Il Sole 24 Ore - 24.10.2019

(Elle) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 24 Ottobre 2019 15


Economia & Imprese


Mahle annuncia la cura shock


Chiuderà due fabbriche in Italia


Filomena Greco


TORINO


La notizia della chiusura dei due sta-


bilimenti piemontesi della tedesca


Mahle arriva nel giorno in cui a Ro-


ma si discute della ex Embraco di Ri-


va di Chieri. Due crisi industriali im-


portanti, sebbene in settori diversi,


concentrate in una delle principali


regioni manifatturiere d’Italia. Con


l’annuncio di ieri mattina fatto dai


manager della multinazionale tede-


sca nella sede dell’Amma di Torino,


l’automotive piemontese prende un


altro colpo.


La Mahle – gruppo da mila ad-


detti e oltre  miliardi di ricavi – in


Piemonte ha uno stabilimento pro-


duttivo a La Loggia, alle porte di To-


rino, e una fonderia a Saluzzo, nel


Cuneese. Una filiera integrata, spe-


cializzata nella produzione di pistoni


per i motori diesel. I volumi, raccon-


tano fonti interne all’azienda, hanno


cominciato a calare in maniera gra-


duale , poi nel corso del  la con-


trazione è diventata tale da non riu-


scire più a garantire i livelli produtti-


vi. Sono  gli addetti impiegati nei


due stabilimenti: formalmente si è


aperta la procedura di licenziamento


collettivo, con un periodo di  giorni


per i tavoli sindacali e istituzionali.


In un comunicato diffuso ieri po-


meriggio l’azienda ricorda come i


due siti abbiano alle spalle «anni


critici dal punto di vista economi-


co». Una situazione determinata


dal declino del mercato del diesel:
«La riduzione del livello di ordini a

livello europeo, principalmente


nella produzione di motori diesel,
ha notevolmente ridotto la capacità

utilizzata, attuale e futura», da qui


la scelta di chiudere, accolta con
rabbia dai lavoratori e dai sindacati.

«Noi puntiamo a mantenere un mi-


nimo di produzione in Italia e chie-
deremo al gruppo di stabilizzare le

commesse in maniera tale da tenere


aperte le fabbriche italiane – spiega
Edi Lazzi il segretario della Fiom di

Torino – perché un conto è la ridu-


zione dei volumi dei motori diesel
e della produzione di pistoni, un al-

tro conto è decidere di non produr-


re più in italia, distribuire il lavoro
negli stabilimenti in Polonia e Tur-

chia e far pagare il prezzo soltanto


ai lavoratori italiani».
Si tratta dell’ennesima crisi indu-

striale in una regione, il Piemonte,


dove si concentrano oltre un terzo
delle imprese della componentistica

auto Made in Italy e dove realtà pro-
duttive storiche, più legate a produ-

zioni tradizionali, rischiano di salta-


re. La multinazionale si dice dispo-
nibile a collaborare «con i rappre-

sentanti dei lavoratori per


considerare ogni possibile misura
alternativa e minimizzare il poten-

ziale impatto sui circa  dipen-


denti», ma il rischio è che ci siano
pochi margini. Durante la riunione

di ieri mattina i manager della Mahle


hanno sottolineato di non vedere
possibilità di miglioramento degli

ordinativi nei prossimi mesi. La cri-


si, dicono, è destinata ad aggravarsi,
da qui la scelta di chiudere i siti per-

chè gli ordinativi non sono suffi-


cienti a mantenere i livelli produtti-
vi. «Questa situazione – aggiunge

Lazzi – dimostra che mantenere una


filiera automotive soltanto con le
produzioni destinate ai mercati

esteri e senza i volumi di un produt-


tore nazionale è una illusione».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

AUTOMOTIVE


La casa tedesca di motori


a diesel annuncia il blocco


produttivo in Piemonte


Sono  i dipendenti


per cui sono stati avviati


i piani di licenziamento


La crisi del diesel. Gli impianti della tedesca Mahle


INDOTTO A RISCHIO


450


Gli addetti coinvolti
Tanti sono i lavoratori coinvolti

dalla crisi della Mahle e dalla


decisione del Gruppo tedesco di
chiudere i due stabilimenti italiani,

entrambi in Piemonte. A La Loggia


e Saluzzo si producono pistoni
destinati ai motori diesel. La crisi

delle motorizzazioni a gasolio ha


ridotto gli ordini e i volumi, tanto
da non poter garantire la capacità

produttiva dei due stabilimenti,


come sostiene l’azienda. Aperta la
procedura di licenziamento con

un periodo di 75 giorni per gli


incontri sindacali e i tavoli
istituzionali che si svolgeranno

nei prossimi giorni.






I lavoratori di aziende in crisi
Secondo l’ultima stima della Fim

Cisl torinese, degli oltre 3.


lavoratori in capo ad aziende in
crisi nella sola area metropolitana

torinese, circa 2.500 fanno capo a


imprese del comparto
automotive. Una valutazione

elaborata dal sindacato dei


metalmeccanici in relazione al
riconoscimento di Torino come

Area di crisi complessa, che


rimanda ad una valutazione più
ampia. Considerando il totale dei

58mila addetti del settore in


Piemonte, esclusi i dipendenti
diretti di Fca, sono a rischio tra le

20 e le 25mila posizioni


PANORAMA


Meno sigarette e una accelerazione
per aumentare il numero degli uti-

lizzatori di Iqos, dispositivi che scal-


dano il tabacco. La strategia di Philip
Morris in Italia punta a un deciso au-

mento delle conversioni verso Iqos,


linea di prodotti made in Italy della
multinazionale Usa. «Puntiamo a

convertire tutti i fumatori adulti che


non vogliono o non riescono a smet-
tere di fumare. Oggi in Ita-

lia le persone che hanno


lasciato definitivamente
le sigarette sono oltre

mila» dice Marco


Hannappel, ad di Philip
Morris Italia. Per quando

riguarda il breve periodo


Hannappel punta «ad
avere , o , milioni di

utilizzatori convertiti alla
fine del ». A livello

mondiale i consumatori Iqos alla fi-
ne del  saranno  milioni con-

tro gli attuali oltre .


Nel nostro paese la crescita sarà
supportata da un netto aumento dei

punti vendita monomarca Iqos con


i format “embassy”, “boutique” e i
temporary store “lounge”. Secondo

i piani dell’ad il numero dei punti


vendita, tra negozi monomarca e ta-
baccherie con shop-in-

shop «a fine  potrebbe


arrivare a  - ». Uno
dei negozi monomarca

aprirà a breve a Milano in
Corso Buenos Aires, la via

dello shopping meneghi-


no. Philip Morris ha anche
presentato Iqos  Duo, in

vendita dal  novembre.


—E.N.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’export trascina i conti di Manifat-


tura Sigaro Toscano. Le vendite al-
l’estero dell’iconico sigaro nei primi

nove mesi del  sono cresciute


del % ma soprattutto spiccano gli
Usa che segnano un +%. In au-

mento anche la domanda che arriva


da Germania, Turchia ed Est Euro-
pa. La società punta inoltre sui duty

free e a breve la società sarà presente
nell’aeroporto di Francoforte.

Ieri il Cda di Manifattu-


ra Sigaro Toscano (MST)
si è riunito sotto la presi-

denza di Luca di Monte-


zemolo ed ha confermato
il buon andamento della

società, la previsione dei


numeri a chiusura del-
l’anno e le stime del bud-

get . L’ad Stefano


Mariotti ha evidenziato il trend sto-
rico di crescita sostenuta con volumi

previsti in aumento del % e l’Ebitda


superiore al % del fatturato. «È il
segnale forte - dice il presidente

MST Luca di Montezemolo - di un


gruppo che sta bene, che è ben gesti-
to da un management di qualità e

che è saldamente sotto il controllo di


azionisti molto presenti».
Per il  le linee guida presen-

tate al Cda prevedono una


crescita del fatturato del
-% e dell’Ebitda del

-%. A trainare lo svilup-


po saranno ancora una
volta i mercati esteri pre-

visti in aumento del  per


cento.
—Enrico Netti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

In crescita. Luca
di Montezemolo,

presidente di MST


TABACCO/


Philip Morris punta a 1,3 milioni


di fumatori Iqos in Italia


TABACCO/


Manifatture Sigaro Toscano,


l’export cresce del 10%


40


MILIONI
DI CLIENTI
Philip Morris nel
2021 punta ad
avere 1,3 milioni di
utilizzatori Iqos in
Italia. Nel mondo
l’obiettivo è 40
milioni nel 2025
dagli attuali 12

Olimpiadi,


il governo


nella società


di gestione


MILANO-CORTINA 2026


Il ministro Spadafora ieri


all’incontro in Lombardia


con gli enti locali


MILANO

Il governo entra a tutti gli effetti
nella squadra delle Olimpiadi in-

vernali  di Milano e Cortina,
insieme alle province di Bolzano e

Trento. La decisione è stata ratifi-


cata ieri a Palazzo Lombardia, al
tavolo di lavoro per i Giochi a cui

erano presenti il ministro dello


Sport, Vincenzo Spadafora, il pre-
sidente del Coni, Giovanni Malagò,

i sindaci di Milano, Giuseppe Sala,


e di Cortina Giampietro Ghedina,
i presidenti di Regione Lombardia,

Attilio Fontana, e di Regione Vene-


to, Luca Zaia, più i due presidenti
delle province di Trento,Maurizio

Fugatti, e Bolzano, Arno Koempat-


scher. Il governo entrerà nella
Fondazione olimpica in fase di co-

stituzione, e avrà dei rappresen-


tanti nel comitato esecutivo. Que-
sto significa che avrà anche l’onere

di contribuire finanziariamente. Si


parla in sostanza della garanzie
per la realizzazione delle infra-

strutture, nel caso in cui la spesa


fosse superiore (o se ci fosse la ne-
cessità di qualche compensazio-

ne). Al momento la cifra non è


quantificabile, anche se ai tempi in
cui la Lega era al governo si parlava

di circa  milioni. Un cambia-


mento di prospettiva radicale ri-
spetto al primo governo Conte.

Ecco le prossime tappe. Il  no-
vembre ci saranno i colloqui per in-

dividuare il Ceo del comitato orga-


nizzatore; il giorno successivo ci
sarà la stesura del testo della Legge

olimpica - che dovrà poi essere ap-


provata dal parlamento - e dello
statuto della Fondazione. —S.Mo.
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