Corriere della Sera La Lettura - 15.09.2019

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DOMENICA15SETTEMBRE2019 CORRIEREDELLASERALALETTURA 29


U


n ingegnere in pensione, che per quarant’an-
ni hacostruito ponti in tutto il mondo, è ri-
masto solo dopo la morte della moglie.Ve do-
vodaottomesi, hacapito«di aver prestato
nelcorso della vita più attenzione allecose
urgenti che a quelle importanti». E in una domenica di
novembre, in unaTorino che quasi non è lei,così vento-
sa e secca, decide di rimediare: preparerà un pranzofe-
stivo per la figlia Sonia, il marito e le nipotine. Dei suoi
tre figli, Sonia è quella che vive più vicina, a Biella, men-
tre Alessandro è ricercatorea Helsinki e Giulia, che pian
piano si rivela essere lavera narratrice della storia, abita
a Roma quando non è intournéecon ilteatro.


Ilnuovo ponte dell’ingegnere


Narrativaitaliana/1Unpensionato,vedovodapochimesi,decidedidaresensoaunadomenicadinovembre


invitandoapranzoacasaunadellefiglieconilgeneroelenipotine.Maqualcosavastorto...DaquiriparteFabioGeda


diIDABOZZI


LibriPordenonelegge


Illavorodiscrittura,lasoddisfazionefinale,
quandol’operaècompiuta,maanche
esitazioni,intoppi,sconforti.Checosa
succedeaunoscrittorequandocomponei
suoilibri?Domenica22settembre(ore11,

TeatroVerdi)araccontarsisaràilgrande
autoreisraelianoDavidGrossman
(Gerusalemme,1954),cheaPordenonelegge
conversaconMarinoSinibaldisu«Ladolce
ricompensadellascrittura».

(


LascritturadiDavidGrossman

Cominciacosì il nuovoromanzo diFabio Geda,Una
domenica(EinaudiStile libero), ma la narrazione non è
solo la storia di una singola giornata difesta. Ilromanzo
si gettacome un ponte tra rive lontane: iltempo del pre-
sente, in cui l’ingegnereaffronta la preparazione del
pranzo domenicale inciampando a ogni passo nei ricor-
di della moglie, e l’Italia delle famiglie di ieri, un Nove-
cento vicino, dagli anni Settanta in poi, eppure già leg-
gendario, analogico e non digitale, fatto difotografie in
cornice, gite epiche, pomeriggi alla pista di pattinaggio.
Oltre che tra le rive lontane deltempo, Gedatesse lega-
mi e ponti anche tra presenze e assenze delromanzo, vi-
vi e morti, vicini e lontani. Il protagonista, cioè il padre,

e il narratore pressoché onnisciente, cioè la figlia Giulia,
non si incontrano inrealtà da anni, eppure lo scrittore li
faconviverenelle pagineconuna virtuosisticaabilità
narrativa. E altri ponti sono i nuovi legami e gli incontri
che finiranno per intrecciarsi in una giornata in cui
niente andrà, almeno all’apparenza, per ilverso giusto.
Il pranzo, infatti, rimane cristallizzatocosì com’è, ap-
pena uscito dalforno, ancora nelleteglie e nellecasse-
ruole, «le cipolle ripiene, il budino di Seirass e le taglia-
telle di borragine»,con zuppa inglese finale: arriva una
telefonata, gli ospiti attesi stannocorrendo al Pronto
soccorso, la nipotina ècaduta da un albero dicachi e si è
rotta un braccio. Niente di irreparabile, ma il pasto è ri-
mandato. Allora l’ingegnere esce dicasa, giusto perto-
gliersi dal «torpore amniotico» in cui il luogo lo avvolge
— alle sue spalle lascia la sala da pranzo e la cucinacosì
come sono, apparecchiate, in unacasa in cui iltempo si
è fermato. Siede in un parco, vede un ragazzino che pro-
vaevoluzioni sullo skateboard — e la storia sembra de-
stinata a ripiegarsi sul ricordo della moglie, sulla solitu-
dine dellavecchiaia, su qualche memoria: invece no.
L’uomo che ha girato il mondo percostruire ponti, e
cheifiglieforse anche la moglie hanno percepitofin
troppo assente e lontano per decenni, ora che ha perso
quasi tutto si ritrova interamente immerso nel presente:
nel parcoil ragazzino sullo skateboard fa balzi impres-
sionanti, poicade, si rialza, litigacon la madre che vuole
portarloapranzo;elamadreimpaziente, inquieta, si
esprime prima a occhiate, poi alza lavoce, poi scherza,
ride, si arrende. I due piano piano prendonoforma, in
una delle sequenze più efficaci delromanzo, e diventa-
no Gaston, il ragazzino dai tratti australi appassionato di
skate, ed Elena, la madreaffettuosa ma ansiosa in cui
l’ingegnerelegge un’inquietudine per il futuroancora
non dettaforse nemmeno a sé stessa. Qui la svolta: lì per
lì, l’uomo li invita acasa, aconsumare il pranzo che non
merita di andare sprecato. E il gesto, questo nuovopon-
te, farà la differenza per molti personaggi delromanzo.

Come i ponti, ilromanzo di Geda è unacostruzione di
cui si percepisce lacomplessità ma che deve sembrare
affusolata e aerea. E tale sembra. Il libro si leggecome
unpageturner:capitoli brevi, intensi,cesellati, che
stuzzicano nel lettore ora la curiosità sultempo presente
delromanzo e sul destino dell’invito a pranzo tra estra-
nei, ora una nostalgia lancinantediunpassatoche
grondafelicità perduta ma anche errori irrimediabili.
PeròGeda non si limita a mettere incampo la classica
strutturacon l’intreccio principale e i flashback: piano
piano sicapisce che la narrazione affidata alla figlia Giu-
lia appartiene a unterzotempo, successivo a quello del
pranzo raccontato e a quello dei ricordi evocati, untem-
po nuovoche può esistere (etoccaal lettore scoprireco-
me) esclusivamente perché l’invito a pranzoc’è stato, il
ponte è stato gettato e qualcosa ècambiato, in grande o
in piccolo, nella vita di tutti i personaggi.
La storia di Geda crescecome un albero — altra im-
magine frequente nel libro, l’albero: l’alberocaduto per
il vento davanti al fiumecome un ponte mancato, nel-
l’incipit; l’albero da cuicade la nipotina dell’ingegnere;
il protagonista che non sa distinguere un albero dall’al-
tro — e su ciascun ramo fa spuntare nuovi rametti, che
formano il riccointrico finale.Perfino sul «ramo» nar-
ranteegiudicantediGiulia cresceranno nuovi rami, e
ciò accadrà grazie ad altri incontricasuali disseminati a
germogliare nel libro. L’altracomplessità delromanzo,
o meglio l’altra densità, sta nella vividezza dei flashback,
che non sono mai evocazioni o narrazioni, ma sono un
romanzo nelromanzo, vividi ereali. Sitorna, acapitoli
quasi alterni, in un altro mondo. Nellecamerette dei ra-
gazzi di untempo, dovesi spia la vita dei genitori e i loro
tradimenti, o dovesi litiga e ci si azzuffa tra fratelli. Si
torna sui balconicon le piante, dovela mammavaa fu-
mare di nascosto, e doveci siferma timidi, dietro leten-
de, a guardare. O ancora sitorna suicamper delle gite
eroiche dell’infanzia, occhi spalancati davanti al ponte
costruito dal papà, il viadotto di Millau in Francia.
Alla fine, tutti i personaggi delromanzo sono piloni,
campate o stralli di un ponte che è, se non larelazione,
la famiglia, incarnata nellacasa che infondo al libro non
èvuota: lacasa albero, lacasa «mamma» annunciata
dalla dedica in esergo. «Un luogo in cuitornare di tanto
in tanto, per dialogarecon iltempo che passa — chiude
Geda — ecercaredi farci pace».
©RIPRODUZIONERISERVATA

i


FABIOGEDA


Unadomenica
EINAUDI STILE LIBERO
Pagine 192,e 16
In libreria dal 17 settembre

L’autore
Fabio Geda (Torino, 1972)
ha pubblicato tra l’altroPeril
restodelviaggiohosparato
agliindiani(Instar, 2007),
Nelmarecisonoicoccodrilli
(Baldini&Castoldi, 2010),
Animescalze(Einaudi,
2017),Ildemoniohapaura
dellagenteallegra(Solferino,
2019) e,con Marco
Magnone, la saga per
ragazziBerlin(Mondadori)
L’appuntamento
Lo scrittore sarà a
Pordenonelegge venerdì 20
per l’incontroInquieticuori
famigliari,con RomanaPetri;
presenta LauraPagliara (ore
19, al Capitol di via Mazzini)

SSS


diROBERTOGALAVERNI

I


lboomdeipoeti,hadettoVittorioSereni,non
coincideconquellodellapoesia.Parolesante,che
bisognerebbericordareognivoltachelapoesia
tendeadiventareunfattodinumeriedipresenze,
anzichédiqualitàintrinseca.Unminimodisospetto
versolapartecipazioneindiscriminataalfenomeno-
poesia,insomma,apparesalutareedovuta.
Forseètenendointascaunasimileavvertenza,
masenzacompromettereilcreditonecessarioperché
un’esperienzanonscadainpregiudizio,chesipuò
avvicinareilconsistenteprogrammapoeticodiun
festivalcomePordenonelegge.Lospettrodeglieventi
èampioevariegato.Sarannopresentipoetistranieri
ealcunipoetiitalianitraipiùapprezzati,daCucchi
aDeAngelis,daValdugaaFiori,daPusterlaaRen-
tocchinieSimoncelli.Sonoprevistilaboratoririvolti
allescuole(aoperadiIsabellaLeardini),incontridi
approfondimentosullapoesiaeuropea(Massimo
Raffaeli)maanchepresentazionid’importantiedi-
zionidipoesia:La bufera e altrodiMontale,leOpere
diKeats,ilvolumeProse,teatro e letterediHölderlin,
curatirispettivamentedaNiccolòScaffai,Nadia
FusinieLuigiReitani(idueultimiesconoperlano-
stracollanadiclassicipiùprestigiosa,IMeridianidi
Mondadori).
Mailquid,iltagliospecificodiPordenoneleggeè
comunquelegatoaigiovani,acuihadedicatoanche
unacollana,la«Gialla»editadaLietoColle.Anche
quitantieventietantevocipiùomenonuove,piùo
menorisolte.IlboomdeipoetiaPordenonecomein
Italiac’èsenz’altro,etalvoltac’èpersinolapoesia.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Tesi


IPOETINONSONOPOESIA


MAQUILAPOESIAC’È


Stile UUUUU
Storia UUUUU
Copertina UUUUU

L’immagine
Patrick Caulfield
(1936 –2005),Glazed
Earthenware(1976, stampa
a colori, particolare),
Londra,Tate: all’artista e
incisore inglese, considerato
uno dei padri della Pop Art,
è dedicata la monografica
Caulfieldmorning,noon
andnightin corso a Londra
alla Waddington Custot
Gallery fino al 15 novembre
(waddingtoncustot.com)
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