Il Sole 24 Ore Martedì 22 Ottobre 2019 35
Welfare & Assicurazioni
Previdenza complementare. La diffusione
del secondo pilastro non riesce a decollare
L’ansia per la pensione
non spinge l’integrativa
Assistenza sanitaria. La cultura della prevenzione, l’allungamento della vita e il nodo liste d’attesa spingono
le assicurazioni ramo malattia (+,% i premi nei primi sei mesi) - Il mercato attira nuovi protagonisti
Le polizze salute trovano slancio
Federica Pezzatti
L’
allungamento della vi-
ta, la cultura della pre-
venzione e il contempo-
raneo, e meno piacevo-
le, allungamento delle
liste d’attesa nel settore
sanitario pubblico stanno rilancian-
do il ruolo delle assicurazioni salute.
E i risultati cominciano a perce-
pirsi con continuità anche nella rac-
colta. Dopo un a + ,%, nei pri-
mi sei mesi del il ramo malattia
ha raccolto premi per , miliardi,
+,% rispetto all’anno precedente,
ben sopra la media del settore danni.
Anche società storicamente
orientate alla consulenza finanziaria
cominciano a proporre polizze salu-
te. È il caso di BancaMediolanum, ma
anche di Poste Assicura. Si tratta tal-
volta di soluzioni che, oltre al rim-
borso spese mediche, offrono anche
servizi accessori dove si cominciano
a sfruttare le potenzialità delle piat-
taforme digitali per offrire preven-
zione e wellness.
Un tema che sarà preponderante
nel prossimo lustro anche grazie al
ruolo crescente della tecnologia.
«Parlando di prevenzione, in ambito
Salute - come spiega lo studio di Ro-
land Berger «Artificial Intelligence:
Challenges and Opportunities for
Insurers» –, le nuove applicazioni
dell’IA consentiranno di integrare
l’approccio reattivo per la cura del
paziente, con uno proattivo suppor-
tato anche da diagnosi in remoto e
monitoraggio dei pazienti diretta-
mente da casa».
Buona parte della raccolta in que-
sto settore viene realizzata tramite
polizze collettive (circa il % dei pre-
mi totali),stipulate all’interno di ac-
cordi negoziali, ma si stanno diffon-
dendo anche soluzioni individuali.
L’auspicio del comparto è che si
cominci a colmare il gap con il resto
d’Europa: in Italia la spesa “out-of-
pocket” (circa miliardi di euro) è
pari al % dell’intera spesa sanitaria
privata contro il % della Germania,
il % della Francia, il % dell’Olan-
da. Si tratta di un dato che certifica
l’esistenza di bisogni che non trova-
no risposta nel Ssn, ma che non si di-
rigono ancora verso soluzioni di tipo
mutualistico-assicurativo. Inoltre il
dato drammatico è che, secondo il
“Rapporto sul bilancio di welfare
delle famiglie Italiane” di Mbs con-
sulting, il ,% dei nuclei familiari
nel ha rinunciato a delle cure e,
nel % dei casi, si è trattato di rinun-
ce rilevanti.
Secondo il Censis sono i tempi di
attesa, particolarmente elevati (fino
a giorni per una mammografia),
a spingere sei italiani su a pagare
gli accertamenti di tasca propria. Co-
sì il conto lo scorso anno è stato pari
a euro pro capite, con un aumen-
to del % negli ultimi sei anni.
«Tra il e il , in particola-
re, l’incidenza sui redditi della spesa
sanitaria privata è passata dal ,%
al ,% – spiega Marco Vecchietti,
ad e dg di Rbm Assicurazione Salute
–. La sanità integrativa oggi copre
, milioni di italiani e la sua diffu-
sione riguarda prevalentemente le
fasce di età adulta e quindi ancora
attive, mentre contenuta è l’adesione
dei giovani e degli anziani». Proprio
partendo dal problema dei tempi del
Ssn Rbm ha lanciato la polizza “Stop
liste di attesa” che subordina la pos-
sibilità di attivare la propria polizza
privata alla presenza di liste di attesa
troppo lunghe o di assegnazione del
cittadino da parte del Cup a strutture
del Ssn troppo distanti.
La questione della sanità integra-
tiva e la ridefinizione delle sue regole
ora è al vaglio della politica. «Voglia-
mo favorire una positiva interazione
e non contrapposizione tra pubblico
e privato – spiega Giovanna Gigliotti,
neo ad di Unisalute – sviluppando
modelli di sanità integrativa a soste-
gno del sistema pubblico, che co-
munque deve mantenere un ruolo
centrale in termini di universalità,
con particolare riferimento a croni-
cità, assistenza domiciliare, non au-
tosufficienza e prevenzione». Ora re-
sta da vedere se il servizio delle com-
pagnie sarà all’altezza delle aspetta-
tive. Nel settore salute Ivass ha
registrato un forte aumento dei re-
clami dei consumatori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nel settore
prevalgono
le polizze
collettive,
però si
stanno
diffonden-
do anche
le soluzioni
individuali
L
a qualità della vita nella fase di
pensionamento per gli italiani
rappresenta una grande preoc-
cupazione: circa una persona su
due avverte la paura di non avere dena-
ro sufficiente per condurre una vec-
chiaia serena. Tale percentuale sale al
% per gli over enni. Questi dati
emergono dalla ricerca « Agile
Workforce Protection» di Zurich e
Oxford University e ci incoronano co-
me i soggetti più in ansia per la pensio-
ne a livello globale.
Tuttavia, paradossalmente, la diffu-
sione del secondo pilastro previdenzia-
le (fondi pensione e piani individuali
pensionistici) nel Belpaese è ancora
scarsa. «Meno di un lavoratore su tre
partecipa al sistema; con riguardo ai
più giovani, il tasso di partecipazione si
riduce a uno su –, spiega Dario Foca-
relli, direttore generale dell’Ania, inter-
venuto alla “Prima giornata dell’educa-
zione assicurativa” –. Si tratta, eviden-
temente, di una situazione non ottima-
le, che espone i lavoratori di oggi –
specie quelli più giovani – al rischio di
non disporre di risorse sufficienti una
volta usciti dal mercato del lavoro, in
uno scenario di bisogni di protezione
fortemente crescenti in età anziana».
La crescita degli ultimi anni della
partecipazione al secondo pilastro (si
sfiorano i nove milioni di aderenti) è
dovuta in larga misura alle cosiddette
“adesioni contrattuali” - cioè quelle
stabilite dalle fonti negoziali, per l’inte-
ro bacino di utenza - con il solo contri-
buto datoriale che di per sè non è suffi-
ciente a costruire una pensione di scor-
ta. «L’idea di base è che esse, grazie al-
l’opera di sensibilizzazione realizzata
nei riguardi degli aderenti “automati-
ci”, nel tempo possano trasformarsi in
iscrizioni ordinarie, con apporto con-
tributivo anche del lavoratore e confe-
rimento del Tfr là ove previsto –, spiega
Sergio Corbello, presidente di Assopre-
videnza –. La realtà è che risulta molto
arduo persuadere gli aderenti contrat-
tuali della necessità di costruire una
“vera” posizione previdenziale (confe-
rendo un ragionevole spessore econo-
mico), cosicché le “conversioni” sono
poco frequenti». Assoprevidenza da
sempre sostiene, tenendo conto anche
delle esperienze internazionali, la ne-
cessità di un’adesione cogente alla pre-
videnza complementare, stabilita non
per legge, bensì dai contratti collettivi,
con versamento al fondo pensione di
riferimento del contributo del datore e
di quello del lavoratore, Tfr compreso.
«Ciò, fatta salva la possibilità di rinun-
cia all’iscrizione da parte di ogni singo-
lo interessato, nel rispetto del principio
di volontarietà», spiega Corbello.
Il vero ostacolo a questa proposta
più che di tipo sindacale sta, secondo
Assoprevidenza, nella questione Tfr
depositato presso le piccole imprese. Le
aziende con meno di dipendenti so-
no sottratte agli obblighi verso il Fondo
di tesoreria e trattengono ancora il Tfr
nei propri conti: esso resta un’obbliga-
zione diretta verso i dipendenti, ma è
stato, sinora, anche un utile autofinan-
ziamento, a basso costo. «Mi sembra
ora che la questione possa essere ricon-
siderata nell’ottica dell’effettiva conve-
nienza. Con l’andamento attuale e pro-
spettico dei tassi, il Tfr non appare più
un autofinanziamento particolarmen-
te a buon mercato: esso, infatti va re-
munerato al % dell’inflazione con la
maggiorazione di , punti. Per l’im-
presa non è più un grande affare e, re-
puto, non lo sarà per parecchio tempo»,
conclude Corbello nella sua proposta.
Ora resta da vedere cosa farà il nuo-
vo governo per rafforzare il secondo pi-
lastro. Dai primi orientamenti pare che
si procederà con una campagna di sen-
sibilizzazione ma, per ora, niente di più.
—Fe.Pe.
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Ripartizione % dei premi tra polizze individuali e collettive, ramo malattia: distribuzione per garanzia e per tipologia di premio,
anno 2018
(*) nella voce Altro sono incluse quote di premi di coperture che non rientrano in quelle già indicate (come ad esempio l’inabilità temporanea) o che non possono essere allocate a una specica
garanzia per mancanza di informazioni. Fonte: Ania
Rimborso spese mediche
Invalidità permanente
Diaria
Long term care
Altro*
CONTABILIZZATO NUOVA PRODUZIONE
65%
82%
10%
8%
12%
4%
0%
1%
12%
5%
55%
52%
13%
35%
13%
2%
1%
1%
18%
10%
POLIZZE INDIVIDUALI POLIZZE COLLETTIVE
Il quadro assicurativo
Una perso-
na su due
avverte la
paura di non
avere dena-
ro sufficien-
te per con-
durre una
vecchiaia
serena