Corriere della Sera - 26.10.2019

(coco) #1


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CULTURA

Sabato26Ottobre2019 CorrieredellaSera


sentirono al dittatoreBenito
Mussolini di governareper
vent’anni; l’eredità culturale
che questa storia ha lasciato al
nostroPaese; quanto, ancora
oggi, il nostro pensiero sia in-
fluenzato da alcuniconcetti o
abitudini nati all’epoca».
È evidentecome lo scrittore
voglia parlaresoprattuttodei
deviati artigli del «potere».
Sia sostantivo, siaverbo. E qui
Aristarcoraccontaespiega i
vari tipi di dittature e di ditta-
tori, addentrandosi nel traffi-
catobinario traconsenso «at-
tivo» e «passivo».Fondamen-
tale il richiamo all’eredità più
pericolosa della mentalità fa-
scista. Come scrisse Primo Le-
vi, sopravvissutoadAu-
schwitz, «il fascismo aveva
funzionatosoprattuttocome
anestetico, cioè privandoci
della sensibilità». In sostanza
chi smette di pensare e di sen-
tire, diventa incapacesia di
pensare sia di sentire.
Non solo. Il fascismo,come
ricorda l’autorealla dodicen-
ne, «trattava il dissensocome
una malattia da isolareede-
bellare, ma il dissenso è inve-
ceuna risorsa. Soloconfron-

tandosiconipareri discor-
danti si riesceapenetrarela
complessità dellecose... Il fa-
scismo mise a tacere ognifor-
ma di dissenso per esibirsi in
un lungo,folle monologo che
si trasformò in delirio».
La pragmaticalezione di
storia, lontana dal sapere
esclusivodiuno studioso, si
trasforma in un allegro, ma
non troppo,carrozzone di im-
magini, legateaibustiealle
statue. Non a quellicon cui si
celebra il passatoglorioso
delle civiltà grecaeromana,
ma il più invasivocultodella
personalità. Le statue del Du-
ce, e il loro diverso scopo, fino
al busto vuotoche ne accom-
pagna la fine.
Quello che spinge l’autore,
con un’intuizione geniale, è la
presenzacostantediun«fa-
scismo eterno», che nascee
rinasce nelleforme più sinuo-
se e impensabili. Anche oggi,
infatti, per direuna bugiaè
sufficienteuna manciata di
secondi, per ingigantirla ba-
sta un tweet, ma per smontar-
la occorronotempoeprove
inattaccabili.Eforse non ba-
sta, perché ormai la bugia o la
calunnia sono entrate nell’im-
maginario della gente.
Davvero pregevole, il lavoro
di Daniele Aristarco. Con una
lettera finale cheèunmes-
saggio di speranza per la no-
stra bella Italia inviatoaGiu-
lia. «Cara, proteggo ciò che
amo e provo a raccontarlo».
@ferrariant
©RIPRODUZIONERISERVATA

LeiniziativedelCorriere


MemoriaOggiinedicolaconilquotidianounlibroperragazzidelloscrittoreeregistaDanieleAristarco


M


i capita spesso, per
ragioni professio-
nalieculturali, di
partecipareain-
contrieconferenzeinteatri,
circoli e in scuole di ogni gra-
do. Quando mi invitano in
qualche classe, anche di una
media inferiore, accetto appe-
na possibile per due ragioni:
la spinta invincibile della cu-
riositàel’ossessivacompa-
gnia di un dubbio. Curiosità
perché ho sempre avvertito la
spinta istintivadei ragazzi a
voler sapereeconoscere. Il
dubbio perché mi ha sempre
infastiditouno scioccoluogo
comune: che ai giovanissimi
interessino soltantoiclicei
like sullo smartphone. Niente
altro.
Ho invece raccolto dapper-
tuttoattenzioneepioggia di
domande.Ungiorno, parlan-
do del significatodelle «pie-
tred’inciampo»—preziosi
micro-ostacoli collocati nei
luoghi doveabitavano gli
ebrei deportati per difendere
la memoria — ho avutocome
unafolgorazione: che un gio-
vaneregista delTeatro Franco
Parenti di Milano ha poi tra-
sformato, almeno per me, in
un fascio di luce. Durante un
dibattito ha detto che i giova-
nissimi sono le piùvere«pie-
tred’inciampo» per non di-
menticare. Sono loro infatti a
convincere genitori e parenti,
invecchiati nella rassicurante
indifferenza o nelle spire del-
la noia, a muoversi e a seguirli
lungoisentieri dellacono-
scenza.
Certo, per entrare in auten-
tica sintoniacon i ragazzi, bi-
sogna esserecredibili, since-
ri, e lontani dal trombonismo
accademico, che è spesso sac-
cente, presuntuoso,verbal-
menteaggressivoedelitario.
Ricordo quanto Indro Monta-
nelli scrisse e ripetè, parlando
dell’allora presidentedella
RepubblicaSandroPertini:
«La genteècon lui, qualun-
quecosa dica, perché ilcapo
delloStato sa sempre di puli-
to».
Eccoperché mi ha molto
intrigatoillibrodiDaniele
Aristarcochevaoggi in edico-
la con il «Corriere della Sera»,
a cominciare dal titolo: Lette-
reaunadodicennesulfasci-
smodiieriedioggi. Ho ascol-
tato, viaweb, le video-intervi-
ste che l’autore ha dato ad at-
tentissime scolaresche negli
ultimitempi e mi hannocol-
pito, assieme alcarattere, la
suacapacità di argomentare,
utilizzando esempi chiari e
concreti.
Aristarcoè giovane (42 an-
ni), ma sa raccordarsi bene
conchi potrebbe esseresuo
figlio. Edèconvincente, pro-
prio perché «sa di pulito».
La storia del libro, pur nella
suaindubbia originalità,èin
realtà semplice. Lo scrittore è
stato invitato nella classe II C
di una scuola mediaromana a

parlare diteatro e di William
Shakespeare. Come tutti i cu-
riosi, mentreparlacammina
tra i banchi dell’aulacercando
di immaginare,con il soccor-
so di qualche segno, la perso-
nalità di ogni studente. Ed è
attratto improvvisamente dal-
la scritta su un banco. Brevis-
sima, incisa nel legnocon un
preciso lavorodiintarsio:
DVX,con la V al posto della U.
«Di chi è questo banco?», do-
manda l’ospite. «Di Giulia —
risponde una delle due pro-
fessoresse —. Ma oggièas-
sente».
Laconversazione, abban-
donati i binari rassicuranti di
Otello, Desdemona, Amleto e
il marcio in Danimarca, scivo-
la su untema che molti, a par-
tire dai docenti, avrebberovo-
lentieri evitato, in quantoac-
cidentatoepericoloso: il fa-
scismo. «Èveroche il
fascismo statornando di mo-
da?», domanda un ragazzo,

quindi può soltantoimmagi-
nare ilvolto e la figura di una
dodicenne in jeans,conlo
zainettoche le balla sulla
schiena, e può inoltrarsi nella
sua mente, alimentandone la
curiosità. Curiosità moltipli-
cata dalla sorpresa di ricevere
delle lettere: sì, sì, proprio
quelleconcartaepenna.
Mezzicomunicativi che oggi
non usano quasi più. La mail è
rapidaecercadicatturareil
presente, anzi l’attimo fug-
gente; la lettera invecehaun
saporeantico, ma rispecchia
anche l’intima gioia di sfuggi-
realla gabbia dell’immediato
e spingere ad una meditata ri-
flessione.
Dalconfidenziale «Ciao
Giulia»,con laconfessione di
aver avutoun’idea «antiqua-
ta», ad un «CaraGiulia» più
personaleeaffettuoso, dove
lo scrittore racconta ed espri-
me le sue idee: «La nascita del
fascismo; le ragioni checon-

Ilvolumeinvenditaa e 7,90


PerchérestanovalidigliidealidellaResistenza


CaraGiulia,eccocos’èil fascismo


Per conoscere enondimenticare


Lettereaperteaun’alunnadisecondamediasulladittaturadiMussolini


Laviolenza,lamenzogna,ilruolofondamentaledelconsensopassivo


E


sce oggi in edicolacon il «Corriere della Sera»
il libro di Daniele Aristarco Lettereauna
dodicennesulfascismodiieriedioggi , in
vendita al prezzo di e 7,90 più ilcosto del
quotidiano. Ilvolume, tratto dalcatalogo EL,
resterà in edicola per un mese: l’autore,
rivolgendosi idealmente a una ragazza di seconda
media di nome Giulia, sviluppa informa epistolare
un ragionamento sull’esperienza fascista e più in
generale sulfenomeno del poteredispotico,con
l’intento di stimolare nei più giovani l’interesse per
il nostro passato tragico e laconsapevolezza di
quanto sia fragile e prezioso il patrimonio
costituito dalle libertà democratiche.
Aristarcoanalizza le diversecomponenti
dell’ideologia fascista e levarie fasi dell’ascesa
politica e poi dellarovinosacaduta del dittatore
Benito Mussolini, analizzando lacapacità del

regime di raccogliere e gestire ilconsenso della
popolazione, ma anche la necessità che esso aveva
direprimere il dissenso in maniera brutale «per
esibirsi in un lungo,folle monologo che si
trasformò in delirio». Nella parte finale del libro
l’autore si sofferma sul significato dellaResistenza,
senza farne un mito, ma sottolineandocome da
quell’esperienza sia scaturito un profondocambio
di mentalità, checonsentì al nostroPaese di
ritrovare le ragioni di unaconvivenza pluralistica e
di darsi la Costituzione su cui si basa tuttora la
nostraconvivenza civile.
Daniele Aristarcoha insegnato lettere nella scuola
media e ora si dedica ai libri per ragazzi.
Drammaturgo eregistateatrale, ha vinto numerosi
premi. Si occupa inoltre di laboratori di scrittura
creativa per l’infanzia. (l.d.p.)
©RIPRODUZIONERISERVATA

Pericolo
Lamentalitàdispotica
puòripresentarsi
nelleformepiùsinuose
eavolteimpensabili

Lacopertinadellibro
inedicolaoggiconil
«CorrieredellaSera»

proprio quando la provviden-
zialecampanella segnala la fi-
ne della lezione.
Lo scrittoreseneva, ac-
compagnatoeturbatodai
dubbi. Magari quelDVXera
stato inciso in un’altra epoca,
magari Giulia nonc’entra nul-
la.Però,unpensierodietro
l’altro, l’autorearrivaauna
conclusione. Scriverà a Giulia
delle lettere per spiegarle che
cosa è stato il fascismo ecome
potrebbe essere quello di og-
gi. Diverso nellaforma,ca-
muffato, ma sostanzialmente
simile nella sostanza.
Decide di scriverle prima di
tuttoperché non laconosce,

Complicità
BenitoMussolini(asinistra)conil
reVittorioEmanueleIIInel1938.
Inalto:bambiniinuniforme
militareinunascuoladi
Bagnacavallo(Ravenna)nel1930

diAntonioFerrari


Partecipazione
Ipiùgiovaninonsono
indifferenti.Anzisono
spessoloroascuotere
l’inerziadegliadulti
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