Il Sole 24 Ore - 22.10.2019

(Brent) #1

6 Martedì 22 Ottobre 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano


Impatto sui bilanci delle principali banche italiane derivante dai titoli di Stato italiani in portafoglio.
IITrim. 2019 in milioni di euro

Fonte: Stime Equita Sim

ESPOSIZIONE TOTALE
SU TITOLI DI STATO ITALIANI

ESPOSIZIONE TOTALE
SU TITOLI DI STATO ITALIANI

PERCENTUALE
DEL CET 1

IN MILIONI
DI EURO

IN MILIONI
DI EURO

PERCENTUALE
DEL CET 1

RENDIMENTO MEDIO LORDO

RENDIMENTO MEDIO LORDO

UTILE NETTO 2019

% NETTA SU UTILE NETTO

% NETTA SU UTILE NETTO

UTILE NETTO 2019

BPER BANCA POP.
DI SONDRIO

CREDITO
EMILIANO

CREDITO
VALTELLINESE

UNICREDIT INTESA SANPAOLO BANCO BPM MPS UBI


TOTALE














5.025 6.625 2.


52.901 34.267 9.






251%


143%


253%


364% 255% 142%


113% 99% 141%


137%


1,3%


1,2%


1,2%


0,9% 0,7% 0,9%


1,3% 1,4% 1,2%


1,3%


(^65474423) 1.
521
240
39
29 84 183
4.575 4.079 326
10.
35%
19%
Nd
Nd 36% 9%
10% 8% 24%
13%
679 482 262 219 113
Banche e BTp, rischi e opportunità secondo Equita Sim
Ad oggi
il Tesoro ha
raggiunto
già l’85%
degli
obiettivi
di raccolta
sul mercato
per l’intero
2019


Cet


PAROLA CHIAVE
Capitale primario di vigilanza
Il Tier 1 capital è il patrimonio di
qualità primaria di una banca. Di
fatto è il pilastro del capitale di
ogni banca. Al Tier 1 capital
concorrono il capitale versato, le
riserve e gli utili non distribuiti. Nel
conteggio del Tier 1 capital
rientrano, in una percentuale
sempre più ridotta, anche alcuni
strumenti innovativi di capitale. La
loro esistenza spiega la decisione
di separarli dal capitale primario
creando il Tier 2 e il Tier 3 capital.
BTp Italia, esordio sprint:
già richieste per 2 miliardi
Collocamenti. Nonostante il tasso reale più basso (,% minimo), quest’anno
la domanda in un giorno ha raggiunto quella raccolta in quattro sedute del 
Gianni Trovati
ROMA
Tassi bassi, successo alto. La prima
giornata nell’emissione numero 
del BTp italia conferma quella che
sembra diventata una regola per
questo strumento. Il primo turno
riservato ai piccoli investitori è ba-
stato a sfiorare la soglia dei  mi-
liardi di titoli collocati, a un soffio
dai , raccolti in quattro giorni a
novembre scorso da un’asta sfortu-
nata arrivata in piena tempesta sul-
l’asse Roma-Bruxelles.
Ma rispetto all’autunno scorso
il quadro è drasticamente cambia-
to. E i risparmiatori mostrano di
apprezzare. Il titolo in emissione
in questi giorni offre un minimo
garantito dello ,% su una sca-
denza a otto anni, contro l’,%
proposto a novembre per un quat-
tro anni. Ma il BTp Italia è prima di
tutto uno strumento da cassettisti.
E la tranquillità, in questo caso,
premia. Anche perché in tempi di
interessi piatti e di ipotesi di tassi
negativi anche per il retail un mi-
nimo garantito allo ,% acquista
tutto un altro sapore, soprattutto
quando è accompagnato dalla ga-
ranzia di protezione dall’inflazio-
ne e dal premio fedeltà del  per
mille per chi acquista all’emissio-
ne e tiene il titolo in portafoglio fi-
no alla scadenza.
Ieri sono stati . i contratti
chiusi per arrivare a quota ,
miliardi di euro di titoli emessi.
Oggi si replica per piccoli investi-
tori e affini, vale a dire i titolari di
gestioni patrimoniali che in genere
mettono sul piatto investimenti
medi un po’ più consistenti. Doma-
ni sarà invece il turno degli istitu-
zionali, ma con una novità rispetto
al passato perché il tasso definitivo
sarà comunicato a inizio mattina
prima dell’ultima sessione. Anche
questo, secondo gli obiettivi del
Tesoro, dovrebbe aiutare a sgom-
brare ulteriormente il campo dai
fattori di incertezza favorendo
l’interesse degli investitori. Così,
almeno, insegna l’esperienza del
passato recente.
Anche se in questo caso le inco-
gnite sono decisamente più conte-
nute. Ieri il nuovo round di batta-
glie interne alla maggioranza ha
aiutato un minirialzo dello spread,
che ha comunque chiuso a quota
 punti. Siamo a livelli lontanissi-
mi da quelli autunnali, e al limite
questa piccola spinta potrebbe aiu-
tare a far spuntare qualche punto
base in più al tasso definitivo. In
ogni caso, i titoli “normali” a otto
anni viaggiano sul mercato con un
interesse intorno allo ,%, quindi
con un differenziale minimo ri-
spetto ai livelli di riferimento del
nuovo BTp Italia.
Il confronto con il passato recen-
te aiuta anche a misurare i risultati
attesi per la nuova emissione dagli
analisti, che «vedono» il possibile
superamento dei  miliardi. Il 
ha visto due collocamenti dei BTp
Italia, diversissimi fra loro: l’ulti-
mo, quello di novembre, chiuse il
primo giorno dopo aver raccolto
solo  milioni, e chiuse arrancan-
do fino a quota , miliardi dopo
l’ultima tornata riservata agli isti-
tuzionali. A maggio, nell’ultima fi-
nestra prima dell’altalena dello
spread innescata dal contratto di
governo Lega-MS prima e dalla
Nadef poi, la prima giornata chiuse
a , miliardi, e il titolo arrivò a rac-
cogliere , miliardi. Anche in ter-
mini di contratti, il risultato di ieri
avvicina in un giorno il totale rac-
colto dal BtpI di novembre in tutti e
quattro i giorni (. acquisti).
La ripresa, che la dg Debito pub-
blico guidata da Davide Iacovoni
raccoglie all’indomani del successo
del BTp in dollari, nell’ottica del Te-
soro è utile prima di tutto per archi-
viare definitivamente l’inciampo di
novembre seguito dalla rinuncia al
collocamento nella primavera scor-
sa. Anche perché in termini di fun-
ding la macchina di Via XX Settem-
bre ha viaggiato a pieno ritmo negli
ultimi mesi, e ha raggiunto ormai
l’% degli obiettivi di raccolta di
quest’anno per i titoli a medio-lun-
go termine.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Tasso cedolare (reale) minimo garantito di tutte le emissioni di BTp Italia. Il tasso minimo non coincide
con quello nale delle emissioni
Mar
2012
Giu
2012
Ott
2012
Apr
2013
Nov
2013
Apr
2014
Ott
2014
Apr
2015
Apr
2016
Ott
2016
Mag
2017
Nov
2017
Mag
2018
Nov
2018
Ott
Emissione 2019
Cedola
reale
minima
garantita
(%)
0
1
2
3
4
La storia dei BTp Italia
CREDITO E TITOLI DI STATO
Banche italiane, il tesoro BTp
vale 2 miliardi di utili nel 2019
Impatto medio del %
sugli utili netti, fino al %
Peso diverso sul Cet
MILANO
Quasi  miliardi di euro. A tanto
ammonta la quota di utili lordi che
le maggiori banche italiane realiz-
zeranno nel  grazie alle cedole
sui titoli di Stato italiani. Passando
dal lordo al netto, il contributo dei
«govies» domestici è pari al % dei
 miliardi di profitti netti che le
prime  banche italiane realizze-
ranno complessivamente nel .
Un dato medio che tiene conto di
alcuni picchi: BancoBpm e Popola-
re Sondrio, per esempio, realizze-
ranno ben il -% dell’utile netto
grazie ai BTp. E anche Ubi Banca
potrà contabilizzare circa un quar-
to dei profitti annuali (%) grazie
ai bond sovrani. Più contenuto il
contributo percentuale per le due
grandi banche: l’% per l’«italia-
nissima» Intesa Sanpaolo e il %
per la «paneuropea» UniCredit (i
dati completi sono pubblicati nella
tabella a fainco).
Le stime, che tengono conto del
portafoglio di titoli di Stato in pan-
cia alle banche nell’anno in corso,
sono state elaborate da Giovanni
Razzoli di Equita Sim. Come si vede,
il legame tra banche e BTp continua
a essere forte e determinante - in
tempi di calo degli interessi dall’at-
tività creditizia - per il conto econo-
mico dei maggiori gruppi. Per le
piccole banche non quotate, su cui
non esistono stime di analisti, il fe-
nomeno dovrebbe essere ancora più
accentuato poichè - come ha ricor-
dato al Forex di gennaio il Governa-
tore di Banca d’Italia Ignazio Visco



  • «le banche meno significative in


genere investono in titoli di Stato
una quota degli attivi più elevata».

Se il contributo dei BTp resta


tuttora determinante per gli utili


delle banche, la riduzione dello


spread e il rialzo dei prezzi per la
contrazione del rischio «Italexit»

non devono essere un pretesto


per nascondere i pericoli di un’ec-
cessiva concentrazione degli in-

vestimenti bancari in titoli sovra-


ni (spesso, quasi solo italiani). Se-
condo le elaborazioni di Razzoli

di Equita Sim, l’esposizione delle
prime nove banche italiane ai

«domestic govies» è in media pari


al % del capitale primario di vi-
gilanza (Cet). Ma anche in questo

caso le punte estreme evidenzia-


no concentrazioni del rischio
sproporzionate al Cet: si pensi

che il Credito Valtellinese ha


un’esposizione ai titoli di Stato
italiani che è pari al % del Cet.

E Mps, BancoBpm e Popolare


Sondrio del %.
Il clima di «bonaccia» sui mer-

cati sta creando condizioni favore-


voli per la riduzione dell’esposi-
zione. E in parte è quello che sta

accadendo, con alcune banche che


nelle ultime settimane hanno pre-
so ad alleggerire l’esposizione ai

BTp. Guardando al mancato con-


tributo agli utili, però, pare difficile


pensare che le banche si privino
troppo degli interessi derivanti dai

titoli di Stato. Malgrado le pressio-


ni della Vigilanza che, in particola-
re per le banche monitorate diret-

tamente dalla Bce, richiede una ri-


duzione del rischio sovrano come
premessa per il completamento

dell’Unione Bancaria e l’assicura-


zione unica dei depositi.
Per le banche non esiste alcun

obbligo regolamentare interna-


zionale che imponga la riduzione
dei titoli di Stato in portafoglio. Il

lungo dibattito tra le Autorità glo-


bali per la riduzione dei rischi
bancari dopo la crisi del -

 si è concluso a fine  con


il varo delle nuove norme cosid-
dette di Basilea , da cui è stato

stralciato qualsiasi riferimento al


trattamento dei titoli di Stato pre-
senti nei portafogli bancari, tema

particolarmente sentito da molte


istituti europei, tra cui quelli ita-
liani in testa, e da quelli giappone-

si. Ma l’eccessiva concentrazione


del rischio sovrano nelle banche,
e in particolare la scarsa diversifi-

cazione, è oggetto di moral suasion
della Vigilanza Bce.

Negli ultimi diciotto mesi, in due


fasi l’impennata dello spread ha
determinato contabilmente

un’erosione temporanea dei Cet


delle banche italiane che hanno
parzialmente tamponato i danni

patrimoniali “arbitraggiando” con


le due modalità di classificazione
contabili concesse (immobilizzati

o disponibili per la vendita). Non è


detto che la “bonaccia” sullo spread
resti in eterno. E l’eccessiva con-

centrazione del rischio evidenziata


dalle elaborazioni di Equita do-
vrebbe portare alcune banche ad

approfittare del clima favorevole


sui mercati per ridurre la rischiosi-
tà del portafoglio.

—Al.G.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

I NUMERI


1,


Miliardi di domanda
Nel primo giorno di offerta del BTp

Italia gli ordini d’acquisto arrivati dai


piccoli risparmiatori sono stati
27.150, per un totale 1,995 miliardi di

euro. A ottobre scorso la domanda


superò di un soffio i 2 miliardi in
quattro giorni di collocamento.

0,6%


La cedola minima reale


Il titolo offre una cedola minima
reale garantita dello 0,6%. Tasso

reale più basso rispetto all’1,45%


offerto un anno fa sul BTp Italia (su
una scadenza di soli 4 ani contro gli

8 di questa volta).


8%


L’AFFARE
DEL 2011
Il 28 novembre di
otto anni fa, in
piena emergenza
spread, venne
indetto il primo
BTp day:
commissioni zero
per i risparmiatori
che compravano
titoli di stato. Tra
cedole e prezzo, il
rendimento del
decennale era pari
all’8%
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