20 Sabato 19 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore
Mondo
Il D-Day di Brexit,
lotta in Parlamento
fino all’ultimo voto
GIORNATA CHIAVE
Boris Johnson ha detto
di essere fiducioso: ci sarà
il sì all’accordo di ritiro
A favore del premier
carisma, divisioni nella Ue
e stanchezza generale
Nicol Degli Innocenti
LONDRA
La giornata forse più importante
nella lunga storia di Brexit si apre
senza alcuna certezza su come si
concluderà. L’accordo raggiunto da
Boris Johnson con l’Unione Europea
verrà votato dal Parlamento di We-
stminster nel pomeriggio, dopo che
il premier avrà presentato i dettagli
dell’intesa e i deputati avranno avu-
to qualche ora di tempo per il dibat-
tito di rito.
Johnson e i suoi ministri, che
hanno passato la giornata di ieri a
cercare di convincere conservatori
scettici e laburisti ribelli a sostenere
l’accordo, si dichiarano ottimisti
sull’esito del voto. Al summit Ue che
si è concluso ieri, il premier ha detto
ai leader europei di essere “molto
fiducioso” di avere i numeri per far
passare l’accordo.
Sulla carta i numeri non ci sono,
dato che il premier ha bisogno di
voti favorevoli e i deputati conserva-
tori sono solo . Johnson non ha la
maggioranza in Parlamento ma ha
due assi nella manica: in primo luo-
go gode della fiducia degli euroscet-
tici e usando la sua popolarità, il suo
carisma e una montagna di promes-
se può riuscire a convincerli ad ac-
cettare un accordo ben diverso da
quello che avrebbero voluto.
In secondo luogo Johnson può
contare sull’effetto stanchezza nel
Paese, nel Parlamento e anche nel-
la Ue. Le discussioni e divisioni su
Brexit durano da oltre tre anni e c’è
molta voglia di voltare pagina. Un
sondaggio a caldo fatto ieri da
YouGov rivela che il % degli in-
terpellati vuole che il Parlamento
oggi approvi l’accordo e solo il %
è contrario.
Le divisioni all’interno della Ue
fanno il gioco di Johnson, che inten-
de presentare ai deputati il voto di
oggi come una scelta binaria tra il
suo accordo oppure “no deal” per
l’impossibilità di un allungamento
dei tempi. Il premier aggirerebbe
così l’ostacolo posto dal Benn Act, la
legge che in caso di bocciatura lo co-
stringerebbe a rimangiarsi la parola
data e chiedere un rinvio alla Ue.
«Non credo che concederemo
un ulteriore rinvio», ha detto ieri
il presidente francese Emmanuel
Macron, allineandosi a quanto di-
chiarato dal presidente della Com-
missione Jean-Claude Juncker.
Anche il premier irlandese Leo Va-
radkar ha avvertito Westminster
di non dare per scontato che la Ue
conceda un rinvio, che dovrebbe
essere autorizzato dai all’una-
nimità. Sul fronte opposto invece
il presidente del Consiglio Donald
Tusk e la cancelliera tedesca An-
gela Merkel, secondo i quali un
rinvio sarebbe «inevitabile» in ca-
so di bocciatura dell’accordo da
parte di Westminster.
Tornando alla conta dei voti a
Westminster, i dieci deputati del
Dup, il partito protestante nordir-
landese, hanno confermato ieri che
voteranno contro perché si sentono
traditi dalle concessioni fatte da
Johnson che mantengono l’Irlanda
del Nord nell’orbita Ue.
Per limitare i danni, il Governo
sperava di convincere il Dup ad aste-
nersi, mentre i leader invece hanno
incoraggiato i conservatori euroscet-
tici a votare contro per solidarietà.
Gli alleati di Johnson hanno fatto
una controproposta agli euroscet-
tici titubanti: se l’accordo passa, il
loro sogno di un “no deal” potrebbe
diventare realtà. Se alla fine del pe-
riodo di transizione previsto non
sarà stato negoziato il nuovo accor-
do commerciale con la Ue, allora la
Gran Bretagna potrà uscire senza
avere altri obblighi verso i .
Secondo il conservatore John Ba-
ron, uno dei cosiddetti “spartani”
che per tre volte aveva votato contro
l’accordo May, questa è la “carota”
offerta a lui e altri ieri dal ministro
degli Esteri Dominic Raab.
Se le intense manovre dietro le
quinte del Governo danno frutti,
Johnson avrà i voti di quasi tutti gli
spartani e di molti dei conserva-
tori che aveva espulso dal partito il
mese scorso per essersi opposti a
“no deal”.
I numeri però ancora non torna-
no: per la vittoria servono i voti di
alcuni ribelli laburisti, che rappre-
sentano circoscrizioni che avevano
votato per Brexit. Il leader Jeremy
Corbyn ha detto ieri che non intende
punire i ribelli con l’espulsione per-
ché crede «nella persuasione, non
nelle minacce».
La grandissima maggioranza dei
deputati laburisti però voterà contro
l’accordo, così come i liberaldemo-
cratici e gli indipendentisti scozzesi
dell’Snp. Non solo: sono stati propo-
sti tre emendamenti che, se saranno
ammessi dallo speaker John Ber-
cow, potrebbero portare comunque
a un rinvio di Brexit.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
AP
A chiare lettere. La protesta di un gruppo di Remainers scolpita con l’aratro
Il presidente Usa ha sentito il
capo dello Stato turco e ha detto
che la situazione in Siria rimane
fragile. Trump ha aggiunto che
Erdogan lo ha rassicurato sulla
tenuta del cessate il fuoco
Siria
Trump telefona
a Erdogan:
impegno
al cessate il fuoco
Il ministro degli Interni Horst
Seehofer ha incontrato i
colleghi dei Stati per
mettere a punto misure contro
il terrorismo di estrema destra
dopo gli omicidi di Halle
Terrorismo
Giro di vite
in Germania
contro
l’estrema destra
Dopo Halle.
Il ministro degli Interni
Horst Seehofer
D
ei tre grandi poteri dello Stato è il potere giudiziario
che esce a testa alta da Brexit. Le tensioni e indeci-
sioni sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue hanno
mostrato i limiti e le debolezze dei poteri esecutivo
e legislativo. Nello scontro tra Governo e Parlamento,i giudici
sono sembrati la voce della ragione. Abbiamo chiesto un pa-
rere a un esperto, Sebastian Moore, partner di Herbert Smith
Freehills, lo studio legale che ha vinto la causa contro il Go-
verno. La Corte Suprema ha poi dichiarato illegittima la deci-
sione di sospendere il Parlamento per cinque settimane.
Se il Parlamento non approverà l’accordo, Boris John-
son chiederà un rinvio alla Ue come prevede la legge?
Il cerchio non si può quadrare. Downing Street
fa affermazioni del tutto contraddittorie. Alla
fine Johnson sarà costretto a obbedire, ma lo farà
con ostentata riluttanza perché l’elettorato sap-
pia che ha fatto di tutto per mantenere la pro-
messa di attuare Brexit entro il ottobre. È im-
pensabile che il Governo non rispetti la legge.
C’è chi dice che la Gran Bretagna dovrebbe
avere una Costituzione scritta come l’Italia...
La nostra Costituzione non scritta, che è un in-
sieme di convenzioni, statuti e Common Law
raccolti nei secoli, ha funzionato bene consen-
tendo grande flessibilità. Questa prospettiva è
stata messa in dubbio dal referendum del ,
che ha privato molti cittadini dei loro diritti. Ba-
sti pensare ai britannici residenti nella Ue da ol-
tre anni, che non hanno potuto votare ma so-
no i più penalizzati dall’esito del referendum.
Per un cambiamento simile avrebbe dovuto essere neces-
saria una maggioranza qualificata invece di una maggio-
ranza semplice. La mia opinione personale è che una Co-
stituzione scritta sarebbe auspicabile, ma non è una pro-
spettiva realistica. Sarebbe troppo complesso in questo
periodo dominato da Brexit.
La sentenza della Corte Suprema che ha definito ille-
gale la decisione di sospendere il Parlamento può senza
esagerazioni essere definita storica?
Ha dimostrato che il sistema funziona, perché il potere
giudiziario ha i mezzi per intervenire se il Governo esagera.
Ha ripristinato la fiducia nel sistema. Quando l’ho letta ho
provato un immenso orgoglio per il modo in cui spiega
questioni complesse in un linguaggio semplice e com-
prensibile a tutti. È talmente lucida che è impossibile non
concordare con le sue premesse e con le sue conclusioni.
C’è qualcosa di positivo che possa venire da Brexit?
Tre cose. Primo, i cittadini britannici cominciano a com-
prendere le complessità e i vantaggi della Ue. Erano i più
ignari in tutta Europa e alla fine saranno i più informati.
Secondo, si sta formando un fortissimo fronte pro-euro-
peo. Brexit ha mobilitato i giovani, ai quali è stata sottratta
la doppia identità britannica e europea. È una questione
pratica di libera circolazione ma anche emotiva di identità.
Infine, la terza cosa positiva è che il sistema legale ne esce
molto bene perché ha svolto un ruolo cruciale. La reputa-
zione dei tribunali ne esce rafforzata e i giudici e gli avvoca-
ti sono gli eroi misconosciuti di Brexit.
—N.D.I.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’INTERVISTA
Gli eroi
di Brexit.
Sebastian Moore,
avvocato
costituzionalista
SEBASTIAN MOORE
«Il potere giudiziario
è l’unico che esce
a testa alta da Brexit»
* Sono esclusi lo speaker e i suoi tre vice, e i sette deputati nordirlandesi del Sinn Fein che non votano
Fonte: FT Research
Schieramenti previsti al Parlamento britannico sull’accordo di ritiro
dalla Ue, stime Financial Times*
321 DEPUTATI CONTRO L’ACCORDO
235
Laburisti
259
Conservatori
28
20
7
Conservatori
euroscettici
Conservatori
indipendenti
Laburisti ribelli
35
18 10
10
DUP
5
4
1 Verdi
3 Indipendenti
1 Liberaldemocratico
3 Conservatori
indipendenti
Plaid Cymru
Partito del Galles
SNP
Partito
nazionale
scozzese
318 DEPUTATI A FAVORE DELL’ACCORDO
Liberaldemocratici
Indipendenti
Group
for Change
Indipendenti
Pro e contro Boris Johnson
SABATO DETERMINANTE
Super Saturday a Westminster
È molto raro che il Parlamento
britannico si riunisca al sabato.
Prima di oggi è successo solo
quattro volte:
2 settembre 1939
Scoppio della Seconda guerra
mondiale
30 luglio 1949
Completamento dei lavori in
agenda prima della pausa estiva
3 novembre 1956
Crisi di Suez
3 aprile 1982
Invasione delle Isole Falklands
In collaborazione con Partner