La Stampa - 23.10.2019

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ALESSANDRA RIZZO
LONDRA

T


utto da rifare. La
Gran Bretagna non
riesce a tirarsi fuori
dal pantano della
Brexit: Boris Johnson subisce
un’ennesima sconfitta parla-
mentare che di fatto fa svanire
la possibilità di divorzio alla
data prevista del 31 ottobre e
«mette in pausa» la legislazio-
ne relativa alla Brexit. Un col-
po durissimo per il primo mini-
stro, che su quella data ha pun-
tato dall’inizio del suo manda-
to, e che apre scenari dispara-
ti: dalla probabile proroga, se
l’Unione Europea la concede-
rà, al no-deal, alle elezioni anti-
cipate. Boris Johnson si è detto
«deluso» dall’ennesima frena-
ta nel percorso della Brexit, e
ha sottolineato: «Il Regno Uni-
to deve affrontare un’ulteriore
incertezza».
La batosta di Johnson è arri-
vata pochi minuti dopo la sua
prima vittoria ai Comuni, qua-
si a simboleggiare l’impasse
che paralizza Westminster. I
deputati hanno dato parere fa-
vorevole al pacchetto legislati-
vo presentato dal governo per

l’attuazione della Brexit, con
una maggioranza di 30 voti
(329 contro 299, con il soste-
gno di una dozzina di laburi-
sti) superiore alle attese. Il vo-
to, pur non definitivo, è impor-
tante: mai prima d’ora la Ca-
mera bassa britannica aveva
votato a favore di un accordo
di uscita.
Ma la gioia di Johnson è sta-
ta di breve durata, perché po-
chi minuti dopo è arrivato il ri-
sultato del secondo voto della
giornata, quello su cui erano
puntati gli occhi degli osserva-
tori: i deputati hanno rifiutato
la tabella di marcia proposta
dal governo per completare l’i-
ter parlamentare della legisla-
zione in tempi record: 308 con-
tro 322.
«Sono deluso dal voto per
un altro rinvio», ha detto John-
son. «In un modo o nell’altro la-
sceremo l’Unione europea con
il mio accordo», ha puntualiz-
zato battagliero. Ma ha omes-
so, per una volta, di aggiunge-
re un riferimento al 31 otto-
bre, un’ammissione implicita
di come la data sia ormai diven-
tata impraticabile.
Adesso è Bruxelles a dover
decidere se concedere o meno

una proroga, proprio nel gior-
no in cui il presidente uscente
della Commissione Europea
Juncker aveva lamentato «lo
spreco di tempo ed energia»
dovuto alla Brexit. Dopo il vo-
to ai Comuni, il presidente del
Consiglio Europeo Tusk ha co-
minciato le consultazioni con i


  1. Un rinvio «tecnico», di bre-
    ve durata, potrebbe consenti-
    re a Londra di terminare l’esa-
    me della legge e uscire in ma-
    niera ordinata in tempi relati-
    vamente rapidi. Un rinvio di
    tre o quattro mesi potrebbe
    aprire le porte all’ipotesi di ele-
    zioni anticipate per uscire dal-
    la paralisi.
    In un’ennesima giornata
    campale, Johnson aveva pre-
    gato i deputati di appoggiare
    la tabella di marcia prevista
    dal governo, un tour de force
    di tre giorni con tanto di sedu-
    te notturne. In caso di sconfit-
    ta, il premier aveva minaccia-
    to le elezioni anticipate
    («Non consentirò di andare
    avanti così per altri mesi»),
    minaccia che non ha però ri-
    badito dopo la sconfitta. Le
    opposizioni erano insorte, la-
    mentando di non avere abba-
    stanza tempo per esaminare
    un pacchetto legislativo cor-
    poso - 110 pagine più altret-
    tante di note aggiuntive - e ca-
    rico di conseguenze per il fu-
    turo del Paese. «È la più im-
    portante decisione per il no-
    stro Paese dai tempi della Se-
    conda Guerra Mondiale, e Bo-
    ris Johnson vuole darci un
    giorno e mezzo», aveva detto
    il deputato il deputato laburi-
    sta Peter Kyle.
    A votare contro alla fine so-
    no stati non solo i laburisti, ma
    alcuni dei Tory moderati espul-
    si dai Tory; e i protestanti unio-
    nista nord-irlandesi, il cui voto
    è fondamentale per un pre-
    mier che non ha una maggio-
    ranza. Ancora una volta, han-
    no detto di no. Ancora una vol-
    ta, la Brexit è nel caos. —
    c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


Il premier perde la sfida al parlamento ed è costretto a sospendere la legge


Decisivi i voti dei Tories dissidenti. Ora si attende la proroga dell’Unione


Johnson sconfitto

Svanisce l’ipotesi

Brexit al 31 ottobre

BORIS JOHNSON


PREMIER


DEL REGNO UNITO


L’USCITA DALL’UNIONE


IL CASO


Boris cade sul secondo
voto: rischio
no-deal o elezioni
anticipate

REUTERS


L’intervento del premier Boris Johnson ieri al parlamento di Westminster

Fin quando l'Ue
non prenderà
una decisione
sospenderemo
la legge sul rinvio

Sono deluso,
ma in un modo
o nell’altro lasceremo
l’Unione europea
con il mio accordo

322


Sono i voti contrari a Boris
Johnson sulla mozione presen-
tata dall’esecutivo per discute-
re la legge della Brexit in soli
tre giorni; i sì sono stati 308

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