Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 5


Ildibattitodelleidee


S


e ci sifermasse alla «scorza» del titolo, il nuo-
volibro di Gilberto Corbellini Nel Paese della
pseudoscienza (Feltrinelli) sarebbe «solo» una
denuncia mirata su un letale vizio italiano:
l’inclinazione alla credulitàcome nemesi sar-
castica (e tragica) delcompiaciuto culto dell’astuzia e
del sotterfugio. Su unPaese (vedi icasi Di Bella eStami-
na, a rigore pseudo-medicina) simile a quello di Ac-
chiappacitrulli (reame del Gatto e dellaVo lpe) nella
geniale geografiacollodiana. Inrealtà, mostrando in
quella credulità (in cui il nostroPaese primeggia, ma di
cui non ha l’esclusiva) un tratto particolare di una più
generale predisposizionecognitiva (ed emotiva) del-
l’ Ho mo sapiens , iltestovamolto oltre,connettendosi,
nelletesi d’insieme, ad altri libri dell’autore, a partire
da Scienza, quindi democrazia (Einaudi, 2011).
L’asseconcettuale del percorso è il mismatch («dis-
sonanza»),termine che indicacomecerti tratti risultati
adattativi nell’ambiente e neltempo in cuivennero
selezionati (il tardoPaleolitico) risultino oggi in parte
disadattivi. Il chevale sia sulversante biomedico (l’ali-
mentazione ipercalorica necessaria aicacciatori-racco-
glitori diventa, in vite sedentarie,fonte di patologie
come il diabete), sia su quello neuro-cognitivo.Perché
se èveroche «la selezione non premia lacapacità di
spiegare lecose o l’uso dellaverità», ma la sopravviven-
za e la riproduzione, questo nonvale più in ambienti e
contesticomplessicome quelli attuali: schemi funzio-
nali a prescindere dalla «corrispondenzacon i fatti»
(come il ritenere laTerra piatta) rischiano di tramutarsi
in bias (pregiudizi) ingannevoli e disfunzionali. E qui
Corbellini provvede a unregesto inedito per ampiezza e
sottigliezza, spiegando pressoché tutti quei bias , da
quello basilare «diconferma» (la ricercaselettiva di
informazioni che rinsaldino i propri preconcetti) a
quello del «punto cieco» (cogliere i bias altrui, ma non
i propri), dall’«effetto Barnum» (ritenere unici tratti
individuali universali, premessa ideale per credere a
oroscopi e divinazioni) all’effetto backfire (reagire alle
critiche irrigidendo la propria posizione fino al dogma-
tismo), ecosì via.

È unventaglio che incide proprio in tante credenze
pseudoscientifiche,con lerelative ricadute:vedi, tra i
tanti esempi, l’isteria no-vax (che potrebbe portare a
focolaiconsistenti di malattie «estinte») o il negazioni-
smo climatico, che rischia di spostare fuoritempo mas-
simo legislazioni e abitudini ecologiche adeguate. Ma è
unventaglio estendibile anche ad altri ambiticognitivi
e psico-sociali:vedi i social media, dovela tossicità
delle fake news (spesso in sinergia perversacon la stes-
sa pseudoscienza e ilcomplottismo) èresistente alle
correzioni del fact-checking e del debunking , e dove
proliferano le echo chamber , in cui gruppi di utenti —
escludendo gli «indesiderati» — si chiudono in un
autismo da setta, impermeabile a ogni senso critico.
La posta in palio, alla fine, è la mutazione, se non la
sopravvivenza, dell’istituzione democratica, in una
partita dall’esito molto incerto. Se infatti,come ricorda
Corbellini, i bias cognitivi sono da un lato «di default»
(in quanto scremati dalla selezione) e dall’altro rinfor-
zati dall’attuale paesaggio sociale,contrastarlicon gli
strumenti appropriati (informazionecorretta, istruzio-
ne, sapere e metodo scientifico) non sarà semplice.
Con l’emersione di un interrogativo già posto da Tho-
masJefferson (che non acaso avevacontribuito a pla-
smare la Costituzione americana su leggi ispirate alle
scienze naturali): se «il popolo nel nome del quale na-
sceva quell’esperimento politico» (la democrazia)fosse
«culturalmente» all’altezza di gestirne leconquiste.
Nel momento in cui (purcon buone ragioni di par-
tenza, dalla miopia degli establishment all’erosione di
tante classi medie) il «popolo» globaletende all’ossi-
moro delle «democrazie illiberali», la risposta sembra
chiara. Non solo ilPaese di Acchiappacitrulli è più este-
so e puntiforme di quanto si credesse, ma sta virando
verso una distopia neo-orwelliana.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Scienza


di CHIARALALLI

D


i checosa è fatta l’acqua? Di checosa è fatto
un cubetto di ghiaccio e checosa ne deter-
mina la massa? Se rispondere vi sembra
facile, sbagliate. I primitentativi risalgono ai
filosofi dell’antica Grecia: l’acqua è uno dei
quattro elementifondamentali, non può apparire dal
nulla e non può essere divisa all’infinito. L’unità ultima
e indivisibile è l’atomo, ogni atomo hacaratteristiche
specifiche ed esiste nel vuoto. L’acqua è fluida, scriveva
poi Lucrezio, perché i suoi atomitendono arotolare; il
freddo espelle gli atomi dicalore e fa avvicinare quelli
dell’acqua. Si arrivacosì a uno stato solido.
Per una risposta meno approssimativa dobbiamo
aspettare i chimici e oggi molti saprebbero rispondere
«H 2 O», anche senzacapirne bene il significato. E la
massa?Partiamo dalla legge diAvogadro, arriviamo ai
fisici dell’inizio del Novecento e alle particelle elemen-
tari.Potremmo andare avanti e arrivare ai quark, al
bosone di Higgs e alla risposta più precisa che abbiamo
— che è anche la meno intuitiva.
«Addentrandoci sempre più in profondità — dai
corpi agli atomi, dagli atomi alle particelle subatomi-
che, dalle particelle subatomiche aicampi e alleforze
quantistiche —, abbiamo persocompletamente di vista
la materia, la sua tangibilità». Così scrive Jim Baggott
nel saggio Massa , in uscita il 10ottobre per Adelphi. La
massa è diventata una qualità secondaria, uncompor-
tamento, la manifestazione fisica dell’energia deicampi
quantistici.Una «massa senza massa». C’è anche una
forma invisibile di materia, la materia oscura.

La storia dicome siamo arrivati fin qui è la storia dei
tentativi dicapire la natura del mondo. Dicome la per-
cezione dellaconsistenza materiale degli oggetti —
così familiare,così quotidiana — sia ingannevole. Mas-
sa è la storia dell’umanità da Democrito alle onde gra-
vitazionali. Baggott ci raccontacome la filosofia è stata
sostituita dalla fisica nelcercarele risposte sucom’è
fatto il mondo;come la scienza hacambiato la nostra
vita ecome funziona. E ancora: quanto sia difficile abi-
tuarsi alle rispostecontrointuitive ecome alcunicon-
cetti, pur rimanendo un po’ ototalmente oscuri, siano
diventaticelebri: «Ilconcetto di spazio curvocolpì l’im-
maginazione del pubblico, e da un giorno all’altro Ein-
stein divenne una star».Per non parlare di E = mc².
Ci sono molti altri esempi,come Heisenberg e
Schrödinger: indeterminazione e gatti vivi econtempo-
raneamente morti hanno superato iconfini disciplinari
diventando pop.Unpo’ è successo a tutta la meccanica
quantistica e su questo civorrebbe un altro libro.
«Come hanno fatto le domande che ci parevano tan-
tosemplici a diventarecosì difficili dacomprendere?»,
chiede Baggott. Più i nostri strumenti sono potenti, più
la realtà sembra sfuggirci. «A quanto pare tutta la no-
strarealtà tangibile è fatta di fantasmi intangibili. Non
credo sia un’esagerazione dichiarare che mai, nella
storia della scienza, ilterreno dellaconoscenza su cui
poggiavamo saldamente i piedi è stato frantumatocon
maggiore decisione». La descrizione del mondocome
energia deicampi è più precisa, ma difficilmentecom-
prensibile.
È Einstein stesso a farci sentire un po’ menotonti.
«Lateoria è di una bellezza senza paragoni. Tuttavia
solo uncollega è stato in grado dicapirla...», dirà dopo
avere presentato larelatività generale all’Accademia
prussiana delle scienze, nel novembre 1915. Ilcollega
era David Hilbert, un matematico che stavacercando di
formulare larelatività generale perconto suo.
Che succederà in futuro? Saremo in grado dicapire
meglio la natura della materia e le proprietà della mas-
sa?Possiamo solo fare ipotesi. E accettare di dover ridi-
mensionare la nostra ambizione. Baggott cita Carlo
Rovelli: «Un giorno sì e un giorno no sonoottimista» e,
soprattutto, «dovremmo smetterla di sognare unateo-
ria del tutto, ecercaredi risolvere i problemi uno alla
volta, che è già abbastanza difficile».
Ora possiamo riprovare: di checosa è fatta l’acqua?
©RIPRODUZIONERISERVATA

Pseudoscienza


GILBERTOCORBELLINI


NelPaese
della pseudoscienza.
Perché i pregiudizi
minacciano
la nostra libertà
FELTRINELLI
Pagine 300, e 18

L’autore
GilbertoCorbellini insegna
alla Sapienza diRoma

i


«Checosadovremmosaperesullepersone
chenonconosciamo»,èilsottotitolomolto
esplicativodelpiùrecentelavorodiMalcolm
Gladwell: Talking with Strangers (Little,Brown
andcompany,pp.401,$30).Gladwellparla

dispiecubaneestatunitensi,parladelcaso
AmandaKnoxeripercorregliincontritra
NevilleChamberlaineAdolfHitlerin
Germania,nel1938.Ovvero:leimpressioni
sonofrequentementelontanedallarealtà.

{


Caramelledaglisconosciuti

Downtown
diStefanoRighi

L’acqua


nonèacqua


Elamateria


sidissolve


FisicaDifficileabituarsiall’idea


chelamassaperdaimportanza


Così ilDna


ciinduce


acredere


all’oroscopo


ParadossiImeccanismievolutivi


alimentanopregiudizipericolosi


JIM BAGGOTT
Massa
Tr aduzione
di Franco Ligabue
ADELPHI
Pagine 287, e 32
In libreria dal 10 ottobre

L’autore
Nato nel 1957, Jim Baggott
è un divulgatore
scientifico inglese

i


di SANDROMODEO

ILLUSTRAZIONE


DIBEPPE GIACOBBE

Free download pdf