La Stampa - 23.10.2019

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Mosca è riuscita a far dialogare i nemici sfruttando i contrasti in Occidente
E ora Vladimir è l’unico
arbitro del Medio Oriente
AP
REUTERS
Il presidente siriano, Assad
GIUSEPPE AGLIASTRO
MOSCA
I
l Cremlino è ormai l’unico
vero interlocutore univer-
sale di tutte le forze in Siria
e in Medio Oriente. L’arbi-
tro a cui è necessario rivolgersi
per cercare una mediazione.
Mentre gli Stati Uniti si ritira-
no, la Russia prende pian piano
il loro posto e si rafforza nella re-
gione giocando sia la carta del-
le armi sia quella della diploma-
zia. L’incontro di ieri a Sochi tra
Putin ed Erdogan ne è l’esem-
pio lampante. Mosca ha rag-
giunto un’intesa per frenare
l’offensiva turca contro i curdi e
dare allo stesso tempo ascolto
alla richiesta di Ankara di allon-
tanare i miliziani curdi dal pro-
prio confine. Ne trae ovviamen-
te grande vantaggio anche la
Russia, che con l’uscita di scena
delle truppe Usa sta espanden-
do ulteriormente la propria pre-
senza militare in Siria, dove ha
già una base aerea a Hmeymim
e una base navale a Tartus.
La Russia dialoga con Israele
e con l’Iran, con la Turchia e
con la Siria, cioè con attori tra
loro nemici giurati. Ha promos-
so un inedito accordo tra il regi-
me di Assad e i curdi, costretti a
bussare alla porta di Damasco
(e quindi di Mosca) per non es-
sere schiacciati dall’avanzata
turca dopo il ritiro dei soldati
americani. Ma ha anche rappor-
ti sempre migliori con alleati
tradizionali degli Usa come gli
Emirati Arabi Uniti e l’Arabia
Saudita, dove Putin è stato re-
centemente in visita ufficiale. Il
leader russo ha un legame spe-
ciale con Erdogan, ma assieme
all’Iran è anche il principale al-
leato di Damasco, nemico di An-
kara. Questo non impedisce pe-
rò a Turchia, Iran e Russia di
coordinarsi nel cosiddetto «trio
di Astana» per spartirsi le zone
di influenza in Siria e appiana-
re le loro divergenze. Putin
sfrutta i contrasti che sorgono
in seno all’Occidente: ha conso-
lidato l’asse col suo ex avversa-
rio Erdogan facendo leva sui
dissapori tra la Turchia e gli al-
tri membri della Nato e ha persi-
no venduto i missili russi S-
ad Ankara facendo esplodere
la rabbia di Trump. Se il Cremli-
no sta allungando i suoi tenta-
coli sul Medio Oriente una gros-
sa fetta di responsabilità ricade
però proprio sulle spalle dell’in-
quilino della Casa Bianca, che
con i suoi comportamenti, ulti-
mo l’abbandono dei miliziani
curdi che avevano combattuto
contro l’Isis al fianco degli ame-
ricani, si è dimostrato un part-
ner inaffidabile per le potenze
mediorientali. I curdi adesso
devono sperare in Putin per
non essere inghiottiti dal regi-
me di Assad e non perdere com-
pletamente la loro autonomia.
Assad a sua volta non può anda-
re lontano senza i soldati e i
mercenari russi e deve alle for-
ze di Putin se è ancora in sella.
Mosca ha un punto debole:
una fragile economia che la
rende un gigante dai piedi d’ar-
gilla. Ma il ritiro delle truppe
Usa è stato per lei un regalo
per accrescere il proprio peso
internazionale a costo zero.
La situazione è radicalmente
cambiata rispetto ad appena cin-
que anni fa, quando, dopo esser-
si annessa la Crimea e aver fo-
mentato la guerra in Ucraina, la
Russia appariva come uno Stato
isolato: una «potenza regiona-
le», come l’aveva definita Oba-
ma. Ora Mosca svolge un ruolo
fondamentale in Medio Orien-
te, consolida l’alleanza con la Ci-
na e si rafforza anche in Africa,
dove vende armi e invia merce-
nari in cambio di risorse minera-
rie e potere politico. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
GIORDANO STABILE
INVIATO A BEIRUT
Ci sono volute cinque ore di
colloqui serrati, un negoziato
con grande profusione di
mappe che Vladimir Putin e
Recep Tayyip Erdogan han-
no analizzato con piglio mili-
tare. Alla fine a Sochi è arriva-
to l’accordo sul Nord-Est del-
la Siria. Un’intesa che in parte
ricalca quella raggiunta per
la provincia di Idlib ma con
un elemento in più. Per la pri-
ma volta militari russi e tur-
chi pattuglieranno assieme
una striscia di territorio siria-
no. È la «zona di sicurezza» re-
clamata da mesi dal leader
turco. Correrà lungo la fron-
tiera a Est dell’Eufrate e sarà
profonda soltanto 10 chilo-
metri. I guerriglieri curdi sa-
ranno però costretti a ritirarsi
a 30 chilometri dal confine e
il rispetto di questo limite sa-
rà garantito dall’esercito go-
vernativo siriano. Il ritiro dei
curdi comincerà oggi a mez-
zogiorno e dovrà essere com-
pletato «entro 150 ore».
Putin ed Erdogan sono
quindi riusciti a salvare la lo-
ro intesa, che dal 2017 ha por-
tato le due potenze rivali ad
spartirsi, passo dopo passo, la
Siria. I due hanno anche rilan-
ciato «l’accordo di Adana»
del 1998, firmato da Hazef
al-Assad, che metteva fine
all’appoggio siriano alla guer-
riglia del Pkk in cambio del ri-
conoscimento del suo regi-
me. Il figlio Bashar raccoglie
questo riconoscimento, un
passo che Erdogan si era sem-
pre rifiutato di fare ma che
adesso potrebbe portare alla
fine della guerra civile siria-
na. Restano dettagli non di
poco conto. Il destino di Koba-
ne, la principale città curda in
Siria, che finirà nella fascia
dei dieci chilometri e che te-
me le infiltrazioni dei mili-
ziani arabo-sunniti, autori
di crimini efferati nelle zo-
ne già conquistate. La fascia
fra Tall Abyad e Ras al-Ayn,
che per ora resterà nelle ma-
ni delle milizie, e non è chia-
ro se le pattuglie russe po-
tranno entrarci. E poi l’inte-
sa non dice nulla su Idlib, in
mano a ribelli jihadisti, finora
protetta dalla Turchia e recla-
mata da Assad.
Erdogan ha sottolineato co-
me Russia e Turchia sono uni-
te nella «lotta al terrorismo» e
alle «spinte separatiste». Pu-
tin ha ribadito che «l’integrità
territoriale» della Siria non si
tocca e che «tutte le truppe
straniere» dovranno lasciare
la Siria. Si riferiva agli ameri-
cani, ma in prospettiva anche
a turchi e iraniani. Lo Zar ha
lanciato anche «colloqui a tut-
to campo» fra Damasco e le
Forze democratiche siriane
(Sdf) «per preservare i diritti
di tutte le minoranze». I curdi
sono i grandi perdenti. Han-
no evitato il massacro, ma
senza la protezione america-
na il sogno di autonomia è in
frantumi. Ora, da una posizio-
ne di debolezza, dovranno
strappare il massimo delle
concessioni da Assad. Il raiss
ieri era sul fronte di Idlib. Ha
accusato Erdogan di essere
un «ladro di petrolio, e anche
di terra» ma ha promesso di
aiutare i curdi «a difendersi».
Il comandante delle Sdf, ge-
nerale Mazloum Kobani, ha
replicato che le sue forze si so-
no già ritirate dalla «zona di si-
curezza» e che quindi ogni ri-
presa delle ostilità sarà «una
violazione da parte turca».
Adesso ha altri cinque giorni
e mezzo per trattare con il re-
gime. La presenza della poli-
zia militare russa dovrebbe
impedire altri sfollamenti for-
zati, dopo che già 300 mila
persone hanno dovuto lascia-
re le loro case. ll punto 8
dell’accordo di Sochi prevede
«sforzi unitari» per «facilitare
il ritorno» dei profughi. Resta
da vedere chi si fiderà a torna-
re nelle zone controllate dai
miliziani arabo-sunniti. Fra
la popolazione delle città cur-
de, come a Qamishli, il clima
è di «sconforto, paura».
Il sogno di indipendenza è
svanito con l’ultima colonna
di blindati americani che lu-
nedì ha lasciato il Rojava di-
retta nel Kurdistan iracheno,
sotto il lancio di uova e pietre.
Donald Trump, sotto la pres-
sione bipartisan del Congres-
so, valuta ora se lasciare in Si-
ria gli ultimi 200 soldati, che
sono ancora nella zona dei
campi petroliferi vicino a
Deir ez-Zour. Ma non sa nep-
pure se potrà tenere gli altri
900 in Iraq. Ieri Baghdad ha
detto di non aver dato il con-
senso al loro ridispiegamen-
to sul suo territorio. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Lancio di uova e pietre
sull’ultima colonna
di soldati americani
considerati “traditori”
L’INTESA DI SOCHI
Non è ancora chiaro
il destino di Kobane
che teme infiltrazioni
di milizie arabo-sunnite
Putin-Erdogan, patto sul Nord della Siria
Sarà istituita una “zona cuscinetto” con pattuglie miste di russi e turchi. Altre 150 ore per il ritiro dei curdi
Il premier turco Recep Tayyip Erdogan a colloquio con il presidente russo Vladimir Putin ieri al Black Sea Resort di Sochi, in Russia
10 LASTAMPAMERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 2019
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