Corriere della Sera - 26.10.2019

(coco) #1


CorrieredellaSera Sabato26Ottobre
PRIMOPIANO


11


L’inchiesta


diRinaldoFrignani


Ipusher eilr uolo di Anastasiya


Nel suo zaino 2.000 euro in contanti


Il killer, padre di un bimbo, alla compagna: «Ho fatto un macello, volevo solo spaventarlo»


ROMAFinoaieri mattina ha
continuatoasostenereche
«la droga nonc’entraconla
mortediLuca». Ma letesti-
monianzeegli elementi rac-
colti da poliziaecarabinieri
smentiscono le dichiarazioni
pubbliche e ilverbale di Ana-
stasiyaKy lemnyk, la baby sit-
terdi25anni che mercoledì
notte è stata presa a bastonate
daPaolo PirinoeValerio Del
Grosso al quartiereromano
Appio Latino, poco prima che
il fidanzatovenissecolpitoa
mortecon unarevolverata
esplosa dal secondo ragazzo.
È lei a questo punto —come
sospettatofin dai primi mo-
menti daicarabinieri del Nu-
cleo investigativo — il perso-
naggio chiavedel delittodi
Roma.Perché sarebbe pro-
prio la giovane ucraina, nella
Capitale dal 2003, ad aver mo-
stratoagli spacciatori giunti
da Casal Monastero i soldi nel
suo zainetto di pellerosa:ro-
toli di banconote da 20e
euro per untotale 2.000 euro,
denaroche sarebbe dovuto
servireper acquistareuna
partita di marijuana sufficien-
te per lei e tre amici che si tro-
vavano nelJohn Cabot Pub.
A mettere nei guai la fidan-
zata di Luca Sacchic’è latesti-
monianza diVa lerio Rispoli,
amico econtatto di Del Gros-
so che aveva chiesto di porta-
re la droga all’Appio Latino. E
ora la posizione della baby sit-
ter potrebbe aggravarsi. ARe-
gina Coeli sono invece già rin-
chiusi sia Del Grosso sia Piri-
no. Sono cresciutieabitano
con le famiglie a Casal Mona-
stero, quartiere della periferia
romana vicino a San Basilio, il
rione dovenella Capitale i
clan dello spaccio sono più at-
tivi. E adesso bisogneràcapire
se anche lorofossero in qual-
che modocollegati ai gruppi
criminali. Non acaso le inda-
gini puntano acapire se la tra-
sferta di mercoledì sera dei
due presunti assassini sia sta-
ta una loroiniziativaoppure
facesse partediuna serie di
ordini impartiti dai boss.
Dicerto i due ragazzi sono
partiti per effettuare «lacon-
segna» all’Appio, a bordo del-
la SmartbiancadiPirino, ar-


mati direvolveremazza da
baseball.Esenza marijuana.
Non sapevano che queltenta-
tivodirapinaresoldiauna
potenziale clientesarebbe
statoiltragicoepilogo della
lorocarriera di spacciatori.
Pirino, detto«Paoletto»,
vienedescrittocome il più
durodei due.Tatuaggiate-
ma, donneepistole.Un
«1998» stampato sulle dita di
una mano. Ha un passatoda
pusher. Mercoledì sera ha fat-
to da scorta a Del Grosso, an-
che in virtù della stazza fisica.

Èunfan della serie tv «Go-
morra» e di «Scarface». Armi
da fuoco puntate in faccia da
giovaniavoltocopertoac-
compagnano il suo profilo su
Facebook. Come le frasiaef-
fetto, e unafotoemblematica:
una limousine protetta da ra-
gazzi in scooterper le strade
di San Basilio.
Va lerio Del Grosso, diotto
mesi più giovane, ha invece
una vitacomplicata in una fa-
miglia di lavoratori: la madre
Gianna—che poi lo ha de-
nunciatoalcommissariato

San Basilio,conilmaritoeil
figlio Andrea —, il padre auti-
sta, due fratellieuna sorelli-
na. «Uno scapestrato», spiega
chi loconosce più nel profon-
do.Una figlioletta di sei mesi,
una denuncia per percosse
neiconfronti dellacompa-
gna, seguita da un ordine di
allontanamentodispostodal
giudice. La donna, che non lo
ha piùvolutovedere(tanto
che il giovaneètornatoad
abitaredai genitori),èfinita
in ospedalecon40giorni di
prognosi per una lesione al

timpano. «Ho fatto un macel-
lo, nonvolevo uccidere nessu-
no,volevosolo spaventarlo»,
ha ripetutoalla sua nuova
compagna, Giorgia, che alla
fine ha indicato alla polizia il
«CervaraPark Hotel»,aTor
Cervara, dovesi era rifugiato
24 oredopo ilferimentodi
Luca. Quella sorta di assurda
giustificazione l’ha detta an-
che agli amici che ha incon-
trato poco dopo aver premuto
il grillettoepoi nella stessa
serata di giovedì. «Tutti gli
amici, mecompresa, a questo
punto gli abbiamoconsigliato
di andarsiacostituire. Mi ha
pregatodiaccompagnarlo in
albergoefarglicompagnia,
mi sono rifiutata. L’ho solo
portato lì, alla stanza 103, poi
ho dettoaipoliziotti dove
l’avrebberotrovato»hadetto
la ragazza.
Pasticcierenel laboratorio
davanti acasa, giovedì matti-

na Del Grosso era andato al la-
voro come sefosse un giorno
qualsiasi. Sapevacosa aveva
fattoall’Appio Latino, ma ha
cercatodicomportarsicome
se nullafosse accaduto. Nella
tarda mattinata,forse dopo
aver appreso della mortedi
Luca Sacchi, ha chiesto alla ti-
tolareditornareacasa. «Mi
sentomale», ha dettoprima
di andarevia vestitocosìco-
m’era, da pasticciere.Poiha
richiamatoGiorgia,cercando
un aiuto che non ha trovato.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Ivolti
A sinistra Paolo Pirino, 21 anni, uno dei due fermati per
l’omicidio di Luca Sacchi, mostra i tatuaggi sul suo
profilo Facebook. Sopra Valerio Del Grosso, anche lui
21enne, al momento del fermo: è stato denunciato dalla
madre. Sotto, il pub John Cabot(Ansa,Fotogramma)

Corriere.it
Leggitutte
lenotizie
egliaggiorna-
menti
sull’omicidio
diRoma
sulnostrosito
http://www.corriere.it

Lamadrelodenuncia:meglioincellachefraglispacciatori


La donna in commissariato con il marito: «Ho saputo da un amico che mio figlio ha fatto un casino»


ROMA«Ho saputo da un amico
che mio figlio ha fatto uncasi-
no e sonovenuta qui. Meglio
in galera checon gli spaccia-
tori». Con questeparole Gio-
vanna, la madre diVa lerio Del
Grosso—accusatodiaver
sparato a Luca Sacchi davanti
al pub nel quartiere Appio —
si èpresentata alcommissa-
riatodipolizia di San Basilio
giovedì sera per raccontare
tutto quello che sapeva. Ecosì
ha denunciatoilterzogenito,
il figlio che da pocoleaveva
regalato la prima nipotina.
Non ha avuto dubbi, non ci
ha pensato duevolte lacorag-
giosamamma. Dopo aver sa-
putodall’altrofiglio Andrea
checosa fosse successo, è an-


dataconluiecon il marito
Gianni, che di lavoro fa l’auti-
sta, a informare gli investiga-
tori che,forse, il suo ragazzo
eracoinvoltoinunterribile
delitto.
Nessuna esitazione su qua-
le fosse lacosa più giusta da
fare: anche perché Giovanna
aveva paura. Sapeva cheVa le-
rio era in fuga, glielo aveva
confessatoproprio lui, senza
però dirle dove si fosse nasco-
stoesenza svelarleidettagli
di quella «caz...»compiuta e
poiconfessata altelefono tra
le lacrime. «Temo possa acca-
dergli qualcosa, trovatelo» ha
ripetuto, sgomenta e provata,
ai poliziotti la donna, madre
di quattro figli, una vita spesa

per i suoi affetti e per la cura
dell’abitazioneaCasal Mona-
stero.Unavillettaaschiera
piena diverde quella della fa-
miglia Del Grosso, in un quar-
tiere di periferia sì ma decoro-
so e pulito a nord-est della Ca-
pitale.Adue passi peròdal
«Bronx»romano, il rione di
San Basilio in mano ai clan e
agli spacciatori.
«Valerioèunragazzoper-
bene, normaleegentile» ri-
petono i vicini dicasa e i dato-
ri di lavoro delventunenne, i
titolari della pasticceria «Sa-
bina» dove stava imparando a
diventare cuoco. «Giovanna è
una madre attenta, ha sempre
seguito molto i figli, e adesso
fa lo stessocon la nipotina ap-

pena arrivata—racconta la
vicina dicasa, Aurelia —. Non
posso credereaquello che è
accaduto, ci eravamo viste so-
lo sabatoscorso,come sem-
pre abbiamo parlato dei figli e
del loro futuro».
Nel giardino dellacasa dei
Del Grosso ci sono ancora i
panni stesi ad asciugare, i gio-
cattoli sparsi davanti all’in-
gresso. Da quandoènata la
bambina, tutta la famiglia si
dedicavaadaccudirla. E
mamma Giovanna,come rac-
contano adesso i vicini,cerca-
vadi aiutareilfiglio,tentava
di insegnargli il lavorodige-
nitore.
ValeriaCostantini
LamazzaL’arma usata per colpire Anastasiya(Fotogramma) ©RIPRODUZIONERISERVATA

Lavicenda


●Valerio
Del Grosso
è ritenuto
dagli inquirenti
la persona che
ha sparato

●Vive con la
compagna
e il figlio
neonato a casa
dei genitori che
giovedì sono
andati dalla
polizia dicendo
di temere che
fosse coinvolto
nel delitto
Free download pdf