La Stampa - 26.10.2019

(ff) #1

L


a Rai ha pubblicato
il regolamento di
Sanremo 2020 (in
tv dal 4 all’8 febbra-
io) e per festeggiare
i settant’anni della
manifestazione ci sono parec-
chie novità. Le canzoni della
«serata cover» entrano per la
prima volta in gara al Festival
e ci saranno giurie diverse per
ognuna delle serate sia per i
Campioni che per le Nuove
Proposte. Il direttore artistico
Amadeus ha deciso che nella
terza giornata del Festival, il 6
febbraio, si celebrerà la «Can-
zone di Sanremo 70» con i 20
Artisti Campioni che canteran-
no brani tratti dal grande re-
pertorio della kermesse. Per la
prima volta nella storia la sera-
ta non sarà, come per gli anni
scorsi, fuori dalla gara ma par-
te integrante e le votazioni ot-
tenute determineranno una
classifica generale della sezio-
ne concorrendo a stabilire il
vincitore finale.

Novità anche per le votazio-
ni e in ogni serata, nella sezio-
ne Campioni, saranno chiama-
te a votare giurie diverse: la
Demoscopica per le prime 10
canzoni eseguite il martedì e
per le seconde 10 che saranno
eseguite il mercoledì, musici-
sti e vocalist dell’Orchestra vo-
teranno il giovedì, mentre la
Giuria della Stampa, tv, Radio
e Web voteranno il venerdì. So-
lo nell’ultima serata giuria De-
moscopica e Stampa voteran-
no insieme, con l’aggiunta del
Televoto (in sostituzione dei
musicisti e vocalist dell’Orche-
stra). Regole nuove anche per
la sezione Nuove Proposte:
nella prima e nella seconda se-
rata sarà chiamata a votare so-
lo la Demoscopica; nella terza
e quarta serata voteranno Giu-
ria Demoscopica, Stampa, Tv,
Radio e Web più Televoto. Nel-
la sezione Nuove Proposte 8 ar-
tisti in gara, con 5 canzoni scel-
te durante la finale di Sanre-
mo Giovani del 19 dicembre
in diretta su Rai1, 2 canzoni se-
lezionate dal concorso Area
Sanremo 2019 più l’artista vin-
citrice dell’edizione 2019 di
Sanremo Young, Tecla Inso-
lia, con un brano inedito.
I venti Campioni in gara
saranno svelati nel corso
della puntata de I soliti Igno-
ti - Speciale Lotteria Italia del
6 Gennaio. —
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Sanremo, in gara


anche le canzoni


della serata


dedicata alle cover


FULVIA CAPRARA
ROMA

U


n bambino con il
dono della telecine-
si, una Biancaneve
vegana, un teatro
in rovina nei vicoli
di Napoli, una
scienziata con il cuore tenero,
un frigorifero pronto a offrire
consigli non richiesti. Intorno a
queste e molte altre meraviglie
Alessandro Siani ha costruito Il
giorno più bello del mondo, av-
ventura fiabesca con dialoghi
da commedia, che nella sua car-
riera di campione del box-offi-
ce, segna un’inversione di rot-
ta: «Era arrivato il momento di
cambiare modo di lavorare, di
depistare i miei “aspettatori”,
io li chiamo così perché sono
quelli che si siedono e aspetta-
no, proponendo una storia d’a-
zione, piena di effetti speciali e
di citazioni».
La spinta è arrivata dal suc-
cesso crescente delle serie tv:
«Tre anni fa, mentre concepi-
vo questo mio nuovo progetto,
ho sentito che intorno a me, an-
zi a noi, qualcosa, da un bel
po’, si stava evolvendo. Gli ulti-
mi strumenti tecnologici, l’af-
fermarsi del genere fantasy,
stavano imponendo altri codi-
ci di intrattenimento, sia in tv
che al cinema. Ho pensato che
non potevo più lavorare pun-
tando tutto sull’improvvisazio-
ne, così ho deciso di racconta-
re la vicenda di un bambino
magico che, attraverso i suoi
poteri, riesce a mutare la mia

vita, la sua, e quelle delle perso-
ne che lo amano».
Può una classica battuta na-
poletana adattarsi al ritmo di
una coreografia stile Michael
Jackson? Le scommesse del
Giorno più bello del mondo, in
anteprima ad «Alice nella cit-
tà», sezione autonoma della
«Festa di Roma», sono tante,
ma all’autore, ieri assediato da
un esercito di entusiasti picco-
li fan, va riconosciuto il merito
di averle formulate. «A diffe-
renza di altri, io non faccio
film per curarmi, ma per susci-
tare emozioni. Nei miei prece-
denti lavori non avevo mai pra-
ticato la materia della riflessio-
ne, non mi veniva spontaneo,
non so se stavolta ci sono riusci-
to. Di sicuro mi sono impegna-
to nel creare una sceneggiatu-
ra blindata, dando spessore ai
personaggi».

Intorno al protagonista Artu-
ro Meraviglia (Siani), erede di
un impresario teatrale che ha
fatto dello show-business la
sua missione, si muovono, co-
me in un variopinto presepe lai-
co, l’amico comico Gianni Po-
chi Pochi (Giovanni Esposito), i
due nipoti adottivi lasciati in
eredità da uno zio facoltoso, ov-
vero la bambina Rebecca (Sara
Ciocca) e il timido Gioele (Leo-
ne Riva), che non parla, ma
muove gli oggetti. E poi l’avve-
nente ricercatrice Flavia (Stefa-
nia Spampinato), il viscido col-
lega Francesco (Stefano Pe-
sce), il perfido scienziato Ora-
zio Boliè (Leigh Gill).
In linea con i tempi, bambini e
donne sono chiavi di volta del
racconto. Le prime, dice Siani,
«hanno un ruolo fondamentale,
quando ti senti completamente
perso, ti rivolgi a loro e i proble-

mi si risolvono». E quanto ai se-
condi, basta guardarsi intorno,
anche nella realtà, per compren-
dere quanto siano fondamenta-
li: «Vista dai bambini - osserva
Siani riferendosi anche al feno-
meno Greta Thunberg - la sfida
ecologica acquista purezza e sin-
cerità. Credo molto nei ragazzi-
ni, anche se penso che vadano
giustamente indirizzati».
Dal primo corpo a corpo con
gli effetti speciali, l’ex-Principe
abusivo (15 milioni di euro di
incassi) è uscito vittorioso: «Ce
ne sono tantissimi, anche dove
non si vedono. Ho lavorato con
eccellenze come Stefano Mari-
noni. È un processo infinito,
con grandi potenzialità, per
me è stata un’esperienza im-
portante». L’altra novità è la da-
ta d’uscita, il 31 con «Vision Di-
stribution», fuori dalla gara tra
i film delle feste: «È chiaro che
uscire a Natale - osserva Siani -
significa avere automatica-
mente 2-3 milioni di incassi in
più. Però stavolta mi interessa
che la gente veda il film e ap-
prezzi l’originalità del proget-
to». D’altra parte, quest’anno,
saranno in pochi quelli che vor-
ranno vedersela con Tolo tolo
di Checco Zalone, sugli scher-
mi dal primo gennaio: «Lui gio-
ca in un altro campionato». —
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MICHELA TAMBURRINO
ROMA

L


a letteratura del Sud
piace anche al Nord.
E in televisione spo-
pola. Meglio se lieve-
mente noir, molto
meglio se fortemen-
te ancorata nel territorio. Il te-
lespettatore ne sente il profu-
mo, ne coglie la storia, ama i ca-
ratteri non convenzionali, sen-
te il sole, la forza di una natura
non sempre amica. E c’entra
anche il dialetto, un rimando
integro che testimonia veraci-
tà d’intenti. All’estero questa
bellezza arcaica del Mediterra-
neo fa colore e va via come il
pane. Per citare i casi letterari
più eclatanti, Andrea Camille-
ri e Montalbano, Saviano e Go-
morra, Elena Ferrante e L’ami-
ca geniale, Maurizio De Gio-
vanni e Pizzofalcone, il prossi-
mo anno sarà la volta di Savat-
teri. Il Premio Campiello Ma-
riolina Venezia e Imma Tata-
ranni che sta sbancando l’audi-
tel la domenica su Rai 1, con
punte di sei milioni di telespet-
tatori. Tre libri e un mondo
che adotta una lingua collo-
quiale che echeggia il dialetto
di area murgiana anche se Im-
ma è lucana e dei lucani ha il ca-
rattere, forte, tenace, non ap-
piattita sul desiderio maschi-
le. Impopolare ma non antipa-
tica la definisce l’autrice.
Mariolina Venezia, a lei la di-
versificazione letteratura del
Nord e letteratura del Sud po-
co piace. Perché?
«Essere del Sud, essere don-
ne... è normale che ognuno rac-
conti le storie dal suo punto di
vista. In molti miei libri, e ades-
so nella fiction, parlo della Ba-
silicata, una terra piena di con-
trasti, che per una volta è stata
raccontata dall’interno, sve-
lando aspetti inediti e vitali.
Forse è proprio questa una del-
le novità che hanno colpito il
pubblico».
La sua Imma, nonostante il ca-
rattere conquista tutti.
«Proprio per il carattere, direi.
Con la sua risolutezza, ruvidez-
za e autenticità piace al Nord e
al Sud, a chi segue normalmen-
te le serie e a chi non le soppor-
ta. Sono stata ospite a Radio
Capital e ho ricevuto tanti mes-
saggi da uomini. Imma Tata-

ranni propone un modello re-
lazionale che fin ora le fiction
non avevano raccontato: la fi-
danzata di Montalbano è poco
più di un appendiabito, e lui il
classico maschio da scappatel-
la... Essere forti e dominanti,
ai giorni nostri può diventare
anche un peso».
Imma è un sostituto procura-
tore che viene da un contesto
umile, che ha studiato tra ra-
gazze borghesi e si è sudata

tutto quello che ha ottenuto,
una che non si appiattisce sui
modelli imperanti e che rifug-
ge dal consenso altrui, ironi-
ca, senza amiche.
«E’ anticonformista nel suo es-
sere tradizionale, né moder-
na, né alla moda, con una fami-
glia classica. Questo ossimoro
mi diverte. Ho cominciato a
scrivere di lei nel 2007. Epoca
di olgettine e di veline, donne
da esibire come auto prestigio-

se. Lo scrittore coglie quello
che si muove nella società e ne
parla: Imma è al centro della
propria vita, non cerca di piace-
re, casomai è lei che soffre di
simpatie e antipatie ».
Imma Tataranni è molto po-
polare su Facebook.
«Tantissimo! Gli spunti e le
provocazioni lanciati dalla se-
rie, sull’abbigliamento, sulla
fedeltà coniugale, sul fatto che
a una donna possa piacere un

ragazzo più giovane, fanno di-
scutere parecchio. E intanto si
riflette e ci si confronta».
Oltre alle indagini e al profilo
di Imma, il Sud viene raccon-
tato in profondità giusto?
«Certo. Parlo di problemi, com-
portamenti, modi di essere e
episodi della storia che osser-
vo dalla mia prospettiva, quel-
la di una donna del Sud. E’ un
modo di dare voce a chi spesso
è condannato al silenzio. E

quello che viene fuori interes-
sa anche agli altri».
Esiste ancora un confine tra
letteratura e fiction?
«In questo periodo storico i
confini saltano, si sa. Alla Scuo-
la Holden, dove ho tenuto un
corso, quando ho chiesto agli
allievi chi fosse il loro scrittore
preferito, hanno risposto tutti
col titolo di qualche fiction
americana. Perché no, mi di-
co? Ogni epoca ha la sua gran-

de narrazione popolare, dal
teatro classico al feuilleton
dell’Ottocento. La nostra nar-
razione, a quanto pare, è pro-
prio la fiction».
Perciò scrivendo Imma l’ha
pensata al di fuori da gabbie
pre-definite?
«Diciamo che è stata da subito
molto viva. Sapevo che avreb-
be bucato lo schermo».
Le piace come Vanessa Scale-
ra rende il suo personaggio?
«Fisicamente è diversa dalla
mia Imma, però ha saputo co-
glierne l’essenza».
Ma Imma le somiglia?
«Sono io che ho iniziato a somi-
gliarle: ha un carattere talmen-
te forte che mi ha influenzata!
Lei però ha un lavoro fisso, col-
leghi, famiglia, una vita di pro-
vincia. Io ho una casa a Istan-
bul, viaggio, ho poche regole.
Forse è il mio alter ego».
La prossima settimana Imma
ci saluta...
«Ho l’impressione che saran-
no in parecchi a sentire la sua
mancanza, ma ho già in mente
nuove avventure».
È appena uscito il suo ultimo
libro, «Via del Riscatto». Pro-
tagonista sempre Tataranni.
«Mi diverto a ironizzare sulla
retorica del riscatto che ha
travolto Matera, Capitale del-
la Cultura 2019. Noi non ab-
biamo niente di cui riscattar-
ci, credo. Vogliamo solo
esprimerci».—
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Amadeus, direttore artistico

I vincitori del Premio Pavese


  1. Luca Zingaretti nel “Commissario Montalbano” dai romanzi di
    Andrea Camilleri; 2. Le protagoniste della serie di Saverio Co-
    stanzo “L’Amica geniale“ tratta da Elena Ferrante; 3. Marco D’A-
    more come Ciro Di Marzio in “Gomorra” da Roberto Saviano


La protagonista ha
con gli uomini e con
il marito un rapporto
indipendente, piace
questo nuovo
modello relazionale

A Pistoia i libri che verranno

La traduttrice Susanna Basso, il linguista Giuseppe
Patota e l’editrice Elisabetta Sgarbi (foto) sono i vinci-
tori del Premio Cesare Pavese 2019, nato 36 anni fa
a Santo Stefano Belbo. Organizzato da quest’anno
dalla Fondazione Cesare Pavese, il riconoscimento si
rinnova nella giuria, nelle sezioni e negli appuntamen-

ti, per meglio rendere omaggio alla complessa figura
di Pavese, scrittore, poeta, traduttore, direttore edito-
riale e ideatore di una storica collana di saggi. «Si trat-
ta di un premio globale – spiega Gian Arturo Ferrari,
che con Claudio Marazzini, Giulia Boringhieri, Alberto
Sinigaglia e Pierluigi Vaccaneo fa parte della giuria –
perché comprende tutte le “arti del libro” che hanno
avuto in Pavese un rappresentante di statura».

IL NUOVO FESTIVAL


FOLLA DI GIOVANISSIMI PER IL REGISTA E LA SUA COMMEDIA FANTASY


Siani: “Una fiaba contemporanea


sul mondo salvato dai bambini”


ALESSANDRO SIANI


REGISTA DI “IL GIORNO


PIÙ BELLO DEL MONDO”


MARIOLINA VENEZIA Autrice dei libri da cui è tratta la serie di successo su Rai 1

Il Sud piace alla tv

“La mia Imma Tataranni


donna anticonformista


che conquista pure il Nord”


MARIOLINA VENEZIA


SCRITTRICE, PREMIO


CAMPIELLO NEL 2007


Sino a domani a Pistoia si terrà la terza edizione
del Festival della letteratura «L’anno che verrà: i li-
bri che leggeremo»: dedicato all’anticipazione del-
le uscite letterarie nei prossimi mesi e nel 2020,
raccontate da autori e editor delle più grandi case
editrici. Domani, fra gli ospiti, Rodrigo Fresán.

A sinistra, Mariolina Venezia. In al-
to la protagonista Vanessa Scalera
in una scena della serie tratta dai
libri editi da Einaudi: «Come piante
tra i sassi», «Maltempo», «Rione
Serra Venerdi». E’ appena uscito il
nuovo «Via del riscatto»

TM


TEMPI


MODERNI


CULTURA, SOCIETÀ


E SPETTACOLI


LUCA DONDONI


Nei miei precedenti
lavori non avevo mai
praticato la materia
della riflessione, ora
mi sono impegnato

Alessandro Siani, regista e attore di “Il giorno più bello del mondo” sul set con Sara Ciocca e Leone Riva

Alessandro Siani ieri alla Festa di Roma applaudito dai bambini

Le fiction più popolari tratte da casi letterari

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INTERVISTA


La Basilicata terra
di contrasti che
per una volta
viene raccontata
dall’interno, svelando
aspetti inediti e vitali

24 LASTAMPASABATO26 OTTOBRE 2019


TM

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