La Stampa - 23.10.2019

(nextflipdebug5) #1
Ristoratori e negozianti di Torino: le commissioni vanno cancellate

“Il pos mi costa 2.000 euro l’anno


Con la stretta temo una mazzata”


IL CASO


LA VISITA DEL PREMIER A TORINO


Conte a Mirafiori scopre la 500 elettrica

Giornata torinese ieri per il premier Giuseppe Conte. Al presi-
dente del Consiglio in visita allo stabilimento Fca di Mirafiori
(nella foto Conte, che indossa una maglia Fca, è al centro con un
gruppo di operai; a destra la sindaca Chiara Appendino), è stata
mostrata la 500 Elettrica che farà il suo esordio il 4 luglio. Il ca-

po del governo ha incontrato inoltre un gruppo di metalmecca-
nici che manifestava davanti al Comune. Il premier ha assicura-
to l'impegno del governo per Torino: subito 50 milioni, poi altri
100 con ulteriori progetti che verranno presentati. Risorse im-
portanti per le imprese e per l'occupazione.

ALESSANDRO BARBERA
MARCO BRESOLIN
ROMA-BRUXELLES
Anche se il governo nel docu-
mento programmatico di bi-
lancio sostiene il contrario, se-
condo la Commissione euro-
pea la bozza di manovra com-
porta il «rischio di una devia-
zione significativa» dal percor-
so di aggiustamento racco-
mandato dall’Unione. Proprio
per questo, «il piano italiano
non rispetta il target di riduzio-
ne del debito nel 2020». Ieri
mattina l’esecutivo comunita-
rio ha pubblicato sul suo sito
l’attesa lettera inviata al gover-
no. Poco più di una pagina per
chiedere chiarimenti sui conti

che non tornano. Perché, an-
che con tutta la benevolenza
possibile, l’attuale Commissio-
ne non ha potuto fare a meno
di segnalare i rischi. La rispo-
sta che oggi partirà da Roma si
concentrerà essenzialmente
su un punto: l’ammontare del-
le previsioni di entrate da lotta
all’evasione, lievitate alla cifra
monstre di sette miliardi. Il
problema con Bruxelles è es-
senzialmente questo, perché
nella nota di aggiornamento
al Documento di economia e fi-
nanza il governo aveva risolto
così la decisione imposta da
Renzi e Di Maio di evitare ogni
aumento Iva. Ora il Tesoro

spiegherà che in realtà dalla
lotta all’evasione arriveranno
poco più di tre miliardi, il resto
da «altre entrate» precisate nel
dettaglio. È in effetti ciò che sa-
rà scritto nella bozza finale del-
la Finanziaria che introduce
tante piccole tasse: dall’au-
mento della cedolare secca su-
gli affitti alla sugar tax fino alla
nuova imposta sulla plastica.
La lettera dirà anche che la fles-
sibilità applicata dall’Italia è
«responsabilmente espansi-
va», dunque dentro le regole.
Insomma, la sensazione è che
lo scambio di lettere somigli
tanto a un gioco delle parti.
Bruxelles ha scritto la lette-
ra rovistando fino all’ultimo

nella propria cassetta degli at-
trezzi diplomatica. Visto il de-
terioramento dei conti, la lette-
ra era inevitabile. Ma la Com-
missione - «lavorando in stret-
to contatto con il governo», as-
sicura una fonte Ue - ha cerca-
to di usare i toni e le parole più
adatte per evitare di far sem-
brare questo messaggio come
un atto di guerra. Poche ore do-
po la pubblicazione della lette-
ra, il commissario Pierre Mo-
scovici si è precipitato a preci-
sare che «non c’è alcuna crisi
con l’Italia» e che nel richiamo
non c’è la richiesta di riscrivere
la manovra.
L’Unione non chiude la por-

ta alla concessione di flessibili-
tà richiesta dall’Italia, anche
se nulla può essere dato per
scontato. Roma vuole uno
«sconto» dello 0,2% del Pil
(3,6 miliardi di euro) per le
spese relative al piano contro
il dissesto idrogeologico, la
stessa cifra chiesta un anno fa
dal governo giallo-verde (e ot-
tenuta solo parzialmente).
«La Commissione europea, e
successivamente il Consiglio -

si legge nella lettera - effettue-
ranno una valutazione appro-
fondita della domanda, tenen-
do conto dei criteri di ammissi-
bilità». L’esecutivo Ue mette
così le mani avanti: non dipen-
derà solo da noi, ma anche da-
gli altri governi. E’ per questo
che ieri durante l’incontro con
i parlamentari del Pd il mini-
stro Roberto Gualtieri ha spie-
gato che «i margini per inter-
venti aggiuntivi da parte delle

Camere sono stretti».
Altri governi hanno ricevu-
to una lettera di chiarimenti
dalla Commissione, ma le si-
tuazioni sono diverse. Belgio,
Spagna e Portogallo avevano
inviato un documento di bilan-
cio a politiche invariate per-
ché alla data di scadenza non
avevano un governo piena-
mente in carica. Paragonabile
all’Italia è la situazione della
Francia, visto che a entrambe

era richiesto un miglioramen-
to dello 0,6% del deficit strut-
turale (quello calcolato al net-
to del ciclo economico e delle
misure una tantum): la varia-
zione strutturale prevista da
Parigi è pari a zero, mentre per
l’Italia è addirittura negativa
(lo scostamento è dunque di 7
decimali). Anche la Finlandia
aveva ricevuto nei giorni scor-
si una lettera simile. —
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DANIEL GROS


DIRETTORE DEL CEPS


DI BRUXELLES


DANIEL GROS L’economista: l’Ue non può far finta di non vedere

“Manovra poco coraggiosa


Il deficit non viene ridotto”


FABRIZIO ASSANDRI
CLAUDIA LUISE
TORINO

D


uemila euro l'anno
di commissioni ban-
carie per i pagamen-
ti con carte e banco-
mat. A cui si aggiungono dieci
euro al mese per il noleggio
del pos. Da «Pasta e Basta» in
via Madama Cristina a Torino
si va per gli spaghetti al ragù o
le penne alla Norma oltre che
per il karaoke. Lo sanno bene i
clienti, tra cui ci sono gli stu-
denti universitari della zona e
anche personaggi che vengo-
no qui dopo uno spettacolo al
teatro Colosseo, da Nino Man-

fredi a Renzo Arbore, da Rena-
to Zero a Marisa Laurito. Ma al
momento di pagare lo storico
titolare Nicola Miscione calco-
la nella sua testa la commissio-
ne. «Si va dallo 0,5% al 2,5, l'A-
merican Express è la più cara.
Noi commercianti ci battiamo
con le banche per strapparne
una un po' più bassa». Dipen-
de anche dallo scontrino. «Se è
sotto i 30 euro la commissione
è più alta – spiega - Sia chiaro,
io sono favorevole al pos. So-
no qui da 28 anni e ho sempre
offerto questo servizio ai clien-
ti quando ancora si usavano
quelli dell'anteguerra».
Con la stretta del governo,
però, si teme una mazzata. «At-
tualmente paga con la carta cir-
ca il 30% dei clienti, se doves-

sero farlo tutti, per me la spesa
triplicherà da duemila a seimi-
la euro in cambio di niente:
mentre quei soldi avrei potuto
spenderli magari per compra-
re un nuovo frigo». La richie-
sta dei commercianti è di ab-
bassare le commissioni.
«Chi agisce in mala fede o
non è abituato avrà problemi,
per noi non è così – dice ad
esempio Paolo Bertolini, titola-
re di un grande negozio di abbi-
gliamento nel centro di Torino


  • Noi abbiamo il pos da quando
    tanti anni fa le commissioni
    erano folli, al 4%, e aspettavi
    dieci giorni che i soldi venisse-
    ro accreditati. Oggi quasi tutti
    i nostri clienti pagano con il
    pos, il problema è la commis-
    sione: mi aspetterei dal gover-


no un incentivo all'uso del pos
con tariffe più basse».
Secondo tanti, comunque,
la strada è segnata. «Ormai so-
lo il 20% dei clienti mi paga in
contanti e per me è una libera-
zione». Erik Besso, 37 anni,
agricoltore e fondatore della
catena di fruttivendoli Agrico-
bi, ha una quindicina di punti
vendita a Torino: «È vero che
ci sono dei costi e soprattutto
per le carte di credito sono ele-
vati. Ma i vantaggi sono molti
di più e comunque anche gesti-
re i contanti ha un costo». Su
una spesa da 20 euro, Besso sti-
ma che la commissione per il
bancomat è di 20 centesimi
ma sale a 2 euro per le carte di
credito. A questo bisogna ag-
giungere «tra i 9 e i 20 euro per
l'affitto dell'apparecchio». Ma
dal suo punto di vista i vantag-
gi ci sono: «Basta pensare al mi-
nor rischio di rapine. Poi se tut-
ti sono obbligati a non evadere
diminuisce la concorrenza
sleale. E poi si crea un rappor-
to con le banche che facilita l'e-
rogazione di finanziamenti».

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PAOLO BERTOLINI


COMMERCIANTE


Sarebbe un errore ABBIGLIAMENTO E SCARPE
concedere flessibilità
a un Paese con
un debito pubblico
così elevato

DALLO STATO 2,4 MILIARDI


PAOLO BARONI
ROMA

U


fficialmente la guer-
ra al denaro contan-
te inizierà il 1° luglio
del prossimo anno.
Il vertice di maggioranza
dell’altra notte ha deciso di
spostare avanti di sei mesi tut-
te le scadenze per poter avvia-
re una macchina che si annun-
cia imponente e capace di pro-
durre notevoli vantaggi per i
cittadini che sceglieranno di
pagare in maniera tracciabile,
facendo così emergere spese
che potrebbero restare in ne-
ro. Tutte le misure dell’opera-
zione «no-cash», gli incentivi e
le sanzioni entreranno in vigo-
re dalla seconda metà del pros-
simo anno e questo servirà in-

nanzitutto per trattare con le
banche l’azzeramento delle
commissioni sulle microtran-
sazioni (si ipotizza una soglia
di 25-30 euro) e la riduzione
sugli altri pagamenti effettuati
con moneta elettronica (carte
di credito e bancomat).

Il meccanismo del «cashback»
Il secondo pilastro dell’opera-
zione riguarda l’allestimento
del nuovo sistema informatico
centralizzato che dovrà racco-
gliere tutti i dati sulle transa-
zioni tracciate. Si tratta di un si-
stema informatico in grado di
gestire i dati dei circuiti di car-
te di credito e quindi di inviarli

a una centrale che calcolerà
quanto il possessore della car-
ta si vedrà poi stornare come
premio. Il meccanismo è quel-
lo del «cashback», che signifi-
ca «denaro indietro», e per co-
me è stato pensato solleva i cit-
tadini sia dall’obbligo di con-
servare scontrini e ricevute sia
dalla necessità di far transitare
i rimborsi dalla dichiarazione
dei redditi e quindi di ricorrere
al commercialista.

Le spese nel mirino
In pratica chi dal 1° luglio pa-
gherà con moneta elettronica
ristoranti, officine auto, idrau-
lici, parrucchieri ed estetiste e
probabilmente anche altre ca-
tegorie come medici e dentisti
(la lista è in via di definizione)
avrà indietro il 19% diretta-
mente dalla società che gesti-
sce la carta di credito o il banco-
mat. In pratica ogni 100 euro
pagati con le carte se ne riceve-
ranno indietro 19. Tutti gli im-
porti maturati verranno riac-
creditate il 6 gennaio, giorno
della Befana, dell’anno dopo.
Il governo in questo modo
conta di ridurre in maniera si-
gnificativa l’evasione fiscale.
Anche il capo dello Stato, Ser-
gio Mattarella, auspica che
vengano usate al meglio «le op-
portunità offerte dall’innova-
zione digitale per un’efficace
azione di contrasto a contraffa-
zione ed economie parallele».
Per il secondo semestre 2020
si prevede di mantenere inva-
riato lo stanziamento di 3 mi-
liardi previsto inizialmente
per l’intera annata, cifra che
corrisponde ad un valore me-
dio del bonus di 500 euro anzi-
ché di 300. Secondo le stime,
infatti, il meccanismo del «ca-
shback» dovrebbe spingere la
diffusione della moneta elet-
tronica dagli attuali 6-7 milio-

ni di utenti a circa 15.
La lotteria degli scontrini
In aggiunta c’è la lotteria lega-
ta all’emissione degli scontri-
ni, per la quale il decreto fisca-
le stanzia 50 milioni di euro
(45 per i premi destinati a con-
sumatori ed esercenti e 5 per
spese di gestione amministrati-
va e comunicazione), preve-
dendo poi una sanzione ammi-
nistrativa da 500-2000 euro

per gli esercenti che rifiutano
il codice fiscale del cliente o
non trasmettono i dati all’A-
genzia delle Entrate.

Contanti e sanzioni Pos
Rinviato a luglio anche l’abbas-
samento del tetto sul contante
e le sanzioni per chi non accet-
ta il pagamento attraverso i
«Pos», per incentivare i quali il
governo non esclude la possibi-

lità di un credito di imposta sul-
la falsariga di quello già previ-
sto per i benzinai. Sul contan-
te, come annunciato, si preve-
de di abbassare da subito la so-
glia di utilizzo dagli attuali 3
mila a 2 mila euro e quindi di
scendere a mille dal 2022.
Sempre a partire dal luglio
scatteranno le sanzioni per chi
non accetta pagamenti in mo-
neta elettronica. Il decreto fi-

scale prevede una sanzione di
30 euro in caso di mancata ac-
cettazione di un pagamento,
di qualsiasi importo, effettua-
to con carta di credito o di debi-
to, aumentata del 4% del valo-
re della transazione. Ma non è
escluso che in sede di conver-
sione del decreto il Parlamen-
to decida di attenuare o correg-
gere queste sanzioni. —
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La guerra al contante rinviata al primo luglio. Affidati ai gestori dei pagamenti elettronici i dati del “cashback” che sarà versato il 6 gennaio 2021


Procedura automatica per premiare i bancomat


Non sarà necessario conservare gli scontrini


INTERVISTA


Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia

NICOLA MISCIONE


RISTORATORE


A TORINO


Noi usiamo il Pos da
quando si pagava il
4% in commissioni
Chi è in mala fede
avrà dei problemi

Oggi paga con la
carta il 30% dei
clienti, se lo faranno
tutti, per me
la spesa triplicherà

REPORTAGE


DALL’INVIATO A STRASBURGO


Q


uando un vigile ve-
de passare con il
rosso un suo ami-
co, che sa essere un
automobilista disciplina-
to, può essere un po’ meno
duro. Ma non può certo far
finta di non vedere che sia
passato con il rosso». Da-
niel Gros utilizza una meta-
fora stradale per descrive-
re la lettera inviata dalla
Commissione europea al
«governo amico» di Roma.
Un atto che secondo il diret-
tore del Ceps di Bruxelles
(Center for European Poli-
cy Studies) era inevitabile.
«La Commissione fa il suo

lavoro, che prevede un pa-
rere di tipo tecnico - spiega
l’economista tedesco -. Poi
c’è il giudizio politico che
spetta al consiglio dei mini-
stri delle Finanze».
Politica a parte, dal punto
di vista tecnico la manovra
non rispetta le regole Ue.
«Il nuovo governo non ha
avuto il coraggio di imprime-
re una svolta per il prossimo
anno, ma si è soltanto limita-
to a contenere i danni. Non
c’è una riduzione del deficit,
per questo non dobbiamo
meravigliarci della lettera».
Cosa potrebbe succedere
ora, alla luce della risposta
del governo?
«La Commissione farà le sue
valutazioni e, nel caso in cui
confermasse questi rischi,

potrà andare avanti con i
passaggi successivi. Un rap-
porto sul debito e, se neces-
sario, la proposta di aprire
una procedura. Starà al go-
verno dimostrare di voler
imprimere una svolta per gli
anni successivi. Perché i con-
ti non vanno mai visti su un
singolo anno, ma su di un ar-
co temporale più lungo».
In Italia, la Commissione
Juncker è accusata di esser
stata troppo severa. In altri
parti d’Europa, Germania
e Olanda per esempio, il
giudizio è opposto. Lei che
bilancio fa di questi cinque
anni?
«Certamente la Commissio-
ne non è stata coerente. Ha
sempre fatto così: prima ha
minacciato una linea dura,

poi mercanteggiato e alla fi-
ne ha fatto un passo indie-
tro. Non è mai stata capace
di porre limiti chiari».
È stata troppo “politica”?
«Sì, perché ha sempre antici-
pato il giudizio politico anzi-
ché limitarsi a quello tecni-
co. Per esempio si è compor-
tata in modo più morbido
per evitare l’avanzata dei po-
pulisti alle elezioni. Ma non
dovrebbe essere questo il
suo compito. Le regole, an-
che nel caso di una procedu-
ra per disavanzi eccessivi,
sono chiare: la Commissio-
ne propone, ma è l’Ecofin
che dispone».
Ursula von der Leyen sarà
in linea con il suo predeces-
sore oppure vedremo un
cambio di passo?
«La Commissione Juncker,
come ho detto, ha avuto una
linea molto politica, per nul-
la rigida. Basti vedere come
si è comportata con Porto-
gallo, Spagna e Francia...
Stando agli annunci, credo
che von der Leyen cercherà
di trovare ancora più spazio
per la flessibilità. Ma questo
riguarderà i Paesi con alto
deficit, non quelli con un ma-

xi-debito come l’Italia».
In Europa si discute della
necessità di rivedere le re-
gole del Patto di Stabilità,
anche alla luce del rallenta-
mento dell’economia: è la
strada da seguire?
«Il rallentamento non c’en-
tra nulla, anche perché già
oggi si guarda al deficit de-
purato dal ciclo economico.
C’è una cosa però di cui si po-
trebbe discutere: il Patto
parte dall’idea che il debito
costa, ma per molti Paesi il fi-
nanziamento del proprio de-
bito ora è arrivato pratica-
mente a zero. Ecco, questo
potrebbe essere un tema da
affrontare, anche se difficil-
mente si potrà trovare un’in-
tesa tra i governi».
Il debito italiano, però, con-
tinua a pesare sulle casse
dello Stato: gli interessi co-
stano ogni anno circa 60
miliardi di euro.
«E infatti l’Italia è un caso
particolare. È l’unico Paese,
con la Grecia, con un livello
di debito alto che ha costi im-
portanti. Per questo sarebbe
un errore applicare maggio-
re flessibilità».—
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Moscovici: non c’è
alcuna crisi con l’Italia
e nessuna richiesta
di riscrittura

Lotta all’evasione dimezzata


Solo tre miliardi di entrate


Il Tesoro risponde all’Ue. Gualtieri: pochi margini per modifiche alle Camere


I NODI DELL’ECONOMIA I NODI DELL’ECONOMIA


LAPRESSE


Mattarella: “Usare
l’innovazione
per contrastare
economie parallele”

La Commissione non
chiude la porta alla
richiesta di maggior
flessibilità

MERCOLEDÌ 23 OTTOBRE 2019 LASTAMPA 5


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