La Stampa - 08.09.2019

(lily) #1
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7N

LA GIORNATA

IN SETTE NOTIZIE

NAPOLI

ITALIA

Pregiudicato

ammazzato

da killer in moto

in tangenziale

U


n agguato in velocità.
L’hanno affiancato men-
tre a bordo della sua au-
to percorreva una super-
strada, hanno infilato la
canna della pistola nell’abitacolo e
gli hanno sparato 4 colpi a bruciape-
lo uccidendolo all’istante; solo per
un caso fortuito la vettura senza con-
trollo non ha provocato un grave in-
cidente sulla trafficata arteria che at-
traversa la periferia nord della città.

Gli altri automobilisti non si sono ac-
corti della spericolata manovra ef-
fettuata dai killer in moto e hanno se-
gnalato un incidente stradale, solo
quando gli uomini del 118 hanno
scoperto le ferite da arma da fuoco è
scattato l’allarme con l’intervento
del 112 e dei militari della Compa-
gnia di Marano.

Precedenti per droga e armi
Il raid è stato portato a termine ieri
mattina sull’Asse Mediano nel trat-
to tra lo svincolo per Scampia e quel-
lo per Sant’Antimo, il paese dove vi-
veva la vittima, il cinquantenne Gen-
naro Sorrentino, già noto alle forze
dell’ordine per i suoi significativi
precedenti: droga, armi, associazio-
ne per delinquere. L’agguato sanci-
sce la fine della pausa estiva dei clan


  • una sorta di tregua non concorda-
    ta – e quindi il ritorno all’ordinaria
    attività delle paranze in servizio. A
    lungo vicino alla galassia degli Scis-
    sionisti, l’uomo da qualche tempo
    aveva lasciato Scampia per andare a
    vivere nel paese vicino, che come
    molti altri centri di quella parte di
    hinterland ha accolto la diaspora


dei clan in fuga dopo le varie guerre.
Un vasto territorio – che comprende
tra l’altro i comuni di Arzano, Casa-
vatore, Casoria, Marano, Melito e
Mugnano - dove al degrado urbani-
stico e sociale si aggiunge la massic-
cia presenza delle cosche. Scenario
assai complicato per gli inquirenti
perché, proprio come avviene in cit-
tà, gli arresti e le uccisioni provoca-
no continui mutamenti negli assetti
criminali.
Si spara per le nuove alleanze e
per guadagnarsi ulteriori spazi di
manovra, ma ci sono anche vecchi
conti da regolare. Per fortuna anche
la giustizia fa il suo corso: un mese
fa, sulla base delle indagini della
Dda, sono stati arrestati 6 uomini
per un omicidio avvenuto nell’otto-
bre del 2012 nell’ambito della terza
guerra di Scampia. Un uomo massa-
crato solo perché un tempo era stato
amico di un pusher passato ai nemi-
ci, un delitto che, come hanno scrit-
to i magistrati, «ben illustra la frene-
sia omicida che pervase gli affiliati
alle organizzazioni criminali dell’a-
rea nord». —
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AREZZO

ITALIA

Prostituta uccisa

da un ex cliente

Chiedeva soldi

per il suo silenzio

PADOVA

ITALIA

“Anni di chemio

per errore”

L’ex cantante

denuncia l’Asl

ANTANANARIVO

MADAGASCAR

Il grido del Papa:

la deforestazione

compromette

il nostro futuro

C’


è un fermato per l’o-
micidio di Maria
Aparecida Venancio
Sousa, una prostitu-
ta brasiliana di ses-
sant’anni, trovata morta il 26 ago-
sto scorso nella sua abitazione nel
centro di Arezzo: si chiama Federi-
co Ferrini, ed è un casentinese di 37
anni, che lavora nell’azienda agrico-
la di famiglia, a Pratovecchio. Gli in-
quirenti sono convinti che sia stato

lui, un ex cliente, a colpire la vittima
alla testa con tre colpi di spranga e a
legarle la gola al letto con un laccio.
Il movente? Un ricatto: la richieste
da parte della donna di 200mila eu-
ro in cambio del silenzio sulle sue
frequentazioni a luci rosse. Dopo
un lungo interrogatorio, l’uomo
avrebbe fornito importanti ammis-
sioni, ma davanti al pm si è poi av-
valso della facoltà di non risponde-
re. Ora si trova in carcere ad Arezzo.

Una relazione particolare
La vicenda, secondo quanto rico-
struito anche grazie al racconto del
fermato, è cominciata alcuni anni
fa, quando l’imprenditore agricolo
e la prostituta brasiliana hanno co-
minciato a frequentarsi. Ma quelli
che all’inizio erano solo incontri
mercenari sono diventati, con il
tempo, una sorta di relazione: il
37enne frequentava abitualmente
casa della vittima. I problemi sareb-
bero cominciati due anni fa, dopo la
decisione dell’uomo di chiudere
ogni rapporto: a quel punto sarebbe-
ro cominciate le liti e le richiese sem-
pre più pressanti. Quello del 26 ago-

sto avrebbe dovuto essere l’ultimo
incontro, per arrivare a un chiari-
mento. L’uomo è arrivato all’appun-
tamento con una sbarra di ferro: nel-
le sue intenzioni, ha spiegato, sareb-
be dovuta servire per aprire la porta
nel caso in cui la donna si rifiutasse
di farlo entrare. Ma dopo un violen-
to litigio, si è trasformata in uno stru-
mento di morte.
L’omicidio ha profondamente
scosso la tranquilla cittadina tosca-
na. Gli inquirenti hanno subito
escluso il coinvolgimento del mari-
to della vittima: l’uomo era infatti
sempre stato al corrente del lavoro
della moglie e la convivenza tra i
due era sempre stata pacifica. L’a-
nalisi dei tabulati dei quattro telefo-
ni usati dalla vittima – soprattutto
nell’ambito della sua attività pro-
fessionale - ha permesso agli inqui-
renti di individuare, tra tanti, il no-
me di Federico Ferrini. E anche le
telecamere presenti nei pressi
dell’abitazione della vittima han-
no inquadrato la targa della sua au-
to: sarebbe stato lui l’ultimo a vede-
re la vittima.—
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U

n tumore diagnosticato
in ospedale, due anni di
chemioterapia e alla fi-
ne la scoperta: la diagno-
si era sbagliata, le cure
debilitanti alla quale è stata sottopo-
sta completamente inutili. Ora Mari-
sa Sacchetto, cantante e star televisi-
va degli anni Settanta e Ottanta vuo-
le essere risarcita. La donna ha pre-
sentato un esposto in procura e av-
viato una causa civile contro l’Ulss

patavina. Sessantasei anni, origina-
ria di Piove di Sacco, in provincia di
Padova, Marisa Sacchetto ha avuto
una lunga carriera da cantante, ha
all’attivo quattro dischi e numerose
partecipazioni a programmi televisi-
vi. A metà degli anni Settanta iniziò
una breve carriera cinematografica
con piccoli ruoli in film di Sergio Ber-
gonzelli e Tinto Brass. La rivista Play-
boy le dedicò anche una copertina
dove apparve senza veli. Poi il lento
declino fino all’abbandono delle sce-
ne.

I controlli diagnostici
A inizio 2015, durante una serie di
controlli medici le venne diagnosti-
cato un tumore, la biopsia e gli esa-
mi istologici furono effettuati tra l’o-
spedale di Piove di Sacco e altre strut-
ture dell’Ulss Euganea. La donna ini-
ziò il lungo calvario dei pazienti on-
cologici: la perdita dei capelli, l’au-
mento di peso, i contraccolpi dal
punto di vista fisico e psicologico.
Dopo due anni la nuova e incredibile
scoperta grazie ad alcune viste spe-
cialistiche e al consulto di un lumina-
re: l’esame istologico era stato inter-

pretato in modo sbagliato, non c’era
alcun tumore. Il sollievo dopo l’esito
della nuova diagnosi si è mischiato
alla rabbia per essere stata vittima di
un caso di malasanità e la donna si è
così rivolta all’avvocato modenese
Gabriele Messina che ha fatto redige-
re una consulenza medica.
Il perito di parte confermò che nel
2015 non c’era alcun tumore e che le
pesanti e inutili cure alla quale la
donna è stata sottoposta sarebbero
la causa delle sue attuali, precarie
condizioni fisiche. E’ partito un espo-
sto e la procura di Padova ha fatto se-
questrate cartelle cliniche, esami e
tutta la documentazione sanitaria
della Sacchetto. Un medico legale
nominato dal sostituto procuratore
Marco Brusegan avrà il compito di
analizzare i vetrini e gli altri reperti
biologici. Al momento l’ipotesi di
reato è lesioni personali gravissime
provocate da colpa medica, ma non
ci sono indagati. Le indagini dovran-
no identificare il personale medico e
ospedaliero che si è occupato tra il
2015 e il 2017 del caso di Marisa Sac-
chetto.—
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P

ala in mano, papa France-
sco pianta un baobab, em-
blema della flora del Ma-
dagascar. È un gesto che
ricorda la visita del Ponte-
fice nell’isola africana, la quarta più
grande al mondo, che ospita il 5%
di tutte le specie animali e floreali
conosciute.
E simboleggia anche il richiamo
che il Vescovo di Roma ha lanciato
qualche minuto prima parlando al-
le autorità locali. Ma è stato un gri-
do lanciato al mondo, di fronte an-
che a «rappresentanti della comuni-
tà internazionale»: bisogna difen-
dere la biodiversità dalla deforesta-
zione, che troppo spesso è «a van-
taggio di pochi», e può «compro-
mettere il futuro del pianeta». Ecco
perché gli incendi come quelli che
si stanno divorando l’Amazzonia so-
no una minaccia per l’intera umani-
tà, evidenzia il Papa.

Rispetto dei diritti dei popoli
Il grido di Bergoglio dall’Oceano In-
diano anticipa il Sinodo dell’Amaz-
zonia convocato per ottobre, e rias-
sume il suo messaggio sociale su cu-
ra del creato e dovere di rispettare i
diritti e i valori dei popoli. E sulla po-
vertà: Francesco è stato profonda-
mente colpito e turbato dalle scene
di estrema miseria lungo le strade
di Antananarivo. Percorrendo le
vie della capitale ha visto con i pro-
pri occhi i bambini chinati a impa-
stare mattoni tra le baracche e quel-
li più piccoli con lo sguardo perso e
stremato e la mano tesa a sperare in
qualche spicciolo dei passanti. Ecco
che Francesco, nel suo intervento,
chiede innanzitutto che la politica
compia il suo dovere di proteggere i
cittadini, «in particolare i più vulne-
rabili», promuovendo uno sviluppo
dignitoso e giusto, cioè «integrale»,
e non solo economico.
Poi, ricordando la ricchezza di ri-
sorse naturali dell’«Isola Rossa», co-
me viene chiamata per la ricchezza
di laterite, scandisce una serie di de-
nunce: «Le foreste rimaste sono mi-
nacciate dagli incendi, dal bracco-
naggio, dal taglio incontrollato di
legname prezioso». Il Paese perde
circa 200mila ettari l'anno del pro-
prio patrimonio forestale. La biodi-
versità vegetale e animale è a ri-
schio «a causa del contrabbando e
delle esportazioni illegali».
Francesco sa che, «per le popola-
zioni interessate, molte di queste at-
tività che danneggiano l’ambiente
assicurano per il momento la loro
sopravvivenza». Perciò è decisivo
«creare occupazioni e attività gene-
ratrici di reddito che siano rispetto-
se dell’ambiente e aiutino le perso-
ne a uscire dalla povertà». In altri
termini, «non può esserci un vero
approccio ecologico senza una giu-
stizia sociale» che possa garantire
«il diritto alla destinazione comune
dei beni della terra alle generazioni
attuali e future». —
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DOMENICO AGASSO JR

OFAKIM

WEST BANK

Padre e figlio

israeliani

accoltellati

da un palestinese

7N

LA GIORNATA

IN SETTE NOTIZIE

PARIGI

FRANCIA

La classifica


dei 110 sprechi


Impianti faraonici


e rotatorie folli


A


ttacchi con coltelli e altre
armi rudimentali in Ci-
sgiordania, assalti con
droni armati dalla Stri-
scia di Gaza. La tensione
continua a salire in Israele, che una
settimana fa ha vissuto anche un gior-
no di guerra alla frontiera libanese e
il 17 settembre affronterà il secondo
voto anticipato in un anno. Per il pre-
mier Benjamin Netanyahu, alla ricer-
ca della riconferma a tutti i costi, è un

momento difficile, aggravato dalle
dimissioni inaspettate mediatore del-
la Casa Bianca Jason Greenblatt, l’ar-
tefice del piano di pace americano,
ancora in alto mare.

Tensione in aumento
La giornata di ieri è stata segnata da
un attacco con un coltello vicino un
insediamento in Cisgiordania. Un ra-
gazzo palestinese ha colpito un ses-
santenne e il figlio di 17 anni. L’adole-
scente, raggiunto alla schiena, è in
gravi condizioni, come ha conferma-
to la Magen David Adom, l’equivalen-
te della Croce Rossa in Israele. I due,
residenti a Ofakim, stavano andan-
do dal dentista quando sono stati at-
taccati. Il terrorista, appena quindi-
cenne, è stato arrestato dalle forze di
sicurezza dell’Autorità palestinese.
La giovane età porta a escludere che
si tratti di una cellula di Hamas, che
pure la scorsa settimana ha condotto
un attacco con un ordigno esplosivo
e ucciso una giovane.
Hamas è finita comunque nel miri-
no dell’aviazione israeliana dopo l’at-
tacco a una pattuglia alla frontiera
con un drone armato. Il velivolo ha

sganciato una granata su una jeep
blindata dell’esercito, senza causare
vittime. I raid di rappresaglia hanno
preso di mira un edificio nella Stri-
scia di Gaza, che secondo l’esercito
ospitava un «gruppo di attacco terro-
ristico». I nuovi scambi di colpi sono
anche la ricaduta di un venerdì tesis-
simo, che ha visto una nuova “marcia
del ritorno” lungo la frontiera finire
nel sangue. Due manifestanti palesti-
nesi sono rimasti uccisi, 66 feriti e di
questi 38 raggiunti, secondo i medici
di Gaza, da proiettili veri.
L’esercito israeliano ha parlato di
scontri «particolarmente violenti»
con lancio verso i soldati di «una
grande quantità di ordigni esplosivi,
bombe a mano e bottiglie incendia-
rie». Nella notte fra venerdì e sabato,
nonostante la tregua tra le parti me-
diata da Egitto, Onu e Qatar, cinque
razzi sono stati lanciati verso Sderot,
con due donne ricoverate in stato di
choc. In mattinata l’aviazione israe-
liana ha colpito postazioni di Hamas,
che ritiene comunque responsabile
anche se i lanci sono da attribuire for-
se alla Jihad islamica. —
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L’

ossessione della rotato-
ria è solo una delle ano-
malie condannate dai
«Contribuenti associa-
ti», organismo france-
se animato da privati cittadini costan-
temente a caccia di sprechi pubblici.
Inventato ai tempi in Francia e copia-
to in tutto il mondo, il «rond-point»,
come viene chiamato da queste parti,
è un vanto nazionale. Ma il problema
è che ormai ce ne sono più di 50mila

nel Paese, come dire poco più della
metà di quelli presenti nel mondo in-
tero. Sono costati finora la bellezza
di 30 miliardi di euro. E nonostante
tutto, se ne costruiscono ancora un
migliaio ogni anno.

Il libro nero delle spese pubbliche
Il debito pubblico a Parigi sta ormai
toccando il 100%. Anche qui austeri-
tà è la parola d’ordine. Ma i francesi,
si sa, i propri diritti sanno difenderli.
Dei «Contribuables associés» fanno
parte più di 350mila cittadini, che ri-
cercano sul territorio gli sprechi di de-
naro pubblico. Ogni anno l’associa-
zione diffonde un «libro nero» in me-
rito, redatto da uno dei dirigenti,
Jean-Baptiste Leon. L’edizione 2019
è appena uscita, concentrata sui
«110 sprechi allucinanti pagati dalle
nostre tasse». Lì si ritrovano pure le fa-
migerate rotatorie. Da segnalarne
una a Perpignano, nel Sud: al centro
dell’incrocio, per abbellirlo, è stato
costruito un enorme quadrante sola-
re (costo previsto 200mila euro,
298mila alla fine dei lavori), lungo
30 metri e alto 22, dall’estetica discu-
tibile. Non solo: può calcolare l’ora so-

lo chi ci sorvola sopra in elicottero.
Spostiamoci nell’Est, a Amnéville,
ridente cittadina di 10.500 abitanti
della Mosella. Lì Jean Kiffer, sindaco
dal 1965 al 2011, spese cifre incredi-
bili per dotarla di infrastrutture spor-
tive faraoniche (per trovare una ri-
sposta alla locale crisi dell’acciaio, di-
ceva lui). Ebbene, fece costruire an-
che una pista da sci coperta, dalla ne-
ve solo artificiale, lunga 620 metri e
con un dislivello di appena 90. Inau-
gurata nel 2005 e costata dieci milio-
ni di euro, da subito divenne un flop
commerciale e finanziario che ha ap-
pesantito il debito municipale (quel-
lo pro capite è quasi il doppio della
media dei comuni francesi delle stes-
se dimensioni). Nel 2016 la Corte dei
conti chiese di chiuderla, ma senza
successo.
Infine, 30mila euro sono poca co-
sa. Ma nel libro nero si legge che è la
cifra consacrata dalla regione Nuova
Aquitania per inviare nei prossimi
mesi le guide di un parco naturale a
formare ex guerriglieri delle Farc in
Colombia, da riconvertire in guide
ambientali. —
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Jabhat al-Nusra, “fronte della vittoria”, è il
più importante gruppo jihadista, dopo l’Isis,
protagonista della guerra civile siriana. Vie-
ne fondato nel gennaio del 2012, all’inizio
dal conflitto, da combattenti salafiti estremi-
sti che si rifanno ad Al-Qaeda e soprattutto

all’ideologo alepino Abu Musab al-Suri. Nel
2013 Abu Bakr al-Baghdadi, allora capo di
Al-Qaeda in Iraq, invia il siriano Mohammed
al-Joulani a guidare il gruppo. Quando però
Al-Baghdadi proclama la rinascita del Calif-
fato Al-Joulani rimane fedele al leader di
Al-Qaeda Ayman al-Zawahiri. Trasforma

Al-Nusra in una compagine più “siriana” e di-
sposta a collaborare con gruppi moderati.
Per questo nel gennaio 2017 cambia il nome
in Hayat al-Tahir al-Sham, Comitato per la li-
berazione della Siria. Ancora oggi controlla
metà della provincia di Idlib con circa 20 mila
miliziani.

LEONARDO MARTINELLI

Allo stadio per vedere una foresta: da oggi
al 27 ottobre il Wörthersee Stadium, in Au-
stria, non ospita calciatori ma alberi: 300
piante di varie specie provenienti dall’Euro-
pa centrale, dove faranno ritorno quando lo
spettacolo chiuderà e saranno risistemate
nella stessa zona. L’installazione di Klaus
Littmann (nella foto) nasce da un disegno
di più di 30 anni fa in cui dentro un recinto vi-
ve una chiazza di natura mentre fuori bruli-
cano città fumose. La foresta ci ricorda che
la natura non è scontata ed è visibile ogni
giorno dalle 10 alle 10, ingresso gratuito.

GERT EGGENBERGER/AFP

GIORDANO STABILE

ANTONIO EMANUELE PIEDIMONTE

GIORDANO STABILE

La parola del giorno

al-Nusra

Il gruppo jihadista più importante dopo l’Isis

MARIA VITTORIA GIANNOTTI

KLAGENFURT

AUSTRIA

Dentro lo stadio

che ha sostituito

i calciatori

con gli alberi

DANILO GUERRETTA

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2019 LASTAMPA 15
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