La Stampa - 08.09.2019

(lily) #1

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V

enti scalatori, otto
in finale per conten-
dersi su tre prove la
medaglia d’oro di ar-
rampicata sportiva.
Così sarà il prossi-
mo anno a Tokyo che ospiterà il
battesimo olimpico del fenome-
no degli «scalatori sui muri di
plastica». Forza, agilità, colpo
d’occhio, esecuzione precisa e
rapida. Doti necessarie per chi
vuole eccellere nelle competi-
zioni. Ma all’Olimpiade tutto

quanto imparato in anni di eser-
cizio e di scalate, anche sulla
roccia, è quasi da cancellare.
Le medaglie sono soltanto
per una «combinata», il meglio
di tre prove: Lead (diffico ltà su
15-20 metri di tracciato); Boul-
der, cioè arrampicata di pochi
metri di sviluppo, come se si fos-
se su un masso; e Speed, gara di
velocità, molto spettacolare, a
coppie, 15 metri verticali in po-
co più (i più forti) di 5 secondi.
Attraverso una serie di punteg-

gi e di calcolo tutt’altro che sem-
plici vince chi eccelle almeno in
una delle tre prove e si classifica
bene nelle altre due. Da qual-
che tempo, vista l’unica possibi-
lità concessa dal Comitato olim-
pico internazionale di poter
avere l’arrampicata sportiva fra
le gare, prove di combinata fan-
no parte di alcuni eventi del cir-
cuito internazionale.
I campioni storcono il naso
di fronte a questo compromes-
so tra 3 gare. Fra tutti il più con-

trariato pare sia il più grande di
sempre, Adam Ondra, che non
ama la gara Speed, pur avendo
dimostrato di essere anche in
questa prova un fuoriclasse.
L’ha bollata come «snaturante
rispetto allo spirito della disci-
plina». Ma avendo la competi-
zione nel sangue non si sottrae.
Così come non lo fa Stefano
Ghisolfi, l’italiano più titolato
che si è trasferito ad Arco e che
spera di essere fra i venti olimpi-
ci. Ma sarà dura per tutti supe-
rare i punteggi di qualificazio-
ne. L’Italia ha diritto a 4 posti, 2
per le ragazze e 2 per i ragazzi.
Ondra ha fallito il primo tentati-
vo, a Tokyo il mese scorso, do-
ve è stato squalificato per aver
inavvertitamente toccato con
un piede un appoggio per la si-
curezza.E.MAR. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ENRICO MARTINET

È

un mondo variopin-
to, di giovani entu-
siasti e di un pubbli-
co che li segue per
tutta Europa con
camper, roulotte.
Il climbing, anzi l’arrampi-
cata sportiva, ha trovato la sua
capitale ad Arco (Trento),
qualche chilometro dall’ansa
più settentrionale del lago di
Garda. Alla fine degli Anni ’70
del Novecento quel mondo
era cominciato, sulla scia del
«Primo mattino» di Giampie-
ro Motti, una sorta di ’68
dell’alpinismo che aveva rele-
gato calzettoni di lana grigi,
scarponi, epica e ipocrisia ro-
mantica nel passato, nella tori-
nese valle di Susa.

Qualche anno di gare che fu-
rono schiacciate da critiche,
difficoltà di organizzazione,
contesto complicato. Le Dolo-
miti erano lì a guardare, prese-
ro spunto, fecero. E Arco ades-
so è capitale mondiale, il suo
turismo ha come ambasciato-
ri quali Adam Ondra, che po-
trebbe raggiungere il massi-
mo della difficoltà di scalata
su roccia, il decimo grado. Per
ora è al terzo gradino del no-
no, cioè il 9C, scovato nella
grotta a forma di balena di Fla-
tanger, in Norvegia.
Arco ha festeggiato la fine
di agosto con i campionati del
mondo junior di arrampicata
nel suo Stadium con una verti-
ginosa parete di plastica di 25
metri. Dieci giorni conclusi con
una delle tante novità che que-
sta località ha offerto alla disci-
plina il «Duello», sfida a elimi-

nazione diretta su percorso pa-
rallelo cronometrato. Allespal-
le dello Stadium c’è la Rocca
del Castello, paretone vertica-
le di roccia scura, in parte scre-
ziata da inclusioni, macchiata
da ventagli neri di umidità, li-
cheni. Tetti, diedri, camini e
placche: un paradiso per un
campione, un incubo per un
neofito. Albrecht Dürer a fine
Quattrocento la dipinse e l’ope-
ra è fra i capolavori del Louvre.
Sulla Rocca non si può più
arrampicare, tanto meno ga-
reggiare. È un monumento,
ma intorno cominciano le fale-
sie, le vie del Monte Colodri.
Rocce su cui cimentarsi. E lo
farà anche la romana Laura Ro-
gora che nell’ultima giornata
dei mondiali junior si è portata
a casa tre medaglie d’oro, nella
«combinata» olimpica, nella
Lead e nel Boulder. Una picco-

la grande donna. Diciotto an-
ni, minuta, agilità inarrivabile,
fra un mese si trasferirà a Tren-
to per frequentare il primo an-
no della facoltà di Matematica.
Spiega con logica disarmante:
«Mi piace risolvere i problemi,
come in matematica così in ar-
rampicata».
Umile, nessun mito di riferi-
mento fra gli scalatori: «Guar-
do i più bravi, li studio e prendo
un po’ da tutti». È la seconda
donna al mondo ad aver supe-
rato il grado 9a su roccia.
Un talento. È in polizia e con
la laurea in matematica vorreb-
be lavorare nella Scientifica.
Ha cominciato da bimba se-
guendo papà Enrico durante le
vacanze in Valle d’Aosta. Ad Ar-
co è salita sul podio anche
nell’ultima gara, il duello fra le
campionesse. Stanca ma al set-
timo cielo. «Mi alleno 5 giorni

la settimana, adesso dovrò au-
mentare. Anche la sorella Chia-
ra arrampica e a Trento sarà
con lei per concludere gli studi
universitari in Fisica. È di Tren-
to Lodovico Fossali, 22 anni. È
il primo italiano ad essere riu-
scito a conquistarsi un posto al-
le Olimpiadi di Tokyo. Proprio
nella capitale del Giappone si è
messo al collo la medaglia d’o-
ro di campione del mondo del-
la specialità Speed, una corsa
di poco più di 5 secondi su una
parete verticale di 15 metri
danzando da un appiglio all’al-
tro. È alpino, fa parte del Cen-
tro sportivo esercito a Cour-
mayeur. «Ho cominciato ad ar-
rampicare a 5 anni. Mi appen-
devo con le dita sui chiodi dei
quadri alle pareti. Così i miei
mi hanno portato in palestra»,
dice. È perito informatico, ha
lavorato in un’azienda del Mo-

denese, poi ha scelto lo sport.
«Mi piace la competizione, ho
fatto tanti sport, poi ho scelto
questo. Vorrei diventasse la
mia vita, anche come allenato-
re, magari degli azzurri».
La velocità? «Sì, la specialità
Speed è quella che mi piace di
più. E ora mi ha dato l’Olimpia-
de. Per farla al meglio ci vuole
una concentrazione incredibi-
le. Ognuna cerca la propria, ov-
vio. Io non posso avere nessu-
no vicino che conosco. Lo sen-
to e mi deconcentra, devo iso-
larmi, poi sparo tutto me stes-
so». A Tokyo 2020 fra i favoriti
ci sono Adam Ondra della Re-
pubblica ceca e l’austriaco Ja-
kob Schubert. I due che ad Ar-
co si sono contesi il «Rock Ma-
ster» che quest’anno era sul
«Duello». Per qualche centime-
tro ha vinto Schubert. —
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I campionati del mondo junior di arrampicata ad Arco

Va in scena il “duello” sospeso su muri di plastica


ARCHIVIO ROCK MASTER - FOTO NEWSPOWER

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A sinistra Stefano Ghisolfi
e qui sopra Adam Ondra

MONTAGNA

ARCHIVIO ROCK MASTER - FOTO NEWSPOWER

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ASPETTANDO TOKYO

Gli scalatori delle pareti negli stadi

si preparano per le Olimpiadi

Lo Stadium di arrampicata sportivo ad Arco
durante i mondiali junior. A destra, Laura Rogo-
ra, 18 anni, che ha vinto tre medaglie d’oro
e Lodovico Fossali campione del mondo che si
è qualificato per le Olimpiadi Tokyo 2020

IL CASO

DOMENICA 8 SETTEMBRE 2019LASTAMPA 27
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