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FOTO MATTEO
MONTALDO
PAOLO BRUSORIO
Le lettere sulla sfida scudetto tra Inter e Juventus
Fino a venerdì a dialogare con i lettori sarà
Paolo Brusorio. Il tema: la sfida scudetto
di domenica 6 ottobre tra Inter e Juventus.
Sabato sarà il direttore Maurizio Molinari
a rispondere alle lettere. Domenica, come di consueto,
spazio alla «RisPosta del cuore» di Maria Corbi.
I
eri il Segretario di Stato america-
no ha fatto il giro dei vertici: Quiri-
nale, Palazzo Chigi e Vaticano -
Roma è capitale di due Stati. Oggi
è il turno della controparte, Luigi
Di Maio. Può darsi che Italia e Sta-
ti Uniti si trovino d’accordo su tutto.
Può darsi che dissentano su qualcosa.
Le divergenze sono fisiologiche anche
fra i migliori amici. Il vero pericolo è
quello del dialogo fra sordi: ciascuno
ascolta dall’altro quello che vuol senti-
re. Gli italiani vi indulgono spesso; gli
americani molto meno. Ma potrebbe av-
venire perché le priorità dell’Italia, da-
zi, Libia, non sono quelle degli Usa, Ci-
na, Iran, Russia, Venezuela.
Mike Pompeo non si fermerebbe da
noi per quasi tre giorni, compresa certo
la parentesi delle radici familiari abruz-
zesi domani, se fosse venuto per ordina-
ria amministrazione. I viaggi del Segre-
tario di Stato sono toccate e fughe. Ma
stavolta viene per impostare il rapporto
bilaterale Usa-Italia col nuovo governo.
Roma lo vorrebbe privilegiato. A Wa-
shington sta bene, e l’ha segnalato con
l’immediato sostegno a Giuseppe Con-
te, ma mette subito i nodi sul tappeto.
Anche, e soprattutto, quelli su cui l’Ita-
lia preferirebbe glissare e prendere tem-
po, a cominciare dalla Cina. Pompeo
non concederà questo lusso.
In America ormai quasi nessuno dubi-
ta che il rivale strategico sia la Cina.
Non è una conclusione esclusiva
dell’amministrazione Trump e non è ri-
stretta alla competizione economi-
co-commerciale. La parata militare e i
toni nazionalistici con cui Xi Jinping ha
festeggiato il 70° anniversario della Re-
pubblica Popolare non fanno alcunché
per metterla a riposo. Gli americani ve-
dono in Pechino il vero sfidante per la
supremazia mondiale. Non ci si può stu-
pire che ne traggano le conseguenze: l’a-
pertura alla penetrazione e tecnologia
cinesi in Europa, come la piattaforma
«smart city» Huawei (https://www.te-
chradar.com/news/huawei-laun-
ches-full-smart-city-platform), è un ca-
vallo di Troia. E quindi persino una mi-
naccia alla Nato.
Sulla Cina non c’è risposta nazionale
che tenga. Non convincerà gli america-
ni. L’Italia non ha altra scelta che pun-
tare su una linea europea «in fieri», e
poi lavorare con l’Ue e le altre capitali,
Londra compresa. Anche in Europa in-
fatti sono molti ad anticipare uno sce-
nario bipolare Cina-Usa. L’Europa, se
unita, può giocare un ruolo di terza for-
za e, fermo l’ancoraggio di sicurezza
agli Usa, quindi la Nato, negoziare da
pari a pari con la Cina su economia,
commercio, tecnologia, senza appiat-
tirsi su Washington. Ma da solo nessun
Paese è all’altezza.
Anche se più immediate, le altre
questioni che Pompeo metterà sul ta-
volo appartengono a un secondo livel-
lo di priorità. Il Segretario di Stato
chiederà che l’Italia metta fine alle ti-
tubazioni amletiche sul Venezuela.
Iran e Russia sono temi impegnativi
ma gestibili. Su Teheran esiste una
consolidata posizione europea sull’ac-
cordo nucleare cui allinearci; quello
che è importante mostrare di condivi-
dere sono le preoccupazioni per politi-
ca regionale - il silenzio romano
sull’attacco alle raffinerie di Aramco
non è passato inosservato - e program-
ma missilistico. Quanto a Mosca, ac-
cantonate le opacità di Matteo Salvi-
ni, l’Italia può sostenere che i tradizio-
nali buoni rapporti non vanno a scapi-
to della tenuta sulle sanzioni. Anche
qui l’Ue è un’ancora di linearità.
Questo non significa passare in se-
condo piano le nostre priorità. I dazi
in arrivo aspettano solo la quantifica-
zione del Wto dopo di che l’ammini-
strazione ha ampio margine di discre-
zionalità quanto a merci da colpire.
Sulla Libia cerchiamo d’incassare l’ap-
poggio americano senza però troppe
illusioni su quanto quest’amministra-
zione sia disposta ad impegnarsi. Po-
co ma ci aiuta. Più risponderemo a to-
no e concretamente sui punti america-
ni più otterremo sui nostri. Donald
Trump è un Presidente «do ut des» -
chiedere a Volodymyr Zelensky; Mike
Pompeo è il suo profeta. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Responsabile della redazione sportiva dal
2012, considera un privilegio occuparsi per
lavoro della sua passione. Anche se ogni
giorno il rischio delusione è dietro l’angolo.
IL TEST
A STELLE E STRISCE
PER IL PREMIER
R
ivoluzionario, despota brutale, fer-
vente cattolico, teorico marxista. Lo
spirito di Robert Gabriel Mugabe,
l’uomo che ha guidato per 37 anni lo
Zimbabwe e icona del pan-africanismo, non
riposerà tra le tombe dorate del trionfale Na-
tional Heroes Acre di Harare, accanto agli
eroi della lotta di liberazione. Dopo settima-
ne di drammi, misteri e contese sul luogo di
sepoltura, i ministri hanno dovuto lasciare il
passo alla volontà della famiglia Mugabe. Me-
glio, della moglie Grace Marufu, o Disgrace,
come l’hanno etichettata gli zimbabwani: sa-
rà bruciato e sepolto nella casa di famiglia di
Zvimba, a cento chilometri dalla capitale.
Non tra le mura di marmo della Blue Roof, la
magione presidenziale con venticinque stan-
ze e pagoda cinese, ma tra i polli e il cortile di
fango. Non rivoluzionario e despota, ma
Dad, papà. Non accanto agli eroi, ma alla ma-
dre Bona.
NADIA FERRIGO
SI È APERTA
LA BOTOLA
DELL’INFAMIA
NON SI VIVE DI SOLO TOFU
COSÌ ALCUNI SCIENZIATI
RIABILITANO LA CARNE ROSSA
A settembre, 10.258 migranti, principalmen-
te afgani e siriani, sono arrivati via mare in
Grecia. Si tratta della cifra mensile più elevata
dal 2016, un numero di persone enorme che
è andato ad aggravare le condizioni umanita-
rie già precarie sulle isole egee, che attual-
mente accolgono 30.000 richiedenti asilo.
L’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i
Rifugiati, ha rivolto un appello alla Grecia affin-
ché trasferisca con urgenza migliaia di que-
ste persone fuori dai centri di accoglienza peri-
colosamente sovraffollati.
A Lesbo, Samo e Cos la situazione è critica. Il
centro di accoglienza di Moria, a Lesbo, ospita
già 12.600 persone, un numero cinque volte
superiore alla propria capacità, mentre a Samo
il centro di accoglienza di Vathy ospita 5.500
persone, una cifra otto volte superiore alla pro-
pria capacità. Quest’anno la Grecia è meta del-
la maggior parte degli arrivi attraverso il Medi-
terraneo, circa 45.600 su 77.400. —
Q
uando la ginnastica america-
na si è trovata faccia a faccia
con l’orco Nassar abbiamo pen-
sato, ecco dove si arriva traina-
ti dall’agonismo sfrenato: ra-
gazzine consegnate a un depra-
vato libero di costruire campionesse e rovi-
nare esistenze. Quando lo short track co-
reano ha iniziato ad allontanare tecnici ab-
biamo scosso la testa inquieti convinti che
la caccia alla medaglia avesse tolto il giudi-
zio a chi aveva il dovere di controllare. Si-
tuazioni estreme che invece di sparire si
moltiplicano se togli i Cinque cerchi e il pro-
fessionismo e i mondi a bolla, senza acces-
so e senza aria, con la scusa di Olimpiadi e
Mondiali come unico bene supremo. Fuori
da lì c’è pure il coach tedesco di Baden Ba-
den che violenta bambini e prende solo 12
anni di galera, meno dei capi di accusa. E
non capita solo nei centri di eccellenza con
il compito di dare forma ai sogni. Nelle nor-
mali palestre, nei maneggi, nei campetti di
provincia, qui, in Italia, succede di tutto
perché ci sono malati convinti che chiede-
re foto di nudi sia normale, che lo sport sia
promiscuità assoluta e che una volta avute
le chiavi dell’armadietto ci si possa buttare
dentro chiunque. Non è un caso che in que-
sto particolare #metoo ci sia una disgusto-
sa parità di genere.
Più di dieci inchieste nell’equitazione,
la procura federale che apre un fascicolo
nel ciclismo, casi nel nuoto con un istrut-
tore che chiedeva pose hard in cambio di
posti in squadra, è successo giusto un pa-
io di anni fa e anche lì «non ha niente a
che fare con la nostra attività». Poi, qual-
che settimana fa, un allenatore viene ban-
dito dalla Figc veneta e si scopre che pal-
peggiava calciatrici di 13 anni. Magari
può sembrare rassicurante che non sia
successo intorno al campo della società,
come viene orgogliosamente sottolinea-
to, il dettaglio esclude il contesto e lascia
la responsabilità al deviato. Il singolo di-
sturbato. Sono tanti e sono dentro lo
sport, sono l’antitesi di tutto quello che do-
vrebbero rappresentare però approfitta-
no di minori che si affidano a loro per di-
ventare grandi, per correre, segnare co-
me Ronaldo, nuotare come Federica Pelle-
grini, pescano dentro uno strato di vulne-
rabilità infinita in un ambiente che è fragi-
lissimo proprio perché insiste a conside-
rarsi estraneo.
Ci sono tanti ragazzi che non si sono sen-
titi sicuri, non hanno saputo a che porta
bussare, hanno temuto e, peggio, creduto
che il tizio abilitato a dare ordini avesse in
tasca il fischietto, il cronometro e anche il
loro futuro. E i deviati si sono sentiti padro-
ni della lavagna tattica e di chi ci sta davan-
ti. Tutto compreso e tutto chiuso dentro
spogliatoi che diventano sacri, privati e in-
valicabili, pure se dentro ci sono pulcini.
Apriamoli perché sono pieni di botole. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
LI
LETTERE
& IDEE
La Stampa domani e venerdì non sa-
rà in edicola e il sito web non verrà
aggiornato. Il motivo dello sciopero
è l'indisponibilità dell'azienda a ri-
spettare l'accordo sindacale che ri-
guarda gli organici del corpo redazio-
nale, già ridotto ai minimi termini.
Un'intransigenza che giunge, nono-
stante la mediazione del Direttore,
dopo un anno di sacrifici che rischia-
no di penalizzare la qualità dell’infor-
mazione, che portiamo ai nostri let-
tori da oltre 150 anni. La Stampa tor-
nerà in edicola sabato. Ci scusiamo
con i lettori per il disagio. —
Il Cdr
COMUNICATO AI LETTORI
S
e volete vivere di solo tofu fermate-
vi, non è quella la scelta salutare!
Un panel internazionale di esper-
ti, infatti, ha fornito nuove linee
guida sulla carne rossa e sulle car-
ni lavorate: non ci sarebbe alcuna
prova che ridurne il consumo apporti vantag-
gi per la salute. Il dibattito si riapre. Questo
nuovo studio controcorrente dice che inter-
rompere il consumo di queste carni non sem-
bra apportare dei benefici importanti per la sa-
lute, anzi, i vantaggi dell’esclusione di questi
alimenti sarebbero piccoli se non nulli. I risul-
tati, pubblicati sugli «Annals of Internal Medi-
cine», contengono nuove linee guida sull’ali-
mentazione e indicano che, in generale, non
bisogna demonizzare il consumo della carne
rossa eliminandola completamente.
Gli autori sono partiti dalla stima del consu-
mo medio di carne rossa e lavorata, in Europa
e nell’America settentrionale, che va dalle 2 al-
le 4 porzioni a settimana. Un rigoroso insieme
di revisioni sulle prove su questo argomento
mostra che i benefici associati alla riduzione
del consumo di queste carni sono ridotti se
non assenti. Per questo le nuove linee guida ri-
portano che «la maggior parte degli adulti
(ma non tutti) può continuare ad assumerle
seguendo le loro abitudini medie». Gli esperti
tuttavia sottolineano che si tratta di una «rac-
comandazione debole» e con un «livello di evi-
denza ancora basso». Questo studio, seppure
basato, a detta degli stessi autori, su un’evi-
denza limitata, sembrerebbe andare contro-
corrente rispetto a molte delle raccomanda-
zioni fornite fino ad oggi. La ricerca si basa su
«cinque revisioni sistematiche di alta quali-
tà», ovvero revisioni e recensioni di studi già
pubblicati sul tema, in particolare sulla rela-
zione fra consumo di carne e salute. Le ricer-
che includono i dati di circa 54mila persone.
Dall’analisi non emerge un’associazione stati-
stica significativa o importante fra l’assunzio-
ne di carne rossa o lavorata e il rischio di diabe-
te, malattie cardiovascolari e tumori. In prati-
ca, spiegano gli autori, «non ci sono prove
stringenti che carni rosse o lavorate causino
queste patologie». A fronte di questo riscon-
tro, i ricercatori indicano che per molti è possi-
bile continuare a mangiare queste carni, spes-
so apprezzate proprio perché percepite come
salutari. Secondo gli studi un uomo adulto do-
vrebbe introdurre al giorno almeno 0,66g/Kg
di peso corporeo di proteine. Oltre alle funzio-
ni base e indispensabili viste sopra, le protei-
ne contribuiscono anche al controllo del peso,
da qui l’introduzione di alcuni tipi di carne nel-
le diete. La carne è anche fonte di vitamine e
ciò favorisce le reazioni metaboliche. Il tumul-
to mediatico scaturito ha dato voce al risulta-
to controcorrente della ricerca, affermando
che il consumo di carne rossa non presenta ri-
schi per la salute. Chi scrive da nutrizionista
clinico trova in questo lavoro un riscontro del
proprio convincimento, portato avanti da
sempre: il consumo equilibrato di carne è salu-
tare. La giusta proporzione sta nel non supera-
re i 500 gr settimanali dividendoli in due-tre
porzioni. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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10.258
I migranti arrivati in Grecia via mare a settembre
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sportelli del Salone
Caro Brusorio,
dopo sei partite di campionato l'Inter co-
manda la classifica di serie A con due punti
di vantaggio sulla Juventus, il che vuol di-
re che vincendo lo scontro diretto di dome-
nica prossima in casa i nerazzurri si trove-
rebbero ad avere un vantaggio di cinque
punti sulla rivale. Siamo solo all’inizio, ma
se andasse così sarebbero innegabili i van-
taggi psicologici e numerici a favore
dell'attuale capolista.
Conte ha saputo in breve tempo imporre
le sue grandi doti di motivatore ad un am-
biente per troppo tempo represso e proba-
bilmente ha indicato alla dirigenza i nomi
dei giocatori su cui puntare e le lacune tec-
niche che andavano colmate.
Questa Inter ha un gioco, ha un'organizza-
zione imperniata su una difesa solida ed un
centrocampo organizzato e combattivo, con
queste caratteristiche è più che lecito segna-
larla come seria candidata alla vittoria fina-
le. La Juventus di Sarri sotto questo punto di
vista mi pare abbia più problemi. —
GIACOMO GENINATTI CHIOLERO
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SECONDO ME
Quest’anno l’Inter è forte
ma dietro c’è la Juve
È presto per trarre conclusioni
Caro Chiolero,
Antonio Conte e non Copernico, ma a leggere le sue parole il mondo sembra essersi ribalta-
to. Tradotto, l’Inter è forte e non c’è dubbio che società e nuovo allenatore stiano facendo un
ottimo lavoro. Ma a due punti di distanza c’è la Juventus e pure se i punti diventassero cin-
que domenica sera alle 23, sempre della Juventus staremmo parlando. Cioè della squadra
che ha vinto gli ultimi otto scudetti di fila e che ha Cristiano Ronaldo in squadra oltre a tutta
l’altra argenteria di casa. Quindi andrei piano con le conclusioni, sette giornate sono una fet-
ta di campionato troppo esigua perché possano dare un verdetto inappellabile. Ma, questo è
sicuro, ne vedremo delle belle. —
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SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
22 LA STAMPAMERCOLEDÌ 2 OTTOBRE 2019
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