COPERTINA
12 Panorama | 18 settembre 2019
zioni di chi approfitta delle fontanelle
per farsi la doccia o lavare i panni. Vicino
alla mela gigante dello scultore Pistolet-
to, tre mezzi blindati dell’Esercito e un
furgone della polizia stazionano senza
scopo, mentre gli uomini in uniforme
chiacchierano all’ombra di un tendone.
Anche sotto la monumentale Galle-
ria delle Carrozze i posti sono spartiti.
A destra ci sono i gruppi di ex detenuti
italiani, con le dita ricoperte di tatuaggi.
Parlano con i tossicodipendenti abban-
donati a sé stessi che vanno e vengono
dai Sert. Al centro e vicino alle uscite,
sotto gli sguardi delle guardie giurate di
Grandi stazioni, si muovono lesti i cin-
galesi che vendono batterie per cellulari
di contrabbando e selfie stick a otto euro
(ma, trattando, si arriva a tre) o, in caso
di pioggia, ombrellini non a norma di
produzione cinese. Dalle scale mobili
della metropolitana affiorano giovani
nomadi che si aggirano intorno ai pas-
seggeri stranieri seduti su giganteschi
trolley. Le biglietterie elettroniche sono
presidiate dalla vigilanza per contenere
l’assalto dei borseggiatori a chi acquista
il biglietto. Il sottopasso viene pattugliato
dai militari.
In quello della stazione di Lecco, il
10 settembre scorso, un folle originario
del Togo ha picchiato a sangue, senza
motivo, due donne cha aveva incrocia-
to. In Centrale a Milano, il 18 maggio
2017, furono accoltellati due militari e
un agente della Polfer impegnati nel pat-
tugliamento. Il mese precedente erano
stati feriti in una rissa un carabiniere e
un altro militare comandati di pattuglia
nel progetto «Strade sicure». Il lato dove
arrivano le corriere invece, su piazza
Luigi di Savoia, è pertinenza dei senza
tetto e dei questuanti che da anni vivono,
dormono e mangiano lì (2.608 i senza
fissa dimora a Milano). Sul retro, nel
sottopassaggio di via Pergolesi, alcuni
immigrati africani spostano i loro giacigli
per permettere il passaggio delle spazza-
trici della nettezza urbana.
Oggi i blitz come quello del maggio
2017, a cui ne seguirono altri altrettanto
clamorosi, non si fanno più. Perché tanto
sono inutili. Eppure proprio quelle opera-
zioni ad alto impatto, e scarso risultato,
voluti dal prefetto Lamorgese con il com-
piacimento dell’allora ministero dell’In-
terno Marco Minniti, costituiscono uno
degli ingredienti deltanto citato «modello
Milano» che ora potrebbe essere replicato
dal Viminale.
Andiamo avanti. A Rogoredo, il 10
ottobre dell’anno scorso, viene terminata
la costruzione di un muro alto quattro
metri e lungo 200: costeggia i binari della
ferrovia dell’Alta velocità che attraversa-
no il «boschetto» di Rogoredo, una delle
zone di spaccio a cielo aperto più vaste
Senzatetto che
dormono nei
locali Bancomat
di una banca di via
Marconi, nel pieno
centro cittadino.
Il Centro di
accoglienza
profughi
di via Corelli.