MASSIMILIANO PEGGIO
Criminalità ed evasione.
Sono i due malanni che afflig-
gono le linee Gtt. Non tutte le
linee s’intende. Ma quelle
con maggiore afflusso di pas-
seggeri e che attraversano le
aree fragili della città, dove è
più facile imbattersi in bor-
seggiatori e spacciatori. E do-
ve il personale dell’azienda
dei trasporti subisce il più al-
to numero di aggressioni. Do-
ve molti passeggeri scelgono
di non pagare il biglietto. Per
scelta, per povertà. Perché su
quei mezzi che sferragliano e
sobbalzano sulle strade della
periferia, viaggia ogni giorno
una città che soffre la crisi, fa
i conti con la disoccupazione,
e con i disastri della vita.
In cima alla «black list» c’è
la linea 4, il tram che taglia in
due la città: una corsa da Mi-
rafiori Sud a Falchera. Su que-
sto asse, nei giorni scorsi, è
iniziata l’attività di controllo
straordinario del territorio
concordato dalla questura
con l’azienda dei trasporti.
Agenti dei commissariati, ca-
ni antidroga, insieme agli
ispettori Gtt hanno battuto i
tram nel tratto di corso Giulio
Cesare, nel cuore di Barriera
Milano. La polizia a dare la
caccia a spacciatori e banditi;
identificando i cittadini stra-
nieri irregolari. Il personale
Gtt a multare gli «evasori»:
86 verbali su 610 passeggeri.
L’alta sera seconda ondata
di controlli sul 18. «La linea
delle aggressioni», così la de-
finiscono gli autisti. Porta i to-
rinesi da piazza Sofia, nella
zona nord-est a Mirafiori
sud. Questa volta il blitz è sta-
to coordinato dal commissa-
riato Barriera Nizza: una ven-
tina di agenti. Cinque auto-
bus controllati in una sorta di
«check-point», tra via Mada-
ma Cristina e via Silvio Pelli-
co. Cinque stranieri fermati e
portate in questura per accer-
tamenti «Queste ispezioni a
tappeto servono a incidere ef-
ficacemente sui fenomeni
che più ci preoccupano, co-
me i reati predatori e lo spac-
cio», spiega Alessandra Seme-
raro, dirigente del commissa-
riato Barriera Nizza. Le inda-
gini confermano che i pu-
sher, sempre di più, usano le
direttrici più affollate per tra-
sferire droga. Nascosti tra la
folla di pendolari, ci si confon-
de più facilmente. Così fanno
i corrieri della mafia nigeria-
na, i più attivi oggi a Torino.
L’altra sera, sui bus del 18,
gli ispettori Gtt hanno multa-
to 53 persone, su 360 passeg-
geri identificati. Un tasso di
evasione del 14,7%,. Un dato
che rispecchia i picchi di eva-
sione riscontrati da Gtt,, che
si attestano al 15%. —
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Lunedì i controlli sugli allacci abusivi
“Noi accerchiati da tutti
resistiamo ancora
come quelli di Fort Alamo”
Foto da Facebook Cavallerizza irreale
BERNARDO BASILICI MENINI
I
l silenzio è totale sul bus
- Trenta passeggeri. Al-
la fermata di via Cecchi,
sei ragazzi di origine afri-
cana si alzano all'unisono e
scendono rapidi, per sparire
in una manciata di secondi in
una delle vie del quartiere.
Non è ancora mezzogiorno e
gli spacciatori sono già in pie-
na attività sui questo auto-
bus, una delle linee che la ma-
fia nigeriana usa come navet-
ta per la droga.
Una rete che si muove tra
periferia e centro. La Squa-
dra Mobile, dopo lunghe in-
dagini, ha scoperto che que-
sta fetta di città tra piazza Bal-
dissera e corso Vercelli è sta-
ta battezzata dai pusher
«Area 10». Il nome viene pro-
prio dalla linea 10 del traspor-
to pubblico locale cittadino.
«È il tratto di via Cecchi che è
impressionante. Questi ra-
gazzi salgono e scendono dal
pullman di continuo, entra-
no in un negozio e poi svani-
scono», racconta Annama-
ria. «A volte, quando salgono
sui mezzi, si passano cose dal-
le mani dandosi il cinque, cer-
cando di non farsi vedere. A
quel punto stanno il meno
possibile, e se vanno alla pri-
ma fermata. Danno l'impres-
sione di conoscersi tutti».
«L’area 10», in parte, è for-
nita anche da un'altra linea,
quella della linea 11. Qui c'è
meno via vai. Piuttosto, c'è
un unico grande punto di par-
tenza e di arrivo: i dintorni di
piazza Baldissera. Da lì, in po-
chi minuti, gli spacciatori arri-
vano nelle zone di corso Prin-
cipe o via Cigna. Ecco, poco vi-
cino c'è un hotel. La titolare si
chiama Francesca e spiega co-
me, guardando su Trip Advi-
sor le valutazioni date all'al-
bergo, «i voti bassi dipendo-
no tutti dalla droga nel quar-
tiere, si vede bene anche dai
commenti. E lo posso pure ca-
pire». Lei si è fatta un'idea
molto precisa di come funzio-
na lì, dopo dieci anni di segna-
lazioni alle forze dell'ordine.
«Scendono dal 10 o dall'11, e
vanno verso via Cecchi o cor-
so Principe. Sono ben orga-
nizzati, hanno anche chi gli
porta da mangiare. Anche gli
episodi di violenza non man-
cano, magari tra gruppi. Noi,
a questo proposito, faccia-
mo una segnalazione al gior-
no, per non parlare del saba-
to sera, quando tutte le rego-
le saltano». Poi ci ripensa su:
«Si può scrivere una cosa?
Nessuno qui pensa che gli
stranieri siano delinquenti.
Il multiculturalismo è bello,
ma noi siamo invasi dalla
droga. Ovunque».
Poi c'è il 4. Il tram più moder-
no, quello più veloce, pulito e
accessoriato, che parte da un
capo della città e arriva a quel-
lo opposto. Falchera-Mirafio-
ri Sud, passando per il centro.
Lo specchio della città verreb-
be da dire, anagrafica, socia-
le, turistica. Basta salirci so-
pra per scoprire com’è Torino.
Com’è cambiata, con le sue
contraddizioni, le sue fragili-
tà, la sua metamorfosi urba-
na. «Ma chi spaccia si nota
sempre - sorride amaro Nico-
lò, poco meno di 30 anni, alla
fermata all'incrocio con corso
Novara - Di solito prende il
tram alla mattina verso il cen-
tro, e alla sera per tornare
qua». Poi ci sono gli spacciato-
ri che stanno nella zona dei
giardini Montanaro, magari
nei bar o nelle vie limitrofe. Po-
sti in cui se si tira fuori lo smart-
phone per fotografare, subito
tutti si mettono di spalle. «Chi
staziona in quelle zone ci lavo-
ra per ore – continua Nicolò -
Poi in un baleno sale sul tram.
A volte mi è capitato di ritro-
varli in centro». —
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LODOVICO POLETTO
M
ocò spaccia
sull’autobus 18:
bustine di mari-
juana come se
non ci fosse un domani. E la
vende soltanto - come dice
lui - a chi si fida: «Sennò sai
che casino viene fuori».
Questa è la storia di un
viaggio - andata e ritorno-
sull’autobus che taglia la cit-
tà da Nord a Sud, da Mirafio-
ri alle porte di Barriera. Bus
di studenti che trovi a tutte le
ore e di gente normale, di
mamme che alle 16 vanno a
prendere i bambini già gran-
di che vanno a scuola con i
fratellini e le sorelline per ma-
no e in braccio. E poi ci sono
loro, i pusher e i loro clienti.
L’altra notte la polizia ha
bloccato i mezzi Gtt in via
Madama Cristina ed è salita
a bordo con i cani antidro-
ga. Cercavano quelli come
Mocò. E i loro clienti che la
sera, specialmente, sono in
tanti: arrivano dal Valenti-
no o da San Salvario. Salgo-
no a bordo degli autobus
già fatti, oppure con la roba
ancora in tasca, pronti per
andare a farsi dietro casa,
oppure con gli amici.
Ecco, Mocò, è un fornitore
di quel popolpo lì. Alle 17 sa-
le in via Bologna: lattina di
birra «Atlas» da mezzo litro
in mano, cappellino d’ordi-
nanza, giubbotto di jeans. De-
stinazione l’ultima fila in fon-
do. Da lì si domina tutto, chi
entra e chi esce: tre sedili,
uno è libero. Mocò lo occupa.
Due fermate. Che birra stra-
na, dove l’hai presa? «Dal
bangla vicino casa mia. Co-
sta poco: un euro e 50. Ma è
forte eh: otto gradi e mezzo.
Ne bastano due, poi non capi-
sci più nulla». Risate. Il pri-
mo arrivato sulla fila in fon-
do vorrebbe fumarsi una siga-
retta. La tira fuori. Si guarda
intorno, poi rinuncia. «Vado
a piedi, và» e scende dalle
parti di corso XI febbraio.
Mocò rimane, è allegro. Va
al Valentino. «Di sera una bir-
ra come questa e una bella can-
na e sei apposto» dice. E mo-
stra un po’ di «maria» sul pal-
mo della mano. «Questa è
mia, però». Per tutti gli altri ha
le bustine di plastica trasparen-
te già pronte in tasca. Vendi?
«Sì». Me ne dai una? Sul prez-
zo, però, non si discute: 20 eu-
ro. Sconti? Ride: «Dai, non si
può. Ma se ne prendi tre buste
te la vendo a 50». È un affare
per tutti, è il concetto. Nean-
che questo fosse l’hard di-
scount della marijuana, non
un autobus della linea 18, stra-
pieno di bambini che escono
da scuola e a cui nessuno - o
quasi - cede il posto a sedere.
Mocò, ma tu vendi tanto
qui sopra? «Dipende dai
giorni. Ma poi vado al Valen-
tino». E quante bustine rie-
sci a piazzare al giorno? Un
centinaio? «Eh magari. Mol-
te meno dai». Ancora due
fermate, non salgono né po-
liziotti né controllori, in
viaggio è ultra tranquillo.
L’addio è in via Madama
Cristina proprio all’angolo
con via Berthollet: «Dai fu-
miamoci ancora una sigaret-
ta insieme». «Vieni al parco
ci facciamo una canna». No
grazie. L’autobus riprede la
sua corsa verso piazza Car-
ducci, poi via Nizza, poi an-
cora più su verso un’altra zo-
na di periferia. Sulla corsia
opposta un altro 18 diretto
in centro scarica sette o otto
persone. Clienti? Chissà.
Qui, in mezzo alla strada è
tutto più complicato. Ma a
meno di 200 metri in linea
d’aria da qui Mocò e gli ami-
ci si preparano a fare affari.
«Fatti vedere se vuoi altro».
Non mancherò. —
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Accerchiati. «Siamo come a
fort Alamo. Abbiamo difeso
questo posto, lo abbiamo cu-
rato. E adesso stanno cercan-
do una scusa qualunque per
sgomberarci, un modo per
buttarci fuori da qui».
Cinque giorni dopo il rogo
alle Pagliere - la parte di Ca-
vallerizza che dà su via Rossi-
ni e interessata dal fuoco -
l’atmosfera da quelle parti è
tutt’altro che di fiducia. E lu-
nedì pomeriggio c’è un’altra
assemblea per fare il punto
di come stanno andando le
cose. «Per fortuna c’è ancora
qualcuno che è dalla nostra
parte» dicono, facendo riferi-
mento ai grillini eletti in Con-
siglio, che si sono espressi an-
che con toni forti e accorati.
Come Damiano Carretto.
«Di certo la situazione non è
delle migliori. Per quanto mi
riguarda nella mia cicloffici-
na non ho nulla di illegale.
Non c’è neanche la corrente
elettrica» racconta Raffaele.
E se, alla fine, si imboccasse
la strada della liberazione
dolce dello stabile lei che fa-
rebbe? «Prenderò le mie co-
se e me ne andrò via. A me in-
teressa soltanto continuareil
progetto di costruzione del-
le biciclette: questo era un
buon posto dove farlo. Rea-
lizzo bici in legno: vorrei con-
tinuare a farlo».
Alle sette di sera ci sono an-
cora stanze con le luci accese
dentro, segno che la corren-
te da qualche parte ancora
c’è. Tanto che tecnici del
pronto intervento torneran-
no nei prossimi giorni a ispe-
zionare gli impianti e gli al-
lacciamenti. «Da qui sono
passate 150 mila persone. E
nessuno, neanche durante il
festival Here ha piantato un
chiodo su questi muri anti-
chi. Siamo stati i guardiani
di questo bene. E abbiamo
lavorato soltanto in nome
dell’arte e dei giovani arti-
sti che hanno bisogno di tro-
vare spazi ed opportunità.
Perché il mondo fuori, per
loro, non ha in serbo nulla »
dicono ancora dalla Caval-
lerizza. Che ha annullato la
tre giorni di eventi come
chiesto dalla Prefettura e
adesso dice: «L’evento si
terrà ma fuori da questi spa-
zi. All’aperto. E sapete
qual’è la follia: si tratta di
un evento pubblico, ma il
pubblico mancherà». —
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Ho 23 anni e sono
di origini africane.
Vendo al Valentino,
ma se mi capita
anche sull’autobus
Bambini, mamme e spacciatori: viaggio da Regio Parco a via Madama Cristina
“Io qui sopra spaccio soltanto alle persone di cui mi fido, sai è molto rischioso”
Sul bus 18 con il pusher
“Marijuana a 20 euro
Ma se vuoi 3 dosi fa 50”
FRANCESCA
TITOLARE
DI UN ALBERGO
il progetto di questura e gtt
Pendolari del crimine
Così la polizia
dà la caccia
a spacciatori e ladri
Controlli a tappeto sui principali mezzi pubblici
Addetti al trasporto impegnati a multare gli evasori
La polizia a bordo di uno dei tram della linea 4
MOCÒ
PUSHER SUL BUS 18
Il multiculturalismo
è bello, ma nel nostro
quartiere siamo
invasi dalla droga.
La si trova ovunque
CRIMINALITÀ E MEZZI PUBBLICI CRIMINALITÀ E MEZZI PUBBLICI
REPORTAGE
La zona controllata dai clan africani prende il nome dalla linea dei bus
Il territorio si estende da piazza Baldissera a corso Vercelli
Nel cuore dell’Area 10
La zona di spaccio
della mafia nigeriana
Controlli antidroga della Squadra Mobile in via Cecchi
REPORTAGE/1
Agenti del commissariato Barriera Nizza su un bus della linea 18