DOMENICA6OTTOBRE2019 CORRIEREDELLASERA LALETTURA 9
rese visitaaKohl invacanza in Austria.
Poi poco a poco sparì dalla scena. Da quel
momento non ci fu più equilibrio nel ne-
goziato, i dueStati non trattarono da pari
apari. Equestoprodusse una riunifica-
zioneaimmagineesomiglianza della
Repubblicafederale. Trent’anni dopo ne
vediamo leconseguenze, nei rapporti so-
ciali ed economici».
Ma sono stati pur sempreinvestiti
2.500 miliardi di euronei Länder del-
l’ex Ddr, 5 mila miliardi deivecchi mar-
chi, una cifra incredibile. E il divario è
stato in buona partecolmato, anche se
differenzerimangono.Perché oggi 6
su 10 cittadini dell’Est si sentonotede-
schi di seconda classe?
«Appunto perché nelcontratto di riu-
nificazione non sono stati riconosciuti
come cittadiniconpari diritti dei loro
connazionali dell’Ovest. Ilcontrattodo-
veva avere un altrocarattere. E io da de-
putatodella Pds(il partitoerede della
Sed, ndr ) mi sono battuto già allora, pri-
ma nellaVolkskammer e poi nel Bunde-
stag, percorreggerne gli errori».
Lei diventòpremier dopo lacaduta
del Muro. Ma per anni fu un alto diri-
gente della Ddr. Si senteresponsabile
per lecentinaia di morti del Muro?
«Penso che abbiamo unaresponsabi-
lità, ma che questa non stia solo da una
parte».
Ma eranoiVopos agli ordini di
Mielke che sparavano. Ha appena det-
to che il 9 novembre il maggiore sulla
BornholmerStrasse non diede ordine
di sparare di sua iniziativa.
«Sul piano morale lei ha ragione, lare-
sponsabilità è nostra. Ma sul piano stori-
co c’era la guerra fredda. Quando Kru-
sciov videKennedy a Vienna nel giugno
1961, gli disse che avevagià vissutotre
guerre: la Prima guerra mondiale, la
guerra civileelaSeconda guerra mon-
dialeeaggiunse: “Non nevoglio fare
un’altra per Berlino”.Kennedy rispose
che fin quando l’Urss nonferiva gli inte-
ressi degliUsa, po teva gestire la sovranità
sulla sua area dicontrollo. Il 13 agostoco-
minciò lacostruzione del Muro».
Ma stiamo parlando di persone che
volevano solo andarseneesono state
uccise.
«È vero. Anche oggi milioni di persone
vogliono attraversare iconfini evengono
uccise. Dico solo che non si possono giu-
dicare i tragici destini personali di quelle
persone separandoli dalcontesto di allo-
ra».
Lei è ancoracomunista?
«Anche nella Ddr mi sono sempre de-
finito socialista rivoluzionario».
Ma oggi l’ultima spiaggia del sociali-
smo è ilcapitalismo diStato cinese.
«La via cinese nonèl’ultima parola.
Ma in Cina sono staticompiuti passi da
gigante, nella lotta alla povertà e adesso
anche nella difesa del clima. Si tratta di
risparmiare le risorse, mantenere il pia-
neta vivibile erendere possibile una vita
dignitosa per tuttelepersone.Poiselo
chiamiamo socialismoealtroveinun
modo diverso, non è importante».
Ma questi sono anche gli obiettivi di
una democrazia borghese.
«Restoscettico, guardi in Germania.
Una GrosseKoalition dietro l’altra. L’op-
posizione nonèingrado ditoccarele
strutturedel potere.Non mi pareche il
sistema politicotedescofunzionicosì
bene».
©RIPRODUZIONERISERVATA
per la riunificazione era aperta».
Perché Gorbaciov lofece?
«Non lo so. Eppure non era negli inte-
ressi dell’Urss».
Forse ebbeveramente l’assicurazio-
ne che la Nato non si sarebbe estesa a
Est?
«Non sono aconoscenza di promesse
verbali in tal senso. Di scritto nonc’è nul-
la. Secondo me è improbabile».
Sarebbe stata praticabile un’altra
strada?
«Penso sarebbe stato bene se cifossi-
mo dati una transizione di 3 o 4 anni. La
storia la fanno gli uomini.Una Germania
militarmente neutrale era possibile, se i
protagonisti di allora sifossero decisi in
questosenso. Quantoall’ingresso nel-
l’Unione Europea, i periodi transitori so-
no la norma. Gorbaciov non avrebbe do-
vuto dar via la Ddrcosì come ha fatto. E
questoforse avrebbereso possibile una
vittoria del socialdemocratico Oskar La-
fontaine, che si era battuto per una riuni-
ficazione a tappe, alle elezioni del 1990».
Nel suo libro lei dà un giudizio seve-
ro su Gorbaciov, definendolo un avven-
turiero. Krenz lo ha definito «un tradi-
tore». Che ruolo ha giocato?
«Gorbaciov è un uomo che si è trovato
davanti uncompitopiù grande di lui.
Non aveva lecapacità necessarie, nonca-
piva nulla di economia e dellacomplessi-
tà dei problemi. Su unacosa aveva ragio-
ne: c’era bisogno di uncambiamento ra-
dicale. L’Urss e iPaesi socialisti non pote-
vano piùcontinuarecosì. Ma la
perestrojka fu una serie di improvvisa-
zioni successive, che finirono per minare
la stabilità delPaese e far aumentare l’in-
soddisfazione del popolo. Anche per
questo non poteva essere un modello per
la Ddr. Il mio problemacon Gorbaciov è
che havendutol’anima, mostrando as-
senza dicarattere e diforti principi. Sul
piano personaleèstatounvincitoredi
quella fase,festeggiatoancora oggi dal-
l’Occidente. Ma sul piano dellaresponsa-
bilità storica, ha di fatto barattato la Ddr
per denaro».
È vero che HelmutKohl la snobbava?
«Alcuni lo dicono ma io non ricordo
alcun momento della nostracooperazio-
ne in cui non mi abbia preso sul serio.
Era sempremoltopreparatonei nostri
colloqui. Era anche informato della mia
biografia. Ma era una persona che amava
mettere il suo interlocutorecon le spalle
al muro. Con Gorbaciov e Eltsin faceva la
sauna. Lothar de Maizieredicev ache
quandoc’era Kohl in una stanza, non
c’entrava più nulla». (Modrow sifa una
risata)
Che cosa è andato male nella riunifi-
cazione? Oggi perfino Angela Merkel
parladiunaGermania«noncosìricon-
ciliatacome si pensava».
«Le radici del problema affondano nei
negoziati della riunificazione. Il cristia-
no-democratico Lothar de Maizière, che
aveva vinto le prime elezioni libere nella
Ddr ed era subentrato al mio posto, non
era sovrano perché era già ricattabile: gli
occidentali sapevano che avevacollabo-
rato con la Stasi. Etennero lacosa voluta-
mente segreta».
Sì maconlei, dirigentedel regime,
non sarebbe stata la stessacosa?
«No, perché io non avrei avutonulla
da nascondere. È un fatto che i negoziati
per la Ddr li guidava non de Maizière ma
il suo sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Günther Krause. De Maizière
ParlaHansModrow,ultimocapo
digovernodellaGermaniaorientale
espressodalPartitocomunista(Sed):
«Creandounaconfederazionecon
Bonnsipotevaarrivarepergradiaun
Paeseunitoeneutrale.Gorbaciov
perònonavevacaratterenéprincipi,
procedevaperimprovvisazioni.E
cedettelaDdrincambiodegliaiutidi
Kohl.IlrisultatoècheildivariotraEst
eOvestrestaunproblemaaperto»