Il Sole 24 Ore - 19.10.2019

(Ron) #1

Il Sole 24 Ore Sabato 19 Ottobre 2019 5


Primo Piano


L’INTERVISTA


Antonio Patuelli. Il presidente dell’Abi: «Per ridurre i costi occorre


puntare sulla concorrenza tra tutti gli strumenti di pagamento»


«Il tetto al contante


dev’essere unico


a livello europeo»


Laura Serafini


«I


l tetto al contante
per essere efficace

deve essere euro-


peo. Le norme co-
munitarie prevedo-

no che ogni cittadi-


no possa portare fuori dal proprio
paese fino a  mila euro. Dunque,

per i pagamenti che eccedono un


eventuale tetto posto in Italia un cit-
tadino può recarsi in un altro paese

vicino o in un paese estero nella pe-


nisola ed eseguirli lì». Antonio Pa-
tuelli, presidente dell’Abi, intervie-

ne sulle misure antievasione previ-


ste dalla manovra, chiedendo atten-
zione per superare quelle che

definisce misure scarsamente effi-


caci, come le sanzioni per gli eser-
centi che non accettano le carte per

i pagamenti. «Sarebbe invece cru-


ciale puntare sulla concorrenza tra
tutti gli strumenti di pagamento,an-

che quelli elettronici innovativi che


stanno arrivando sul mercato, e su-
gli incentivi», chiosa. A proposito

del nuovo slittamento di un anno dei


crediti fiscali del sistema bancario
(Dta) il banchiere commenta: «Sono

amareggiato, perchè temo che sia
stato troppo frettolosamente di-

menticato il grande sforzo recente-


mente fatto dalle banche per salvare
la banca concorrente Carige».

Presidente, la convince l’intru-


duzione in Italia di un tetto per i pa-


gamenti con il contante?
È un diritto costituzionalmente ga-

rantito la libera scelta delle forme di


pagamento. Le banche sono in prima
fila nella lotta al riciclaggio, che è

l’anello di connessione di tutti i reati


finanziari, compresa l’evasione fi-
scale. Riciclaggio ed evasione sono

strettamente connessi e le banche in


Italia sono tra i soggetti che fanno il
maggior numero di segnalazioni di

possibili operazioni di riciclaggio al-


le autorità competenti. Non ci espri-
miamo sui tetti per i pagamenti in

contanti e non partecipiamo al di-
battito politico. Voglio dire, però, che

mi sembrerebbe molto più impor-


tante ed efficace, visto che in Europa
è prevista la libera circolazione di

persone, di merci e di denari, un tetto


al contante europeo. Altrimenti, vi-
sto che ciascun cittadino italiano può

uscire dalla Repubblica con una do-


tazione fino a  mila euro di contan-
te, i pagamenti che eccedono il tetto

italiano si possono andare a fare in


uno dei paesi vicini all’estero e anche
in paesi esteri all’interno dell’Italia.

Non è previsto alcun tetto di que-


sto tipo dalle norme comunitarie?
No, tant’è vero che nei vari paesi

i tetti sono diversi. Si possono


portare fuori  mila euro a te-
sta, ma i pagamenti poi ognuno

li disciplina come vuole.


Si può obiettare che l’approva-


zione di un tetto europeo può ri-
chiedere molto tempo

Rispondo che se non lo chiedi non lo
otterrai mai. Ricordo che oggi abbia-

mo un commissario europeo italiano


con competenze economiche.
Veniamo alle sanzioni per gli

esercenti che non accettano le car-


te. Anche questa misura non vi
convince

Non concordo sulle politiche repres-


sive a carico dei negozianti sulle mo-
dalità di pagamento. Temo “grida

manzoniane” e provvedimenti vel-


leitari sull’uso coatto del Pos, quando
invece bisogna incentivare la moneta

elettronica nella sua eterogeneità,


soprattutto dal punto di vista inno-
vativo, e quindi bisogna puntare alla

riduzione dei costi delle transazioni


elettroniche tramite la concorrenza
tra le varie forme di pagamento, an-

che innovative. Ritengo che siano


sempre più grida manzoniane quelle
che ipotizzano che se il negoziante

non accetta la carta a quel punto deb-


ba essere multato. Sarebbe difficile
accertare quelli violazioni, con il ri-

schio poi di intasare ulteriormente il


lavoro dei tribunali perchè le sanzio-
ni verrebbero spesso impugnate.

Ci sono già posizioni contrarie a


livello politico, come il ministro per
gli esteri Luigi Di Maio

Vorrei che fosse chiaro che non sono
le banche che propongono misure di

tal genere. Noi partecipiamo con


spirito di costruttività ai tavoli tec-
nici con il governo. In questi tavoli,

però, la presenza dell’Abi non può


essere esaustiva perchè i pagamenti
elettronici non sono elemento

esclusivamente né principalmente


bancario: essi dipendono da una se-
rie di fattori in cui sono dominanti

i circuiti internazionali e che inclu-


dono anche le più diverse forme di
pagamento extrabancarie. Noi par-

tecipiamo con costruttività, ma an-


che con una consapevolezza: e cioè
che esistono due Antritrust, uno eu-

ropeo e uno italiano, che vigilano


perchè non vi siano cartelli di prezzi
identici formati da fornitori dello

stesso prodotto. In Italia dal  è
vigente il regolamento europeo che

pone tetti a talune forme di paga-


menti elettronici (le commissioni
interbancarie su carte e bancomat,

ndr). Chiaramente non valgono per


tutti, perchè da queste soglie sono
esentati i circuiti extraeuropei. Fac-

cio un esempio: se arriva un cliente


con la carta cinese sotto quale rego-
lamentazione va considerato?

Se a livello di tavolo con il go-


verno si stabilisce che si possa-
no ridurre le commissioni sotto

certe soglie come si può essere


certi che anche soggetti extraUe
aderiscano?

Il tetto delle commissioni inter-


bancarie è già operante per le car-
te italiane ed europee; inoltre sia

ben chiaro che ci possono essere


auspici, non vincoli “a cartello”. Il
tema chiave è sollecitare la con-

correnza anche con i nuovissimi


sistemi di pagamento, come quelli
che utilizzano i cellulari o quelli

abilitati dalla direttiva Psd. Non


si può pensare - per motivi costi-
tuzionali, per ragioni di antitrust,

per ragioni di innovazione e di


globalizzazione - di reinventare i
prezzi amministrati. Il comitato

interministeriale prezzi non esi-


ste più. Evitiamo di ripetere espe-
rienze della storia economica. Co-

me quella dell’autunno del ’


quando, in un momento di elevata
inflazione, il governo dell’epoca

riempì i muri d’Italia con un ma-
nifesto che aveva un telefono al

centro e uno slogan con scritto:


«Difendi la tua spesa. Chiama il
governo». Quello fu un esperi-

mento inefficace.


Nel Dpb è previsto un nuovo slit-
tamento in avanti, dal  al ,

di crediti vantati dal sistema banca-


rio per un valore di , miliardi. Ve
lo aspettavate?

Sono un po’ amareggiato, perchè


ho la sensazione che sia stato fret-
tolosamente dimenticato il grande

sforzo fatto proprio in questi ulti-


mi mesi dalle banche italiane per
il salvataggio della concorrente

Carige. Siamo sottoposti a sforzi


colossali, continuiamo a pagare
salvataggi di banche concorrenti,

i tassi di interesse sono infimi, of-


friamo prestiti a famiglie e impre-
se a tassi che mai ci sono stati nella

storia della Repubblica, ma anche


del Regno. Le banche stanno sor-
reggendo ogni speranza di possi-

bilità di ripresa e bisognerebbe es-


sere più attenti e consideranti di
questo grande sforzo in atto. È

corretto, il valore è di , miliardi,


ma è finanziario, perchè non esce
dai bilanci, il credito rimane e vie-

ne solo rinviato l’incasso. È una
specie di prestito coattivo forzoso,

infruttifero.


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FOTOGRAMMA

FALCHI& COLOMBE


BATTAGLIA NECESSARIA CONTRO L’EVASIONE


I


n Italia la lotta al contante è
una battaglia necessaria se si

vuole davvero vincere la
guerra contro l’evasione fi-

scale e la criminalità organizza-


ta. Chi ne sottovaluta l’impor-
tanza evidentemente trascura –

per ignoranza o malafede –


quello che l’analisi economica ci
dice. Giova allora ribadire quel-

lo che sappiamo e quello che


non sappiamo sul tema.
La prima cosa che sappiamo è

che il contante è la forma di pa-


gamento che in tempi normali
rende massime due proprietà

della moneta: accettabilità ed


anonimato. Una proprie-
tà che tutti i libri di testo

sottolineano è quella


della accettabilità: il cit-
tadino tanto più usa e

detiene una certa mone-


ta tanto più è fiducioso
che il rischio che quella

moneta non venga accet-


tata quando decide di
spenderla è bassa. Inol-

tre tanto più l’accettabi-


lità è importante, tanto più il cit-
tadino è anche disposto a rinun-

ciare ad un rendimento su quella
moneta; infatti il contante di

norma non rende nulla.


Ma c’è una seconda proprietà di
cui di solito le analisi standard

sulla moneta non parlano: l’ano-


nimato. Qualunque moneta,
quando la usiamo, racconta qual-

cosa di noi. Il contante è quella


che dà meno informazioni possi-
bili su chi lo usa. È una proprietà

che sta diventando per tutti tanto


più importante in questi tempi il
cui l'informazione sul singolo

utente sta diventando la chiave


per realizzare e sviluppare ogni
tipo di scambio di merci e servizi.

E' una proprietà importante per


ogni cittadino? La risposta non
può che essere empirica. Esperi-

menti realizzati in questi mesi


presso l’Università Bocconi dan-
no una risposta affermativa: in-

sieme all'accettabilità ed al ritor-


no economico atteso, il grado di


anonimato è una variabile rile-
vante quando i partecipanti ad un

esperimento devono scegliere tra


monete diverse. La seconda cosa
che sappiamo sul tema è che in un

dato Paese la propensione ad uti-


lizzare contante può dipendere da
più di un fattore.

La terza cosa che sappiamo è


che, tra i cittadini, sono i disonesti
che hanno una particolare predi-

lezione per il contante. La ragione
è facile da capire. In qualunque

reato che produce un reddito per


chi li lo compie, il legame tra il de-
linquente ed il reddito il-

legale prodotto può au-


mentare la probabilità di
scoperta del reo. Quindi il

delinquente ha tutto l'in-


teresse di nascondere il
suo legame con il reddito

illegale – sia esso il frutto


di evasione fiscale, o di
vendita di stupefacenti, o

di estorsione – attraverso


una operazione di rici-
claggio. Il contante è uno stru-

mento di pagamento che può es-


sere molto efficace ai fini di rici-
claggio, date appunto le sue con-

temporanee proprietà di


accettabilità ed anonimato.
Quello che invece non sappia-

mo, in ciascun Paese, è la rilevan-


za del legame tra l’economia de-
linquenziale da un lato e l’uso del

contante dall’altro. La risposta, di


nuovo, non può che essere empi-
rica. Non è una risposta facile, co-

me accade quando la ricerca si


propone di stimare i fenomeni
nascosti, come sono per defini-

zione quelli legati all'economia
delinquenziale. Ricordiamo allo-

ra i risultati più recenti. Lavori in-


ternazionali comparati sulla rela-
zione tra economia delinquenzia-

le ed utilizzo del contante nei pae-


si industrializzati ci dicono che in
generale i due fenomeni si muo-

vono in modo sincronizzato: al


variare dell’economia delinquen-


ziale varia l’uso del contante. Cor-
rispondenti simulazioni econo-

metriche segnalano che riduzioni


del % dell'uso del contante sono
correlate a cadute del % dell'eco-

nomia illegale, con una stima fino


al % di minore economia delin-
quenziale con un uso azzerato del

contante. Per il nostro Paese la


correlazione tra uso del contante
e rischio riciclaggio è stata sotto-

lineata da un recente studio della


UIF - Banca d'Italia.
L’altra cosa che non sappiamo

è l'entità del cosiddetto rischio


rimbalzo. Di che cosa si tratta? È
facile: poiché il riciclaggio dei ri-

cavi delinquenziali può essere


messo in atto anche con metodi
diversi dall'utilizzo del contante,

le limitazioni all'uso di tale mezzo


di pagamento creerebbero esclu-
sivamente un “effetto rimbalzo”;

il reato di base verrebbe commes-
so comunque, e l'attività di rici-

claggio verrebbe comunque com-


piuta attraverso altre modalità.
Riassumendo: l’analisi economi-

ca dei costi e dei benefici ci inse-


gna che in un Paese ad alta eva-
sione e criminalità, la lotta al con-

tante è una battaglia necessaria,


anche se non sufficiente. Inoltre,
va disegnata in modo da ridurre le

vittime del “fuoco amico”, cioè i


cittadini onesti con una propen-
sione al contante.

Senza dimenticare l’insegna-


mento più importante: quello che
davvero conta alla fine non è

l’analisi meramente economica,


ma la valutazione politica che il
governo in carica dà della conve-

nienza in termini di consenso e


voti di una battaglia al contante.
L’esempio dell'Italia è emblema-

tico: per i nostri governanti –


escludendo il governo Monti – i
limiti al contante sono sempre

stati un tabù. Vedremo alla fine


quanta voglia ha il governo Conte
di combattere questa battaglia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Donato Masciandaro


LA PARTITA
SUL CONTANTE

‘‘


LA CONTROMOSSA


I pagamenti che eccedono il


tetto italiano possono essere


fatti in un altro paese europeo


IL RUOLO
DELLE BANCHE

‘‘


LA LOTTA AL RICICLAGGIO


Le banche in Italia sono tra i


soggetti che fanno il maggior


numero di segnalazioni


Presidente.
Antonio Patuelli è

ai vertici


dell’Associazione
bancaria italiana

dal 2013. Nel


2018 è stato
designato per un

secondo


mandato alla
guida dell’Abi

‘‘


Amareggiato


per lo slitta-


mento dei


crediti fiscali


del sistema


bancario:


dimenticato in


fretta lo


sforzo per


Carige


‘‘


Non


concordo


sulle


politiche


repressive a


carico dei


negozianti


sulle


modalità di


pagamento


LE FRASI

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