Il Sole 24 Ore - 25.10.2019

(Axel Boer) #1

24 Venerdì 25 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore


Norme & Tributi


Soglie come filtro per limitare i falsi positivi


Il documento del Consiglio nazionale


dei dottori commercialisti inviato per


l’approvazione al Mise reca, nella pri-


ma parte, gli indici di cui al comma 


dell’articolo  del Codice della crisi.


Mentre nella sua seconda parte, non


sottoposta ad approvazione, fornisce


indicazioni operative per il loro calco-


lo e il loro utilizzo ai fini dell’indivi-


duazione dei fondati indizi di crisi.


Il modello scelto per individuare gli


indicatori della crisi nel contesto del


Codice della crisi è stato selezionato,


tra i molti disponibili, in base all’effi-


cacia e alla semplicità d’uso. L’effica-


cia è intesa come la capacità di identi-
ficare correttamente i segnali dell’esi-

stenza di una crisi futura, mentre con


semplicità d’uso si intende la quantità
di risorse necessarie a calcolarlo e im-

piegarlo per i fini prescritti.
Lo studio dei risultati ottenuti dai

modelli negli anni consente di indi-


viduare una rosa tra i quali scegliere.
Sono stati quindi esclusi i modelli più

recenti, che richiedono tecnologie e


conoscenze più avanzate, come
quelli che impiegano algoritmi di

machine learning, perché il maggior


dispendio di energie che richiedono
è al di fuori della portata generale e

non è giustificato dalla loro efficacia,


non sempre maggiore di quella di
modelli più semplici.

Quello prescelto è dunque da con-


siderarsi un modello multivariato, co-
struito attraverso una logica “combi-

nata”, ancorché la valutazione degli


indici non si è tradotta in uno scoring
multivariato di ponderazione degli

indici, ma nella contemporanea evi-


denza di una combinazione di eventi
di superamento di soglie di tenuta, la

cui emersione congiunta fosse stori-


camente associata a elevata probabi-
lità di condurre adinsolvenza.

La selezione degli indici è stata rea-


lizzata dal Cndcec, avvalendosi del


supporto di Cerved per le elaborazioni


e i test. Le analisi sono state finalizza-
te, secondo un approccio scientifico

robusto e il più possibile oggettivo, su


campioni estesi e rappresentativi del-
l’ambito di applicazione, a individua-

re la combinazione di indici che «va-


lutati unitariamente, fanno ragione-
volmente presumere la sussistenza di

uno stato di crisi dell’impresa».


Le analisi sono state improntate al-
l’identificazione della combinazione

di indici rappresentativi di squilibri di


carattere reddituale, patrimoniale o
finanziario che consentissero di iden-

tificare situazioni di crisi. Il rischio che


dagli indici emergano falsi segnali e in
particolare falsi segnali positivi ne-

cessita la maturazione di best practi-


ces per corroborare i segnali forniti
dagli indici con ulteriori elementi rile-

vanti ai sensi dell’articolo , comma


, per intercettare e motivare adegua-
tamente i fondati indizi. Per tale ra-

gione, in sede di prima applicazione,


si è preferito adottare soglie degli in-
dici tali da limitare le segnalazioni alle

situazioni più critiche, minimizzando
il numero di falsi positivi.

Ai fini della selezione degli indici


sono stati presi in considerazione i se-
gnali utilizzati in modo diffuso nella

pratica aziendalistica e nei modelli di


diagnosi precoce dell’insolvenza
aziendale esaminando una cinquan-

tina di ratios riconducibili ai seguenti


ambiti gestionali :
sostenibilità degli oneri finanziari e

dell’indebitamento;


grado di adeguatezza patrimoniale
e composizione del passivo per natu-

ra delle fonti;


equilibrio finanziario;
redditività;

sviluppo;


indicatori di specifici ritardi nei pa-
gamenti.

L’analisi è stata indirizzata a sele-


zionare gli indici di bilancio che iden-
tificassero al meglio un cluster di im-

prese prossime all’insolvenza.
Le fasi di selezione possono riassu-

mersi in due step:


analisi statistica univariata degli in-
dici, che ha consentito l’identificazio-

ne della short list degli indici candida-


ti per ogni area indagata;
analisi multivariata degli indici se-

lezionati al primo step con approcci


alternativi, che ha consentito l’identi-
ficazione dei segnali che opportuna-

mente combinati massimizzassero


l’obiettivo prefissato.
Ai fini della selezione della short list

degli indicatori maggiormente predit-


tivi sono state effettuate analisi della
capacità predittiva univariata (del sin-

golo indice) dell’evento d’insolvenza a


tre anni dalla data dell’ultimo bilancio.


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COMMERCIALISTI/ 2


Per le prime applicazioni


l’obiettivo è delimitare


i casi più critici


La scelta in funzione


dell’efficacia predittiva


e della semplicità d’uso


ISTRUZIONI PER L’USO


Superamento di tutti gli indizi,


giustificato l’invio dell’allerta


Per un sistema di allerta è necessario


che l’indice selezionato sia efficace
soprattutto nella coda più rischiosa

della distribuzione e non risenta di


problemi computazionali che ne pos-
sano influenzare l’efficacia. Questo

importante aspetto è stato valutato


nella fase di analisi qualitativa e di in-
terpretabilità degli indici insieme ad

aspetti quali la completezza informa-
tiva, la semplicità di calcolo, la rappre-

sentatività per l’area di analisi, l’inter-


pretabilità economica, la prassi di uti-
lizzo eccetera. A parità di segnale in-

dagato e di livelli di predittività, sono


stati privilegiati gli indici che non pre-
sentano problemi algebrici, come in-

versione del segno in casi anomali


(outliers). Inoltre, ai fini di identificare
gli indici che apportano il maggior

contenuto informativo originale, nel-


l’identificazione della short list si so-
no considerati anche i livelli di corre-

lazione tra i vari indici.


Con questo approccio si sono
quindi identificati per ogni area di

analisi gli indici più rappresentativi,


che sono stati analizzati successiva-
mente in chiave multivariata.

Stante l’approccio basato sulla


combinazione (compresenza) di più
segnali di allerta univariati, le relati-

ve soglie di allerta sono state indivi-


duate mediante un approccio quan-
titativo oggettivo top-down e otti-

mizzato sul portafoglio di analisi,
basato sulla mediana del sotto-insie-

me delle imprese insolventi abban-


donando la metrica dell’entropia (In-
formation Entropy) , utilizzata in un

primo momento. L’analisi mediante


entropia era stata effettuata prima a
livello complessivo per poi essere

approfondita a livello di settore di at-


tività economica.
Si è poi verificata l’esistenza di so-

glie critiche differenti per imprese ap-


partenenti a comparti economici di-
versi. L’addestramento di indici di al-

lerta specifici per settore apporta si-


gnificativi benefici.
La segmentazione settoriale degli

indici di allerta è stata ottenuta me-


diante un’analisi quali-quantitativa
delle analisi esplorative degli indici,

con un approccio bottom-up: si è


partiti da una disaggregazione setto-
riale elevata per poi aggregare i set-

tori più simili al fine di ottenere


gruppi omogenei.
In linea con la previsione normati-

va e per praticità di applicazione e di


interpretazione, si è adottata come
criterio di base la classificazione in se-

zioni Ateco eIstat , ma alcune se-


zioni sono state opportunamente
suddivise e declinate in altre aggrega-

zioni sulla base delle risultanze delle
analisi degli indici.

Il modello di allerta prevede che


vengano segnalate le imprese che sfo-
rano la soglia critica (definita con il

metodo della mediana del sotto-in-


sieme delle imprese insolventi, speci-
fica per settore) per tutti gli indici di

bilancio selezionati. Ciò applica il


principio della valutazione unitaria
prescritta dalla legge; per cui superare

n- soglie su n indici non assume la


rilevanza richiesta dalla norma. Le so-
glie devono risultare congiuntamente

superate per inviare il segnale della


presunta crisi.
L’approccio di selezione multiva-

riato che ha combinato aspetti quali-


tativi ad aspetti quantitativi data-dri-
ven ha consentito di esplorare un nu-

mero estremamente elevato di com-


binazioni. In particolare, si sono
prima definiti per i diversi settori dei

modelli di benchmark basati sull’ana-


lisi esperta e sugli indici più rappre-
sentativi derivati dalla fase di esplora-

zione univariata e delle correlazioni.
Tali modelli, concettualmente ro-

busti, sono stati comparati con mi-


gliaia di altri modelli alternativi defi-
niti combinando fino a  indici di bi-

lancio, secondo una logica supervi-


sionata di combinazioni che
massimizzasse l’eterogeneità dei se-

gnali e la copertura delle aree di anali-


si. Questo test ha permesso di fare
evolvere i modelli benchmark verso

un nucleo solido di indici efficaci, te-


stando come il livello di efficacia varia
a seconda dei settori. I modelli sele-

zionati sono quindi il risultato di:


un’esplorazione massiva di migliaia
di modelli alternativi

un’analisi sistematica degli indici


più rappresentativi
un’analisi qualitativa dei segnali più

significativi


una selezione logico-qualitativa
supportata dalle evidenze numeriche.

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I modelli sono stati elaborati


con un approccio


di tipo comparativo


PATRIMONIO


NETTO


ASSENZA DI UNA RAGIONEVOLE PRESUNZIONE


DELLO STATO DI CRISI


Indice Debt Service Coverage


Ratio (DSCR)


Soglie degli indici


settoriali


Inattendibile
o non disponibile

Superamento
di tutte le soglie

Non superamento
di tutte le soglie

RAGIONEVOLE


PRESUNZIONE


DELLO


STATO


DI


CRISI


Positivo


< 1



1



Negativo o inferiore


a minimo legale


SISTEMA DEGLI INDICI DI CUI ALLA DELEGA


ART. 13. C. 2 (PARTE 1)


ALTRI INDICATORI DELLO STATO


DI CRISI (PARTE 2)


Ritardi nei pagamenti


reiterati e signicativi


(art. 13, c.1; art. 24)


Assenza


delle prospettive


di continuità


per l’esercizio in corso


per cause diverse da


probabili insolvenze


(art. 13,c.1)


Il quadro degli indicatori nell’accertamento dello stato di crisi


LA FILOSOFIA DELLA RIFORMA


Cruciale l’adeguato assetto


Riccardo Ranalli


—Continua da pagina 


Si tratta di un cambiamento culturale


che obbliga a passare dalla logica del
dato retrospettico a quella del dato

prospettico: un cambiamento impe-


gnativo posto che, diversamente ri-
spetto al dato storico, la cui costru-

zione è sorretta da set di principi det-
tagliati, quella del dato prospettico

ha tutt'al più qualche riferimento in


linee guida di alto livello ed è rimessa
alla singola impresa.

Il giudizio sul nuovo corpo nor-


mativo è comunque positivo, a con-
dizione che tutti gli attori coinvolti

(professionisti, imprese, banche, cre-


ditori pubblici) dimostrino di coprire
il proprio ruolo con senso di respon-

sabilità. La posta in gioco è altissima


e senza dubbio meriterebbe il massi-
mo impegno: si tratta non solo di

contenere i tassi di crescita dei crediti


deteriorati, rendendo così più agevo-
le l'accesso al credito e migliorando la

fiducia delle imprese, ma di consen-
tire che, in caso di crisi, i piani di ri-

medio siano veramente tali. Il premio


si tradurrebbe in un indiscutibile, an-
che se frazionale, miglioramento del

Pil: un risultato di tutto rispetto per


una norma invero destinata a disci-
plinare la crisi dell'impresa.

Per questi motivi, non si condivide


la richiesta di una proroga che non
sia volta ad introdurre una mera

maggiore gradualità nell'introduzio-


ne. Se vi è un motivo di differimento
risiede solo per le piccole imprese per

consentire all'Ocri di adottare proto-
colli efficaci prima di confrontarsi

con le realtà più destrutturate.


La vera scommessa delle misure
di allerta è infatti l'OcriI. Sarà capa-

ce di conquistare la fiducia degli


operatori? Si dimostrerà uno stru-
mento affidabile al quale l'impren-

ditore potrà affidarsi senza timore


di accelerare il deterioramento
dell'impresa? Le risposte le darà

solo il tempo. Esse sono però nelle


mani di tutti noi: dipendono dalla
capacità degli operatori interessati

di investire in formazione profes-


sionale e affinamento di processi
affidabili per la gestione della crisi.

Fondamentale sarà la consapevo-


lezza da parte dei collegi degli
esperti del proprio ruolo di media-

zione e della ‘cassetta degli attrez-


zi' a loro disposizione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Si dovrà investire


in formazione per affinare


i processi gestionali


In questa pagina


e nella successiva pubblichiamo


un ampio stralcio


della documentazione relativa


agli indici di allerta, previsti


dal Codice della crisi, elaborati


dal Cndcec e inviati al ministero


dello Sviluppo.

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