Il Sole 24 Ore - 25.10.2019

(Axel Boer) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 25 Ottobre 2019 13


Economia & Imprese


PANORAMA


Ilapack Italia, società del gruppo
emiliano Ima leader mondiale nelle

macchine automatiche per il


packaging, triplica lo stabilimento
di Foiano della Chiana (Arezzo) che

passa da mila a mila metri qua-


drati e diventa un modello di soste-
nibilità ambientale (ridotti consu-

mi energetici, sistema domotico


con stazione meteo, luci a led) e be-
nessere dei  lavoratori

impiegati. L'investimen-


to è stato di tre milioni.
Lo stabilimento to-

scano, che produce mac-


chine per confezionare
merendine e surgelati

con utilizzo di materiale


flessibile (flowpack), è
stato inaugurato ieri dal

presidente e ammini-
stratore delegato del

gruppo Ima, Alberto Vacchi, e dal
sindaco di Foiano, Francesco Son-

nati. «L’innovazione nel processo


produttivo e nei prodotti - ha detto
Vacchi - procede di pari passo con

la sostenibilità e il rispetto dell’am-


biente. Nei prossimi mesi puntere-
mo in particolare su Ima-Nop (no

plastic), progetto al servizio del


packaging che impiega nuovi ma-
teriali ecocompatibili».

Tra i test in corso ci sono


quelli sui film riciclabili
(carta) e biodegradabili.

«Questa nuova sede rap-
presenta un punto di

svolta verso nuovi tra-


guardi - ha aggiunto Fa-
bio Agnoletti, site mana-

ger di Ilapack Italia».


—S.Pi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Graded, impresa campana che pro-


getta, realizza e gestisce impianti
energetici integrati, ha emesso due

minibond ed emetterà un terzo a


giorni, con il supporto di Banca Sel-
la. La prima emissione è stata quota-

ta sul nuovo segmento per la cresci-


ta delle pmi ExtraMot PRO gestito
da Borsa Italiana ed è subito andata

a buon fine: un minibond da , mi-
lioni è stato interamente acquistato

dalla stessa Banca Sella; il


secondo, di pari importo,
è stato collocato presso

Banca Stabiese (mila


euro) e Fondo Anthilia (,
milioni). Banca Sella ha

svolto diversi ruoli: advi-


sor, arranger e investito-
re. Con il supporto dello

studio legale Chiomenti.


L’impresa campana che fa capo a Vi-
to Grassi, oggi anche presidente di

Unione industriali Napoli e Confin-


dustria Campania, qualche anno fa
aveva aderito al programma Elite di

Borsa Italiana. Una buona palestra,


per migliorare l’organizzazione e la
struttura interna. Inoltre ha investi-

to molto in ricerca e innovazione.


Con la liquidità acquisita, l’azienda,
che nel  ha fatturato  milioni

con  dipendenti, preve-


de di realizzare nuovi im-
pianti fotovoltaici tra Pu-

glia e Sicilia, fare rewam-


ping di impianti a cogene-
razione, investire nella

produzione di energia da


biomasse.
—V.V.

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Al vertice
di Graded.

Vito Grassi


GRUPPO IMA


Ilapack Italia triplica


lo stabilimento di Foiano


IMPIANTI ENERGETICI INTEGRATI


Graded emette i minibond


per finanziare la crescita


100


I LAVORATORI
DELL’IMPIANTO
Lo stabilimento di
Foiano della
Chiana,
che cresce da
2mila a 6mila
metri quadrati,
impiega 100
lavoratori

Del Vecchio chiude all’ipotesi ex Ilva


A Taranto ritorna la cordata italiana


Paolo Bricco


Il sogno si chiama Leonardo Del Vec-


chio. Il governo Pd- Stelle, impanta-


nato nella giungla di Taranto, imma-


gina scenari e coltiva desideri


(in)confessabili: riuscire a coinvolge-


re il fondatore di Luxottica, già ani-


matore della cordata italiana alterna-


tiva ad Arcelor Mittal, nell'impresa di


evitare che a Taranto tutto imploda.


Fonti vicine a Leonardo Del Vecchio,


però, sottolineano che nessuno del


Governo ha contattato l'industriale


che ha rivoluzionato il business degli


occhiali. E, a quanto apprende Il Sole


 Ore, Del Vecchio considera questa


ipotesi un capitolo chiuso.


La dimensione dell'immaginazio-


ne – che ormai rappresenta una com-


ponente concreta dell'azione politica


dell'attuale Governo Conte bis in cui


la leadership sui temi industriali è to-


talmente in mano ai Grillini – ha avu-


to buon gioco a concentrarsi su Del


Vecchio. Soprattutto per il ruolo avu-


to da lui nella costituzione della cor-


data alternativa a quella di Arcelor


Mittal. Ricordiamone i primi elemen-


ti costitutivi: i soldi pubblici di Cassa
Depositi e Prestiti, la centralità di Ar-

vedi (altro oggetto del desiderio del


Governo nemmeno formalmente
sondato da esponenti della maggio-

ranza), la forza finanziaria di Del


Vecchio. Il quale pensò a Taranto per
una ragione umana, nobile e senti-

mentale: in pochi ricordano che l'or-


fano che ha trascorso l'infanzia nel
collegio dei Martinitt di Milano ha

origini meridionali, in particolare la


sua famiglia è proprio pugliese, per la
precisione di Trani.

Il contributo alla cordata italiana,


però, non era soltanto di tipo patri-
moniale, reputazionale e affettivo: fu

lui a insistere per il coinvolgimento di


un operatore internazionale, identifi-
cato negli indiani di Jindal, elaborato-

ri insieme ad Arvedi di un progetto


basato sulla compresenza di ciclo a
caldo e di forni elettrici, secondo una

cultura industriale differente da


quella di Arcelor Mittal, in prevalenza
fondata sul ciclo integrale.

Il sogno di coinvolgere uno dei


grandi vecchi dell'industria e della fi-
nanza italiana si infrange, però, sulla

complessità del passaggio strategico


sperimentato da Del Vecchio. Del
Vecchio, infatti, sta gestendo in paral-

lelo due dossier delicati e impegnati-
vi. Il primo riguarda il processo di tra-

sformazione di una unica vera azien-


da – in ogni aspetto, inclusa la gover-
nance, i pesi delle responsabilità e gli

equilibri di potere – di EssilorLuxotti-


ca. Il secondo dossier, invece, riguar-
da l'acquisizione di quote crescenti in

Mediobanca, con una operazione che


mira non soltanto a contribuire ad un
mutamento della natura di Piazzetta

Cuccia, ma che ha anche lo sguardo


lungo sulle Assicurazioni Generali.
Tanta, tantissima roba. Anche per un

ragazzo di  anni che ha già cambia-


to il nostro capitalismo creando da
zero un gruppo che, con la fusione fra

la componente italiana e quella fran-


cese, ha ora mila addetti.


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ACCIAIO


Fallisce subito l’idea


dell’esecutivo di coinvolgere


il fondatore di Luxottica


L’imprenditore era stato


l’animatore della cordata


alternativa ad ArcelorMittal


La crisi industriale dell’ex-Ilva. I depositi del sito produttivo di Taranto


REUTERS

LEONARDO
DEL VECCHIO
Fondatore
di Luxottica e
socio di
Mediobanca

SCONTRO POLITICO SULLA CHIUSURA, OGGI INCONTRO AL MISE


Al tavolo sindacale anche i parlamentari 5S


Il ministro dello Sviluppo
economico Stefano Patuanelli

incontra questa mattina i segretari


generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uil
sul caso dell’ex Ilva. L’eliminazione

delle tutele legali, passata nel


decreto “salva imprese”, e
soprattutto le scelte di ArcelorMittal

su livelli produttivi e occupazionali,


con il ventilato rischio di drastici
tagli (tra  e -mila esuberi),

saranno i punti centrali. Il rischio


però è che i contenuti passino in
secondo piano se prevarrà la

spettacolarizzazione politica del


confronto visto che, a quanto risulta
al Sole  Ore, vi parteciperà anche

una delegazione di parlamentari 


Stelle, tra cui l’ex ministro del Sud
Barbara Lezzi, sostenitori dello stop

alle tutele legali votato in Senato.
Ieri spiccavano le posizioni

espresse in un’intervista a Il Foglio
da Mario Turco, sottosegretario 

Stelle alla presidenza del Consiglio,


tarantino e vicinissimo al premier
Conte. Turco, la cui delega oltre alla

programmazione economica


nazionale prevede anche il
raccordo con il ministro Patuanelli

sui programmi per il superamento


della crisi socio-economica ed
ambientale di Taranto, ha

manifestato dubbi sulla reale


intenzione di ArcelorMittal di
rilanciare lo stabilimento

aggiungendo di immaginare per
l’area un futuro con la chiusura

dell’acciaieria. Turco sostiene


inoltre l’idea di un grande accordo
di programma per la riconversione

economica. Il leader grillino Luigi


Di Maio però in serata ha affermato
che «a Taranto si deve produrre

l’acciaio in maniera compatibile
con l’ambiente. ArcelorMittal se

rispetterà il piano ambientale non


avrà nulla da temere».
La sottosegretaria Dem allo

Sviluppo economico Alessia
Morani ed altri parlamentari Pd,

tra cui Gianluca Benamati, hanno


messo in evidenza la discordanza
tra la linea di Turco e quella del

ministro grillino Stefano


Patuanelli che al Senato si era
impegnato a portare avanti a nome

del governo l’ordine del giorno in


cui si parla di «permanenza
dell’attività produttiva del

complesso siderurgico». Per


Alessia Morani «la posizione del
governo è quella ben espressa dal

ministro Patuanelli».


—Carmine Fotina


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