Corriere della Sera - 17.10.2019

(Michael S) #1


CorrieredellaSera Giovedì17Ottobre2019
CRONACHE


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L'INTERVENTO ALSINODO


«Io,agnosticodalPapa


Lanostrasfidacomune


percibo eambiente»


CarloPetrini:conFrancescounlibro-dialogosull'Enciclica


CarloPetrini,comeènato
l’interventodelfondatoredi
SlowFoodalSinodo?

«Mi ha chiamato ilPapa. Mi
ha detto di andare là».
ELei?
«Ho accettato. Ma ho spie-
gato che sono agnostico».
Elui?
«E lui ... ha detto che sono
un “agnostico pio”. Allora so-
no andato e ho visto un’uma-
nità straordinaria».
Adesempio?
«Gente che lotta accanto ai
popoli dell’Amazzonia per di-
fendere laForesta. Gli indige-
ni. Donne in prima fila nella
tutela dei dirittiedellaterra.
Ho ascoltato interventi bellis-


simi. Devo dire: non immagi-
navo».
IlPapaloconosceva.Èvero
chescriveteunlibro?

«È già un po’ che ci lavoria-
mo. Dovrebbe esserepronto
entromarzo.Èundialogo.
Prioritariamenteriflessioni
sull’enciclica Laudato sii».


Considerazionisull’am-
bienteinpericolo?
«Ma ancheconsiderazioni
legate al proprio vissuto».
Diqualegenere?
«IlPapa ha ricordi molto
belli legati alla sua migrazio-
ne. È cresciuto in una famiglia
di migranti di origini pie-
montesi in una Buenos Aires
degli anni 40-50. E haconser-
vatoil rispetto per il ciboco-
mecomponenteper dimo-
strare affettività».
Cosac’entrailcibocon
l’Enciclicasull’ambiente?
«Nonèun’enciclicaverde.
Maèun’enciclicasociale. Il
Papa esprime in maniera
molto alta unconcetto: tutto è
connesso. E non si può parla-
redell’ambiente se non si par-
la di sofferenza, specialmente
dei poveri, della sostenibilità
ediundoveroso paradigma
produttivo. Il problema é che
e stata pococapita. Da mondo
laico ma anche daicattolici».
HaparlatodiquestoalSi-
nodo?
«Ho parlatodel cibocome

valorerelazionale. Il cibo,
quando è buono, pulito e giu-
stohauna potenza straordi-
naria che può tutelare la bio-
diversità umanaenaturale,
favorirel’interazioneeilme-
ticciato, garantireuna buona
salute. Ma ho parlatoanche
delle donne».
Perché?
«Nella vita di ciascunoc’è
una mamma o una nonna che
attraverso l’educazione al
consumocorrettodel cibo ci
ha trasmesso quella intelli-
genza del cuore, alla base del-
la nostra esistenza. Ma anche
dell’importanza dell’agricol-
turaedella raccolta: gli indi-
geni dell’Amazzonia tutelano
la forestacon i loro saperi».
Halanciatol’allarmesu
agroindustriaemonocultu-
re.Perché?
«Un’umanità che crescee
che ha bisogno di cibo non
può permetterechevenga
sfruttato da pochi e non mes-
so a disposizione dei tanti. La
minaccia dell’agro-industria,
dell’accentramentodipotere,

delle monocultureedegli al-
levamenti intensivi, legata al-
la deforestazione, alla crisi
climaticaeall’aumentodella
forbicetra ricchiepoveri,va
combattuta».
Comeconsideralepoliti-
cheperl’ambiente?
«Inadeguate. La situazione
richiede una mobilitazione
piùforte. È positivo che i gio-
vani rivendichino risposte
perché sentono di non avere
futuro. Ma la sofferenza del
pianeta lavediamo tutti. An-
che da noi. Con le bombe
d’acqua. Con i ghiacciai che si
sciolgono sotto i nostri occhi.
Non si può più stare silenti».
Comeèarrivatofinqui?
«Sono natonelle langhe
L’amore per la buona cucina e
ivinièvenutoconipiatti di
nonna Caterinaemamma
Maria. Quando hocapito che
era unvalorecon l’arrivodei
fast-foodmiprendevano per
pazzo: “Eh tucon questa mor-
tadella, sonocose superate”.
Invece?
«Inveceèvenutofuori che
molti prodotti rischiavano di
scomparire e sono nati i pre-
sidi slow-food eTerra Madre:
contadiniepescatori che di-
fendono la biodiversità».
Eora?
«Bisogna difendereladi-
stribuzione vicina allecomu-
nità.Farrinascereiborghi
conbotteghe gestitedai gio-
vani. Serveall’agricolturaeal
turismo. Ed è il bello dell’Ita-
lia».
VirginiaPiccolillo
©RIPRODUZIONERISERVATA

diVirginiaPiccolillo


Lavicenda


●Sul «Corriere
della Sera» di
ieri (nellafoto
sotto) è stata
pubblicata

l’anticipazione
del nuovo
saggio di Papa
Francesco

●«Nostra
Madre Terra»
sarà in libreria
dal 24 ottobre

diBrunoForte*


L'attentatoanti-semitadiHalle èunattaccoainostrivalori


L'intervento


L’


attentato antisemita della
settimana scorsa ad Halle mostra
ancora unavoltacome sia sempre
necessario richiamare le ragioni per cui
ogniforma di antisemitismo sia intolle-
rabile eferisca al cuore tutti noi, debitori
come siamoverso l’ebraismo divalori
irrinunciabili. Ne ricordo tre: il primo è il
valore della persona umanacome
immagine e somiglianza di Dio. Nella
concezione biblica, l’uomo è creatocome
la più alta fra le creature, perché porta in
sé l’impronta della bellezza divi-na. Ecco
perché l’anima ebraica trasmette alla
civiltà europea il principio del rispetto
dovuto a ogni essere umano: «Andare
incontro ad altri — afferma il filosofo
ebreo Emmanuel Lévinas — significa
mettere in questione la mia libertà il mio
poteresullecose, questa libertà della
'forza che può', questa impetuosità
sfrenata alla quale tutto è permesso,

perfino l’omicidio. Il 'non uccidere' che
delinea ilvolto in cui Altri si produce
sottomette la mia libertà al giudizio»
(Totalità e infinito, Milano 1980, 312s). A
questovaloreconsegue quello della soli-
darietà,fondato sullacoscienza di dover
agire in manieraresponsabileverso tutti,
vedendo nel benecomune uno scopo
indispensabile anche allarealizzazione
del bene individuale. È ancora Lévinas ad
affer-mare: «Laresponsabilità per altri
viene dall’al di qua della mia libertà, da
un 'prima-di-ogni-ricordo', da un 'oltre-
ogni-compimento'» (14s). Prendersi cura
dell’altro è ilfondamento etico di ogni
convivenza che sia autenticamente civile.
Non si sbaglierebbe nel riconoscere in
quest’attitudine l’ispirazione più pro-
fonda della stessa idea di unione euro-
pea: «Tutta la nostracostruzione
politico-sociale — affermava il 21 aprile
1954 Alcide De Gasperi alla Conferenza
Parlamentare Europea diParigi —
presuppone unregime di moralità
internazionale. I popoli che si uniscono,

spogliandosi delle scorie egoistiche della
loro crescita, debbono elevarsi anche a
un piùfecondo senso di giustiziaverso i
deboli e i perseguitati». Infine, è l’idea
della storiacome processo orientato a un
fine ilterzo grande apporto del pensiero
ebraico alla nostra civiltà: rispetto alla
concezione arcaica, propria anche del
mondo classico, del mito dell’eterno
ritorno, doveil valore etico delle azioni è
svalutato perché tuttotorna nell’eterna
ripetizione del ciclo, la visione biblica di
uncammino, rivolto a un futuro di pace
universale e guidato da un superiore
disegno divino, è in grado di motivare
l’impegno e sostenere le ore di prova più
difficili. Sono stati i profeti ebrei a
valorizzare la storia,concependo un
tempo lineare, procedente a senso unico
verso il futuro: lo sguardo del profeta è
rivolto non all'eterno passato dell'inizio,
ma in avanti,verso il futuro della
promessa di Dio. La speranza prende il
posto della nostalgia; la dignità della
decisione attiva eresponsabilecancella il

primato della ripetizione. Èofferta
all'uomo la prospettiva di un orizzonte
ultimo, che dà allerealtà presenti il
carattere ineludibile ecarico di potenzia-
lità e di attese di ciò che è penultimo di
fronte all'ultimo. Antisemitismo è negare
tutto questo, e propriocosì èferire al
cuore quell’identità dellacoscienza
europea che nel mondo globalizzato
risultacosì importante custodire. Ecco
perché l’attentatore di Halle non è solo
unvolgare assassino, ma anche un
pericolo e una minaccia per il futuro di
tutti. Condannare il suo gesto è ribadire i
valori che ci uniscono, ma è anche un
volerci impegnare per essi in maniera
rinnovata, nello spirito dell’eredità
ebraico-cristiana che ha segnato il
pensiero alla base del processo
dell’unione europea, nel rispetto della
dignità di ogni persona umana e nella
consapevolezza dellaresponsabilità che
neconsegue per tutti.
*ArcivescovoChieti-Vasto
©RIPRODUZIONERISERVATA

L’assalto


●Il 9 ottobre
scorso due
persone
vengono uccise
di fronte a una
sinagoga ad
Halle, in Ger-
mania, mentre
erano in corso
i riti dello
Yom Kippur

●L'esito non è
stato peggiore
solo perché la
porta della
Sinagoga non
ha ceduto

L’abbraccioPapa Francesco con Carlo Petrini
nel loro incontro del 14 ottobre durante il Sinodo

Roghi
Le fiamme
avvolgono la
campagna
intorno alla
municipalità di
Nova Santa
Helena, nello
Stato del Mato
Grosso, in
Brasile.
Venerdì scorso
il presidente
Jair Bolsonaro
ha autorizzato
l’impiego
dell’esercito
per combat-
tere il feno-
meno degli
incendi(Ap)
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