La Stampa - 08.09.2019

(lily) #1
.

IL CASO

MARIA TERESA MARTINENGO


In classe con lo stesso atteggia-
mento degli atleti nello sport.
Nel saluto agli studenti che do-
mani tornano in classe, monsi-
gnor Cesare Nosiglia dice che
«Nessun risultato importante
si ottiene senza impegnarsi a
fondo e tutto può essere possi-
bile per chi crede fermamente
in se stesso e valorizza a pieno
le doti che Dio gli ha dato».
L’arcivescovo si augura, poi,
che tutti abbiano scelto l’ora
di religione. Un’opportunità.
«A scuola si può sperimentare
la vera gioia del cuore che na-
sce dal dono di sé agli altri. I
compagni - riflette - sono una
ricchezza grande. Insieme po-
tete crescere non solo in amici-
zia, ma anche in una recipro-
ca solidarietà, ricca dei valori
di cui ciascuno è portatore. Ri-
sorse umane, ma anche spiri-
tuali e religiose, che vanno
ugualmente rispettate ed ac-
colte con attenzione, senza
preclusioni o discriminazio-
ni. Anche l’ora di religione,
che mi auguro tutti voi abbia-
te scelto, vi permette di fonda-
re questi atteggiamenti di ac-
coglienza, che sono alla base
del Vangelo di Gesù Cristo e
che, alla sua luce, scopriamo
presenti anche in altre religio-
ni e fedi». Ancora: «Così, di-
venterete sempre più consa-
pevoli della ricchezza della
nostra tradizione culturale e
religiosa ed insieme aperti al-
la comprensione, al dialogo e
all’incontro con ogni compa-
gno che professa convinzioni
religiose o principi di vita di-
versi, per aiutarvi insieme a
costruire un mondo più giu-
sto e pacifico».


I consensi
Quale sia il gradimento dell’o-
ra di religione nelle nostre
scuole lo riassume don Rober-
to Gottardo, direttore dell’Uf-
ficio Scuola della Diocesi:
«Dal 1984, anno della revisio-
ne del Concordato Stato-Cei
che ha dato avvio all’ora alter-
nativa, si è perso il 10% degli


studenti. Siamo abbastanza
allineati con la media naziona-
le di bambini e ragazzi che si
avvalgono dell’insegnamen-
to: 90% dall’infanzia alla scuo-
la media, 80% alle superiori,
con qualche differenza. Più
consenso nei licei, un po’ me-
no ai tecnici e ancora meno
nei professionali. Nella scelta
conta l’orario, la vicinanza al-
la scuola». Forse anche la mag-
giore presenza, nei tecnici e
nei professionali, di ragazzi
con origini in altre culture e re-
ligioni. «Il dato dei ragazzi
con cittadinanza non italiana
è comunque alto: il 50% fre-
quenta l’ora di religione e indi-
ca come non si tratti di inse-
gnamento confessionale, ma
abbia ormai principalmente
valore culturale. Nelle scuole


  • prosegue Gottardo - ci sono
    esperienze di scambi e inviti


con musulmani, ortodossi,
ebrei, valdesi, ci sono visite in
moschee, in sinagoga».

In classe
Il professor Gavino Olmeo, do-
cente di Religione al liceo
scientifico Galileo Ferraris da
lunghi anni conferma. «Ci so-
no ragazzi che arrivano al li-
ceo intimoriti dall’impegno,
qualcuno rinuncia per quella
ragione, altri perché alle me-
die avevano una professores-
sa che li riempiva di compiti.
Qui dico subito di mettere via
il quaderno, non serve. E capi-
ta spesso che al secondo anno
ci sia chi chieda di rientrare
perché conosce il professore o
ha sentito dire che le lezioni
sono interessanti». Lezioni di-
verse. Più dialoghi che lezio-
ni. «Qui si stacca dal latino e
dalla fisica. Ci sistemiamo in

modo da fare gruppo. Questa
ora deve anche apparire diver-
sa da tutte le altre. E in effetti
lo è perché abbiamo la possibi-
lità di trattare temi che gli al-
tri colleghi non riescono a trat-
tare, di riflettere anche sull’at-
tualità. Scelgo un argomento
che comporti una riflessione
etica e preparo dei materiali,
un articolo, una poesia, un
brano biblico. Qualcosa che
sia la scintilla che cattura l’at-
tenzione. Poi si discute. Mi
sento fortunato, i ragazzi mi
seguono, sono affezionati». Il
tema dell’accoglienza indica-
to dall’arcivescovo? «È tra
quelli dominanti nelle lezio-
ni. La maggior parte degli stu-
denti lo accoglie positivamen-
te, qualcuno no. Ma anche
con quei ragazzi si trova il mo-
do di ragionarne». —
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CLAUDIO LAUGERI

I

nsulti. Emarginazione.
Un bambino messo alla
berlina, la sua condizione
non compresa. È questa
la tesi dei genitori del piccolo
Alessio (il nome è di fanta-
sia), affetto da «Disturbo da
deficit di attenzione e iperatti-
vità» (Adhd). Hanno chiesto
all’avvocato Enrico Maria Pic-
co di scrivere un esposto
all’Ufficio scolastico regiona-
le, a quello provinciale e al di-
fensore civico, per segnalare
il comportamento di alcune
maestre e del dirigente Mauri-
zio Tomeo, che guida l’istitu-
to comprensivo Nigra. Punta-
no soprattutto su di lui le quat-
tro pagine su carta intestata
dello studio legale.
«Pur descrivendo sintoma-

tologie in linea con i bambini
con Adhd, le insegnanti conti-
nuavano a lamentarsi con i ge-
nitori etichettando i compor-
tamenti del bambino come
inappropriati e maleducati»,
è scritto nell’esposto. «Gli in-
segnanti hanno parlato con i
genitori per segnalare i com-
portamenti del figlio e chiede-
re di collaborare per aiutar-
lo», replica Tomeo. Il bambi-
no si esprimeva «senza filtri»,
mettendo a disagio i compa-
gni. E i loro genitori, quando ve-
nivano a sapere di quel linguag-
gio. «È stato presentato anche
dalla maestra come una specie
di “maniaco sessuale”, termine
usato più volte insieme a “ani-
male”, “falso come Giuda” “bu-
giardo” “pagliaccio”» prose-
gue l’esposto. E ancora: la do-
cente «lo definiva“animale” ri-
volgendosi ai suoi compagni in
sua assenza».

La replica
«Ma stiamo scherzando? Mai
ricevuto una segnalazione a
riguardo. Avrei avviato subi-
to un procedimento discipli-
nare», dice il dirigente. In
un’occasione, «ha anche stor-
to il braccio a una bambina, è
stata medicata in ospedale
con prognosi di qualche gior-
no», aggiunge.

La sindrome
I genitori di Alessio ritengo-
no che la scuola non abbia
voluto riconoscere la sua
condizione. «Guardi, la cer-
tificazione è arrivata a feb-
braio o a marzo, dopo che
ho chiesto l’intervento della
Procura dei minori», dice To-
meo. Ma anche prima, la
scuola aveva avviato «un pia-
no particolare. I genitori, pe-
rò, non lo avevano voluto fir-
mare». Versioni opposte. An-
cora i genitori nell’esposto:
«Il bambino fu lasciato per i
primi sei mesi isolato e emar-
ginato dalle insegnanti, sen-
za alcun sostegno». «Non è
vero», ribatte il dirigente. E
rilancia: «Le dirò di più, i ge-
nitori non hanno mai chie-
sto un “sostegno”. Perché
non lo hanno fatto? So che
le maestre hanno sollevato
la questione varie volte».

E le accuse di aver aizzato
gli altri genitori contro di lo-
ro? L’avvocato scrive nell’e-
sposto che il preside «si spin-
geva a chiedere a tutti i geni-
tori, nel corso di una riunio-
ne di classe, tra lo sconcerto
della madre, in sintesi di
“presentare lamentele scrit-
te affinché le autorità pren-
dano i provvedimenti neces-
sari visto che non hanno pre-
so in considerazione quanto
da me già scritto. Ma se insi-
stiamo dovranno fare qual-
cosa!». «È vero il contrario.
In una riunione – replica il
dirigente -, qualcuno voleva
parlare dei “casi difficili” e li
ho fermati. Se qualcuno do-
veva lamentare qualcosa,
doveva scrivere a me».
Lui, però, ha scritto tutto.
E si è rivolto al Tribunale
dei minori, alla propria ge-
rarchia, ma anche alla pro-
cura della Repubblica: «Ho
mandato anche l’esposto di
cui parliamo. Valuterò se
querelare per diffamazio-
ne, ovvio. Ma sono anche
un pubblico ufficiale e ho in-
viato tutto alla procura pro-
prio perché possano valuta-
re se possa essere un oltrag-
gio». Il suo cruccio è che
«qualcuno possa pensare a
una scuola non inclusiva. È
il contrario». —
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«La scuola non esiste». È la ri-
sposta che si sono sentite da-
re le famiglie dalla scuola
primaria paritaria Davide
Fregonese di via Nizza, cir-
ca un'ottantina di alunni,
quando munite di codice fi-
scale sono andate a prenota-
re i libri di testo con il nuovo
sistema delle cedole digita-
li, entrato in vigore proprio
da quest'anno. Qualcosa
non ha funzionato come
avrebbe dovuto e la scuola
non è stata inserita nell'e-
lenco degli istituti torine-
si. Automaticamente an-
che i bimbi non risultano
iscritti e di conseguenza
non ci sono possibilità per
prenotare i testi.
Un disguido tecnico, per
un sistema che avrebbe do-

vuto semplificare le proce-
dure ma che è ancora in fase
di rodaggio. Le cartolerie
convenzionate con il Comu-
ne di Torino, che possono ef-
fettuare la prenotazione dei
testi, in questo caso non han-
no modo di sbloccare la si-
tuazione. E anche dalla scuo-
la, la primaria Davide Frego-
nese, poco possono fare se
non tranquillizzare le fami-
glie spiegando che hanno av-
vertito del problema e si ri-
solverà. Intanto domani ini-
ziano le lezioni e i bimbi
aspetteranno ancora prima
di vedere i libri. Anche per-
ché poi, quando gli alunni
saranno inseriti nel sistema,
bisognerà prenotare questi
testi e aspettare che arrivino
nei punti vendita convenzio-
nati. Una procedura che si
preannuncia lunga. C.LUI. —
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DON ROBERTO GOTTARDO
DIRETTORE UFFICIO SCUOLA
DELLA DIOCESI

I genitori di un bambino hanno lamentato un atteggiamento ostile da parte di insegnanti e dirigente di una scuola

L’arcivescovo Cesare Nosiglia tra i ragazzi: ha scritto una lettera a chi inizia il percorso scolastico

Le insegnanti
lamentavano
comportamenti del
bambino inappropriati
e maleducati

80%
degli studenti delle
superiori la frequenta
con qualche differenza
tra licei e altri istituti

IL PRIMO GIORNO

Tra i banchi
duemila alunni
in meno

Nelle 262 scuole di Torino e
provincia domani suona la pri-
ma campanella del nuovo an-
no scolastico. L’inaugurazio-
ne, con il saluto e gli auguri
della sindaca Chiara Appendi-
no e del direttore dell’Ufficio
Scolastico Territoriale Stefa-
no Suraniti avverrà all’Istitu-
to comprensivo Marconi Anto-
nelli di Vanchiglietta. In tota-
le, gli alunni che in provincia
di Torino ritornano tra i ban-
chi della scuola statale sono ol-
tre 270 mila, duemila circa in
meno rispetto allo scorso an-
no: circa 300 in meno nella
scuola dell’infanzia, circa due-
mila in meno nella primaria
(la scuola media è ancora sta-
bile) e 650 in più alle superio-
ri. Licei, istituti tecnici e pro-
fessionali crescono ancora
grazie alle nascite legate
all’immigrazione anni 90. —

Nosiglia: “L’ora di religione è un’opportunità”


Ma alle superiori due su 10 hanno rinunciato


L’invito dell’arcivescovo: mi auguro che tutti decidano di farla. I professori: qualcuno è intimorito dall’impegno


ISTRUZIONE

ENRICO MARIA PICCO
AVVOCATO

MAURIZIO TOMEO
DIRIGENTE
SCOLASTICO

Il 50% dei ragazzi di
origine straniera
segue l’ora di
religione, segno del
suo valore culturale

Protesta contro maestre e dirigente scolastico, che nega tutto e va in procura per contrattaccare


“Nostro figlio aveva un deficit


A scuola è stato emarginato”


La Fregonese

La prenotazione


digitale va in tilt


“L’istituto


non esiste”


Libri scolastici

ANSA

90%
dei bambini e ragazzi
dalla materna alle
medie frequenta
l’ora di religione

ISTRUZIONE

La maestra lo
presentava come una
sorta di “maniaco
sessuale” e lo
definiva “animale”

Il nostro istituto è
inclusivo, mi dispiace
che leggendo questa
storia qualcuno possa
pensare il contrario

*

*

Un lettore scrive:


«L’Amministrazione comunale
viene incontro ai giornalai tori-
nesi, in evidente stato di soffe-
renza, offrendo la possibilità di
rilasciare certificati anagrafici.
Detto così sembra proprio che
si voglia aiutare questa catego-
ria oramai allo stremo, ma vor-
rei indurre ad una riflessione:
solo nel comune di Torino e cin-
tura le edicole ormai chiuse so-
no decine, con famiglie rimaste
senza fonte di reddito e la situa-
zione è così su tutto il territorio
nazionale. Una crisi di tutto il
settore estesa e irreversibile.
Ora mi chiedo: ma come pensa
l’Amministrazione di aiutarci
con questi palliativi? Piuttosto
penso che sia un escamotage


trovato per risolvere il proble-
ma delle anagrafi ormai al col-
lasso, incapaci di trovare altre
soluzioni si tirano in ballo i gior-
nalai e quest’idea geniale la si fa
passare come “un aiuto ai gior-
nalai” per fargli sbarcare il luna-
rio. Ci vuole ben altro per salvar-
ci, L’unico modo efficace per ve-
nirci incontro può essere solo lo
sgravio fiscale specialmente
quello riguardante i costi del
suolo pubblico. La categoria è

al collasso, le chiusure sono
all’ordine del giorno, evitate di
prenderci in giro e passare per
persone che fanno gli interessi
della nostra categoria e agite in
maniera concreta».
ANTONIETTA PAOLUCCI

Una lettrice scrive:
«Ho due figli che risiedono da
anni all’estero per lavoro. Uno
dei due dalla Svizzera si è trasfe-

rito i Spagna e a fine maggio è
tornato 2 mesi qui in Italia per
le vacanze cedendomi la sua au-
to con targa CH. Ha provveduto
ai primi di giugno ad effettuare
l’ immatricolazione per avere la
targa italiana pensando che du-
rante i due mesi di permanenza
qui ci sarebbe riuscito, ed inve-
ce a tutt’oggi l’auto è ferma in
garage e nè io nè questo figlio
possiamo usarla poichè la Leg-
ge varata a fine del 2018 preve-

de che i cittadini con residenza
in Italia non possano guidare
auto con targa estera pena mul-
ta di 700 euro e sequestro del
bene. Non discuto sul bontà
dell legge sulla quale concordo
ma sul fatto che dai primi di giu-
gno data in cui mio figlio a chie-
sto alla Motorizzazione di Tori-
no la nuova immatricolazione
,ad oggi la cosa non sia ancora
avvenuta».
ELISABETTA ABELE

Un lettore scrive:
«Era da un po’ di tempo che non
andavo da Torino a Genova con
il treno. M sono dedicato ad os-
servare il “paesaggio”.
«Diciamo che fino agli Appenni-
ni c’è poco da vedere. Ma quello
che mi ha negativamente im-
pressionato è stata la quantità
di fabbricati (capannoni, fabbri-
che, case di abitazione, ecc.)
chiaramente abbandonati e,
per di più, ormai in rovina, che
si incontrano sul percorso. Non
si può parlare di “archeologia
industriale” perché brutti già al-
la nascita. Non hanno un pro-
prietario? Ed i Comuni non fan-
no niente per abbatterli e ripri-
stinare le aree? ».
GIUSEPPA MARITANO

Specchio dei tempi

«Gli edicolanti vanno aiutati con sgravi fiscali» - «Perchè è così difficile
ritargare in Italia una vettura svizzera?» - «Torino-Genova, un viaggio nel degrado»

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40 LASTAMPADOMENICA 8 SETTEMBRE 2019
CRONACA DI TORINO


T1 PR

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