DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 27
un gesto. Ecco, iocercodi esprimere que-
sto precipitarsi delle esperienze».
Dietroc’è anche laformazioneteatrale,
negli stessi anni Novanta in cui è appunto
ambientatoilromanzo(McBride ha la-
sciato il palco qualchetempo dopo la fine
deicorsi, sotto choc per la morte del fra-
tello, e negli anni successivi ha iniziato a
scrivere). «Al Drama Centre di Londra —
racconta — insegnavano il metodoStani-
slavskij. Lì ho imparato acostruire i per-
sonaggi dall’interno.Per me la scrittura è
come larecitazione, ma adesso ho solo le
parole, prima avevo anche lavocee ilcor-
po». Eccoallora che quella di McBride è
una sorta di «scrittura 3D»,con la quale
prova a esprimere tutti i sensi del perso-
naggio. Neomodernistaèstata definita,
dicerto non naturalista. E anche quando
si chiede all’autrice se abbia dei modelli,
non cita un narratore«puro» ma la
drammaturga SarahKane: «La sua scrit-
tura,femminile, che però si esprimeva in
modo aggressivo, fisico,èstata impor-
tante. Non aveva paura di far vivere ai let-
tori un’esperienza difficile».
Noncel’ha neppureMcBride. Nello
stile, appunto, e neicontenuti. «Nel pri-
mo libro narro un abuso nel momento in
cui avviene. Nel secondo il dopo, sce-
gliendo due personaggi di età diverse.
Lui, trentottenne,rovinato da quanto ha
subìtomaaggrappatoalla vita grazie a
una figlia adorata seppurelontana; lei
che,a18anni, può ancora deciderechi
essere». Anche in questocaso l’esperien-
za interiore diventa scelta stilistica. A me-
tà del libro, il protagonistaconfessa il suo
passato e la scritturacambia radicalmen-
te,adifferenza del primoromanzo, più
omogeneo.Per una sessantina di pagine
Bohémienminori passa al monologo tra-
dizionale: pare di perdere lo specifico di
McBride, e in parte ècosì, ma ilcontenu-
toètalmentedelicatodagiustificarela
scelta. «Iltema è la violenza di una madre
su un figlio: non potevorischiaredubbi
interpretativi»,conferma l’autrice.
Alromanzohalavoratonoveanni.
«L’ho iniziato—ricostruisce—inun
momentoincui erolontana da Londra.
Ne sentivolanostalgia. Lazona di
CamdenTown, quella di quando ero stu-
dentessa,èforse l’unico“personaggio”
autobiografico:conlesuerockstar ma
ancheisemplici appassionati di arte,
non di fama.Alorosiriferisceiltitolo,
ironico, del libro. Amo Londra e ora sono
tornata: mi ero trasferita nell’Inghilterra
rurale ma sono rimasta scioccata dalvoto
pro Brexit,così sonovoluta rientrare nel-
la capitale, diversa dalresto delPaese».
Nella trama di Bohémienminori il ses-
so ha un ruolo decisivo. Il libro è pieno di
scene erotiche, talora vissutenello stor-
dimento di alcol e droghecon uomini e
donne di una notte.Poi, quelle tra i prota-
gonisti. E di nuovotorna la sfida lingui-
stica: «L’inglese — nota McBride — pos-
siede per l’eros parole che descrivono so-
prattutto l’esperienza maschile. Io provo
a non usarle, specie quelle piùcolorite, a
narrare dal punto di vista della protago-
nista». L’approccio, precisa, «è anti-por-
nografico: incercadell’essereumano,
non di un oggettodaguardare. Ilcom-
portamento nell’intimità è parte di noi e
come altri aspetti rivela i personaggi.Per
i miei due protagonisti è il solo modo di
comunicare,conoscersi.Apartiredasé
stessi: incontrodopo incontro,compio-
no piccoli passi in questo svelamento».
Per oltre metà del libro non sappiamo i
loro nomi.Poi ciascuno pronuncia quel-
lo dell’altro, nel momentodel passo
avanti più difficile. Lei, Eily, quando pen-
sa che non lo rivedrà più. Lui,Stephen, la
primavolta in cui le dice di amarla.
©RIPRODUZIONERISERVATA
«N
ello sferragliarenot-
turno parlando di
filmcamminiamo»
(...). «Così indugia,
quel baratroche ho
visto. Vicino alla mia lingua rimanendo
in silenziocome quelle acque chetedel
suo passatoche, quando oso chiedere,
lui presentacomefosserovetro». E anco-
ra: «In questo momento lo amocosì tan-
to(...). Ma. Presto. È di nuovoil passato.
Abbiatecompassione per chi è finito. Ne
abbiamo erestiamo sdraiati tranquilli ri-
cordando qualecorpo è suo, quale mio».
Il passato, il baratro.Epoiicorpi, il
sesso, l’amore. In una lingua spiazzante
ma potente, checatturaenon lascia
scampo, Bohémienminori ,secondoro-
manzo di Eimear McBride, narra la diffi-
cilecostruzione di unarelazione tra una
diciottenne, studentessa diteatro a Lon-
dra, e un attore divent’anni più grande.
Unaprovacheconferma McBride
(1976)comevoceoriginale, importante,
della nuovanarrativairlandese, insieme
ad autricicome SallyRooney (1991) e Lisa
McInerney (1981). Già nel 2014 il primo
romanzo, Unaragazzalasciataametà
—tradottoinItalia da Safarà, divenuto
Amore estremo, scrittura estrema
VociL’irlandeseEimearMcBridenarraun’iniziazionedifficile.Allavita,alsesso.«Manessuna
pornografia»,dicel’autrice.Ilsegreto:unalinguasperimentalechescardinalagrammatica
di ALESSIARASTELLI
i
LibriNarrativastraniera
Poesiacometestimonianzaedolente
percezioned’esistere.Percorsoaccidentato,
scrutandol’universotransitorio,fragileviain
perennemetamorfosiperAlbertoToni
(Roma,1954-2019).Informaumile,
essenziale,elegante,intonailtrasalimento
degliannichescorronobrutali,allaricerca
dell’animaediunbalsamocontroilvuoto
dell’assenza,mentreiltempolabilesisfa
( Nonc’ècorpoperfetto ,Algra,pp.96, e 10).
Balsamocontroilvuoto
{
Soglie
diFrancoManzoni
EIMEARMcBRIDE
Bohémienminori
Tr aduzione
di Tiziana LoPorto
LA NAVE DI TESEO
Pagine 400, e 22
In libreria dal 10 ottobre
L’autrice
Eimear McBride (sopra,foto
Jma) è nata a Liverpool nel
1976 dagenitori dell’Irlanda
del Nord. È cresciuta nella
Repubblica d’Irlanda e vive a
Londra. A 27 anni scrive il
primoromanzo, Unaragazza
lasciataametà , che riesce
a pubblicare solo nel 2013.
In Italia è edito da Safarà
nel 2016.Adesso
La nave diTe seo pubblica il
secondoromanzo: Bohémien
minori. Nelfebbraio 2020
uscirà in lingua inglese
il terzoromanzo: Strange
Hotel. Sarà protagonista
una donna di mezza età
L’immagine
Semiramis (2018,
installazione) diTa i Shani
(1976).L’artista è finalista
al Turner Prize 2019 che
saràassegnato il 3 dicembre
no ripercorrendo l’ignobile errore di ieri
notte. Sogno di essere diventata sottile e
altacome un arco. Parlando e scherzan-
do, riservata e in gamba e dalle sopracci-
glia distanti — non qui a mollo, sotto la
schiuma».
All’inizio la lettura può apparire fatico-
sa, ma dopo qualche pagina si entra nella
testaenelcorpo della protagonista, nel
flusso dicoscienza di una giovane donna
cheregistra in presa diretta pensieri e
sensazioni su indelebili primevolte: a let-
to, a Londra, sul palco. La diciottenne si è
trasferita dalla provincia irlandese per
frequentarelascuola direcitazione,co-
mefecealla sua età la stessa McBride, an-
che se ilromanzo non è autobiografico.
«Da sempremiinteressa lacompo-
nentelinguistica», spiega l’autricea«la
Lettura». «Sono irlandese,Joycemi ha
mostrato che non ci sonoregole. Luivo-
leva mettere incontatto l’uomocon l’uni-
verso, iovado semplicementealcentro
della vita interiore dei personaggi e pen-
so che possa esprimersi in modi meno
tradizionali. La mentevapiùveloce della
grammatica. Le esperienze avvengono si-
multaneamente: nello stesso istante pen-
siamo, parliamo, sentiamo,compiamo
pièceteatralecon Elena Arvigo —,valse a
McBride, in Gran Bretagna, ilWomen’s
Prizefor Fiction, battendo DonnaTartt;
poi il Goldsmiths Prize, riservato a chi ab-
bia aperto«nuovepossibilità allaforma
romanzo». McBride le aprìcertamente in
quell’esordio — storia di una giovane vit-
tima di abusi e del legamecon il fratello,
consumato da un tumore alcervello (tra-
gedia quest’ultima che ha davverotocca-
tola famiglia dell’autrice). E ora la speri-
mentazione prosegue nel secondoro-
manzo, vincitoredel prestigiosoJames
Tait Black Memorial Prize, in uscita in Ita-
lia per La nave diTeseo.
Se infatti la trama di Bohémienminori ,
per quantoforte,atratti disturbante—
entrambiiprotagonisti hanno subìto
abusi —, può ricondursi, almeno nei
contorni, aicanoni della storia d’amore
che salva eredime, la scrittura è tutt’altro
che tradizionale (e Tiziana LoPorto è abi-
le arestituirla nella traduzione italiana).
Torna la lingua spezzata dell’opera pri-
ma, incurante delle virgole, ricercata nel
sovvertirel’ordine naturale delle parole,
poetica e insieme popolare: «Appannata
dall’acqua dellavascadabagno passo
dalle sette alleotto. I momenti gocciola-
Colori Paragrafi brevi per un lutto in famiglia: «La morte bianca» di Eugenia Rico
di MARCOOSTONI
C
hi l’ha detto che ilcolore della
morte è il nero?Per la protagonista
di questo breve efolgorantero-
manzo di Eugenia Rico (tradotto a 17
anni dall’uscita in Spagna grazie ai buoni
uffici di Sebastiano Gatto) ilcolore della
morte è esattamente l’opposto del nero:
il bianco.Perché la morte, quella di Ger-
mán, il fratello sedicenne della protago-
nista, annegato a pochi metri da riva
durante una banale gita, è rigorosamen-
te tinta di bianco, essendosi portata via
«tutti icolori della vita» e avendo lascia-
toai familiari affranti soltanto «il freddo
che taglia le dita» nonché «le pagine in
bianco e tutti icapitoli da scrivere». Ma
proprio il riempire quelle pagine e quei
capitoli, che il destino ha lasciatocosì
tragicamente intonsi, diventa la ragione
di vita della sorella evocenarrante del
libro, cui la scomparsa dell’amatissimo
Germán ha spento ogni desiderio di
felicità ma non quello di perpetuarne il
ricordo attraverso la scrittura. «Prima
volli dargli i miei occhi — racconta, ram-
mentando latemporaneacecitàconse-
guenza immediata dellaferale notizia —
e poi gli diedi la miavoce(...), quanto di
più prezioso avevo da dargli».
Sceglie in Lamortebianca untema
noncerto nuovo, dunque, la scrittrice
spagnola, ma lo declinacon grande ori-
ginalità,confezionando unromanzo
tutt’altro cheverboso e che mai indulge
al melodramma. Il dolore sembra aver
piuttosto prosciugato di ogni possibile
eccesso anche la lingua di Rico: scabra,
senza artifici e allo stessotempo urtican-
te, sostenuta dall’incalzare del ritmo
narrativo, che prosegue per sbalzi,ca-
denzato in brevi paragrafi, a lorovolta
composti di frasiconcise ed essenziali,
talora quasi apodittiche.
Il lettore si trova così condotto per
mano acondividere empaticamente il
dolore della protagonista e la sua instan-
cabile ricercanella «spazzatura del ricor-
do, dovea voltecompaionotesori nasco-
sti»: novella Iside incercadei pezzi del
fratello Osiride. «Perché se trovassi an-
che un solo brandello della sua memoria
— chiosa — sarebbe sufficiente acam-
biare il mio cuore».
©RIPRODUZIONERISERVATA
EUGENIARICO
Lamortebianca
Tr aduzione
di Sebastiano Gatto
ELLIOT
Pagine 151, e 16
L’autrice (Oviedo, 1972) vive
a Venezia: per Elliot sono già
usciti Gliamanti (2017) e Il
sentierodeldiavolo (2018)
i Iside cercainSpagna ipezzidi Osiride
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