Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

32 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA6OTTOBRE2019


Mettola natura inposa


L’ispirazionevieneda Dio


CONTRO


VALORE


Sguardi.


Pittura, scultura, architettura,fotografia


Y


ashwantRao Holkar II (1908-1961), maharaja
di Indore dal 1926 al 1948,avevacollezionato
con passione negli anniTrenta molti oggetti
d’arte e design,facendo suoi pezzi importanti (tra gli
altri) di Eileen Gray, René Herbst, LeCorbusier,
CharlottePerriand, Louis Sognot, IvanDaSilva
Bruhns.Per il principe (nato in India ma educato in
Occidente tra Gran Bretagna,Francia e Germania) la
suggestione del modernismo occidentale sarebbe
stata talmenteforte dacostringerlo acontornarsi di
(molti) oggetti di design che gli potessero in qualche

modorestituire ilfascino di quel mondo «nuovo» e
proprio per questo.L’11 dicembre due di questi
capolavori di design,come la Chaise-longueAux
Skis (1929 circa: nellafoto) di Emile-Jacques
Ruhlmann e la lampada daterra diEckart Muthesius
(1930 circa, stima base 200-300 mila dollari)
approdano inasta a NewYork da Sotheby’s. Modern
Masters: Chefs-d’œuvre d’uneCollectionPrivée
mette dunque in vendita (stima base: 2-3 milioni di
dollari) la chaise longue creata da Ruhlmann
nell’anno della grande crisi economica e presentata
lo stesso anno al Salon des Artistes Décorateurs a
Parigi. Un pezzo unico (Ruhlmann lo definisce uno
«studio per unacamera-studio») per tanti motivi a
cominciare dagli sci ( aux skis , appunto)
inaspettatamente utilizzaticome base della chaise
longue.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LapoltronadiRuhlmannconglisci

perilmaharajaappassionatodidesign

diENRICARODDOLO

UnamostraallaVenariaReale,ilsuosecondo«CalendarioLavazza».Ma


tuttocominciòconlamamma.IlfotografoDavidLaChapellesiracconta


dalnostroinviato
aVenezia

STEFANOBUCCI


I


l suo sembra un mondo perfetto. Corpi magnifici
(di uomini, di donne, di animali) modellati da anni
di palestra, dalla chirurgia plastica, da una pre-
produzione raffinatissima. Scene,costumi, luci
che guardanoamodelli classici (Michelangelo e
Masolino daPanicale, Magritte e Christo) e ai suoi mae-
stri riconosciuti (AndyWarhol eRobert Mapplethorpe
davanti a tutti). Ma il mondo di David LaChapelle (divol-
ta involta definito barocco, felliniano, surreale, pertur-
bante oppure kitsch) vuole inrealtà essere tutto meno
che perfetto.Perché le creature di David (americano del
Connecticut, classe 1963)con la loro bellezza paiono più
provocare che tranquillizzare.
Oltre la superficie levigata delle immagini che hanno
immortalato Leonardo DiCaprio, Cher, EltonJohn e Na-
omi Campbell, tutti trasformati in divinità dal cuore più
o meno oscuro, non si nasconde soltanto un artista dal
formidabile talentotecnico,capace di giocarecostante-
mente tra edonismo e ironia, ma anche il grande (forse
il più grande) narratore degli eccessi e del fascino della
cultura pop.Unmaestro dellafotografia che ora,con la
realizzazione del CalendarioLavazza2020 ( TheEarth
CelebraAction ), presentatogiovedì3ottobreaVenezia
con tanto di padiglione galleggiante sulvaporetto, sigla
definitivamente la propria svoltaverso itemi della soste-
nibilità e dell’ambiente.
Si tratta di un Calendario «molto cool »,come lo defi-
nisce LaChapelle sfogliandolo per la primavolta assie-
me a «la Lettura». È poco, pochissimo perturbante dal

miaformazione, mi hareso moltofeliceemoltopiù
umile. Sono passati 17 anni dalla mia primacollabora-
zioneconLavazza, il nostrore-incontroèavvenutoal
momentogiusto. Lefotografie per il Calendario2020
vogliono evocare ancora gioia e divertimento,cose che
non dobbiamo mai perdere, ma allo stessotempo invi-
tano a pensare perché sono state ambientate in un’area
dove si lavora duramente per preservare la natura».
Nellaserie«NewWorld»(2015)invecesieracon-
frontatoconlarappresentazionedelParadiso,della
gioia,dell’anima...
«Una decina d’anni fa ho iniziato a sentirmicome se
avessi dettonelle miefototuttociò chec’era da dire,
consapevole che qualsiasi altracosa avessi fatto sarebbe
stata soltantounareplica.Equestomentresembrava
che il mondo stesse diventando ogni giorno più cupo:
sofferenza, guerra, violenza,cambiamenti climatici e al-
troancora. La musicaèsemprestata per mefontedi
ispirazione e a quell’epoca ascoltavo spesso Songsinthe
KeyofLife diStevieWonder, secondo me uno dei più
grandi album delVe ntesimo secolo: proprio in questo
album ho trovatolostimolo percambiarerotta, per
guardarmi dentro, per andare nel profondo dellecose.
In particolare grazie a Saturn , unacanzone che racconta
di un luogo perfetto, di Saturno, “dovetutti gli anelli
brillano”, dove le persone vivono fino a 205 anni, dove la
gente sorride e non ha bisogno di macchine perché ha
imparato avolare, dovel’impegno piu grande è vivere.
Così ho pensato difotografare qualcosa di impossibile

PerlaprimavoltanelRegnoUnitoilfotografo
canadese-americanoRobertPolidoriespone
lesueoperedegliaffreschidiFraAngeliconel
conventodomenicanodiSanMarcoa
Firenze.Ifamosidipintisonostatifotografati
mettendoinrisaltolearchitetturedegli
ambientiinunaprospettivachecaratterizza
lostileinconfondibilediPolidori( Fra
Angelico/OpusOperantis allaFlowersGallery
diLondrafinoal12ottobre).

{


Scattiflessibili
diFabrizioVilla

Angelichebeatitudini

vivo, LaChapelle:felpaejeans neri, sneakers, sguardo
infantile,capelli arruffati,voce calma. A scuotere l’atmo-
sfera pensano i suoi scatti, acominciare dallacover del
Calendario : una sirena nera dal ghigno ironico, fasciata
in lamèrosso e giallo, un enorme sole d’oro sullatesta,
immobile sugli scogli davanti a un mare minaccioso.
Dadovenascela«svoltaecologica»diLaChapelle?
«La natura è sempre stata il luogo dove mi sento più a
mio agio. Da bambino trascorrevo ore nei boschi dise-
gnando, pensando e sognando che un giorno sarei po-
tuto diventare uncontadino, un sogno che è diventato
felicementerealtà quando mi sono trasferito alle Hawa-
ii, dove il Calendario è statorealizzato, in pratica nel par-
codi casa mia. E nel mio lavoro avevo spesso usato la na-
turacome soggetto: trent’anni anni fa, quandoKenny
Scharf mi invitò a unacollettiva per leforeste pluviali,
avevo scattato nellaforesta di ElYunque aPorto Rico. Al-
la fine degli anni Ottanta nessuno avrebbe potutoim-
maginare la tristerealtà di oggi».
Checosac’èdidiversonellesuefotoperil«Calen-
darioLavazza2020»?
«È statobello lavorareal Calendario (questoèilse-
condo interamente firmato da LaChapelle, ndr ) perché
Francesca Lavazza ha un grande rispetto per la visione
dell’artista ecercasempre di unire la tradizione azienda-
le all’esperienza sociale. Lavazza sostiene anche la mia
attuale mostra allaReggia diVe naria ( Attidivini , fino al
6 gennaio, ndr ) e questo essere riconosciuto in Italia, un
universocosì fondamentale per la storia dell’arte e per la
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