Panorama - 18.09.2019

(Nandana) #1
18 settembre 2019 | Panorama 13

e frequentate d’Europa. L’opera, voluta
dalla prefettura, costata 700 mila euro
e costruita da Rfi, doveva servire per
sbarrare la strada ai pusher rendendo
più facile il lavoro alle forze dell’ordine,
in un’ottica di risanamento di una zona
diventata tristemente famosa per le morti
di overdose.


Ha funzionato? Mah. A Rogoredo,
lo scorso 17 luglio, il cadavere di un
33enne viene trovato ai margini del bo-
schetto. L’ennesima vittima dell’eroina.
Il muro ha solo spostato di pochi metri
lo spaccio, gestito dal clan Mansouri, fa-
miglia marocchina con molti precedenti
penali che, nonostante gli arresti, conti-
nua a comandare. Oggi le forze dell’or-
dine stimano che ogni giorno circa 700
tossicodipendenti si rechino al boschet-
to per acquistare droga. Alla procura
della Repubblica giace da due anni un
fascicolo di indagine di oltre 700 pagine.
L’area, oggetto di un piano interforze di
recupero, resta ostaggio della malavita.
Non supera l’esame nemmeno l’ap-
proccio alla gestione degli immigrati,
clandestini o meno, vanto del prefetto
Lamorgese che, con il suo «Protocollo


migranti», sostenendo la tesi dell’acco-
glienza calmierata e condivisa, aveva
praticamente imposto ai sindaci della
provincia di Milano di farsi carico di quo-
te, anche piccole, di immigrati per alleg-
gerire la pressione sul capoluogo. Decine
di riunioni portarono a convincere sol-
tanto una quarantina di municipi su oltre
130, con la forte opposizione di quelli
espressione della Lega, che criticarono
aspramente l’approccio della prefettura,
minacciando blocchi stradali in caso di
invio di stranieri nei loro territori.
In realtà, a parte le belle parole im-
prontate alla solidarietà utilizzate per
convincere i sindaci più riottosi, la pres-
sione su Milano non diminuì affatto. I
comuni satellite si accollarono poche
decine di stranieri. Le statistiche del
governo testimoniano che il flusso di
immigrati preme soprattutto sul capo-
luogo: gli extracomunitari residenti a
Milano sono 444.846 e corrispondono
all’11,8 per cento del totale dei residen-
ti. Ma si tratta di quelli regolari.
Uno status che resta un miraggio
anche per i clandestini intenzionati a
mettersi in regola con i documenti e che
hanno partecipato ai progetti di inte-

grazione organizzati della prefettura.
Nel 2017 Panorama intervistò alcuni
dei 400 ospiti del centro di accoglienza
straordinaria di via Corelli, periferia di
Milano. Scoprendo che i richiedenti
asilo aspettavano da un anno e mezzo
una risposta di accoglimento o di rigetto
proprio dalla prefettura.
Risultato? L’Osservatorio regionale
per l’integrazione e la multietnicità ha
calcolato che nel 2018, in Lombardia,
vivevano 111.750 stranieri irregolari,
in aumento del 8,4 per cento rispetto
all’anno precedente. Se il «protocol-
lo Lamorgese» sulla distribuzione dei
migranti sul territorio dovesse torna-
re in auge, il ministro troverà il primo
ostacolo proprio nella sua Lombardia.
Dove dovrà vedersela con 200 sindaci
leghisti. Dante Cattaneo, che ne è il
coordinatore, annuncia una resisten-
za a oltranza: «Ci opporremo in ogni
modo. Non ci sarà nessuno tipo di col-
laborazione perché non vogliamo più
considerarci conniventi con il business
dell’accoglienza rifinanziato da soldi
pubblici né complici di una situazione
fuori controllo». ■
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Due carabinieri
accanto al muro
che separa la
stazione milanese
di Rogoredo
costruita per
impedire l’accesso
al «boschetto
dello spaccio».
La barriera, con
un’estensione di
oltre 200 metri
e un’altezza di
quattro, è stata
realizzata
dopo anni di
proteste da parte
dei residenti
della zona.
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