Corriere della Sera La Lettura - 06.10.2019

(Barry) #1

DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LA LETTURA 51


CROLLA


ILCIELO


di JEAN ECHENOZ ILLUSTRAZIONE DIMASSIMOCACCIA


C’ètrafficosopralenostreteste.Unsaccoditraffico.Nonaerei


(anchequelli,percarità,maperadessolasciamolistare):


macchinedialtrogenere,scagliateperscopiscientificiepolitici.


Chepoirestanolì,emagaricadono.Nonaddossoanoi.No.Però...


D


aunbel po’ numerose
macchinevolantivengo-
no scagliateascopi
scientifici, politici e
commercialiverso le al-
tezzeionosferiche. Che
tali oggetti, tutti o in par-
te, finiscano un giorno per ricadere sulla
Terra è però un’eventualità che l’opinio-
ne pubblica sottovaluta.
Come darletorto? Èaccertatoche i
frammenti, oltreaessereingeneredi
piccole dimensioni, precipitando si as-
sottigliano ancora di più per effettodi
attrito, erosioneeconsunzione negli
strati densi dell’atmosfera. Di solitosi
disgreganoeill oroformato, quando
non èridott oazero, passa inavvertito:
l’opinione pubblica se ne accorge appe-
na.
Oltretutto, poiché laTerra ècoperta
per oltre il 75% da oceani, deserti ecate-
ne montuose inospitali, il rischio che
questirottamicolpiscano un’umanità
sempre piùconcentrata nelle città è esi-
guo. Esiguo ma non inesistente: alcuni
sono pur sempreandatiacascarenon
lontano dagli abitanti, anche se, dicono,
mai sugli abitanti stessi. Negli ultimi an-
ni, senza danneggiarenessuno,certi si
sono schiantati nei dintorni di Riad in
Arabia Saudita, in prossimità dei sob-
borghiresidenziali di Georgetown, nel-
l’estrema periferia di Ankang in Cinao
nel bel mezzo di un parco in Uganda.

Avevano una naturavariabile, che po-
teva consistere di semplici cinghie, mi-
nute scaglie divernice o bulloni erosi ma
a volte anche, se piùvoluminosa, di ser-
batoi di elio, turbopompe, ugelli o por-
telloni di attracco.

Possiamo stupirci del fatto che, preci-
pitando, tali detriti spaziali provochino
così pochi incidenti incresciosi, ma pos-
siamo anche supporreche siano desti-
nati a moltiplicarsi. Dopo i circa 5 mila
lanci successivi a quello dello Sputnik 1
nel 1957, infatti, almeno 7 milatonnella-
te di materiale orbitano oggi nellavolta
celestealdisopra delle nostrescatole
craniche. Lo scopoèdialimentare, al-
l’interno di queste ultime, i nostricervel-
li con svariate informazioni e,ovviamen-
te, di sfornare dati sulle nostre persone.

Dei 20 mila oggetti di diversoformato
che se nevanno aspassocosì, sopra-
standoci in orbita,èlecitoritenereche
tre quarti, quelli che gravitano a meno di
mille chilometri di altitudine, ricadran-
no uno di questi giorni da qualche parte,
magari proprio davanti ate.
Rileviamocon sollievo che, al di là di
questa distanza, la speranza di vita del
quarto rimanente è questione di secoli e
può addirittura aspirare, nelle altezze
estreme, all’eternità.
Certosarebbe facile,oper lo meno
ipotizzabile, spedirenell’etereapparec-
chi speciali incaricati di sbarazzarsi dei
rottami più grossi e minacciosi. Quanto
aquelli piccoli, si sa che nei ritagli di
tempo, sulle lorotavole da disegno, i
tecnici sono al lavoroper neutralizzarli
con satelliticacc ia di ogni tipo,forniti di
arpioni, di pinze o direti. Ma tutto que-
stohaindefinitivascarsa importanza,
vistoche è65mila voltepiù probabile,
parola di esperto, esserecolpiti da un
fulmine che dalrelitto di unveicolo.
(Anche se...).
( traduzionedi GiorgioPinotti )
©RIPRODUZIONERISERVATA

L’autore
JeanEchenoz (Orange,
Francia, 1947:fotoArchivio
Corsera), dopo studi di
Sociologia e Ingegneria
civile, nel 1970 si sposta a
Parigi dove inizia a scrivere
con regolarità ecollabora al
giornale delPartito
comunista «L’Humanité». Il
suo primo manoscritto viene
accettato e pubblicato nel
1979 da LesÉditions de
Minuit,casa editrice allora
diretta da Jérôme Lindon. In
Italia sono usciti perAdelphi
tra gli altri Ravel (2007), Il
mioeditore
(2008), Correre
(2009), Lampi (2012), ’14
(2014); per GalaadEdizioni
L’occupazionedelsuolo
(2017); per Einaudi Unanno
(1996) e Menevado (2000),
con il qualeaveva vinto
l’anno precedente
il Premio Goncourt
AlPremioLattesGrinzane
Con Inviataspeciale
(traduzione diFederica e
Lorenza Di Lella,Adelphi)
JeanEchenoz è tra i finalisti
al Premio Lattes Grinzane
2019 per la sezione Il
Germoglio. Sabato 12
ottobre sarà in Italia per
incontrare pubblico e
studenti (ore 10,Fondazione
Bottari Lattes a Monforte
d’Alba, provincia diCuneo) e
per partecipare alla
cerimonia di premiazione nel
corso della quale sarà
proclamato il vincitore sulla
base dei voti degli studenti
delle giurie scolastiche (ore
16 .30,Castello di Grinzane
Cavour,Cuneo). Gli altri
autori in gara sonoRoberto
Alajmocon L’estatedel’78
(Sellerio),Yewande
Omotoso (Sudafrica)con La
signoradellaportaaccanto

(66thand2nd), Alessandro
Perissinottocon Ilsilenzio
dellacollina
(Mondadori) e
ChristophRansmayr
(Austria)con CoxoIlcorso
deltempo
(Feltrinelli). La
cerimonia saràcondotta da
Loredana Lipperini (ingresso
libero fino a esaurimento
posti). Il giorno prima,
venerdì 11 ottobre, il
giapponese Haruki
Murakami, edito in Italia da
Einaudi,terrà una lectio
magistralis
e riceverà il
Premio Lattes Grinzane per
la sezione La Quercia (ore
18,Teatro Sociale di Alba.
Appuntamento sold out).
L’ incontro sarà presentato
da MarcelloFois (info:
fondazionebottarilattes.it;
0173 .7 89282-
011 .19771755)


i


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