6 LALETTURA CORRIEREDELLASERA DOMENICA6OTTOBRE
Modigliani
Il Novecento più falsificato
Ildibattitodelleidee
C
hièstatodavveroModì?Un
grande isolatodel XX secolo,
distantedagruppiedamovi-
menti, abile nelcaptare sugge-
stioni spesso dissonanti, dedi-
toa una personale e ossessiva ricercapo-
etica: «La sua storia iniziaefiniscecon
lui», ha scrittoGiuliano Briganti. Inven-
toredi uncodiceinconfondibile, ha sa-
puto essere, insieme, antico econtempo-
raneo. Barbaricoesofisticato. Il suo
obiettivo: elaborare un arcaismo moder-
no, denso di rimandi alla statuaria primi-
tiva e di echi classici, medievali, rinasci-
mentali. Concontrollata lentezza, Modi-
gliani si fa aedo di una figurazione pri-
maria. In bilicotrarealismoe
visionarietà, ricorrendoauna sintassi
minimale, lascia affiorare dal nulla divi-
nità di un mondo lontano. Apparizioni
ieratiche. Nasi simili a frecce, occhi privi
di pupille, palpebre serrate,colli allunga-
ti. Corporeità statiche, imperturbabili.
Monumentalità mistiche, indifferenti a
ogni sperimentalismo.Una purezza me-
tafisica, libera da ogni riferimentoalla
cronaca, riccadi rinvii alle semplificazio-
ni di Brâncusi.
Come Picasso e Apollinaire, Modiglia-
ni sa che la bellezza, nella modernità,
non sioffrepiùcome armonia solenne,
macome necessitàferita, equilibrio in-
franto.Peccatore checonsumava tutto ra-
pidamente, Modigliani hacondotto
un’esistenza bohémienne in quel meravi-
glioso laboratorio di intelligenzeche è
stata laParigi primonovecentesca, inco-
stante dialogocon Apollinaire e Cocteau.
Uneroe maledetto: anarchico,folle, vio-
lento, alcolizzato, drogato, attaccabrighe,
irascibile, irresponsabile, dissipatore,
egocentrico, frequentatore di prostitute,
appartenentealla genia dei «suicidati
della società» di cui ha parlato Artaud.
Ottoscenedelcrimine
A 35 anni, in Francia, affetto da tuber-
colosi, Modigliani muore. È il 24 gennaio
- Il giorno del funerale, racconterà la
sorella Margherita, intorno a lui inizierà a
svilupparsi una pericolosa speculazione
ordita da una cinica macchina del malaf-
fare. Di questi scenari inquietanti ora si
fanno attenti cronisti una giornalista e un
poliziotto, membri dellaFondazione An-
tonino Caponnetto: Dania Mondini, gior-
nalistadella Rai (che nel 2018 ha curato
una puntata di TV7 intitolata «Giallo Mo-
digliani»), e Claudio Loiodice,exispetto-
rediPolizia, impegnatoinoperazioni
controilcrimine organizzato, specializ-
zato in riciclaggio e frodi internazionali.
MondinieLoiodicehanno scrittoun
libro appassionante, in uscita da Chiare-
lettere, L’affareModigliani (postfazione
di PietroGrasso,exmagistrato,expresi-
dente del Senato).Unvolume che — ne
siamocerti — sarebbe piaciuto aFederi-
coZeri, detective sapiente nel distingue-
re le opere d’artevere da quelle false, stra-
ordinarioconoscitore,conunocchio
prodigioso: di lui si potrebbe dire quello
che esclamò Cézanne a proposito di Mo-
net, «non è che un occhio, Dio mio, ma
che occhio!».
Denuncia «senza timorioremore»,
che non inciampa mai nellacalunnia o
nella diffamazione; inchiesta criminolo-
gica, nella quale si fanno nomi ecogno-
mi e si riportano informazioni, notizie e
dati sempre documentati; spy story ricca
di misteri, di errori, di omissioni, di svi-
ste, di alibi, dicollusioni; infine, giallo
scandito inotto«scene del crimine»:Pa-
rigi, placeDenfert-Rochereau; Chiasso,
porto franco; ancoraParigi, 55 Boulevard
Saint-Michel;Livorno, quartiereVenezia
Nuova; Genova,PalazzoDucale; Londra,
Piccadilly; di nuovoParigi, 205 Boulevard
Vincent Auriol; infineWorldwide Inter-
bank Financial.
Rispetto a queste scene del crimine, un
momento laterale ma significativo del li-
bro è rappresentato dal viaggio nel «più
segretodei musei del mondo»: il porto
franco di Ginevra, nel quale sonoconser-
vati «miliardi di euro di dipinti, sculture
ereperti archeologici».Unafonterivela
agli autori delvolume che lìècustodito
anche il SalvatorMundi , il dipinto — at-
tribuitoaLeonardo—acquistatonel
2017 per 450 milioni di dollari dal princi-
pe saudita Mohammad bin Salman.
Ecco L’affareModigliani. Battendo pi-
steinattese,inostri investigatori rico-
struiscono ilcaso-Modì. Siamo invitati a
entrareinuna drammaturgia abitata da
tantevoci.Uninvolontarioromanzodi
spionaggio basato su dati accuratamente
raccolti everificati, segnato da tanticolpi
diteatro.Un«pasticciaccio», i cui prota-
gonisti sono — tra gli altri —Jeanne, fi-
glia di Modigliani, e ChristianParisot, ar-
chivista. Ecco come viene presentatoPa-
risotdai due autori: «Espertodistoria
dell’arte. Sul suoconto pesano inchieste
per falso, ricettazione, truffa ereati spe-
cificirelativi alle violazioni delle norme
delcodice dei beni culturali. Condannato
nel 2008 in Francia per falso e truffa. Ar-
restato in Italia nel 2012 per falso e ricet-
tazione, poi assolto nel 2019 per la ricet-
tazione mentre ilreato di falso ècaduto
in prescrizione». Intorno a loro, si muo-
vonocomparseeburattinai: magistrati,
avvocati, uomini d’affari,collezionisti,
criminali, storici dell’arte. Attori di unte-
atro della disonestà.
Ilpasticciaccio
Figlio di Adrien, pittore cresciuto negli
ambienti milanesi del MAC (Movimento
Arte Concreta), studente di storia dell’ar-
te, nel 1974 ChristianParisot lascia il Pie-
monte per trasferirsi aParigi. Si iscrive al-
la Sorbona. Lì incontraJeanne Modiglia-
ni, all’epoca docente di Lingua e lettera-
tura italiana.Iduecominciano a
frequentarsiconassiduità. Christian di-
venta l’ombra diJeanne. Lacorteggia,
quasi lavenera. Ne diventa l’uomo di fi-
ducia, il factotum.
Sin dalla prematura scomparsa di suo
padre,Jeanne — che morirà nel 1984 in
circostanze misteriose — si dedica a rac-
coglierecon amore materiali di ogni tipo,
strumenti di lavoro, lettere, appunti efo-
tografie, dando vita agli Archivi Legali
Modigliani.Unmodo per difenderela
memoria di un artistaconuntempera-
mentoincostante, portatoadistruggere
disegniequadri, mortogiovane, senza
lasciarefirme depositate, né un elenco
conladescrizione delle operedipintee
scolpite. «Gli Archivi — ricordano Mon-
dini e Loiodice — rappresentano iltenta-
tivo di cristallizzare tutto ciò che può da-
reun’identitàcerta al patrimonio artisti-
codi Modì. Chi li possiede ha in mano gli
strumenti per fareexpertise e quindi de-
cretare se un’opera èvera o falsa, o quan-
tomeno se un determinato quadro si por-
ta in doteuna storicità. Spesso, invece,
sarebberostati utilizzati percostruire
IndaginiCi sono state le teste gettateaLivorno nel
1984; c’è stata la mostra nel 2010aPalestrina con
croste realizzate dal «gotha dei falsari romani»; c’è
stata nel 2017 la mostraaGenova con venti quadri
grossolanamente falsificati. Ora un’inchiesta —
condotta dalla giornalista Dania Mondinieda
Claudio Loiodice, ex ispettore di Polizia—svela un
mercato da mille opere.Escopre, tra l’altro, dov’è
finito il «Salvator Mundi» attribuitoaLeonardo
di VINCENZOTRIONE
L’immagine
AmedeoModigliani(nella
fotogrande),pittoree
scultore,ènatoaLivornoil
12luglio1884emortoa
Parigiil24gennaio1920.
Celebreperiritratti
femminiliconvoltistilizzati
ecolliaffusolati,èsepolto
nelcimiteroparigino
diPèreLachaise
Perilcentenario
MostraaLivorno
«Opere dal valore
indiscutibile»
D
al 7 novembre al 16febbraio Li-
vornoospita Modiglianiel’av-
venturadiMontparnasse.Capo-
lavoridallecollezioniNettereAlexan-
dre , per ilcentenario dalla morte del-
l’artista (il 24gennaio). Il Museo della
città espone 14 dipinti (tra cui Fillette
enbleu , 1918, a destra), 12 disegni e
120 opere dell’École deParis. La mo-
stra è organizzata dalComunecon
l’IstitutoRestellini diParigi (a cura di
MarcRestellini). «Sono opere dallecol-
lezioni di Jonas Netter ePaul Alexandre
— spiega l’assessore allaCultura Simo-
ne Lenzi —, acquisite da Modì, di cui
entrambi erano amici. La storia del loro
valore è indiscutibile». (jessicachia)
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