La Stampa - 08.09.2019

(lily) #1
.

INTERVISTA

ILARIO LOMBARDO
ROMA

A


giugno, quando an-
cora la crisi di gover-
no era solo una possi-
bilità e si discuteva di
eutanasia, monsignor Vincen-
zo Paglia, presidente della Pon-
tificia accademia per la vita,
disse a un ristretto nucleo di in-
terlocutori: «Per il Vaticano
meglio nessuna legge che una
cattiva legge». Il 24 settembre
la Corte Costituzionale potreb-

be aprire un primo importante
varco verso l’eutanasia. Il che
sta creando una grande agita-
zione nel mondo dei vescovi e
in Vaticano. Da giugno è incar-
dinata in commissione Affari
Sociali una legge che porta la
firma dei grillini Doriana Sarli
e Giorgio Trizzino, sottoscritta
da più della metà dei deputati
del M5S. Fino all’8 agosto, gior-
no dell’armageddon politico
scatenato da Matteo Salvini, la
Lega rappresentava agli occhi
della Chiesa l’unico argine alla
realizzazione di una norma
più aperta all’eutanasia e al sui-

cidio assistito. Nel pragmati-
smo ecclesiastico non c’è nien-
te di strano a sostenere su temi
eticamente sensibili le posizio-
ni dello stesso leader del quale
vengono invece stigmatizzate
le scelte in materia di immigra-
zione. Allo stesso modo vale il
contrario: Vaticano e vescovi
italiani sostengono la volontà
del nuovo governo di rivedere i
decreti sicurezza di Salvini ma
sperano nel naufragio di ogni
intenzione legislativa favore-
vole all’eutanasia. In cerca di
una nuova sponda, intravedo-
no una breccia nell’asse giallo-

rosso che dal presidente della
Repubblica Sergio Mattarella
porta fino al capo delegazione
del Pd, il ministro Dario France-
schini, passando per il premier
Giuseppe Conte. Tutti espo-
nenti di quel cattolicesimo so-
ciale che definisce un’area non
minoritaria del Pd e che ha pic-
cole radici anche nel M5S. Ne è
un esempio il firmatario della
norma, Trizzino, medico sici-
liano che negli scorsi mesi si è
mobilitato per avere un canale
di dialogo Oltretevere.
È una corsa contro il tempo.
Il 24 la Consulta delibererà sui
profili di costituzionalità
dell’articolo 580 del Codice pe-
nale che punisce in ogni caso e
allo stesso modo l’assistenza al
suicidio e l’istigazione. L’inter-
vento è stato richiesto dal tribu-
nale che doveva giudicare l’aiu-
to a morire fornito a Dj Fabo da
parte di Marco Cappato. La
Corte ha rinviato di un anno la
decisione in attesa che il Parla-
mento si pronunciasse con una
legge. Un’attesa che è stata va-
na. Motivo per il quale si è già
mobilitato il Comitato sponta-
neo Polis pro persona, che rac-
coglie 33 associazioni cattoli-
che e laiche, mentre l’11 set-

tembre il presidente della Con-
ferenza episcopale italiana
Gualtiero Bassetti ha dato ap-
puntamento a Roma per un
evento pubblico intitolato: «Eu-
tanasia e suicidio assistito.
Quale dignità della morte e del
morire?». Un dibattito che fa se-
guito alle parole del Papa del 2
settembre - proprio mentre si
andava formando la nuova
maggioranza di governo - sul ri-
schio che la pratica dell’eutana-
sia di trasformi la persona in
uno «scarto».
Mancano due settimane e di
fatto le Camere hanno dichia-
rato la propria impotenza. La
crisi che ha portato al ribalto-
ne di governo c’entra poco e
nulla: già a luglio i partiti ave-
vano intuito che non ce l’avreb-
bero fatta a legiferare in tem-
po. Troppe le distanze tra M5S
e Lega. E così a inizio settem-
bre il presidente della Camera,
Roberto Fico, prendendo atto
del fallimento, ha eliminato
l'eutanasia dal calendario dei
lavori dell'aula per il mese in
corso. Di fatto lo scenario più
prevedibile - che si evince dal-
la relazione della Corte - sem-
bra essere una parziale depe-
nalizzazione del reato. Abba-
stanza per gettare nel panico
la Chiesa. L’assistenza al suici-
dio non sarà più punibile, alme-
no fino a quando il Parlamento
non cercherà di rimediare al
vuoto normativo. A meno che -
come sperano i vescovi - non ci
sia un rinvio della Consulta.
«Potrebbe bastare un’intesa
chiara nella nuova maggioran-
za visto che ora tra Pd e M5S
un accordo è possibile» ha det-
to il vicecapogruppo dem Mi-
chele Bordo. Dichiarazioni
che hanno insospettito chi co-
me il senatore del M5S Matteo
Mantero invece crede che a
questo punto vada aspettata la
Corte. «Poi, sulla base di un
principio finalmente stabilito
potremo procedere a normare
i vari casi in cui l’eutanasia non
è punibile». Anche perché i 5
Stelle non vedono grandi cam-
biamenti all’orizzonte, nono-
stante i partner di governo sia-
no diversi: «In Senato - spiega
Mantero - il Pd ha presentato
un testo a firma Malpezzi che è
più vicino a quello della Lega
che al nostro ». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

FILIPPO TOSATTO
PADOVA

N


elle prime battute
di Francesco Boc-
cia, neo ministro
dem agli Affari re-
gionali, sul tema dell’autono-
mia si sono alternati altolà
(«le bozze vanno rifatte») e
toni distensivi («vedrò Zaia,
il Paese va pacificato»), salvo
indicare un’esplicita prefe-
renza verso un modello auto-
nomista, quello dell’Emilia
Romagna presieduta da Ste-
fano Bonaccini, circoscritto a
15 competenze amministrati-
ve rispetto alle 23 rivendica-

te dal Veneto e alle 20 chieste
dalla Lombardia. Il governa-
tore spiega il modello emilia-
no in questa intervista rila-
sciata al Mattino di Padova.
Qual è la vostra proposta?
«È un progetto il linea con il
dettato costituzionale: accre-
sce le competenze della Re-
gione senza dividere il Paese.
Si tratta di rafforzare gli ele-
menti di efficienza e pro-
grammazione nelle politiche
e nei servizi territoriali, sem-
plificando le procedure, con-
tenendo i costi e i tempi della
pubblica amministrazione. E
senza chiedere un euro allo
Stato».
Nella stagione gialloverde
lei ha più volte criticato lo

stallo nel negoziato Stato-Re-
gioni. I leghisti lo attribuiva-
no al M5S. Crede che questi
ostacoli resteranno?
«Misureremo anche questo
governo sui fatti. Ho rifiutato
in questo anno e mezzo di far-
mi tirare per la giacca nella
polemica tra Lega e M5S, ri-
badendo che per me l’interlo-
cutore era uno solo, il gover-
no. Altrettanto farò adesso.
Se il nuovo esecutivo terrà fe-
de a quanto annuncia, trove-
rà nelle Regioni interlocutori
disponibili e responsabili.
Se, al contrario, prevarranno
logiche di posizionamento
partitico come in preceden-
za, lo andremo a spiegare
agli emiliano-romagnoli e

ognuno si assumerà le pro-
prie responsabilità».
È ipotizzabile una strategia
trasversale Fontana-Bonacci-
ni-Zaia per dialogare con il
governo e sbloccare la tratta-
tiva?
«Nelle nostre proposte ci sono
elementi comuni ed elementi
molto diversi. Io non ho mai
cercato un fronte del Nord,
che alimenterebbe conflitti
sbagliati contro lo Stato e il
Sud. Penso al contrario che
servano Regioni forti in uno
Stato forte e che si debba co-
struire una cornice nazionale
solida dentro cui collocare
l’autonomia di tutte le Regio-
ni che vorranno fare un passo
avanti. Credo inoltre che col-

mare i divari tra Nord e Sud
sia una grande priorità nazio-
nale. Aggiungo però: guai usa-
re l’alibi dell’autonomia. Non
è impedendo all’Emilia-Ro-
magna, alla Lombardia o al

Veneto di fare meglio che si
aiuta il Mezzogiorno. Se la sfi-
da dell’efficienza e della pro-
grammazione se la pongono
anzi le Regioni più virtuose, a
maggior ragione non possono
sottrarsi le altre. Questo è un
punto dirimente che va al di là
di destra e sinistra. Aver cari-
cato di ideologia questa sfida
è stato il limite principale del-
la Lega: come si è visto, la rea-
zione è stata pari e contraria e
si è finito per perdere di vista
il merito, bloccando tutto.
Torniamo al punto: autono-
mia e responsabilità come
chiave per fare meglio».
C’è chi lamenta un deficit di
rappresentanza nordista nel
nuovo esecutivo.
«Vanno rimessi al centro il la-
voro e una politica industriale
per questo Paese, temi quasi
assenti nell’agenda del gover-
no precedente. Se si parte da
qui, con investimenti per la so-
stenibilità ambientale e inter-
venti di equità sociale per le fa-
miglie, ne trarranno vantag-
gio sia il Nord che il Sud».—
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Una manifestazione a favore dell’eutanasia. Al centro Marco Cappato, finito a processo per aver accompagnato Dj Fabo in Svizzera per sottoporsi al suicidio assistito

RETROSCENA

L’odio sui social

Insulti sessisti a De Micheli
da un militante di CasaPound

VINCENZO LIVIERI - LAPRESSE

STEFANO BONACCINI Il governatore emiliano: la Lega ha sbagliato a farne un tema ideologico


“Autonomia senza lo scontro Nord-Sud

Da questo esecutivo aspettiamo i fatti”

Su La Stampa
STEFANO BONACCINI
GOVERNATORE
DELL’EMILIA ROMAGNA

Il 24 si esprime la Consulta. Sospetti grillini sulla sponda Pd con i vescovi


Eutanasia, la Chiesa


in pressing su Conte


per fermare il M5S


Dopo il caso Bellanova, l’odio
dei social colpisce ancora. Il ber-
saglio, stavolta, è la ministra
dem Paola De Micheli. Ieri un mi-
litante di CasaPound ha pubbli-
cato sui social una foto della vi-
ce segretaria Pd con un vestito
scollato accompagnata dal
commento: «Il ministro delle In-
frastrutture appena staccato
dal turno sulla Salaria». Il riferi-
mento è alla strada romana po-
polata dalle prostitute. L’uomo
ha poi cancellato il messaggio,
ma il caso era già scoppiato. A
De Micheli sono arrivati mes-
saggi di solidarietà bipartisan.
«La volgarità e l'ignoranza de-
gli attacchi non scalfiranno il
suo e nostro lavoro. Sconfigge-
re l'odio in Rete è una nostra
priorità», ha scritto su Twitter
la neoministra alla Famiglia Ele-
na Bonetti. «Si torna ad insulta-
re una donna perché fa politica
in modo autonomo», ha detto il
segretario de Partito democrati-
co Nicola Zingaretti.

POLITICA E DIRITTI

Non è impedendo
di fare meglio
alle regioni del Nord
che si aiuta
il Mezzogiorno

6 LASTAMPADOMENICA 8 SETTEMBRE 2019
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