L\'Espresso - 20.10.2019

(Steven Felgate) #1

meglio precisate “ragioni istituzionali”»,
scrivono Milano e Diddi. Il direttore della
banca, Mammì, si allarma per la richiesta
insolita e risponde picche. Non dà un cen-
tesimo e comincia una sua istruttoria. Se il
papa si ida ciecamente del direttore gene-
rale, i nemici di Mammì malignano oggi
che il banchiere di Dio avrebbe solo preso
al volo l’occasione per incamerare nello Ior
i fondi dell’Obolo, da sempre appannaggio
della segreteria di Stato. «Certamente ha
detto no a Peña Parra perché non voleva
perdere nemmeno un euro dei denari dei
conti della sua banca, che ha chiuso il bi-
lancio con un utile dimezzato rispetto al
2018», ci dice velenoso un cardinale in-
luente.
Mammì, chiariscono invece i suoi colla-
boratori, vuole vederci chiaro. Capisce pre-
sto, dunque, che i 150 milioni servono ad
estinguere il mutuo che pesava sull’immo-
bile del quartiere di Chelsea, acceso da
Mincione attraverso due società lussem-
burghesi controllate dal colosso britanni-
co Cheyne Capital.
È lo Ior, dunque, che fa scattare la prima
denuncia al Promotore di Giustizia il 2 lu-
glio. Il 5 luglio il papa dà il via libera all’in-
chiesta penale. A ruota segue l’intervento
del Revisore Generale Alessandro Cassinis
Righini, che in agosto manda ai promotori
«nell’esercizio delle proprie prerogative, ed
in via del tutto autonoma» una relazio-
ne-denuncia sul business milionario lon-
dinese.
I pm e la gendarmeria portano avanti le
indagini a ritmo serrato (qualcuno dice
troppo per analisi complesse) e scoprono
quello che molti in Vaticano già sapevano
da tempo. Cioè che, uscito di scena Mincio-
ne, la segreteria di Stato non si è ripresa il
controllo del palazzo, ma s’è aidata a un
altro inanziere d’assalto con base a Lon-
dra: Gianluigi Torzi.
Un raider tempo fa accusato di aver
cambiato le serrature di un cancello di una
proprietà immobiliare, impedendo l’acces-
so alle legittime proprietarie di un immo-
bile vicino la sua villa al mare. E inito lo
scorso luglio, ha raccontato il Fatto, nelle
liste nere del database WordCheck, «per
diverse indagini a suo carico avviate dalla
procura di Roma e Larino (per la vicenda
della villa, ndr) per reati di falsa fatturazio-
Foto: A.Di Meo - Afp / Getty Images, Scavuzzo / Agf ne e trufa».


Prima Pagina

PRIMA GLI AFFARI CON MINCIONE.

POI L’ARCIVESCOVO FEDELISSIMO

DI FRANCESCO SI AFFIDA

AL MEDIATORE TORZI: PER LUI

10 MILIONI IN COMMISSIONI

Guardie svizzere
nei saloni vaticani

monsignor Perlasca il 22 novembre 2018:
alla ine il guadagno per il inanziere, tra
acquisto nel 2012 e vendita sei anni dopo, è
di 130 milioni di sterline secche. «Io non
sarei mai voluto uscire, me l’hanno chiesto
loro. E l’operazione resta ottima: basta si
muovano a ristrutturare e vendere gli ap-
partamenti», chiosa.

IL FINANZIERE MISTERIOSO
Torniamo alle carte dei magistrati di Fran-
cesco. Si legge che l’inchiesta penale scatta
il 4 giugno 2019. Quando Peña Parra chiede
allo Ior, attraverso una lettera al presiden-
te dello Ior Jean Baptiste De Franssu, «di
poter disporre, con carattere di urgenza, di
liquidità per 150 milioni di euro per non
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