Il Sole 24 Ore Domenica 8 Settembre 2019 15
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nell’industria del design è centrale e la
rapida crescita del London Design Festi-
val ne è testimonianza: se si esclude il
Salone del Mobile di Milano – il primo e
finora più importante evento del settore
a livello internazionale – la kermesse in-
glese ha soppiantato tante altre analo-
ghe “settimane del design” spuntate co-
me funghi negli ultimi - anni, impo-
nendo la capitale britannica come un
«must-to-be place» della creatività.
Lo dimostra la nutrita presenza an-
che dei principali brand italiani dell’ar-
redo-design, che partecipano attiva-
mente alla manifestazione realizzando
eventi, mostre o talk all’interno dei pro-
pri showroom oppure esponendo nelle
fiere commerciali organizzate durante
la kermesse. La maggior parte delle
aziende del mobile made in Italy ha in-
fatti compreso da tempo l’importanza
di essere sulla piazza londinese in mo-
do diretto e strutturato, attraverso filia-
li commerciali e flagship store di gran-
de richiamo nelle zone più trendy della
città, da Chelsea e South Kensington –
storicamente ricche di negozi, musei e
gallerie di design – fino a Clerkenwell,
sede di numerosi studi di progettazio-
ne, e ai quartieri emergenti delle ex-pe-
riferie riqualificate.
Del resto, parliamo di una città in cui
ha sede quasi un migliaio di studi di ar-
chitettura, molti dei quali di fama inter-
nazionale, che operano in tutto il mon-
do con i propri progetti, come spiega
Giulio Cappellini, imprenditore e desi-
gner, nonché curatore di I-Made (Ita-
lian Manufacturing DEsign), il progetto
espositivo che durante il Ldf esporrà
negli spazi della prestigiosa Saatchi
Gallery di Chelsea alcune eccellenze
della manifattura italiana, ospitando
installazioni e prodotti delle più note
aziende dell’arredo-design. «Londra è
Giovanna Mancini
A
mpiezza e profondità.
Ben Evans – cofondatore
assieme a Sir John Sor-
rell e direttore del Lon-
don Design Festival (Ldf)
- usa proprio questa
espressione tipicamente inglese
(«Breadth and Depth») per descrivere
quel tratto della personalità di Londra
che la rende diversa da tutte le altre città
nel panorama internazionale del desi-
gn e che negli ultimi anni ha decretato
il successo della sua principale manife-
stazione legata al settore, nata nel
e quest’anno in calendario dal al
settembre.
«Londra ha beneficiato della sua
identità fortemente internazionale –
spiega Evans – ma anche della grande
varietà di espressioni legate al design,
interpretato in chiave allargata, non
limitato cioè all’arredamento o al desi-
gn industriale, ma esteso a tutta l’in-
dustria creativa». Un’industria che,
nella sola capitale, occupa quasi un
milione di persone ed è cresciuta con
grande rapidità negli ultimi anni,
diventando una parte importante del-
la storia stessa della città. Ma che ora la
Brexit rischia di compromettere: «Sia-
mo molto preoccupati del possibile
impatto su quella che noi chiamiamo
economia della creatività – ammette
il direttore del Ldf – che è frutto del-
l’apertura di Londra alle culture di tut-
to il mondo e alle influenze esterne».
Con l’uscita della Gran Bretagna dal-
l’Unione europea, la migrazione di ta-
lenti e di energie giovani che ha fatto
da traino a questa esplosione potrebbe
interrompersi o, peggio, andare nella
direzione opposta.
Oggi, comunque, il ruolo di Londra
Viaggio a Londra. Da Chelsea a Shoreditch, la città è una delle mete più interessanti
per i creativi di tutto il mondo. Dal settembre torna il Festival in tutti i quartieri
Design no Brexit
Evento mondiale. L’edizione 2018 del London Design Festival ha coinvolto 588mila visitatori da 75 Paesi. Quest’anno sono in programma oltre 400 eventi
un hub importantissimo per il nostro
settore e non soltanto per chi vuole
vendere sul mercato locale, anzi», os-
serva Cappellini. Londra è infatti da an-
ni un cantiere aperto che ha poco da in-
vidiare a città come Dubai o Doha,
Shanghai o Chengdu, New York o Mia-
mi. È il luogo in cui, con appena due ore
di volo da Milano, imprese e designer
possono intercettare le maggiori com-
messe internazionali, mentre i giovani
creativi o gli appassionati possono ve-
nire a vedere da che parte gira il mondo.
La forza di Londra e della sua mani-
festazione risiede proprio nella capaci-
tà di richiamare un pubblico interna-
zionale e variegato, ormai più di Parigi.
«Milano è sempre Milano – osserva
Cappellini – e in termini di fiera com-
merciale e innovazione non c’è parago-
ne. Però Londra sta diventando sempre
più interessante, perché qui c’è molta
sperimentazione e sta crescendo una
nuova generazione di giovanissimi de-
signer provenienti da altri Paesi, che
qui vive e lavora». A differenza del desi-
gn italiano, legato soprattutto alla ma-
nifattura, quello britannico e in parti-
colare londinese «ha più a che fare con
le idee che con i prodotti finiti – fa nota-
re anche Ben Evans – e questa è una
delle principali differenze con il Salone
del Mobile di Milano».
Questa interpretazione del design e
del suo ruolo è ben evidente nei tanti
progetti ed eventi programmati duran-
te il Festival, che lo scorso anno ha regi-
strato mila visitatori da Paesi. La
sua piattaforma mette insieme oltre
iniziative culturali tra mostre, di-
battiti e riflessioni sul design, oltre a
quattro manifestazioni fieristiche:
% Design, DesignJunction, Fo-
cus/ e London Design Fair. Il tutto,
spalmato in una serie di “distretti” – sul
modello milanese – organizzati in mo-
do indipendente ma connessi e coordi-
nati attraverso la piattafroma del Ldf:
Bankside, Brompton, Clerkenwell,
Marylebone, Mayfair, Pimlico Road,
Shoreditch, Victoria connections e
West Kensington. Il cuore nevralgico è
il Victoria&Albert Museum, una delle
sedi più prestigiose del design britan-
nico, all’interno del quale ogni anno
vengono allestiti i progetti “speciali”
del Festival: quest’anno ospiterà tra le
altre «Legacy», una mostra di dieci pez-
zi nati dalla collaborazione tra altret-
tanti designer internazionali (tra cui
l’italiano Martino Gamper e alcuni no-
mi già affermati come Jasper Morrison)
e dieci istituzioni culturali londinesi,
dalla BBC alla Tate Gallery.
Ogni distretto ha una propria speci-
ficità, legata all’anima del quartiere e
alle sue attività. Shoreditch, ad esem-
pio, è il luogo in cui si concentrano le
iniziative dei designer e studi locali che
qui hanno la loro sede – spesso giovani
e caratterizzati da un tratto molto spe-
rimentale; Pimlico ospita gli
showroom di alta gamma dei brand più
blasonati e costosi dell’arredamento e
dell’interior design; Brompton è la ve-
trina dei principali brand internazio-
nali, tra cui molti italiani, ma anche di
giovani creativi da tutto il mondo che
espongono le proprie creazioni in mo-
stre collettive o personali. «Il Festival
nasce proprio per dare una voce alle
tante anime del design londinese –
conclude Ben Evans – che in una città
così grande e ricca di offerta creativa ri-
schiano di perdersi. Vogliamo creare
un momento in cui ciascuno possa rac-
contare la propria storia ed è per questo
che sosteniamo tanti progetti di natura
diversa in posti differenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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MADE IN ITALY A CHELSEA
Un racconto a 360 gradi
Da sempre protagonista del
London Design Festival grazie ai
tanti eventi organizzati nei tanti
showroom cittadini delle aziende,
il design italiano ha quest’anno
una vetrina ulteriore per far
conoscere la propria storie e le
proprie caratteristiche di
innovazione e artigianalità. Dal 19
al 22 settembre, negli spazi della
rinomata Saatchi Gallery di
Chelsea, andrà in scena «I-Made -
Italian Manufacturing DEsign»,
curata dall’architetto e designer
Giulio Cappellini. La mostra mette
insieme gli oggetti più iconici di 50
importanti aziende non soltanto
dell’arredamento, con l’obiettivo
di realizzare un racconto a 360
gradi del design made in Italy. La
mostra è divisa in più parti, tra cui
l’esposizione «Take a seat», che
racconta l’evoluzione delle sedute
italiane da inizio 900 agli anni 50,
fino a pezzi piu radicali e gli ultimi
prodotti. Il programma prevede
anche una serie di incontri e
dibattiti con designer, architetti e
imprenditori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ITINERARI
Un weekend fra bollicine d’eccellenza, degustando i
migliori vini del Monferrato insieme ad alcune stelle
della musica (è previsto il concerto di Arisa ). Sono que-
sti gli ingredienti della rassegna di musica ed enoga-
stronomia che dal al settembre animerà le vie e
le piazze storiche di Canelli, piccola gemma del-
l’astigiano. Sabato settembre sarà possibile
raggiungere il prezioso borgo con il treno sto-
rico a vapore messo a disposizione dalla Fon-
dazione Ferrovie dello Stato, a bordo delle ca-
ratteristiche carrozze “Centoporte” tipiche degli
anni ’, viaggiando attraverso le colline del Mon-
ferrato patrimonio dell’umanità Unesco immersi in
un’atmosfera fuori dal tempo. Il treno infatti, con par-
tenza da Torino, farà tappa ad Asti, Castagnole delle
Lanze, giungendo infine a Canelli, che sarà animato da
un ricco programma di appuntamenti non solo enoga-
stronomici, ma anche musicali e d’intrattenimento.
—M.Mor.
A spasso per il Collio in mezzo a vigneti che si stendono a
perdita d’occhio. Siamo nella terra di confine tra la provin-
cia di Gorizia e la Slovenia, in mezzo alle colline che separa-
no le Alpi Giulie dalla pianura che porta alla costa adriatica.
Da Udine ci spostiamo in moto in direzione Gorizia, pas-
sando per Nimis, Dolegna del Collio, Cormons e San
Floriano del Collio. Un viaggio di chilometri che
si potrebbero percorrere anche in meno di due
ore, se non fosse che lungo la strada le soste non
sono solo necessità di riposo ma un’occasione
unica per scoprire, tra campi e vitigni, i numerosi
ristoranti e le prelibatezze locali. Questa parte del Friu-
li Venezia Giulia è forse una meta sottovalutata dai motoci-
clisti a causa della posizione geografica decentrata. Ma
proprio per questo è più facile trovarvi strade libere soprat-
tutto in tarda estate, quando anche le temperature sono
perfette per un viaggio in moto.
—M.Pe.
IN TRENO
Un weekend a Canelli
tra gusto, musica e arte
IN MOTO
Campi, vitigni e soste
gourmet nel Collio
A PIEDI
Attraversare l’Alto Adige
sul sentiero del castagno
Un cammino nel sud Tirolo, cuore del Trentino Alto Adi-
ge, dove la cultura tedesca e italiana si incontrano e,
forse, si comprendono. La tempistica è perfetta: l’estate
sta finendo e i boschi si colorano d’autunno. C’è tempo
ancora per tutto il mese di settembre e, per chi non tema
il prevedibile abbassamento delle temperature, per
ottobre per avventurarsi sul “sentiero del casta-
gno, un cammino all’ombra delle Dolomiti che
permette di attraversre un territorio ricco di
castelli, fattorie e vecchie abbazie, immersi tra
frutteti e vigneti. Il percorso proposto da Sloways
porta da Bressanone a Bolzano (l’ultimo tratto verso
il capoluogo viene fatto in autobus) e lungo la strada si
possono trovare piccoli villaggi pittoreschi come Chiu-
sa, casa di artisti e poeti. Info: http://www.sloways.eu.
—G.Cr.
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IL PERCORSO
Torino Porta
Nuova - Canelli
Durata:
2 ora e 45’
90 km
Torino Porta Nuova
Canelli
Asti
Isola d’Asti
Castagnole
delle Lanze
Fiume Po
IL PERCORSO
Partenza: Udine
Arrivo: Gorizia
Durata:
2 ore
85 km
Gorizia
Nimis
Dolegna
del Collio
Cividale
del Friuli
San Floriano
del Collio
Udine
Fiume
Tagliamento Fiume
Isonzo
SLOVENIA
IL PERCORSO
Partenza:
Bressanone
Arrivo:
Bolzano
Durata:
Otto giorni
TRENTINO
ALTO ADIGE
Bolzano
Bressanone
Castel Roncolo Collabo
Barbiano
Tra dieci anni sarà il trend ufficiale:
i cantieri varano modelli ecologici,
ibridi o elettrici e con arredi
naturali, i porti turistici
si attrezzano e sui pontili si
spuntano i pannelli solari
— Bianca Ascenti a pagina
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Relax tra le onde
senza rumore
nè inquinamento:
anche in mare
si viaggia elettrico
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