Corriere della Sera La Lettura - 20.10.2019

(C. Jardin) #1

DOMENICA20OTTOBRE 2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 33


non sussistono distinzionireali, effettive,
tra prosa e poesia.Ciò che gli importaè in
ogni caso intercettare e restituire l’imme-
diatezza del vivente, di quanto semplice-
mente accade ed è. Di conseguenza,pro-
sa o versi che siano,rispetto alla dignitàe
alla libertàdell’essere la poesianon sem-
bra mai trovarsi davveroacasa propria
nellaprigionedellalinguaformalizzata.
Ecco allorale voci e i suoniche gli arriva-
no dallafinestrain un sobborgodi Città
del Messico, qualchefigurao spezzone di
dialogosentitolungouna stradamalfa-
matadi San Francisco, le percezioni,gli
umori,ma anchei pensierie le conquiste
intellettualidel momento. Anchei ricor-
di dell’infanziaedell’adolescenzasem-
branoriaccadere in presa diretta nel qui e
ora. «Di questo scriverò,/ di tutto il parla-
re del mondo/stamattinaovunque,la-
scian-/do paragrafiin parentesi aperte/
per imiei intimipensieri/d’accompa-
gnamento — con ruggitimiei/tutto cer-
vello —ogni mondo/che rugge—che
vibra — lo butto/ giù, rapidamente, 1000
parole/ (di pagine)compresse in un solo
secondo/di tempo»...

Tuttavianonbisognafraintendere,
perché di una misura,di un ritmo,di un
modoespressivo comunquesi tratta.Al-
len Ginsberg,l’altracolonnaportante
della beatgeneration ,ha sottolineato ad
esempiocome la straordinaria«influen-
za» del suo compagnodi stradasia stata
non soltanto «spirituale»ma anche«po-
etica, tecnica». Einfatti:«La mia stessa
poesiaè sempre statafoggiatasullaprati-
ca di Kerouac di riprodurre direttamente
sullapaginapensierie suonidellamen-
te». Se la postain gioco sonostate l’im-
mediatezza e la restituzionediretta della
vita, non importase esternao interiore,
se fisica ointellettuale,bisogneràallora
riconoscerecomesia statoatutti gli ef-
fetti un maestro in quest’ arte (nonesiste
infattiparola diversa)dell’assecondare le
sollecitazionidellacongiunturapresen-
te. Siamocosì alla nozionee alla pratica
del bluesin forma di parole, che pur ac-
cantoapossibilitàespressivediverse —
ad esempiogli haiku,le poesiein prosa e
tant’altro(alla versatilitàespressivari-
mandaancheun titolo come Pomemi
d’ognimisura ,c on cui èstatoreso l’in-
glese PomesAllSizes )—costituisceil
più precisoe originaleprincipioformale
propostodaKerouac.«In questiblues,
come nel jazz —hascrittoinuna nota
d’accompagnamento al Librodeiblues —
la forma è determinatadal tempoma an-
che dallospontaneofraseggiare & armo-
nizzarsidel musicistaconlascansione
del tempo»(chepoi èquellodettato
«dallepaginedel notes da taschinosu cui
li ho scritti»,come precisalo scrittore).
Misuraeimprovvisazione,l’incontrotra
qualcosa di dato con l’estro del momen-
to,dunque.«Voglioessereconsiderato
un poetajazz/che suonaun lungoblues
durante una jam session/una domenica
pomeriggio»,dicono i versi postiin epi-
grafe a MexicoCityBlues .Ancheper que-
sto, la sua poesiaandrebbelettadando
credito al ritmovariabiledellevariazioni
in sequenza,piuttostoche concentran-
dosi sull’esito ultimodel singolopezzo.
Ma torniamoall’ideadel cambiarela
vita, perché è a questo che guarda la poe-
sia di Kerouac, anzitutto in relazionealla
sua scopertadel buddhismoe più in ge-
neraledellereligionie filosofie orientali.
Questo dice come, più che una gioiaesta-
tica o un’ebrezza vitale,cercasse una libe-
razionedal dolore, perfinoil proprioan-
nullamento. Nonsi trattadel Nuovo
Mondodi contro alla Vecchia Europa, al-
lora, quanto di sospetto e stanchezzaver-
so la ragione,lo spirito critico, «la mente
che discerne»,discrimina,disseziona,
separandoirrimediabilmentedalla vita.
Ancheil battelloebbro di Rimbaud,a cui
è dedicata tra l’altro una poesiasplendi-
da, guardavaaldilàdell’Occidente. E
chissàse questo viaggiosi è davvero com-
piuto, o se mai si compirà.Kerouac, sen-
za dubbio,avrebbedetto di sì: «Quando
la roccia diverrà aria/io ci sarò».
©RIPRODUZIONERISERVATA

Ungheria Ungrandenarratoremagiarocommentaper«laLettura»laraccoltadelsuoconnazionaleImreOravecz


Morire emorire ancora: èl’amore


di LÁSZLÓKRASZNAHORKAI

I


meravigliosimonologhidi Imre
Oravecz ci raccontanodelladistan-
za che sussiste tra la carnalità
umanae quell’aspetto che rende
l’uomoconsapevole del limite che
lo rende ancora lui. Qua l’animacom-
misurataa sé stessa — che come prigio-
nieradellanaturasi confronta costante-
mente con il terribilefatto che l’oscuro
mistero dellavita, al di là dellanecessità
di fare all’amore, semplicemente non le
permette di accertare se può ancora
dare un nomea tutto quelloche è rima-
sto di lei — parlacon una sinceritàstu-
pefacente dellapassionee del deperi-
mento dellapassione.In un libro travol-
gente come Settembre 1972 possiamo
leggere la testimonianzadolorosa e la
spietatastoria di sofferenzadell’uomo
che dallasua esperienzadell’assogget-
tamento amoroso comprendeche non
può mai capire il suo assoggettamento,
deve soltanto subirlo.
L’amore, per il protagonistadell’ope-
ra di Oravecz, è l’apice ritualedellavita
umana,che finisce sempre nellostesso
modo:con una perdita che non può

Oravecz faccia poesiatradizionaleo
moderna,dal momento che non pos-
siamodire nemmenodi Catulloa quale
delledue appartenesse,quandosa esat-
tamente chi è la sua Lesbia,eppure è
legato a lei con un’ossessionemortale,
per sempre. Dannatamente antico, dan-
natamente moderno.
La poesiadi Imre Oravecz è incante-
volmente semplice e talmente precisa,
talmente concisache non serve alcuno
sforzo per seguirlo.Se ha ancora senso,
per un motivo sensato, approfittare di
una banalità,questo eccezionalepoeta
ungherese riesce a parlare veramente al
lettore con immediatezza.Si ha la netta
sensazioneche, anchese questo volu-
me è composto da 92 discorsi consecu-
tivi, tutte le 92 volte siamonellastessa
poesia,non ci muoviamoda lì, perché
non possiamomuoverci, siamotesi tra
le due estremitàdell’ammirazionee del
fallimento, e non c’è scampo,dobbia-
mo immergerci nellabellezzatraspa-
rente e indecifrabiledi questapoesia.
( traduzionedi MónikaSzilágyi )
©RIPRODUZIONERISERVATA

IMREORAVECZ


Settembre 1972
Tr aduzionedi Vera Gheno
ANFORA
Pagine 130 , e 15,50

Ilpoeta
Imre Oravecz(1943)è
anchenarratore, traduttore
e docente universitario.
Pubblicò il primolibro nel
1972.Nel 1989 rifiutò il
PremioAttilaJózsefofferto
dalgovernocomunista
Ilnarratore
LászlóKrasznahorkai
(Gyula,Ungheria,1954)è
considerato il piùimportante
scrittore ungheresevivente.
In Italiasonousciti
Melancolia della resistenza
(Zandonai, 2013 , poi
Bompiani,2018)e
Satantango (Bompiani,
2016).Dal 23ottobre è in
libreria ll ritornodel Barone
Wenckheim (Bompiani)

i


O


121


º
CHORUS

gni cosa è nellostesso istante
Non importaquantisoldihai
Sta succedendoora fiaccamente,
con annessi e connessi
Riesco ad assaporare il cibo intatto
che troverò

Nellaprossima città
in questo sogno

Riesco a sentire il tocco dei binari
di ferro come marshmallow

Non riesco a cogliere la differenza
tra mentalee reale

Sta succedendotutto
Non finirà
Sarà bello
I soldiche si dovevanospendere
per le nazionidel mondo
rimaste indietro, sonogià stati
spesinel TempoAvanti

Avanti versoil Mare,
e il Mare Torna indietro versote
e non c’è mododi sfuggire
quandosei un pesce
alle reti del destinoestivo

Il testo di Jack Kerouac (Lowell, Massachusetts,1922 - Saint Petersburg,
Florida,1969: nella foto Archivio Corsera) è tradotto da LeopoldoCarra
e tratto dalla raccolta Mexico CityBlues (1959), compresa nel volume i Blues
di JackKerouac curato da MarilènePhipps-Kettlewell per Mondadori

accettare. Il protagonista,in un tempo
vissuto come effimero, muore più e più
volte nel momento in cui tenta di con-
frontare la catarsi carnaledell’estasi,
divinae infernaleallo stesso tempo,con
la fedeltàreciproca, con la fiduciain-
crollabile,e il legameaffettuoso,con il
sentimento edificante di essere insepa-
rabilil’unodall’altra.

In queste poesiein prosa cadenzate
per respirilunghilo stupefacente è che
Oravecz in ognunadi esse conduce il
lettore all’inizioe alla fine dei senti-
menti,dallapromessameravigliosa
fino alla perdita, dallacatarsi alla tri-
stezza insopportabiledelladelusione.
Non possiamoavere alcundubbio:
quandoil protagonistamaschileprende
respiro e incominciaa raccontarci di
nuovo e di nuovo la sua storia,parla
dell’uomoe delladonnache sononati
nell’Antico Testamento come creazioni
di Dio, da incarnazionidellacondizione
umana.Ha poco sensochiedersise

In principioera
l tu , era il là, era l’allora,era il cielo azzurro, era il sole,
era la primavera, era il caldo, era prato, era il fiore, era
l’albero, era l’erba,era l’uccellino, era la forza, era il
coraggio,era la risolutezza,era la leggerezza,era la
fiducia,era l’altruismo,era la ricchezza,era la gioia,era
la serenità,era il riso, era il canto, era il parlare, era la
preghiera,era la lode,era la stima,era l’affiatamento,
era la dolcezza,era la lindura,era la bellezza,era
l’affermazione,era la fede, era la speranza,era l’amore,
era il futuro, poi il tu è divenuto lei, il là qua, l’allora
l’adesso, il cieloazzurro fumonero, il sole pioggia,la
primavera inverno,il caldo freddo,il prato acquitrino,il
fiore sterpo,l’albero cenere, l’erba fieno,l’uccellino

La poesiain prosa di Imre Oravecz (Szajla, Ungheria,
1943) apre il volume Settembre 1972 tradotto
da Vera Ghenoe pubblicato dall’editore Anfora

preda, la forza fragilità,il coraggio,codardia, la risolutezza
indecisione,la leggerezzapesantezza,la fiduciasospetto,
l’altruismoegoismo,la ricchezzapovertà,la gioiadolore, la
serenitàinquietudine,il riso pianto, il canto strepitio,il parlare
balbettio,la preghierabestemmia,la lode maledizione,la
stima disprezzo, l’affiatamento discordia, la dolcezza
amarezza, la lindura sporcizia, la bellezza bruttezza,
l’affermazionenegazione, la fede dubbio,la speranza
disperazione,l’amore odio, il futuro è divenuto passa-
to e tutto ricominciava da capo

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Curatela UUUUU
Traduzione UUUUU
Copertina UUUUU
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