La Stampa - 26.10.2019

(ff) #1

PIERO NEGRI


I


n Giappone, Lino Vairetti è
come Peter Gabriel, stessa
popolarità, uguale alone mi-
tico di leggenda prog. Da
noi, è una rockstar per po-
chi, voce e leader degli Osan-
na, gruppo che non ha trasfor-
mato in successo commerciale
quello di culto degli Anni 70. Og-
gi Vairetti compie 70 anni, che
festeggia suonando. Sul palco
sarà impossibile dargli un’età,
perché avrà il volto dipinto, co-
me sempre. Come Peter Ga-
briel, prima di Peter Gabriel.
Partiamo dall’inizio: Napoli,
fine Anni 60.
«La musica dà alle persone la
possibilità di unirsi, stare insie-
me. Passato il vento magico
del ‘68, che da noi arriva un an-
no dopo, ci sentiamo oppressi
da un potere che si impossessa
dei nostri valori e li usa, abbas-
sa il nostro livello di gioia per
lucrarci sopra. Io studio arte e
strimpello la chitarra nel giar-
dino della scuola, dove accado-
no performance di ogni tipo».
Conta più la musica o la politica?
«La musica prende il soprav-
vento. Fondo diversi gruppi,
poi con Danilo Rustici, chitarri-
sta, creo gli Osanna. Lui è il se-
gretario regionale del partito
marxista leninista e ama Jimi
Hendrix, per cui nell’assolo in-
fila Bandiera rossa. Io amo le
sculture esistenzialiste di Gia-

cometti e scrivo testi che parla-
no dell’uomo che per brama di
potere distrugge il mondo e la
vita. Non siamo mai esagerata-
mente politici, però critici sì».
Chi vi ispira?
«Frank Zappa. Ci fa credere in
certe forme fantastiche di mu-
sica che abbandonano la for-
ma canzone e non hanno più i
tre minuti come limite. E i tem-
pi dispari, le contaminazio-
ni... Fu un grande matrimonio
culturale tra musica e testo,
poi anche con l’arte, a partire
dalla copertine».
E uno studente dell’istituto
d’arte ci va a nozze...
«Eh sì, un’opera rock riuscia-
mo a farla solo nel 1973, Pale-
poli. La portiamo in tutta Ita-
lia, con mimi, ballerine, sceno-
grafie. Nel 1971 non abbiamo
soldi e allora ci dipingiamo il
volto, indossiamo una specie
di saio che cuce mia madre. È il
modo per diventare un’altra
persona, la timidezza scompa-
re, entri in un personaggio che
racconta quell’emozione forte
che hai messo nei brani».
E qui arriva Peter Gabriel.
«Nell’estate del ’72 facciamo
sette concerti in Italia con i Ge-
nesis. A Genova, Peter Gabriel
alla fine dello show viene in ca-
merino e ci fa un sacco di com-
plimenti. Non so se ci pensa
quella sera, ma è certo che l’an-
no dopo comincia a truccarsi.

Come è certo che noi le ma-
schere cominciamo a usarle
nel ‘71, i Kiss nel ‘73».
E Renzo Arbore vi definisce
«Pulcinella rock».
«E ci mette in crisi, perché per
noi le maschere sono picassia-
ne, in quel momento odiamo
la cultura tradizionale. Però ci
fa riflettere, capiamo che l’ori-
gine napoletana può essere im-
portante. Infatti con Palepoli
ci cimentiamo in un racconto
su Napoli, criticandola. Inizia-
mo a utilizzare il dialetto e la
melodia, ed è una scelta vin-
cente. In Giappone, dove dal
2010 siamo stati tre volte, fac-
ciamoFuje'AChistuPaesee im-
pazziscono».
Quando arrivate in Giappone?
«Con la nuova formazione de-
gli Osanna, quella nata nel
2001 dopo che Danilo Rustici
è stato colpito da un ictus e io
sono rimasto l’ultimo della
band originale. L’avevo aspet-
tato per vent’anni, si era trasfe-
rito a Boston ed era tornato da
poco. Giappone, Corea, poi
Messico, Brasile, Cile, Fran-
cia... In Giappone sono famo-
so come Peter Gabriel. Ogni
volta che ci torniamo faccio fin-
ta che sia un sogno, così il rien-
tro in Italia è meno duro».
Oggi compie 70 anni. Auguri.
E poi?
«Oggi suono al Giardino di Lu-
gagnano di Sona, Verona, l’ave-

vo promesso al proprietario del
club. Poi il 30 novembre festeg-
gio a Napoli dove sono nato, a
Forcella, in uno spazio pubbli-
co bellissimo che cerco di aiuta-
re: ho fatto stampare una com-
pilation degli Osanna in 250 co-
pie, chiedo agli amici di com-
prarne una per finanziare la bi-
blioteca che è all’interno, dedi-
cata a Annalisa Durante, uccisa
a 14 anni dai camorristi».
Com’è cambiata la sua Napoli?
«La Napoli di 50 anni fa era
una città aperta all’avanguar-
dia, c’era un fermento artistico
straordinario. Oggi è sempre
bellissima, ma si butta via, c’è
il turismo mordi e fuggi di chi
va nei decumani a comprare le
statuine e i gadget, magari fat-

ti in Cina. È una città meravi-
gliosa, ma un po’ puttana».
Gli Osanna continueranno a
esistere?
«Nel 2020, a cinquant’anni dal-
la nascita del gruppo, uscirà
un nuovo album,Il diedro del
Mediterraneo: il diedro, una
specie di angolo a tre dimensio-
ni, nella mia visione raccoglie
tutto, la cultura e la poesia, i fe-
nomeni politici e sociali, an-
che le barche che arrivano
dall’Africa. Prima uscirà un al-
bum solo mio,Vi canto i miei
anni 70, in cui interpreto tutta
la mia storia musicale e le can-
zoni che ho amato. Poi su di
me ci sarà un libro, di Franco
Vassia, e sugli Osanna un docu-
film di Deborah Farina».
Come sarà il nuovo album de-
gli Osanna?
«In parte orchestrale, con gli
archi, rock sinfonico con mol-
ta sperimentazione. Con
omaggi a due grandi: Eduardo
De Filippo, di cui ho musicato
la poesiaIo vulesse trovà pace,
e Pino Daniele. Suoneremo
una delle due canzoni mai usci-
te che Pino ventenne registrò a
casa mia nel 1975. Sono stato
il suo primo quasi-produttore.
Poi litigammo, diceva che im-
piegavo troppo tempo a fargli
avere successo. Oltre che un ta-
lento straordinario, aveva an-
che un caratteraccio».—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Ieri
All’inizio degli anni
Settanta fonda il
gruppo degli Osanna e ne
diventa il cantante. La band
sarà una delle migliori e più
attive nell’ambito del
progressive italiano

Oggi
Ritornato da anni alla
guida del gruppo, con
il quale è spesso in tour in giro
per il mondo, Vairetti compie
70 anni: e li festeggia con l’u-
scita di un libro e di un nuovo
disco

Dopo i concerti in Giappone per il leader degli Osanna in arrivo un libro e un nuovo disco

Lino Vairetti

“Ho insegnato a Peter Gabriel a truccarsi

e ora lancio un inedito di Pino Daniele”

Lino Vairetti festeggia in questi giorni il suo
settantesimo compleanno. Nel prossimo disco
degli Osanna ci saranno una parte orchestrale,
rock sinfonico e molta sperimentazione.

INTERVISTA DEL SABATO


SABATO 26 OTTOBRE 2019LASTAMPA 27


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