Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

48 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA6OTTOBRE2019


LONDRA,


SUDAMERICA


di ANTHONY
CARTWRIGHT


D


opo quarant’anni di latino-americaniz-
zazione,con l’eccezione di un interregno
di tredici anni tra il 1997 e il 2010, quando
abbiamocercato di comportarci da sano
Paese europeo nonostante le guerreco-
loniali, siamo arrivati a questo punto: il
RegnoUnito ècome una Costaguana, la
repubblicacentroamericana immaginaria e dannata di
Conrad.UnPaese pronto a vivere i suoicento anni di so-
litudine, che desidera ardentemente un Pinochet — do-
po tutto amico di Margaret Thatcher — o unPe-
rón o unPapa Doc (François Duvalier, dittatore
haitiano, ndr ), che gli dia un po’ di nerbo.

Quando l’uomofortesièfattoavanti, nella
piovosa mattina del 24 settembre, era effettiva-
mente un personaggio dall’aspetto assai strano. Non so-
migliava affatto alla persona che avevamo immaginato
in questo ruolo, pur essendo uno strano personaggio di
suo per aspettoecomportamento. Quella persona,

Alexander Boris de PfeffelJohnson, per darealnostro
attuale primo ministro il suo nomecompleto,cercava di
ritornare nelRegnoUnito da NewYork, ma era, almeno
metaforicamente, rinchiuso al numero10diDowning
Street.Una strana prigione pertempi davvero strani.
Quest’uomo invece,John Bercow, in effetti il suocar-
ceriere, apparivaeparlavapiùcome un asino lasciato
troppoalungo in uncampo. Inrealtà, parlacosì dal
2009, quando assunse lacarica di speaker della Camera
dei Comuni. Dovevaparlareinquestomodo perché la
suavocesi udisse al di sopra del ragliarecircostante.
Tutti, luicompreso, hanno probabilmente dimenticato
come suonasse in origine la suavoce, ma quella mattina
al College Green, fuori dalParlamento,continuava a ur-
lare nell’aria grigia di Londra, anche se non si sentivavo-
lare una proverbiale mosca.
Il messaggio di cui era latore,con una cravatta vistosa
e un abito che gli stava troppo grande (forse un omaggio
alle mode degli anni Novanta e atempi piùfelici), era
cheforse non avevamo bisogno di un uomoforte, dopo
tutto, cheavevamo ancora unoStatodidiritto, che lui
stesso era in qualche modo solo il messaggero, un servi-
toredel popolo,contrariamenteaquel che dicevano i
suoi nemici, chec’era ancora un po’ di strada da percor-
rereprima che ci abbandonassimocompletamenteai

capricci di un uomo riccoe potente (uomini ricchi e po-
tenti) a cui quasi mai nessuno aveva detto di no. Lui era
lì per dire al primo ministro che eraresponsabile dinan-
zi alParlamento, e che ilParlamento era il servitore del
popolo.Eche in questo, perlomeno, ilPaese non era
cambiatocosì tantocome avevamo pensato.

Ho trascorso la scorsa settimana in due posti diversi.
La Londra in cui vivo e la Dudley in cui sono nato, la città
di cui ho parlatoincinqueromanzi. Dal trafficodelle
West Midlands, che nonva da nessuna parte in partico-
lare, ma lo fa a grandevelocità, tutta questa crisicostitu-
zionale potrebbe avere l’aria di un manipolo di persone
eleganti che si lanciano urla finché non ci dicono quello
che stanno facendoequello che dovremo sopportare
prossimamente.
Ci stavoriflettendo su, non nel traffico, ma una do-
menicasera durante un viaggio in treno di circa cento
migliaconlamia famiglia, viaggio duratocinque ore,
con gente in piedi neicorridoi. Lontano dal denaro, dal
potere e dal privilegio, qui nulla funzionacome dovreb-
be:nonitrasporti, gli alloggi, l’istruzione, il lavoro, la
sanità e l’assistenza sociale, la legge. C’è crisiovunque.
Le macchinazioni delParlamento sembrano lontanissi-
me.
Ci sono chiaramente non solo miglia, ma ancheverità
nelle argomentazioni populiste sulle élite distanti. È dif-
ficilecomunicarlocon sufficienteforza all’interno a chi
è privilegiato, per non parlare di farlocapire altrove, do-
ve unacosa che sembra funzionare bene sono i miti che
il Paese spaccia su sé stesso, da DowntonAbbey agli in-
numerevoli film su quanto eravamo grandi nella Secon-
da guerra mondiale. Il fatto che la nostra visionecollet-
tiva dell’Europa sembra essersi cristallizzata attorno alle
rappresentazioni cinematografiche etelevisive del 1944,
anno più o anno meno, difficilmente può avere aiutato il
dibattito incorso sulla Brexit, che si svolge in un altro
secolo, dopotutto.

All’inizio della giornata avevamo visitatounacatte-
drale della storia industriale del Black Country, ilTerri-
torio Nero delle Midlands Occidentali. Il Cradley Heath
Workers’ Institute,costruito nel 1912come monumento
auno degli scioperi di maggioresuccesso nella storia
industriale britannica, quello delle donne che fabbrica-

Percorsi
ilRaccontostraniero/1.


Dopoquarant’annidilatino-americanizzazione,


conunaparentesitrail1997eil2010,siamo


arrivatiaquesto:ilRegnoUnitoècomeuna


Costaguana,larepubblicaimmaginariae


dannatadiConrad.UnPaesechedesideraun


Pinochet,ounPerón,ounPapaDoc.Ma


quandol’uomofortesièpresentato,lamattina


del24settembre,avevaunaspettoassaistrano


«CiòdicuiquestoPaesehabisogno
èunuomoforte»
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