DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 55
«LapestilenzialeAdulazione[...]instillail
velenoletaleperl’animanelleorecchiedei
potentisemprepronteadascoltarla.A
questoviziodicorteèstatoconcessocosì
tantopoterecheessosiimpadronisce
furtivamentedicolorochesonoarbitridelle
vicendeterrene»:giànelXIIsecoloGualtiero
diChâtillondescrivevaidevastantieffetti
dell’adulazione( Alessandreide ,acuradi
LorenzoBernardinello,Pacini,pp.367, e 20).
Lapestedell’adulazione
{
Classicamente
diNuccioOrdine
SSS
Supplementoculturaledel CorrieredellaSera
del6ottobre2019-Anno9-N.40(#410)
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Unacopertina
unartista
Lastoriaèunerrore
Checosasignifica
questolegametrail
dipintodiKasimir
Maleviceun’ascia
conficcataaccantoa
unamela?Braco
Dimitrijevic(Sarajevo,
1948)lavorasulloscardinamentodi
significati,sullaprovocazionedello
sguardo:creacortocircuiti,irrompecon
richiamiallastoriadell’arte,profana
oggettidiusoquotidianoesimbolidella
natura.Affrontailrapportotracreatività
etempoma,soprattutto,riflettesu
comelacreazionesiapartedeltutto
casualedellaStoria,cheperluinon
rispondenéaunsensodigiustizianéa
un’ideadiverità.Dimitrijevic(autoredi
respirointernazionale,conmostrenelle
piùimportantiistituzioni)sindaglianni
Settantahasviluppatounaseriedi
opereispirandosialconcettodi«Post
Storia»(oraallagalleriaM77aMilano)
incuimetteindiscussione,dissacrando,
l’ideastessadioperad’arteediartista.
Dimitrijevicsostiene:«L’interastoriaè
unerrore».Eloconfermaconoperein
cuisivedonoscienziati,scrittorieartisti
messiaimargini,dimenticatiperannie
poimagaririproposticomeeroi,come
nelcasodiMalevic.Infondo,
Dimitrijevicraccontasolamentequesto:
tantestorieinfinitediunaStoria
negata.( gianluigicolin )
COURTESYM77GALLERY,MILANO
i
ILLUSTRAZIONE DIANTONELLOSILVERINI
Sul viso e sulcollo aveva rughe lasciate daltempo e
dagli elementi;continuavaadaccenderesigaretteuna
dall’altra.Jay sospettava che tutto il suo talento di croni-
stafosse alimentato da nicotina ecaffeina.Facevauno
strano odore di anice.
Si portava dietro un bottiglione di whisky da un litro
avvoltocome un bambino in strofinacci, le «fasce» (Jay
si chiedevacome si fa a «fasciare» qualcuno). Continua-
vaa dare whisky a Dan, che se lo leccavae lo ingoiava
quasi senzarendersiconto di quello che stava facendo.
Quando lei andò un momentoalgabinetto,Jaydisse:
«Ehi,vacci piano,vecchio mio», ma sembrava che a Dan
non gliene importasse o che neanchecapisse, e scoprì i
grandi denti gialli e tirò fuori la lingua,rosa di sopra e
blu ecarnosa sotto.Jay non aveva mai visto una tale ma-
schera della seteallo statopuro.Unminutodopo Ella
era di nuovolì arovesciare il liquido marrone giù nella
gola di Dan.
Quando alla fine lei andò a riva, Dan eracosì ubriaco
da essere incoerente eJay fecefatica atogliergli ivestiti.
Jay pensò che Ella avesse un’influenza talmentecattiva
che era determinato atenerla lontana e a mettere Dan
«in prigione». Dava per scontato che sarebbetornata so-
lo la sera, ma invece eccola lì, di primo mattino, e prima
cheJay si svegliasse, aveva già portato Dan a riva. Sobria
come un giudice, lo riportò alloyacht ubriacocome un
boia. Lo spinse su per la passerella,con un sorriso sprez-
zante sulle labbra: “Tirestituisco alla tua tata”. Dan era
messocosì male che si sedette sul pavimento del gabi-
netto, le braccia attorno alwater, avomitare e piangere.
Jay continuava a pulirgli la boccae si rifiutava di pensare
all’odore. Alla fine, glifeceingoiare due aspirine e loco-
ricò a letto.
Dopo il tramonto,Jay tornò incabina e Dan si alzò, be-
vendo brandy e latte.Tentò diconvincereJay ad unirsi a
lui, maJay aveva giurato di non bere più;vedevacome
rovina la vita. Lo chef preparò unacena semplice appo-
sta per le sbronze a base dicarotecotte, riso e brodo di
pollo, ma in pochi minuti Dan stavavomitando tutto.
Continuò avomitare anche quando nello stomaco non
c’era più niente.
Quella notteJay rinchiuse Dan nella suacabina. Quan-
doJaylomisealetto, Dantoccòil viso diJayedisse:
«Grazie... mio».
Jay sitenne la chiave in tasca.
Ella non sifecevederefino al tramontodel giorno
successivo. Quando scoprì lacabina di Dan chiusa a
chiave,cercòJay, lo tirò a sé, lo baciòcon la boccache
sapeva di fumo, glirovistò in tasca finché non tirò fuori
la chiave, la esibì in trionfoeandò dicorsaaliberare
Dan. Indossava uncappello tirolese sbarazzinocon un
bordorottoeun’unicapiuma di fagiano. Non scesero
piùaterra.Stavano semplicementeseduti incabina,
Dan ai suoi piedi, ed Ella a bisbigliare e a nutrire il bam-
binonecon il suo latte avvelenato.
Dan ebbe unaconvulsione ma ciò nonfermò Ella.
Non appena si riprese,continuòafargli ingurgitare
sempre più whisky. La mattina dopo Dan non risponde-
vapiù.Respirò in modo rauco per un’ora, poi morì.Jay
andò a chiamare il dottore della marina, che organizzò
tutto.
Quando pochi giorni dopo fu letto iltestamento nel-
l’ufficio dell’avvocato, i 25 mila dollari diJay erano spari-
ti.
«Che è successo?».
«Ricordi quella mattina che scendemmoaterra?»,
disse Ella. «Andammo dall’avvocato e Dancambiò il suo
testamento».
«Ti stai prendendo i suoi milioni, non potevi almeno
lasciarmi quella piccola sommacome pagamentoper
tutti i miei anni di servizio?».
«Immagino che hai prestato servizio a molte donne.
Ad ogni modo, hai visto il mondo. Dan ti hacomprato
dei beivestiti».
Alla fine, si decise che Ella gli avrebbe permesso dite-
nere il ritratto di Dan. «Ti piaceva davvero ilvecchio?»,
chiese stupita.
Jay aveva messo da parte un paio di mesi di stipendio,
ma poi scoppiò la guerra e fu arruolato e mandato aSt.
Louis, doverimase di stanza e incontrò Daisy e si inna-
morò, un amore incredibile; diceva che lei aveva l’odore
dei soldi. Lasciò il ritratto a Bart, che vivevacon moglie e
figli a Hoboken.Jay fu spedito in Francia ecombatté nel-
la battaglia della Somme. Fu uno dei pochi uomini nella
sua unitàasopravvivere. Dopo l’armistizio approfittò
dell’offerta diOxforddi cinque settimane di istruzione
gratuita. Daisy scrisse dicendo che aveva sposato un al-
tro e che le dispiaceva di non averlo aspettato.
Pensò ditornare a NewYork. Daisy gli aveva spezzato
il cuoremaera determinatoariconquistarla.Avrebbe
fattofortuna, in modo onesto o no.
Gli mancava Dan e odiava Ella. Ma almeno Dan gli ave-
vainsegnato a stare al mondo. Ora sapevacomevestirsi
e come preparare unacena elegante. Tramite Dan aveva
incontrato uncontrabbandiere, un uomo chevoleva la-
vorarecon Jay. Nei cinque anni in cui era statocon Dan,
aveva sedotto donne di pocovalore — e aveva incontrato
una deliziosa debuttante, Daisy, la sua prima donna ri-
spettabile, unacon unavoceinsolita e ammaliante, e lei
lo aveva amato, per un breve periodo.Forse lo amava an-
cora.
EdmundWhite
( traduzionedi GiuseppeGullo )
©RIPRODUZIONERISERVATA
Navigarono attorno ai Caraibi per duevolte. Dan pas-
sò dallo scotchalrumecompròpureunpappagallo,
una grancosa svolazzantebluearancione chiamata
Hobbes. Sapeva dire qualche parola in spagnolo. Bart si
fecetatuare un dragoneverde e oro su e giù per entram-
bi gli avambracci. Mangiarono un saccodi pesce. Dan
sceseaterraaMarie-Galanteetornòcontredonnine
marroni eJay avrebbe avuto il suo bel daffare per lui. Do-
po essersi fatto la seconda ragazza, sentì Dan russare nel
suo armadio.Jay diede una paccasul didietro allaterza
ragazza, pagò una miseria a tutte e tre e le rimandò a ri-
va.
Jayinterrogavacostantementelochef, che era del-
l’Honduras, su qualeforchettaocucchiaio usareper
quale piatto e in quale ordine le pietanze e i vini doveva-
no essere serviti; il tipo sapeva il fatto suo. Alle Bahamas
Jay acquistò una dozzina di libri in inglese, quelli che il
libraio gli aveva detto riguardavano l’«alta società» (due
Trollope, un HenryJames, un Galsworthy ecosì via). Il
libraio suggerì Iltramontodell’Occidente di Spengler e
Jay pensò chefosse un buon modo per aprire unacon-
versazione. Prima,Jay non era mai stato un gran lettore,
ma adesso aveva ore interminabili da riempire e alimen-
tava la sua immaginazionecon questiromanzi; credeva
di perderetempo a parlarecon l’equipaggio.Aveva quasi
spremuto tutto quello che si potevada Dan, ma quando
entrarono aWashington D. C.Jay andòcon lui dal suo
brokeresgamòcome investire. Dan aggiunse una po-
stilla al suotestamento, lasciando aJay 25 mila dollari.
Dan iniziò a chiamareJay «vecchio mio».
Se la spassaronoaterraaNewYork, scendendo nei
migliori hotel, mangiando da Delmonico,comprando
altrivestiti perJay, fermandosi alla filiale principale del
broker di Dan. Le ragazzeche Dan rimorchiavasullo
yacht erano un po’ più di classe di quelle di altre città.
Avevano tacchi più alti, gonne più strette, ilcaschetto
piùcorto, e il modo in cui parlavano era piùcoinvolgen-
te. Ed erano più libere,forse per tutta l’esperienza che
avevano. A Dan piaceva lacompagnia diJay: il modo in
cui chiacchierava, la sua discrezioneefermezzacome
carceriere, gli spettacoli che metteva sucon le puledre.
A Boston la famosa EllaKayesalì a bordo. Era una tipa
tosta, che beveva whisky, fumava sigarette, imprecava,
unagiornalista che sivestivacome un uomo, diciamo
quasicome un uomo, e indossava una cravatta e un cin-
turone dacowboycon fibbia d’argento ma su una lunga
gonna nera e una giaccanera su misuracon spalline e
spaccosulretro.Facevala ruffianacon Dan ed era quasi
maleducatacon Jay, come sefosse una briciola sulla ma-
nicache gettavaviaconl’unghia. «Allora,come sta il
mio uomo?», chiese a Dan, sporgendosiverso di lui,con
entrambe le mani appoggiate sulle sue spalle. «Ancora
in giro per il mondo? Dovehai presoFaccia Bella?».
Lanuovatraduzione
Esce per Bompiani il 9
ottobre la nuova traduzione,
firmata da EnricoRotelli, di Il
grandeGatsby diFrancis
Scott Fitzgerald (pp. 232,
e 12). Lo scrittore
americano (1896-1940)
raggiunse il primo successo
letterario nel 1920con Di
quadalParadiso , seguito da
Belliedannati (1922). Il
grandeGatsby (1925) lo
portò a Hollywoodcome
sceneggiatore. La malattia
mentale e l’alcolismo della
moglieZelda gli ispirarono
Teneraèlanotte (1934)
Ilraccontoinedito
In occasione della nuova
traduzione diRotelli (dalla
quale è tratta la citazione
che precede questotesto),
uno dei maggiori scrittori
statunitensi d’oggi,Edmund
White, ha offerto a «la
Lettura» un racconto che
prova acolmare una delle
lacunecon le quali Scott
Fitzgeraldaveva nascostoil
passato di Jay Gatsby
L’autore
Edmund White (Cincinnati,
1940: nellafotodella pagina
precedente) insegna
scrittura creativa a
Princeton. Dopoavere
studiato cinese e lavorato
come freelance per
«Newsweek», ha esordito
con ForgettingElena (1973,
inedito in Italia). Nel 1982
pubblica il primo volume di
quella che diventerà una
tetralogia, ilromanzo Un
giovaneamericano (edito da
Einaudi nel 1990, nel 2011
da Playground),considerato
testo di riferimento per la
cultura gay.Seguono La
bellastanzaèvuota (1988;
Einaudi, 1992; Playground,
2013), Lasinfoniadegliaddii
(1997; Playground, 2019;
già uscito nel 2000 per
Baldini & Castoldicome La
sinfoniadell’addio ) e L’uomo
sposato (2000; Baldini
& Castoldi, 2001)