Corriere della Sera - 26.10.2019

(coco) #1


24 Sabato26Ottobre2019 Corriere della Sera


SEGUEDALLA PRIMA


T

antovarrebbe che i due parti-
ti prendessero atto di questa
realtà che darà luogo a innu-
merevolicomplicazioni. E
provassero ad evitare di esse-
re costretti—mese dopo
mese—acercareall’ultimo
momentocandidati cheva-
dano beneaentrambi. Can-
didati che,comeèaccaduto
all’albergatoreumbroVin-
cenzoBianconi, non avreb-
bero quasi neanche iltempo
di farsiconoscere dai poten-
ziali elettori.Pde M5S posso-
noovviamenteprenderela
decisione di noncoalizzarsi
nelleelezioni amministrati-
veche siterranno nel primo
semestre2020 (delresto, ai
tempi del lorogoverno, le-
ghistiepentastellati, mai si
presentarono assieme). Ma
devono saper fin d’ora che
ogni eventuale sconfittaver-
rà messa nelconto dell’inca-
pacitàopeggio dell’ignavia
dei loro gruppi dirigenti.
Se invecedecideranno —
anche sulla base di quest’ul-
timaconsiderazione—di
procedereuniti, dovranno
tenerconto di una questione
fondamentale. Lacoalizione
di governo antisalvinianaè
composta da quattropartiti,
quello di Zingarettiequelli
diRenzi, Speranza e Di Maio.

I primi tre hanno avuto occa-
sioni di governo anche nelle
amministrazioniregionali, il
M5S soltanto nelle città.Per-
ché i CinqueStelle accettino
di muoversi a sostegno di un
candidatodelPd,odiItalia
viva o di Leu, che abbia buo-
ne possibilità di successo, ad
esempio il governatore
uscente dell’EmiliaRomagna
Bonaccini (oppurequelli,
conminori chance, di Mar-
che,Toscana, Campania, Ca-
labria, Puglia) sarebbe ne-
cessario che la sinistraoffris-
se pari disponibilità per per-

sonalità provenienti dalle file
grilline. Altrimenti si do-
vrebbe andare ognivolta alla
ricercadicandidature«civi-
che» che spesso nonoffrono
garanzia ditenuta né sul pia-
no politico né su quello elet-
torale. Nessunaformazione
può lasciarsiconsiderarein
partenza gregaria delle altre.
Qualora decidesserodi
procedere assieme, i quattro
partiti dellacoalizione, tutti
e quattro, dovrebbero sentir-
si obbligati a trovare punti di
incontrotra le loroprece-
denti esperienze per poicer-
care candidati che portino

sionecomplicata. Incom-
penso la scissionerenziana
dovrebbeoffrireunaformi-
dabile opportunità per lave-
rifica di unteorema assai dif-
fuso in annirecenti tra i poli-
tologi di sinistra. Secondo ta-
leteoria, ilPdavrebbe perso
un gran numerodielettori
rifugiatisi traiCinqueStelle
o nell’astensione acausa del
«deragliamento» del treno
riformista (iltermine è stato
usatodal prodiano Franco
Monaco) di cui sarebbe stato
«artefice» MatteoRenzi. Tur-
bati dal metaforico incidente
ferroviario, tali elettori
avrebberocercatorifugio tra
iCinqueStelleonell’asten-
sione.Strano, si potrebbe os-
servare, che quei fuggitivi
non abbiano riparato, già al-
le elezioni del 2018, nellecar-
rozzediLeu. Ma—sidisse
all’epoca — queivagoni era-
no stati allestiti troppo in
fretta per essereingrado di
attrarre gli elettori in fuga da
Renzi. Ma adesso cheRenzi
sen’è andato e il partito di cui
fu segretario ha ripreso a
viaggiaresull’anticobinario,
dovremmo assistere alla sce-
nadipasseggeri che affolla-
no le stazioni nell’ansia di sa-
liresul treno zingarettiano.
Sia nelle elezioni politiche
(quandoverranno) sia in
quelle amministrative. Aco-
minciare da subito, dalle sta-
zioni che furonorosse diPe-
rugia,Terni, Orvieto,Todi.
Dovesse accadere, per ilPd
saràcertamentepiù agevole
trattare in vista dellecompli-
cate alleanze di cui si è detto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

voti ma che creino anche tra
loro una qualche armonia. E
perché ciò accada, l’accordo
tra le quattroforzenon può
che essere globale e preven-
tivo.Perché?Perilfattoche
solo trovando un’intesa che
valga per tutte (o quasi) lere-
gioni e per tutte (o quasi) le
città che andranno alvoto,
ognicomponentedellacoa-
lizione di governo potrà tro-
varela motivazione a giocare
con impegno l’intera partita.
Altrimenti ci sarà sempre
qualcuno — ieri inUmbria è
stata lavolta diRenzi — che
non si presenterà all’appun-
tamento.
Restiamo suRenzi. È chia-
roche Italia viva è lacompo-
nentepiùrecalcitrantead
una sorta di patto stabilecon
Pd, Leu e M5S: il movimento
renziano si è datocome mis-
sione quella di intercettare
una rilevante parte di eletto-
rato proveniente dalcentro e
dalla destra.Un’impresa ar-
dua già di per sé. Ma sarebbe
ancora più problematicanel
caso il senatore di Rignano si
alleasse stabilmentecon i se-
guaci di Grillo econ una sini-
stra peraltro a lui ostile. Tut-
taviaRenziresta pur sempre
nel governo edècostrettoa
puntellarelalegislatura, ra-
gion per cuivale la pena per i
soci di maggioranza provare
a coinvolgerlo anche in sede
locale. Chiaro dunque che da
adesso in poi aPde M5S non
sarà sufficiente trovare un’in-
tesa tra loro, ma la dovranno
estendere al pur docile parti-
todi BersanieSperanzaea
quello riottoso diRenzi. Mis-


diGuidoOlimpio


TUTTICORRONOARIAD,
PIÙAFFARICONISAUDITI
MALGRADOLECONDANNE

È


trascorso un anno abbondante da
quandoJamal Khashoggi è
scomparso mentre era all’interno del
consolato saudita aIstanbul. Una
sparizione che ha suscitato dune di
sdegno, spazzate via però dal vento della
Realpolitik. La Turchia ha usato il
dramma come pungolo ma le sue priorità
sono altre: i curdi, la Siria, i missili. La
diplomazia occidentale ha mandato
qualche segnale. Più difacciata che di
sostanza.Forse hafatto di più a livello
formale ilCongresso statunitense, ma
forse perché ha impiegato il dramma in
chiave anti-Trump. E lui, The Donald , non
ha perso tempo in ipocrisie, lo ha detto
apertamente: non rischio dei posti di
lavoro compromettendo lerelazioni con chi
compra valanghe di armi e prodotti made
in Usa.Certo, ilregno è uscito ammaccato.
Il re ha cambiato due volte il ministro degli
Esteri, ha affiancato con qualche
consigliere il figlio — l’ambizioso e
impetuoso principeMohamed — , ha
messo mano al settore petrolifero. IlPaese,
nonostante le spese miliardarie per la
difesa, è parso fragile davanti ai
bombardamenti che hanno danneggiato i
siti petroliferi, così come deve districarsi
nel conflitto yemenita traraid pesanti e
ricerca di soluzioni negoziabili. Proprio le
debolezze hanno finito per ispirare cautela
nella condanna. LaCasa Bianca vorrebbe
che laNato facesse la sua parte nel
tutelare uno Stato-chiave.Intanto
imprenditori, finanzieri, capi di grandi
gruppi corrono aRiad che chiede
investimenti a lungo termine, offre
opportunità, apre al turismo.Varchi
sfruttati anche da Putin, tenero nelle
reazioni all’eliminazione di Khashoggi,
veloce nel firmare una serie di intese con
una storica visita nelPaese. La morale è
semplice: lo show va avanti, gli affari
pure. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ANALISI
&
COMMENTI

L


arivoluzione digitale
nonèunpurostru-
mento. Icambiamen-
ti riguardano già e ri-
guarderanno sempre
piùisistemi politicielade-
mocrazia. Ma non si tratta di
semplici innovazioni;èun
cambiamentodiparadigma.
È bene perciò non essere im-
preparati e andare alla radice
delle trasformazioni. Nel no-
stro mondo ormaiconvivono
due diverse società. La società
analogica e la società digitale.
Aciascunacorrispondono
due diverse generazioni.
Quella sottoiquarant’anni,
che è prevalentemente digita-
le;quella sopra questa soglia
che è prevalentemente analo-
gica. La società analogicaè
destinata acontare sempre di
meno ecomunque, per ragio-

ni anagrafiche, è destinata ad
esaurirsi. L’altra sarà l’unica
società del prossimo futuro.
Proviamo ad articolare una ri-
flessione intesi.
Tesi 1. La società analogica
è fondata sul principio di rap-
presentanza,icorpi interme-
di, la trasparenza dei metodi
diformazione delle classi po-
litiche dirigenti, ilcontrollo
del lorooperatoelaloroso-
stituibilità.
Tesi 2. La società digitale è
caratterizzata dalla disinter-
mediazione, dal superamento
della rappresentanza, dalla
decisione politicadiretta.
Tutti possono dialogarecon
tutti econ i membri della so-
cietà politica, senza bisogno
di mediatori; chiunque può
convocaremanifestazioni e
muovere campagne di opinio-
ne senza muoversi dacasa. Da
questa possibilitàtecnicade-
rival’ equivalenza, sullacarta,

di tuttiicittadini («unovale
uno», cui sièrecentemente
aggiunto «tuvali tu»). Conse-
guentemente, sono negate in
radice le élites della politica e
dellaconoscenza, ma non le
élites del potereeconomico
alle quali appartengonoipa-
droni dellarete. Nellaretec’è
libertà senzaresponsabilità.
Tesi 3. Nella società analo-
gica il leader politico è quello
che prende piùvoti; nella so-
cietà digitaleèquello che ha
piùfollowers.Per misurare il
seguitodei leader, il numero
deifollowers è più importan-
tedel numero deivoti. Il mo-
do di prenderefollowers è del
tutto diverso dal modo dicon-
quistarevoti. Ma aifollowers
seguono ivoti; ilcaso Salvini
insegna. Senzafollowers è
difficile prenderevoti.
Tesi 4. Il M5SèinItalia il
più significativofruttopoliti-
codella società digitale.Forse

le sue proposte esprimono la
consapevolezza delcambia-
mentoel’intento, del tutto
comprensibile, di sfruttarlo a
propriovantaggio. Apparten-
gono al mondo della società
digitale il ridimensionamen-
todella rappresentanza attra-
verso la riduzione del numero
dei parlamentari, ilreferen-
dum propositivoconcorren-
zialeconlalegislazione di
fonteparlamentare, lecon-
sultazioni inrete, più o meno
corrette, l’attaccoalle élites
della politicaedellacono-
scenza, ilvanto della disinter-
mediazione.
Tesi 5. Alcune proposte so-
no positive, altre possono di-
ventarlo, altre ancora sono in-
gannevoli. L’inganno più pe-
ricolosoèladisintermedia-
zione. Non si tratta di
cancellazione dei mediatori,
ma della loro sostituzione oc-
culta.Ivecchi mediatori si
presentavanocome tali sulla
scena pubblica, erano scalabi-
li, avevano statuticonoscibili.
I nuovi mediatori non si pre-
sentanocome tali, non sono
scalabili, non hanno visibili
statuti. Sul piano interno la
mentecorre alla Casaleggio e
Associati. Sul piano globale
contanoibaroni dellarete.

Appaionocome servizievoli
interlocutori, disponibilia
darcicomodamente, rapida-
mente,acosti accettabili e
con efficienza i servizi che noi
pensiamo possano servirci. In
cambioconsegniamo loro
gratuitamenteeliberamente
tutti i nostri dati. Se gli stessi
dati civenisserochiesti dallo
Stato, partirebberocampagne
di stampa. Non è incorso una
disintermediazione;èincor-
so unareintermediazione.
Tesi 6.Inuovi mediatori
orientano la nostra vita quoti-
diana in misura maggioreri-
spettoaimediatori tradizio-
nali. Ma, a differenza dicosto-
ro,non appaiono nella loro
veraveste.Irischi sono evi-
denti.Perimediatori occulti
non ci sono néregole nécon-
tropoteri; sono perciò desti-
natiaesercitaresulle nostre
viteunpotereinfinito. Se i
parlamenti possono essere
svuotati daforme di parteci-
pazione diretta manipolabili
da un’eterodirezione invisibi-
le, sarà inevitabile laforma-
zione di nuovi dispotismi po-
litici.
Tesi 7. Le difficoltà del pas-
saggio da una società all’altra
sono evidenti in moltiPaesi;
in Italia sembrano più gravi

diLucianoViolante


CAMBIAMENTI


RIFONDARELADEMOCRAZIA


NELLASOCIETÀDIGITALE


perchéc’èmenoconsapevo-
lezzaeminoresviluppo di
unaresponsabile cultura del
digitale.
Tesi 8. In Italia il mondo del
pubblicoèprevalentemente
analogico; il mondo del priva-
toè prevalentemente digitale.
La disaffezione neiconfronti
della democrazia, dei partiti e
del parlamento è in gran parte
determinata proprio dalla dif-
ficoltà di partiti e parlamento
asvolgerelelorofunzioni in
una società profondamente
mutata. Alla stessa diversa ap-
partenenzaèdovuta lareci-
procasfiducia tra pubblicoe
privato.
Tesi 9. Abbiamo bisogno di
nuoveculturepolitiche,con-
sapevoli delcambiamento,
per garantire democrazia, di-
ritti e fiducia nella società di-
gitale. In particolare:c’èspa-
zio per la rappresentanza nel-
la società digitale? Come met-
terecredibilmente in guardia
dalle manipolazioni dell’opi-
nionepubblica? Quali sono i
limiti della democrazia deli-
berativa? Comerenderepub-
blici,controllabili e scalabili i
nuovi mediatori? Inconclu-
sione:come rifondiamo la de-
mocrazia per evitarne il tra-
monto? © RIPRODUZIONE RISERVATA

LARICERCADIUN’INTESA


ELEALLEANZE COMPLICATE


ScenarioIpartitidiZingarettieDiMaiosembranonon


essersiresicontodicome,unavoltaimboccatoilsentiero


dellacoalizione,saràimpossibiletornaresuipropripassi


diPaoloMieli


❞ Renzi
ÈchiarocheItaliaviva
èlacomponentepiù
recalcitranteaunpatto
stabileconPd,LeueM5S
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