Il Sole 24 Ore - 24.10.2019

(Elle) #1

Il Sole 24 Ore Giovedì 24 Ottobre 2019 9


L’era Draghi Primo Piano


Percentuale


di titoli di Stato


eleggibili per
l'acquisto

da parte della Bce


I LIMITI BCE


PER L'ACQUISTO
DI BOND SOVRANI

Totale attivi,
dati in miliardi di 

IL BILANCIO
DELLA BCE

35

30

25

20

15

10

0

Spagna


Austria


Irlanda


Germania Portogallo


Finlandia


Limite Bce


Belgio


Italia


Francia


Olanda


1.

2.

3.

4.

5.

Fonte: Bce NOVEMBRE 2011 SETTEMBRE 2019


Fonte:
Pictet Wealth Management

2.420 4.


Annunciato a gennaio, diventa
operativo il piano di Qe

(Quantitative easing,


allentamento quantitativo) per la
prima volta nella storia della Bce,

sulla scia di esperimenti già


introdotti da Giappone e Regno
Unito: con il Public sector

purchase programme (Pspp),
Francoforte acquista titoli di

Stato e altri bond da istituzioni


finanziarie e agenzie governative.
Operazione prevista inizialmente

almeno fino al settembre 2016,


per un importo intorno a 1.
miliardi di euro, con acquisti

mensili intorno a 60 miliardi.


MARZO 2015


Il Quantitative Easing


entra in scena


Per la prima volta nella storia
della Bce, i tassi d’interesse sui

depositi che gli istituti di credito


detengono presso la stessa
Banca centrale europea

vengono portati in territorio


negativo, a -0,1%. Sarà il primo
ribasso di un lungo ciclo: nel

settembre dello stesso anno i
tassi scenderanno a -0,2%; nel

dicembre 2015 a -0,3%; a marzo


2016 a -0,4%. L’ultimo ribasso
risale al settembre 2019, a

-0,5%. La decisione è stata


molto controversa e i tedeschi
si sono mostrati sempre

contrari.


GIUGNO 2014


Parte il ciclo dei tassi


d’interesse negativi


AGF

L’ARMA IN PIÙ DEL BANCHIERE ITALIANO


Quel cocktail inedito


di misure non convenzionali


Forward guidance, Qe, tassi


negativi erano già stati usati


ma non in contemporanea


Isabella Bufacchi


Dal nostro corrispondente


FRANCOFORTE


Dicono di lui, di Mario Draghi, che ab-


bia la battuta pronta, sia ironico e


scherzoso. Chissà cosa penserà oggi


quando, per ironia della sorte e per


scherzo del destino, alla sua ultima


riunione del Consiglio direttivo e alla


sua ultima conferenza stampa in ve-


ste di presidente della Bce sarà chia-


mato principalmente a difendere il


suo ultimo “pacchetto”: il mix di mi-


sure di stimolo con il quale lo scorso 


settembre la Bce ha reso ancor più ac-


comodante una politica monetaria già


ampiamente espansiva, sollevando


un polverone mai visto finora di dub-


bi, perplessità e critiche provenienti


da banchieri centrali, economisti e


politici tra Paesi core, semi-core e per-


sino periferici. L’ironia sta nel fatto


che è proprio la formula unica del


“pacchetto Draghi”, la combinazione


di forward guidance, taglio dei tassi,


Qe e Tltro, il reale “whatever it takes”


per l’euro e i cittadini europei: non


quello minacciato e mai usato delle


Omt, ma quello realizzato sul campo.


Draghi passa alla storia per aver


salvato l’euro, cioè aver rimosso il ri-


schio della dissoluzione della moneta


unica e domato la crisi sul debito so-


vrano, facendo leva sulla sola deter-


renza di tre parole pronunciate a Lon-


dra il  luglio del , nel pieno della


Grande Crisi. Ma per la Bce è il “pac-


chetto”, senza grandi aiuti dalle politi-


che fiscali, ad aver sostenuto l’econo-


mia e il Pil dell’area dell’euro, ad aver


creato posti di lavoro, debellato il ri-


schio di deflazione e combattuto


un’inflazione troppo bassa.


Draghi non ha inventato la forward


guidance, le “indicazioni prospetti-


che” che danno informazioni ai mer-
cati sulle future intenzioni della poli-

tica monetaria. Per prime sono state


la Federal Reserve e la Bank of En-
gland ad adottarla. La Bce l’ha intro-

dotta nel luglio . E non è stato


Draghi a mettere piede per primo sot-
to l’asticella dello %. Le banche cen-

trali di Danimarca, Svezia e Svizzera


hanno per prime rotto il ghiaccio sui
tassi negativi: il tasso sui depositi del-

la Bce è sceso a -,% l’ giugno ,


per la prima volta allo % dal luglio
. Neanche il Qe è un’invenzione

europea: la Federal reserve ha iniziato
a comprare attività nel , la Bank

of England nel . Il Qe della Bce è


partito il primo marzo .
Quel che Draghi ha fatto è innanzi-

tutto mettere la Bce nella condizione


di poter usare questi strumenti non
convenzionali, rivoluzionando la gio-

vane banca centrale. Combattendo e


vincendo battaglie legali di portata
storica: nel gennaio  la Corte di

giustizia europea, sollecitata ad espri-


mersi sulle Omt, riconosce la legitti-
mità degli acquisti di titoli di Stato da

parte della Bce, a condizione che la


Banca persegua sempre lo scopo della
stabilità dei prezzi, mantenga la sua

indipendenza e non sfori nel campo


della politica fiscale che resta respon-
sabilità degli Stati membri dell’euro.

Il Qe della Bce che ne è uscito fuori è


dunque unico al mondo - ripartizione
per la chiave capitale, tetto massimo

su singola emissione e singolo emit-


tente, risk sharing al % - per rispet-
tare questi rigidi steccati.

Draghi ha messo forward guidan-


ce, tassi negativi e Qe tutti assieme,
dove il genio sta nella composizione:

sono strumenti che si rafforzano reci-


procamente e si alimentano tra di loro
dando più incisività all’intervento to-

tale. Il pacchetto Draghi è unico anche
perchè corredato dai prestiti mirati di

rifinanziamento a più lungo termine,


le Tltro, dove per la prima volta am-
montare di liquidità e costo del credito

ottenuti dalle banche dipendono dal-


l’entità dei prestiti stessi.


L’era Draghi è stata segnata da


quattro pacchetti ( giugno ,  di-
cembre ,  marzo  e  set-

tembre ) ed eventi ecceziona-


li: tra il  e il  la grandi crisi del-
le banche e del debito sovrano e il ri-

schio di reversibilità dell’euro; tra il


 e il  il pericolo della deflazio-
ne (headline inflation negativa nel

) e poi un’inflazione troppo bas-


sa; da ultimo incertezze e tensioni sul
commercio internazionale, il prote-

zionismo di Donald Trump, Brexit, le


turbolenze delle economie emergenti
e Cina. La Bce sotto la guida di Draghi

ha usato i pacchetti per riportare le


prospettive di medio termine dell’in-
flazione su un percorso di convergen-

za verso l’obiettivo di tasso “prossimo


ma inferiore al %” e proteggere cre-
scita e posti di lavoro nell’Eurozona.

Così la forward guidance è stata


modificata a più riprese. Le informa-
zioni prospettiche hanno anticipato

l’andamento dei tassi d’interesse: tra


novembre e dicembre  Draghi ha
cancellato i due rialzi per un totale di

 punti base di Jean-Claude Trichet
nell’aprile e luglio dello stesso anno; i

tassi hanno continuato a calare tra-


mite otto decisioni del Consiglio di-
rettivo dal luglio  fino al settem-

bre  portando le deposit facilities


all’attuale -,%. La forward gui-
dance ha dato indicazioni prospetti-

che sulla durata del Qe: il primo pro-


gramma di acquisti di attività avviato
nel marzo  è stato esteso nel di-

cembre , dicembre , ottobre


 ed è stato chiuso nel dicembre
 a quota . miliardi; gli acqui-

sti sono iniziati al ritmo di  miliardi


al mese, poi sono saliti a  miliardi,
poi scesi gradualmente fino a . Il se-

condo programma di acquisto di atti-


vità (Paa) partirà il primo novembre
con  miliardi al mese. Infine le Tltro

sono arrivate ora alla terza serie, e


ammorbidite di volta in volta con mo-
difiche in corsa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TRA LTRO E VIGILANZA


Un mandato


a sostegno


instancabile


delle banche


Ma nell’ultima conferenza


Draghi dovrà difendere


i tassi negativi sui depositi


FRANCOFORTE

L’ultimo taglio del tasso dei depositi
detenuti dalle banche presso la Bce,

che lo scorso  settembre è sceso a
quota -,% su decisione a larga

maggioranza del Consiglio direttivo,


ha avuto l’effetto della famosa goccia
che fa traboccare il vaso. E oggi, al-

l’ultima riunione del Consiglio diret-


tivo presieduta da Mario Draghi,
quei  punti saranno al centro del-

l’attenzione. La voce delle banche


europee si è fatta più grossa nel de-
nunciare il mondo alla rovescia, do-

ve il parcheggio della liquidità costa


sempre più caro, i margini sono ri-
dotti all’osso e i rendimenti dei risk

free asset negativi fino a  anni. E


così in Germania in questi giorni è
tornato il Mario Draghi raffigurato

come il conte Draghila.


Eppure sono state proprio le ban-
che europee, con le loro difficoltà

che nel  apparivano insormon-


tabili, a preoccupare per prime Ma-
rio Draghi che ha plasmato l’Ssm e

conquistato la vigilanza bancaria


unica europea come responsabilità
diretta della Bce. Ha anche introdot-

to strumenti di supporto senza pre-


cedenti per le malandate ban-
che: prima le Ltro, poi le Tltro e ora

infine il tiering. Una banca centrale,


per essere efficace, ha bisogno che la
cinghia di trasmissione della politi-

ca monetaria - che è la banca - sia
perfettamente funzionante. E l’Eu-

ropa, bancocentrica e con un’econo-


mia all’% finanziata da prestiti
bancari, non può fare a meno delle

banche per crescere.


Draghi, arrivato alla presidenza
della Bce il primo novembre , si

mette subito a lavoro per risanare le


banche e rimetterle in condizione di
potersi finanziare sul mercato: nel

 la crisi di fiducia sulle banche e


tra le banche è al picco, le emissioni
di bond bancari impensabili, l’inter-

bancario chiuso. La Bce sotto la gui-


da di Draghi lancia nel dicembre
 e poi nel febbraio  le Ltro, le

operazioni di rifinanziamento a tre


anni per fornire al sistema bancario
 miliardi di liquidità, sostituen-

dosi a un mercato interbancario al-


l’epoca prosciugato.
Già all’inizio del , Draghi con

il commissario europeo Michel Bar-


nier getta le basi dell’Unione banca-
ria. E per l’estate di quell’anno si fa

preparare alla svelta da Ignazio An-


geloni, consigliere Bce per le questio-
ni di stabilità finanziaria dal ,

una bozza di quello che sarebbe poi


divenuto il Meccanismo di vigilanza
unico responsabile della supervisio-

ne di oltre  grandi e medie banche
europee in collaborazione con le au-

torità di vigilanza nazionali. Nono-


stante la nuova regolamentazione
europea abbia imposto più capitale

e di migliore qualità, con il rischio di


irrigidire l’offerta del credito, il mi-
glioramento del contesto macroeco-

nomico dato dalle misure accomo-


danti della politica monetaria ha in-
vece aumentato la qualità del credi-

to: i costi di finanziamento per il


settore privato non-finanziario (pre-
stiti a imprese e mutui) tra il  e il

 si sono dimezzati, passando dal


-,% all’,-,% di questa estate. Le
Tltro inoltre hanno consentito alle

banche più virtuose nel finanzia-


mento di imprese e famiglie ad acce-
dere al tasso negativo (riscuotono un

tasso d’interesse e non lo pagano


quando si finanziano).
La vigilanza unica con l’approccio

elaborato dalla Bce ha «impresso


un’accelerazione significativa alla ri-
duzione degli Npl», ha sottolineato

il presidente dell’Ssm Andrea Enria,


secondo il quale la capacità di tenuta
delle banche si è molto rafforzata ma

la «loro redditività resta deludente».


L’Unione bancaria resta il volano per
la crescita in Europa: avviata sotto la

presidenza Draghi, starà a Christine
Lagarde portarla a termine con ga-

ranzia unica europea sui depositi, ar-


monizzazione delle leggi nazionali di
liquidazione coatta amministrativa,

soluzione al nodo dell’esposizione


delle banche al rischio sovrano.


—I.B.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

I confini del Qe


 


Banchiere


centrale. Mario
Draghi ha guidato

la politica mone-


taria dell’Eurozo-
na per 8 anni.

Quella di oggi è la


sua ultima confe-
renza stampa da

presidente della


Bce. Al suo esor-
dio, nel 2011,

tagliò subito i
tassi di 50 punti

base. In quell’oc-


casione Il Sole 24
Ore salutò la

decisione di


Draghi con un
commento in

prima pagina dal


titolo: «Un ameri-
cano a Francofor-

te». Era l’inizio


di una svolta


Con l’economia dell’eurozona in
forte rallentamento e l’inflazione

sempre più lontana dall’obiettivo di


riferimento («al di sotto ma vicino
al 2%») la Bce adotta un nuovo

pacchetto di misure a sostegno


della crescita economica.
Innanzitutto riattiva gli acquisti di

asset, il cosiddetto Qe, a un ritmo
mensile di 20 miliardi di euro e per

un tempo indefinito. Riduce


ulteriormente i tassi portandoli a
-0,50%. Infine introduce il tiering,

un sistema che permette di


attenuare sulle banche l’effetto dei
tassi negativi sui depositi

parcheggiati presso la stessa Bce.


SETTEMBRE 2019





Un nuovo pacchetto


e la ripresa del Qe

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