. Credo che si debba far
sognare i propri tifosi, io dico faccia-
mo un passo per volta. Io ce la farò se
i nostri tifosi ci staranno vicini, solo
così potremo farcela».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCESCO PERUGINI


Vittoria, primo posto nel girone blindato e
un altro mattoncino verso i prossimi tra-
guardi. E ancora, nona vittoria di fila come
l’Italia di Pozzo nel ’39 e 38esima partita di
imbattibilità nelle qualificazioni europee.
Contro il Liechtenstein l’Italia fa il pieno di
record trovando il vantaggio dopo appena
2’ con Bernardeschi. Quello che cercava il
ct, però, erano soprattutto segnali dalle se-
conde linee, ma anche gli azzurri “alternati-
vi” hanno trovato grande difficoltà a supe-
rare il catenaccio dei padroni di casa (co-
me i titolarissimi all’Olimpico contro la
Grecia). Nonostante l’80% di possesso pal-
la nel primo tempo l’Italia non segna più,
rischia su un’iniziativa di Salanovic e solo
al 70’ su angolo arriva il raddoppio di testa
di Belotti. Poi Romagnoli fa 3-0, El Shaa-
rawy 4-0 e ancora Belotti il 5-0 finale. Con
la Bosnia a novembre bisognerà far bene
per arrivare da testa di serie al sorteggio
dei gironi previsto il 30 a Bucarest.

Commento


Il ct ora può sorridere:


le riserve hanno fame


Il ct Roberto Mancini(Lp)


LiberoSport


LIECHTENSTEIN 0
ITALIA 5
RETI:2’ pt Bernardeschi, 25’ st e 47’ st Belotti, 31’ st Romagnoli, 37’ st El Shaarawy.
LIECHTENSTEIN (4-1-4-1):B. Buchel; Rechsteiner, Kaufmann, Hofer, Goppel; M.
Buchel;Yildiz, Polverino (11’ st M. Frick), Hasler, Salanovic; Gubser (18’ st Y. Frick). Ct
Kolvidsson.
ITALIA (4-3-3):Sirigu; Di Lorenzo, Mancini, Romagnoli, Biraghi (43’ st Bonucci);
Verratti,Cristante, Zaniolo (18’ st El Shaarawy); Bernardeschi (25’ st Tonali), Belotti,
Grifo. Ct Mancini.
ARBITRO:Treimanis.NOTE:ammonito Rechsteiner.

Il nuovo tecnico Ranieri si presenta: «Spero che Di Francesco non mi odi...»


«Credonellasalvezza,laSampnonèdaultimoposto»


30
mercoledì
16 ottobre
2019
Free download pdf