La Stampa - 26.10.2019

(ff) #1
Le organizzazioni non sono più in grado di controllare gli spacciatori
Cocaina ed eroina costano sempre meno, il consumo aumenta

Dai delitti alle aggressioni

L’ombra lunga della droga

dietro la Capitale violenta

Gli accertamenti
non ci raccontano
la storia
di due poveri
ragazzi scippati

FLAVIA PERINA


ROMA


L’


estetica racconta
sempre più delle
parole, talvolta per-
sino dei fatti. E per
capire che cosa succede a
Roma (ma non solo) sarà be-
ne guardare gli autoscatti di
Valerio Del Grosso e Paolo
Pirino, i presunti assassini
di Luca Sacchi, così simili a
quelli di altri due killer per
caso, Lorenzo Marinelli e
Daniel Bazzano, appena
condannati a 16 anni per il
tentato omicidio del giova-
ne nuotatore Manuel Bor-
tuzzo. Del Grosso e Pirino so-
no pregiudicati per cose co-
me le percosse a una fidan-
zata, un po’ di spaccio al mi-
nuto, e tuttavia si immagina-
no Scarface, Pablo Escobar,
mafiosi urka dell’Educazio-
ne Siberiana, ma soprattut-
to ragazzi di Gomorra, fazio-
ne Sangueblù, di cui imita-
no pose, tatuaggi, frasi ica-
stiche, adottando la canzo-
ne neomelodica come colon-
na sonora delle loro vite e ac-
compagnamento delle loro
smargiassate sui social.
Sono nati a Roma. Vengo-
no da famiglie perbene (Del
Grosso è stato persino de-
nunciato dai genitori). Ma a
guardare le loro pagine Fa-
cebook si capisce la loro aspi-
razione: vorrebbero essere
entrambi camorristi napole-
tani. E’ lo stesso impellente
desiderio degli altri due,

quelli degli spari contro Bor-
tuzzo, sposati e padri di fa-
miglia, che simulavano foto
di galera dietro le sbarre di
un cancello per sentirsi de-
linquenti veri e postavano
sentenziose citazioni di An-
drea Zeta, il neomelodico ca-
tanese figlio di un boss erga-
stolano. I ritratti di questi de-
linquenti stupidi, gente che
ha spezzato vite per niente -
un litigio, uno scippo, pochi
euro - spaventano più di
quelli dei banditi “veri” per-
ché rivelano l’inaspettato
contagio sociale di modelli
esistenziali malati, che esco-
no dai confini di Scampia o
di Secondigliano per ispira-
re balordi di quartiere a
ogni latitudine.
Valerio Del Grosso è quel-
lo che, secondo gli inquiren-
ti, ha fulminato il povero Lu-
ca Sacchi con un colpo di ca-
libro 38 alla testa. Faceva il
pasticcere. Il giorno dopo il
delitto è andato a lavorare
normalmente, poi all’ora di
pranzo - quando si è saputo
che la vittima era morta - si è

dato malato ed è sparito. Ha
una compagna e un bambi-
no appena nato, vivono tut-
ti nella casa dei genitori a
San Basilio. Che cosa spinge
uno così a raccontarsi come
Ciro l’Immortale, a costruir-
si un’identità parallela da
trafficante pazzo e vendica-
tivo, che gira in Smart con la
pistola nel cruscotto pronto
a usarla per niente?
Il suo compagno, Paolo Pi-
rino, in rete era Pao Letto.
La sua pagina Fb è rimasta
aperta per molte ore e rivela
il tipo di riferimenti su cui
questa coppia di bulli di peri-
feria, piccoli pusher da pub
o da discoteca, aveva pla-
smato l’immagine di sè. Ci
sono le mani, con due ta-
tuaggi sulla prima falange:
Fuck e 1998 (la data di nasci-
ta), in stile Sangueblù. Le pa-
gine preferite: Gomorra è la
più amata, seguita da una
raccolta di citazioni di Don
Salvatore, il boss psicopati-
co che nella seconda stagio-
ne della serie finisce sgozza-
to dai suoi sottoposti duran-
te una processione. Dalle fo-
to di copertina trabocca
una galleria di paranze, pi-
stole, mitra che sparano al
cielo. Persino quando vuo-
le fare il romantico, Pirino
non trova di meglio che po-
stare una foto di Al Pacino e
Michelle Pfeiffer avvolta di
piume bianche in una delle
scene-cult di Scarface. Il to-
race, esibito ogni volta che
si può, è una tavolozza di
volti femminili: in primo
piano una bionda masche-
rata che spiana l’arma in
faccia a chi la guarda.
Chissà quando i due assas-
sini sono usciti dalle loro
personalità inventate, quan-
do si sono accorti di non es-
sere nè Scarface, nè Don Sal-
vatore, nè Sangueblù, nè

luogotenenti di Escobar o
del Chapo. Probabilmente è
successo al momento della
fuga e dell’arresto: soli, sen-
za una banda né un amico e
con un’accusa da ergastolo
sulla testa. Pirino è stato pre-
so in un condominio di Tor
Pignattara dove la sua fami-
glia ha un appartamento,
rannicchiato su una terraz-
za. Del Grosso si era infilarsi
in un residence, lo hanno
trovato in dieci minuti.

E tuttavia la tragica con-
clusione della fiction che
avevano costruito - Luca
Sacchi è morto davvero, sen-
za un motivo - non è un’in-
venzione, costituisce un al-
larme largo e preoccupan-
te. La sottocultura camorri-
sta, i suoi riti, le sue musi-
che, la sua violenza insensa-
ta e gratuita, la sua folle pro-
pensione all’omicidio, sta di-
ventando modello esisten-
ziale ai piani bassi della de-
linquenza da marciapiede,
e non si limita ad essere imi-
tazione nel look o sui so-
cial. Si fa concreta. Arma le
pistole. Spara per futili mo-
tivi. Lascia per terra ragazzi
appena usciti dall’adole-
scenza come il povero Sac-
chi. Imprigiona su una car-
rozzella atleti promettenti
come Manuel Bortuzzo. E
ci lascia interdetti: vedia-
mo l’infezione, la ricono-
sciamo dai tatuaggi e dai ta-
gli di capelli nelle strade
delle nostre città, nessuno
di noi sa come fermarla. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

FRANCESCO GRIGNETTI


ROMA


I


nutile girarci attorno: la
droga sta travolgendo le
nostre città. Lo dice da
tempo il Capo della poli-
zia, Franco Gabrielli: «Da
tempo abbiamo registrato
un allarmante ritorno del
consumo di droghe». E se un
tempo a Roma come in tutte
le città italiane esistevano
un centro e una periferia, il

quartiere tranquillo e
quell’altro pericoloso, beh,
le cose sono molto cambiate.
Se i numeri dei reati (specie
quelli gravi) sono in calo, in-
fatti, è anche vero che ormai
le piazze di spaccio sono dap-
pertutto. Non c’è più organiz-
zazione in grado di controlla-
re i mille rivoli di un mercato
di massa. E vanno a braccet-
to una domanda massiccia e
un’offerta altrettanto vasta.
Lo spaccio è il punto di
congiunzione di mondi di-
versi. Spaccio di coca, eroi-

na, cannabis, pasticche. So-
prattutto la cocaina porta
anche un’alterazione della
realtà. E poi c’è un grande ri-
torno dell’eroina, con quel
che comporta la dipenden-
za. Di qui, la chiave di lettu-
ra di tanti truculenti episo-
di di violenza che hanno
punteggiato le cronache: la
morte della sedicenne Desi-
rée a Roma come il martirio
di Pamela a Macerata.
La gente vede, sente, capi-
sce. E ne viene un senso di ge-
nerale insicurezza che trava-

lica ogni dato reale. «Con le
statistiche non andiamo da
nessuna parte», ammette un
investigatore di alto livello
al ministero dell’Interno.
«Ormai dobbiamo fare i con-
ti con la cosiddetta insicurez-
za percepita. E sappiamo
che al cittadino fa più paura
di tutto lo spaccio sotto casa,
il piccolo furto, la collanina
strappata al parco».

E come reagisce, la poli-
zia, a questo senso dilagan-
te di paura? Aumentando le
pattuglie in strada. Moltipli-
cando le azioni preventive.
Per paradossale che sia, fa
più effetto vedere un agen-
te che ferma le auto e con-
trolla i documenti che senti-
re in televisione di un’opera-
zione antimafia.
Così va il mondo. Ma se

poi ci si mette anche la politi-
ca a soffiare sul fuoco, c’è il ri-
schio che quella corsa alla
paura non si fermi più. Per
questo il prefetto Gabrielli ie-
ri si è tanto indispettito quan-
do i leghisti sono partiti alla
carica: «Che Roma abbia i
suoi problemi credo che nes-
suno lo disconosca, ma arri-
vare a rappresentarla come
Gotham City...».
La Capitale non è la città
oscura di Batman o del super-
cattivo Joker, insomma. Pa-
role pungenti che natural-
mente non sono state gradi-
ta da Salvini e suoi. «Il capo
della polizia faccia il capo
della polizia ed eviti com-
menti fuori luogo», è stata la
replica affidata al capogrup-
po della Lega al Senato, Mas-
similiano Romeo.
È evidente, comunque, la
dura realtà di Roma. Per
quello che sta emergendo
dalle indagini sull’omicidio
di Luca Sacchi, ma anche
l’assassinio del carabiniere
Cerciello Rega, o l’esecuzio-
ne ai danni del capo ultras
Diabolik, c’entra sempre la

droga. E’ una maledizione
quotidiana che non rispet-
ta giorno o notte.
«La coca e l’eroina a basso
costo - annota Christian Rai-
mo, che a Roma è insegnan-
te di liceo, scrittore, ma an-
che assessore alla Cultura in
un Municipio di periferia -
ormai sono la quotidianità
di tanti. Nel territorio del
mio Municipio, per 200mila

abitanti c’è un solo cinema,
un teatro e una biblioteca.
Poi ci sono i centri commer-
ciali e tantissima noia. E allo-
ra, come si fugge quando
non si hanno molti soldi?
Con due birre comprate al
bengalese e una striscia di
coca. È lo sballo alla portata
di tutti. E tutti ne fanno uso,
altro che ipocrisie». —
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PERSONAGGI


LA TRAGEDIA DI ROMA


Le immagini di “Pao Letto” su Facebook

FRANCO GABRIELLI


CAPO DELLA POLIZIA


DOSSIER


EDOARDO IZZO
ROMA
Ha retto poche ore la storia
dell’omicidio per pochi spic-
cioli. Come è durata poco la
fuga dei due ventunenni accu-
sati dell’omicidio di Luca Sac-
chi, personal trainer di 24 an-
ni, freddato mercoledì notte
davanti alla sua fidanzata,
Anastasia, vicino al “John Ca-
bot”, pub del quartiere Appio
Latino, nella Capitale. L’inda-
gine lampo dei poliziotti della
Mobile e dei carabinieri del
Nucleo Investigativo ha dise-
gnato uno scenario del tutto
diverso, portando in primo
piano l’ipotesi che alla base
della vicenda ci sia un tentato
acquisto di droga. «Gli accer-

tamenti e le cose che l’autori-
tà giudiziaria disvelerà, quan-
do riterrà opportuno, non ci
raccontano la storia di due po-
veri ragazzi scippati. Lo dico
tenendo sempre ben presente
che parliamo della morte di
un ragazzo di 24 anni e non
vorrei essere equivocato», ha
commentato il capo della poli-
zia, Franco Gabrielli.
Nel provvedimento di fer-
mo dei due aggressori - Vale-
rio De Grosso e Paolo Pirino,
di San Basilio, arrestati giove-
dì notte grazie anche alla se-
gnalazione da parte della
mamma e del fratello di Del
Grosso - le ipotesi di reato ipo-
tizzate dal pm Nadia Plastina
sono omicidio, rapina, deten-

zione e porto abusivo di armi
ma non si fa cenno a detenzio-
ne o spaccio di stupefacenti.
Secondo l’ipotesi investigati-
va, Luca e Anastasia avrebbe-
ro cercato di procurarsi dell’ha-
shish da Del Grosso e Pirino:
inizialmente i due avrebbero
lasciato la pistola nell’auto,
una Smart bianca; in un secon-
do momento la giovane baby-
sitter avrebbe mostrato loro la
somma che voleva spendere
per la droga e questo avrebbe
fatto scattare il piano b. I due
sarebbero tornati all’auto fin-
gendo di prendere lo stupefa-
cente per poi presentarsi con
una mazza da baseball - usata
per colpire la giovane - e una pi-
stola poi utilizzata per uccide-

re Luca. La mazza è stata ritro-
vata nei campi attorno al Gran-
de raccordo anulare. Della cali-
bro 38 utilizzata da Del Grosso
per colpire Luca, nessuna trac-
cia. Del Grosso e Pirino - chiari-
sce il decreto di fermo del pro-
curatore facente funzioni, Mi-
chele Prestipino e del pm Pla-
stina - avrebbero dovuto conse-
gnare della droga «a un grup-
po di amici della vittima, ma in
realtà erano intenzionati a ra-
pinare i giovani dei soldi che
sapevano detenere in uno zai-
no da donna», senza consegna-
re la sostanza pattuita. Ipotesi
respinte da Anastasia e dal le-
gale della famiglia Sacchi: Lu-
ca era uno sportivo e non usa-
va droghe. Nessuna traccia di

sostanze neanche al momento
dell’arresto dei due 21enni, en-
trambi con piccoli precedenti
penali: il primo, Del Grosso, ri-
fugiatosi in un hotel con la fi-
danzata; il secondo, Pirino fer-

mato sul terrazzo della palazzi-
na dove abita. Per entrambi è
fissato per stamane l’interroga-
torio di convalida del fermo.
Anche Anastasia potrebbe
essere riascoltata dagli inqui-

renti, anche alla luce di quan-
to emerso dalle «sommarie in-
formazioni» rese da un uomo
che ha descritto le fasi prece-
denti il delitto, narrando che
lui stesso era stato incaricato
da Del Grosso di verificare se
persone in zona Tuscolana
avessero il denaro per acqui-
stare «merce». Sempre secon-
do il testimone «una donna in
quel contesto aveva lasciato
uno zaino che lui stesso aveva
constatato contenere soldi di-
visi in due mazzette da 20 e da
50 euro. Accertata la presenza
del danaro la ragazza aveva ri-
preso lo zaino mentre arrivava
subito dopo il Del Grosso». Poi
le urla e lo sparo omicida. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

“Hanno ucciso Luca”, fermati due 21enni


L’ipotesi: ammazzato in uno scambio di droga finito male. La mamma di un arrestato ha collaborato alla cattura


MASSIMO PERCOSSI / ANSA


A sinistra, una foto di Paolo Pirino sul suo profilo Facebook. In alto, il suo banner su
Fb; sopra, Al Pacino in Scarface e l’immagine di un uomo che spara con un fucile

LA TRAGEDIA DI ROMA


Come nella fiction,
i due ascoltano
i neomelodici
napoletani

Tra i loro precedenti
ci sono le percosse
alla fidanzata
e spaccio

Gli ultimi episodi:
l’assassinio
del carabiniere Rega
e dell’ultras Diabolik

I due amici condividono ed esibiscono gli stessi modelli: dai capi camorristi della serie tv al gangster del film Scarface

Tatuaggi, Gomorra e pistola sul cruscotto

I bulli di periferia che si sognavano boss

Oggi è possibile
procurarsi dosi
e pasticche
in qualsiasi zona

Il giallo
del denaro
trovato nello zaino
della coppia

Valerio Del Grosso, fermato con Paolo Pirino per l’omicidio di Luca Sacchi, mentre viene accompagnato dai poliziotti nel carcere romano di Regina Coeli

8 LASTAMPA SABATO26 OTTOBRE 2019


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