Libero - 16.10.2019

(Tuis.) #1

PAOLA TOMMASI


■I Nobel festeggiano con i pallonci-
ni all’università, come fece Giuseppe
Conte a Palazzo Chigi per il suo pri-
mo compleanno da premier. Questa
volta al momento dell’annuncio del
vincitore del Premio per l’Economia
2019 mi son trovata pure io. Con il
brivido di avere accanto chi era stato
appena nominato: Michael Kremer,
che insegna ad Harvard, negli Stati
Uniti, ma lunedì era in visita a Lon-
dra alla London School of Econo-
mics. Proprio come me e, ironia del-
la sorte, proprio dallo stesso interlo-
cutore: un altro Premio Nobel, colui
che lo ha vinto nel 2010: il professor
Christopher Pissarides, che ha subito
ordinato alle segretarie di procurare
champagne e pasticcini. È da quella
stanzetta abbastanza angusta che il
professor Kremer, 55 anni a novem-
bre, pantalone beige e camicia bian-
ca, pochi capelli, occhiali neri e bar-
betta leggermente incolta, ha registra-
to l’intervista telefonica di quattro mi-
nuti a caldo che è ora sul sito della
“Nobel Prize Organization” di Stoc-
colma. Per poi spostarsi in una salet-
ta accanto, ugualmente spoglia, per
il brindisi con dieci alunni e altri pro-
fessori. La prima foto da Nobel l’ha
scattata lì.
Un minuto prima della notiziona


parlavamo di Italia. Il protagonista
era ancora Pissarides, che è greco e
ha una ex moglie pugliese come me,
quindi il tema era la Grecia Salenti-
na, che si gloriava di aver visitato più
volte. Mentre Kremer, americano di
origini tedesche, voleva discutere di
vaccini. È uno dei primi temi che ha
trattato da ricercatore e chiedeva con-
to delle recenti polemiche italiane.

LA PREVENZIONE

Nel 2005 ha studiato i Paesi a bas-
so reddito, dove mancano le risorse
per la prevenzione, ha calcolato il co-
sto medio di produzione di vaccini
per almeno duecento milioni di po-
tenziali malati di malaria, tubercolo-
si e HIV e ha cercato finanziatori per
fornire i medicinali richiesti. Conside-
rato il suo sforzo macroscopico, pro-
prio non riesce a comprendere l’at-
teggiamento di quello “strano Movi-
mento politico italiano che crede an-
che alle scie chimiche”. È bastata
una frase per capire che conosce per-
fettamente il nostro Paese.
Più recentemente, poi, Kremer si è
occupato dell’impatto della tecnolo-
gia sull’agricoltura in Kenya mentre

il Nobel lo ha vinto, con i colleghi
Abhijit Banerjee ed Esther Duflo, per
“l’approccio sperimentale nella lotta
alla povertà globale”. E questa è l’al-
tra coincidenza: anche Pissarides,
che ci ospitava, nel 2010 ha vinto il
suo premio non da solo ma con due
colleghi, Peter Diamond e Dale Mor-
tensen. Il loro tema era la ricerca di
lavoro nel mondo moderno. Al dipar-
timento di Economia della London

School c’è un intero corridoio con tut-
te le foto dei Nobel vinti da docenti
dell’università. Sono davvero tanti, e
con un ottimo rapporto con la Regi-
na Elisabetta. L’effetto è un po’ lo stes-
so che si prova alla Galleria dei Presi-
denti di Montecitorio, dove ci sono i
ritratti di coloro che nel tempo han-
no diretto l’Aula della Camera dei De-
putati tra cui, più recenti, Pivetti, Vio-
lante, Casini, Bertinotti, Fini e Boldri-
ni.

LE IMPRESE

Dopo la notizia, il caso Italia è stato
liquidato rapidamente. «In un modo
o nell’altro ve la cavate sempre», è il
sunto di Pissarides. Politica e gover-
no sono del tutto irrilevanti, se non
dannosi, mentre a tirare avanti l’eco-
nomia del Paese sono le imprese, in
una sorta di miracolo per cui riesco-
no a creare valore nonostante il peso
del fisco, della burocrazia, della catti-
va giustizia, un mercato del lavoro in-
credibilmente rigido e norme spesso
stupide che si accavallano rendendo
complicatissimo il sistema.
Dall’esterno, dunque, sembra man-
care una visione di lungo periodo, an-

che a causa di esecutivi che cambia-
no troppo velocemente e di maggio-
ranze talvolta astruse. «Ma non ci so-
no nemmeno gravi minacce esoge-
ne, a parte l’immigrazione, per cui
grazie all’ombrello dell’Europa, con
cui quando bisticciate fate per finta,
e dei Presidenti della Repubblica,
che sono gli unici che, durando alme-
no sette anni, danno stabilità e rassi-
curazioni sui piani che contano,
dall’Economia alla Difesa, dagli Affa-
ri Esteri a quelli Europei, riuscite ad
evitare qualsiasi crisi. Solo in questo
siete diversi dalla Grecia e proprio
per questo vi salvate».
All’evasione fiscale non si è fatto
alcun cenno mentre a Roma, soprat-
tutto in questi giorni di Legge di bilan-
cio, non si parla d’altro, come se le
sorti dell’economia dipendessero so-
lo da essa. Nessuna importanza
neanche alla corruzione o ai costi del-
la politica, da cui sono tormentati e
con cui ci tormentano i 5 Stelle. Nes-
sun riferimento a Matteo Salvini, Lui-
gi Di Maio o Matteo Renzi: fuori
dall’Italia conta solo Sergio Mattarel-
la. Su una cosa, però, non c’è alcun
dubbio: palloncini e uffici sono mol-
to più belli a Palazzo Chigi. A proposi-
to, per festeggiare abbiamo usato bic-
chieri rigorosamente di plastica, con
buona pace di Greta Thunberg.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

ENRICO PAOLI


■Il Fondo monetario inter-
nazionale (Fmi) ha tagliato
le stime di crescita per l’Ita-
lia. Tecnicamente non è una
grande novità per il nostro
Paese, sostanzialmente ab-
bonato alle bocciature da
parte delle agenzie che asse-
gno voti e rating. Il problema
contabile, semmai, riguarda
il governo giallorosso, dispe-
ratamente alla ricerca di sol-
di e di ottimismo da dispen-
sare. Il tema vero, però, è un
altro. La crescita zero dell’Ita-
lia - l’economia quest’anno è
ferma, mentre nel 2020 sale
dello 0,5% - s’inserisce in un
quadro macroeconomico do-
ve a preoccupare è il «rallen-
tamento sincronizzato» del-
le economie mondiali, inne-
scato dalla guerra commer-
ciale fra Stati Uniti e Cina. In-
somma, se gli altri rallenta-
no, noi ci fermiamo. Ed que-
sto a preoccupare gli econo-
misti. Una crescita al palo, la
più bassa quest’anno fra i
Paesi del G7 e di eurolandia.


DEBITO PUBBLICO

E inferiore anche alle atte-
se del governo, che prevede
un +0,1% per il 2019 e un
0,6% per il 2020. E poi c’è il
capitolo disoccupazione. Il
Fondo monetario non na-
sconde l’attuale trend in calo
della disoccupazione, ma av-
verte: almeno fino alla fine
del 2020, accanto alla voce
«disoccupazione», si vedrà la


doppia cifra, cioè la soglia re-
sterà sopra il 10%.
Ma non è solo la crescita
ad agitare: c’è il problema
del debito pubblico che va ri-
dotto. Per l’Italia, che vanta
un «debito e un fabbisogno
lordo di finanziamenti eleva-
ti», è particolarmente essen-
ziale, osserva il Fondo, un im-
pegno «credibile» per una

traiettoria al ribasso del debi-
to «nel medio termine». Le
stime degli esperti per il debi-
to italiano mostrano un
trend al rialzo: si passerà dal
132,2% del 2018 al 133,2 di
quest’anno, fino ad arrivare
al 133,7% nel 2020 e al 134%
nel 2024. Sul fronte del defi-
cit è atteso un calo al 2% del
pil quest’anno, seguito però

da un nuovo aumento al
2,5% nel 2020.
Il quadro italiano, come
detto, s’inserisce in un conte-
sto di rallentamento di euro-
landia e dell’economia globa-
le, appesantita dai dazi ma
aiutata dagli interventi delle
banche centrali, senza i qua-
li la crescita sarebbe più bas-
sa di 0,5 punti percentuali sia

quest’anno che il prossimo.
Stimoli monetari importanti
in grado di bilanciare alme-
no in parte il peso crescente
della guerra commerciale,
stimato allo 0,8% del pil mon-
diale nel 2020. Fra le incertez-
ze c’è una Brexit ancora tutta
de definire. «Un no deal po-
trebbe ridurre il pil della
Grande Bretagna del 3% nel

lungo termine e del 3-5% nel
breve termine», spiegano dal
Fondo. Fra gli altri Paesi eu-
ropei frena pure la locomoti-
va tedesca, destinata a cre-
scere quest’anno solo dello
0,5%, per poi accelerare
all’1,2% il prossimo. Riviste
al ribasso anche le stime per
la Francia all’1,2% e il prossi-
mo dell’1,3%.

MENO TENSIONI

Nel documento del Fondo
c’è un messaggio, lanciato
dalla capo-economista, Gita
Gopinah, che sembra rivolto
a tutti, ma del quale il gover-
no giallorosso dovrebbe far
tesoro: per rinforzare la cre-
scita, oltre a smantellare le
barriere commerciali e a go-
vernare le tensioni geopoliti-
che, ipolicy maker(chi deci-
de le strategie) dovrebbero
cercare di ridurre le incertez-
ze politiche interne. L’esatto
contrario di quanto sta avve-
nendo con l’attuale maggio-
ranza.
Sui tagli delle stime di cre-
scita fatte dal Fondo, il presi-
dente di Confindustria, Vin-
cenzo Boccia, è lapidario:
«Ahi noi, non è una novità».
«Lo stiamo dicendo da tem-
po: una Germania in reces-
sione, il Sud in recessione,
un calo di ordini in molte no-
stre imprese al Nord, dovreb-
be farci concentrare su quel-
lo che abbiamo detto ovvero
la politica anticiclica».
twitter@enricopaoli
©RIPRODUZIONE RISERVATA

■Il sostegno dell’Italia
all’avvio dei negoziati di ade-
sione all’Unione europea
per l'Albania e il rafforza-
mento della cooperazione bi-
laterale, in particolare delle
relazioni economico-com-
merciali, sono stati al centro
della prima visita del presi-
dente del Consiglio italiano
Giuseppe Conte a Tirana.
Una visita coincisa con il
Consiglio affari generali Ue,
in cui si è assistito ad un di-
battito fra i paesi membri,
con l’opposizione di Fran-
cia, Paesi Bassi e Danimarca
al via libera per l’apertura
dei negoziati con Tirana e
Skopje. Conte ha promesso
che al prossimo Consiglio eu-
ropeo appoggerà l’Albania.

Il Nobel Michael Kremer(Ftg)

Parola di Nobel dell’Economia


«Alla fine voi vi salvate sempre»


A colloquio con Kremer e Pissarides, vincitori del Premio nel 2019 e nel 2010


IL FONDO MONETARIO VEDE NERO


Tutto il mondo rallenta, ma l’Italia si ferma


Gli economisti tagliano le stime della crescita globale per il 2019 e per il prossimo anno. E la disoccupazione aumenta


LA PRIMA VOLTA DI CONTE A TIRANA


«Favorevoli


all’Albania


nell’Unione»


(^6) mercoledì
16 ottobre
2019
PRIMO PIANO

Free download pdf