Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 13


L’erroredistudiare Hitler


pensandoad AlQaeda


di MARCOMONDINI

OrizzontiLapolemica


JaneAusten non ci riuscì, vinta dalla malattia,
ma a dare a Sanditon (1817) un finale ora ci
pensa la tv. In onda sullarete inglese Itv, la
serie in otto episodi molto liberamente
ispirata all’omonimoromanzo incompiuto è

scritta da AndrewDavies, che nel 1995 firmò
un adattamento di Orgoglioepregiudizio (che
qui cita) rimasto mitico tra ifan diAusten.
Che stavolta invece storcono il naso: incesto,
nudi e sesso.Troppo, per lacara miss Jane.

Jane Austen troppo a nudo

{


Risvolti
di Giulia Ziino

«N


oncapisco perché dovremmocon-
durreuna guerra per sconfiggere
l’hitlerismo! Chevada al diavolo Hi-
tler! Se itedeschi lovogliono, sono
felicediconcedereloroquestote-
soro e faccio il mio inchino!». È il novembre 1939.Regno
Unito e Germaniacombattono da dieci settimane, quan-
do lordBeaverbrook, influentemagnatedella stampa
inglese,confida a Ivan Maisky, ambasciatore sovietico a
Londra, il suo disappuntoper quello che giudicaun
conflitto futile. Non è l’unico. In quel 1939, «morire per
Danzica»,come scrisse Marcel Déat (un passato da so-
cialistaeunfuturodacollaborazionista di Vichy), era
considerato da molti un errore.
Ha gioco facile Victor D. Hanson nel suo ultimo libro
La Seconda guerra mondiale , appena uscito in italiano
per Mondadori,ametteresottoaccusa l’accondiscen-
denzadel RegnoUnitodifronteallo smantellamento
del sistema europeo creato aVe rsailles nel 1919. Ma i bri-
tannici non sono soli sul banco degli imputati. GliStati
Uniti e l’Unione Sovietica (complice della Germania fino
al 1941) sono egualmentecolpevoli. «La tragedia della
Seconda guerra mondiale» avrebbe potuto essere evita-
ta, «se nonfosse statoper l’ appeasement britannico,
l’isolazionismo americanoelacollaborazione sovieti-
ca», ripete Hanson a più riprese. Non è il primo ad aver
rovesciato la questione dellacolpa. Nel 1961,con Le ori-
gini della Seconda guerra mondiale , Alan J. P.Taylor ri-
velò l’opportunismo dell’aggressiva politica nazionalso-
cialista.Una tigre dicarta, ilTerzoReich, che si muoveva
senza una strategia di lungotermine. Hitler avrebbe po-
tutoesserefermatoben prima del settembre1939, se
LondraeParigi avesseroavutoilcoraggio divedereil
bluff del suorevisionismo.

Seguendo la lezione diTaylor, Hanson dedica buona
parte della sua poderosa sintesi a smontare il mito del-
l’onnipotenza militaredell’Asse. All’alba dell’invasione
dellaPolonia, leforzearmatetedesche non erano per
nulla invincibili. La tantocelebrata Blitzkrieg , la guerra
lampo, si affidavafondamentalmente al panico dei ne-
mici e ad alcunecentinaia dicarri armati leggeri, soste-
nuti da una flotta aerea inadeguata. L’abbaglio di euro-
pei e americani fu, delresto, soprattutto un autoingan-
no. Alla metà degli anni Trenta, personaggi popolarico-
me Charles Lindbergh, il divo dell’aviazione americana
trasvolatoredell’Atlantico, ed esperticome il generale
John Fuller erano ospiti abituali delle paratetedesche e
dalle loro visitetornavano cianciando di armate invinci-
bili: «Quasi tutti si lasciarono ipnotizzare dalla pompa e
dalla spacconeria dei nazisti». Il Giappone, che non
avrebbe mai potuto rimpiazzare la splendida flotta del
1941, e persino l’Italia fascista, i cuivanti imperiali si ba-
savano su un esercitoottimo per una guerra divent’anni
prima, approfittarono della stessa credulità.
Il problema di Hanson è che non si vuole limitare a
destrutturarequestomito. Come èstato combattuto e
vinto il secondo conflitto mondiale ,recita l’ambizioso
sottotitolo de La Seconda guerra mondiale , che si chie-
de: «Perché gli Alleati vinsero?». Purtroppo, anche se ha
tratto daTaylor il gustoper la provocazione,edal suo
maestroJohnKeegan quello di una scrittura arguta e

ironica, ad Hanson mancano sia leconoscenze di storia
europea del primo sia l’equilibrio del secondo. Classici-
sta diformazione, Hanson è un esperto di guerra nella
Grecia oplitica. La sua passione per la storia militare l’ha
poi portato a occuparsi delle grandi battaglie attraverso
i secoli, da Salamina all’offensiva delTêt (Vietnam 1968),
senza però mai acquisire unarealecompetenza sull’età
moderna econtemporanea. L’idea che la Seconda guer-
ra mondiale sia «il primoconflitto globale», ad esem-
pio, è una miopia tipicamente americana, che iveri spe-
cialisti di storiacontemporanea statunitensi (come Mi-
chael Neiberg in The Path toWar ) denunciano datem-
po.«Malgrado il suo nome, la Prima guerra mondiale
non fu mairealmente globale» afferma perentoriamen-
te Hanson, poiché «nessunterritorio nordamericano o
australianovenne attaccato»: dunque, la Grande guerra
non può essereconsiderata unconflitto globale perché
nessuno bombardò per alcune orealcuni chilometri
quadrati diterritorio statunitense.
Il provincialismo di questa percezione si sposacon
una generale ignoranza della storia europeacontinenta-
le. Nelle sue oltre settecento pagine, La Seconda guerra
mondiale offre unvariegatocampionario di errori, alcu-
ni dei quali bizzarri (l’Italia ebbe un milione di morti nel
1915-18, Mussolini era unromanziere), altri rivelatori.
Secondo Hanson, la letteraturatedesca degli anniVe nti
eTrenta era impegnataarivisitareromanticamentela
sconfitta: viene da chiedersi se l’autore abbia mai sentito
parlarediErich MariaRemarque.Oseabbia mai letto
qualche riga diRobertPaxton o di Emilio Gentile sul fa-
scismo, vista latendenza ad usarecon unacerta disin-
voltura lacategoria. Italiani,tedeschi e giapponesi sono,
indifferentemente, «fascisti»: quanto meno per ilregi-
me militarista nipponico, qualche dubbio si dovrebbe
richiamare.
Il problema è che Hanson, buon esempio di intellet-
tuale che non ha mai superato il trauma dell’11 Settem-
bre, non scrive per dibattere dubbi, ma per incitare al-
l’azione nel presente. «La natura umana noncambia
mai»,recita la presentazione della rivista «Strategika»,
espressione del think tank neocon dell’Hoover Institu-
tion, a cui Hanson si è unito all’inizio degli anni Duemi-
la, mettendo la storia delle guerre passate al servizio del-
la politica di George Bush figlio e oggi di Donald Trump.
In Massacriecultura e Il volto brutale della guerra ,
Hanson ha messo in scena l’inevitabile trionfo militare
dell’Occidentecon i suoi soldati-cittadini: i greci a Sala-
mina, i franchi aPoitiers, gli americani alle Midway so-
no l’esempio dicoraggio e determinazione da cui impa-
rare per battere Al Qaeda. La Seconda guerra mondiale è
una storia morale sucome ci si dovrebbecomportare di
fronte a una dittatura aggressiva. Iltermine chiave è in
questocaso «deterrenza». Se gliUsa e ilRegnoUnito si
fosseroresi conto del proprio potenziale e avessero de-
ciso di usaresubitolaforzacontroHitler, la Seconda
guerra mondiale non sarebbe mai scoppiata, e sessanta
milioni di militari e civili in tutto il mondo non sarebbe-
ro morti. La stessa lezione non dovrebbe essere applica-
ta ai rapporticon la Corea del Nord (o qualsivoglia altro
nemico in vista)? Brillante e piacevole, ma anche perico-
losa, approssimativa, arrogante e ideologica, la ricostru-
zione di Hanson è un buon esempio dicome non si do-
vrebbe raccontare il passato.
©RIPRODUZIONERISERVATA

VictorD.Hanson


èiltipicointellettuale


americanochenonha


superatoiltrauma


dell’attaccoalleTorri


Gemelle.Ilsuolibro


sullaSecondaguerra


mondiale,chedefinisce


«fascisti»anche


igiapponesi,vorrebbe


insegnarcicome


cisicomportadifronte


adittatoriaggressivi,


macadenelmoralismo


ideologico.Incitare


all’azionenelpresente


gliinteressamoltopiù


checapireilpassato


i


VICTORDAVISHANSON


LaSecondaguerra
mondiale.
Comeèstatocombattuto
evintoilprimo
conflittoglobale
Tr aduzione di Aldo Piccato
e GabriellaTonoli
MONDADORI
Pagine 792, e 38

L’autore
Nato in California nel 1953,
lo storico americano Victor
Davis Hanson insegna
all’HillsdaleCollege
(Michigan) e ha lavorato a
lungo presso la California
State University. Senior
fellow all’Hoover Institution,
ha pubblicato in Italia: L’arte
occidentaledellaguerra
(traduzione diDavide
Panzieri, Mondadori, 1990;
Garzanti, 2001); Massacrie
cultura (traduzione di Sergio
Minucci, Garzanti, 2002;
Mondadori, 2017); Ilvolto
brutaledellaguerra
(traduzione di Elisa Banfi,
Garzanti, 2005; Mondadori,
2019); Unaguerradiversada
tuttelealtre (traduzione di
Roberto Merlini, Garzanti,
2008; Mondadori, 2018)
Ilclassico
Il libro Leoriginidella
Secondaguerramondiale di
AlanJ.P.Taylor uscì nel 1961
da Laterza nella traduzione
di Luciano Bianciardi
L’immagine
ArthurSzyk (1894-1951),
Anti-Christ (1942):Szyk,
artista ebreo di origine
polacca, rappresenta
Hitlercome il demonio
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