Il Sole 24 Ore Giovedì 19 Settembre 2019 13
Economia & Imprese
Primato industriale in Europa,
più forte con la moda green
SOSTENIBILITÀ
Carlo Maria Ferro (Ice):
«Nel primo semestre export
in crescita del ,% sul »
Capasa (Camera moda):
«È dal che lavoriamo
su linee guida per il settore»
Giulia Crivelli
«Quando abbiamo organizzato i pri-
mi Green Fashion Awards, tre anni fa,
eravamo profondamente convinti
della scelta, perché è dal che la
Camera della moda è impegnata su
questi temi. Ma non avremmo osato
fare previsioni sul futuro dell’iniziati-
va»: Carlo Capasa, presidente della
Camera della moda, ha introdotto così
le novità del primi che verrà con-
segnato domenica alla Scala, il tea-
tro d’opera più famoso al mondo. «I
dubbi erano infondati: eccoci alla ter-
za edizione, a gestire una leadership
mondiale in questo campo e vogliosi
di fare sempre meglio e di più: voglia-
mo essere i primi in sostenibilità e i
primi a esportarla», ha aggiunto. Ca-
pasa ha ricordato che il % del tessile-
abbigliamento europeo è riconduci-
bile all’Italia e che al secondo posto,
molto lontana da noi, c’è la Germania,
con l’ per cento.
Di confronti con l’estero ha parlato
anche Carlo Maria Ferro, presidente
dell’Ice, tra i sostenitori del Green Car-
pet Awards: «Nei primi sei mesi del
le esportazioni di moda sono
cresciute del ,% a , miliardi, dati
che rafforzano la scelta di stanziare il
% delle risorse dell’agenzia per atti-
vità di promozione fuori dall’Italia
proprio alla moda». A inquadrare la
sostenibilità ambientale (e non solo)
in una visione di cambiamento e mi-
glioramento dell’attuale modello di
sviluppo economico e sociale è stata
Cristina Tajani, assessore alla Moda:
«L’importanza della transizione eco-
logia per la nostra giunta è dimostrata
dal fatto che il sindaco Sala ha tenuto
per sé le deleghe ambientali – ha sot-
tolineato –. La comunità d’intenti, la
volontà di fare squadra, supportarci a
vicenda e scambiarci idee e visioni è il
tratto distintivo della collaborazione
tra Comune e Camera della moda e i
Green Carpet Awards sono, come dice
sempre Carlo Capasa, la ciliegina sulla
torta di questa partnership».
L’iniziativa è organizzata con Eco-
Age, la società di consulenza fondata
a Londra da Livia Firth e che da oltre
dieci anni si occupa di sostenibilità e
che da qualche mese ha una sede a Mi-
lano: «Sarà un inno a una visione dav-
vero sostenibile della moda, senza sa-
crificare niente al glamour – ha spie-
gato Livia Firth –. I premiati, l’intero
allestimento, curato da Hamish Bow-
les e ispirato a Leonardo da Vinci e ai
anni dalla sua morte, e tutte le
aziende che hanno collaborato al-
l’evento, dimostrano che il concetto di
sostenibilità si può applicare a ogni
cosa che facciamo o compriamo e a
ogni nostro comportamento».
Capasa ha ricordato il premio spe-
ciale, che andrà a Valentino Garavani:
«I suoi abiti senza tempo sono un in-
no alla longevità che dobbiamo impa-
rare ad associare a ciò che acquistia-
mo, per uscire dalla logica dell’usa e
getta». Reale e simbolico anche il con-
tributo di molti partner dei Green
Awards. I premi sono creati da Cho-
pard in oro etico; il tappeto verde di
piazza della Scala da Aquanil (si veda
l’articolo in pagina); Vestiaire Collec-
tive, leader nel reselling su internet di
moda pre-owned, allestirà un pop up
di abiti vintage; Helbiz presenterà per
l’occasone un nuovo servizio di smart
mobility che utilizza bici elettriche.
Il messaggio è chiaro: la transazio-
ne ecologica, per essere tale, deve
coinvolgere tutti, ma è dalla moda che
può venire il messaggio più forte.
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IL BOOM DI ECONYL
Brand convertiti al filato rigenerato
Prodotto dalla trentina
Aquafil, nasce da tappeti
dismessi e reti da pesca
Chiara Beghelli
Un tappeto di mila metri quadri è
pronto a ricoprire piazza della Scala
domenica sera per accogliere gli ospiti
dei Green Carpet Awards. Un tappeto
costato milioni di euro. A tanto
ammontano gli investimenti che a
partire dal Aquafil, azienda tes-
sile di Trento, ha destinato allo svilup-
po del filato Econyl, di cui è fatto il tap-
peto di Milano. Un tessuto nato dalla
rigenerazione del nylon ricavato da
reti da pesca e fluff di tappeti e mo-
quette dismessi. Rifiuti sottratti a oce-
ani e discariche, che vengono lavorati
nei due stabilimenti di Arco (Tn) e Lu-
biana, in Slovenia, per diventare poi
capi di abbigliamento, borse, arredi.
L’Econyl è sempre più amato e ri-
cercato dai big della moda che aspira-
no alla massima sostenibilità, consa-
pevoli che per ogni mila tonnellate
di Econyl si risparmiano mila barili
di petrolio e . tonnellate di emis-
sioni di CO. «Il % del nostro fattu-
rato oggi deriva da Econyl ed è in co-
stante aumento», spiega Giulio Bo-
nazzi, ad di Aquafil, che nel ha
fatturato , milioni, ha . di-
pendenti e dal è quotata nel seg-
mento Star di Borsa Italiana. «Negli
ultimi due-tre anni abbiamo avuto
sempre più richieste di collaborazio-
ne da parte di marchi grandi e piccoli
della moda – aggiunge –. Abbiamo
detto anche dei no, solo però a proget-
ti che non ci sembravano davvero o
sufficientemente sostenibili».
Ma il è stato un anno di molti
sì eccellenti per Aquafil: quello a Pra-
da, che ha battezzato Re-nylon il suo
programma di conversione in filato
Econyl di tutti i capi e accessori entro
il ; quello a Burberry, che con
l’Econyl ha creato una capsule collec-
tion; quello a Napapijri, che a ottobre
metterà in vendita la giacca Skidoo In-
finity , fatta (anche) di Econyl e che ne
fa evolvere l’utilizzo: a fine vita, infat-
ti, la giacca potrà essere riconvertita in
nuovo filato. Econyl diventerà magari
un marchio indipendente? «No, e di
certo non nella moda – dice Bonazzi –.
Mi piacerebbe invece trovare un part-
ner nel design , magari per creare de-
gli arredi con parti sostituibili, poten-
zialmente eterni». Anche la durata è
sinonimo di sostenibilità.
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L’intervista all’ad Aquafil su Econyl
IN PASSERELLA A MILANO
Prada minimalista:
evitare gli eccessi
è una scelta di stile
Alberta Ferretti è ispirata
da Woodstock, Pilotto
debuttante eccellente
Angelo Flaccavento
Arriva con il cappottino blu d’ordi-
nanza, il golfino di cashmere e i fili
di perle,una sottana color carne
bordata di pizzo come se la gonna se
la fosse dimenticata. «Nella moda
c’è troppo di tutto» dice Miuccia
Prada , introducendo la propria
sfilata e così la fashion week,
primo big in calendario dopo
il riordino della sequenza.
Conferisce con la stampa a
pochi minuti dallo show, co-
me sempre, seduta su una
scrivania: ex cathedra ma non
scolastica, men che mai
dogmatica. «Bisogna
fare meno» e all’im-
provviso l’assenza
della gonna assu-
me un senso pro-
grammatico, che in
passerella diventa
manifesto di stile.
Stile, non moda,
ovvero l’atten-
zione portata
tutta sulla perso-
nalità, più che sul
vestito. Le con-
traddizioni ab-
bondano, ma so-
no materia che la
signora maneg-
gia abilmente. «In
sfilata, tutto diventa
editto modaiolo, anche il
suo contrario. Del resto, ci
imponiamo di far di meno,
ma per essere davvero re-
sponsabili non si dovrebbe
proprio produrre nulla. E i
fatturati? Gli impiegati?» ag-
giunge, consapevole che per
arrivare alla sintesi assoluta
della sfilata di capi ne ha fatti
tre volte di più. Ride. La moda è
sostenibile o insostenibile per
sua intima natura? Tant’è, Prada
torna a fare meno - in senso este-
tico - e in questa scelta ritrova fi-
nalmente un
timbro vocali-
co secco e tuo-
nante che da
un po’ manca-
va. Si guarda
naturalmente
agli anni No-
vanta dell’or-
mai mitico apogeo, ma questa volta
non è remake o autocitazione, bensì
recupero di uno spirito fatto di sem-
plicità e di tocchi antigraziosi. Apre
un pulloverino grigio su una gonna
semitrasparente di garza, chiude lo
stesso pulloverino con una gonna di
pelle arancio ricamata di felci stiliz-
zate, e in mezzo è un succedersi di
quelli che la signora chiama arche-
tipi, dal tailleur perbene al vestito
sottoveste, letti attraverso la lente
Prada. Il risultato ha la forza di una
frase pensata bene e scritta meglio
che arriva dritta al punto.
Il rifiuto di eccessi si tra-
duce in ricerca di leggerez-
za, che può essere delicata-
mente sensuale, come pro-
pone Daniele Calcaterra in
una prova matura dall’ele-
ganza vaporosa, fatta di vo-
lumi immensi smate-
rializzati da tessuti
aerei e impalpa-
bili, oppure libe-
ratoria, vaga-
mente hippie e di
certo coloratissi-
ma, come è da Al-
berta Ferretti in
una collezione
nella quale si re-
spira l’energia
di Woodstock,
il festival leg-
gendario che
cinquant’anni
fa segnò un
fondamentale
passaggio ge-
nerazionale.
«Non c’è nulla
di letterale però –
dice la Ferretti, no-
nostante gli intarsi
psichedelici e il denim
tie dye –. Mi interessa il
mondo di oggi, e l’idea
di proporre una nuovo
daywear». L’esperimen-
to riesce. Ci sono legge-
rezza, colore e stampe
da Peter Pilotto , debut-
tante eccellente a Milano
dopo svariate stagioni
londinesi, ma la formula
quaglia poco per mancan-
za di eleganza. Arthur Ar-
besser , in fine, parte dall’os-
sessione conservativa della
nonna transilvana, avida
collezionista d’ogni sorta di
scampolo tessile, per lavora-
re su una idea di patchwork
gioiosa e leggera.
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Tiziano Guardini. Atlantide eco
AFP
PATRIZIA PEPE
Nuovo store concept
partendo da Milano
Si chiama Glam Rhapsody il
concept creato da Patrizia
Bambi con un team di
architetti. Ha debuttato ieri a
Milano, applicato alla boutique
di via Manzoni del marchio
fiorentino, di cui Patrizia
Bambi è direttore creativo. Per
l’occasioni sono state
presentate nuove versioni delle
borse più iconiche, come la
Sleepy Fly e la Glitterina (nella
foto, il modello in pitone
washed, con borchie effetto
conchiglia e maxi catene). Il
ottobre sarà inaugurata la
nuova boutique di Firenze e i
andrà online la versione
rinnovata di patriziapepe.com.
FAY
Capi termosaldati
anche per la donna
Ispirazione military e Dna del
marchio, con gli inconfondibili
ganci. La collezione
disegnata da Arthur Arbesser
comprende, novità assoluta nel
guardaroba femminile, i capi
termosaldati sviluppati su
parka, trench e giubbotti.
TWINSET
In vendita i 22 capi
«Pleasedontbuy»
Come anticipato a luglio, è
arrivata nei negozi Twinset la
prima collezione
Pleasedontbuy by Twinset:
modelli dalla taglia alla ,
pensati per occasioni ed eventi
speciali e disponibili solo per il
noleggio (nella foto, Sophia,
mini abito in tulle plissettato
con ampia scollatura e gonna
multistrato in tulle e organza
di seta).
PHILIPPE MODEL
Sneaker grintose
in 14 temi cromatici
Si chiama Vive la capsule
collection di sneaker che
Philippe Model Paris, brand
francese leader nel segmento
sneaker highend, presenta in
questi giorni a Milano.
Quattordici i temi cromatici,
con abbinamenti di tonalità
diverse e cristalli applicati.
Pensate per la prossima
primavera-estate, saranno in
vendita da marzo .
IN BREVE
Calcaterra. Eleganza vaporosa
Ferretti. Intarsi psichedelici
Peter Pilotto. Leggerezza e colore
REUTERS
Prada.
Timbro vocalico
secco della
collezione
primavera-
estate 2020
firmata da
Miuccia Prada