12 Sabato 7 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore
Finanza
Mercati
Carige, Malacalza resta in bilico
Al lavoro sull’ipotesi ribaltone
BANCHE
Il primo socio ora valuta
azioni legali nel caso
di congelamento dei voti
Da Volpi, Mincione, Spinelli
e piccoli azionisti un %
del capitale pro aumento
Luca Davi
Sì all’aumento di capitale, con o senza
i Malacalza: sembra essere questa la
parola d’ordine in casa Carige. A meno
di due settimane dall’assemblea dei
soci, prevista per il settembre, a Ge-
nova fervono i preparativi. E tutti i
soggetti coinvolti, a partire dai com-
missari, lavorano pancia a terra per
far sì che il piano di rafforzamento da
milioni prenda definitivamente
il volo. Solo così, del resto, si potrebbe
mettere in sicurezza la fragile banca
ligure, evitandole il rischio di finire in
liquidazione.
L’obiettivo principale è dunque
quello di portare in assemblea alme-
no il % del capitale, a prescindere
dalla partecipazione (o meno) della
famiglia Malacalza. Solo superando
l’asticella di un quinto del capitale, in-
fatti, l’assemblea sarebbe regolar-
mente costituita e si potrebbe puntare
all’approvazione dell’operazione di
rafforzamento (per cui servono i due
terzi dei voti favorevoli). Il tentativo di
fondo, insomma, è quello di superare
l’incognita legata alle mosse del pri-
mo socio, la famiglia Malacalza, che
da solo vale circa il ,% del capitale,
e sulla cui presenza in assemblea gra-
va più di un’incognita.
A quanto risulta a Il Sole Ore, si
lavora insomma alla costruzione di
una maggioranza “alternativa”, che
metta insieme una buona parte del-
l’azionariato rimanente. L’obiettivo,
di fatto, è a portata di mano. Il “blocco”
verrebbe costituito a partire dal se-
condo azionista, l’imprenditore Ga-
briele Volpi, che con la sua Compania
Financiera Lonestar detiene il ,%
della banca e che, segnalano fonti vici-
ne a lui, avrebbe dato una disponibili-
tà ad approvare il progetto, anche se
non è chiaro se parteciperà o meno al-
l’aumento. Accanto a lui, ci sarebbe il
finanziere Raffaele Mincione, che de-
tiene circa il -%, così come l’impren-
ditore della logistica Aldo Spinelli (cir-
ca l’%): insieme, i grandi soci garanti-
rebbero già un -% di voti. Nel ba-
cino dei favorevoli vanno poi
annoverate l’associazione dei piccoli
azionisti (che fa capo a Silvio De Fe-
condo) e così pure l’associazione degli
ex dipendenti pensionati della banca.
Con queste premesse, mettere insie-
me il -% del capitale sarebbe un
obiettivo a portata di mano. Anche
perché nel frattempo, i Commissari
puntano a risvegliare l’interesse non
solo degli istituzionali ma anche della
componente retail, che per Carige vale
circa il -% del capitale. Non a caso
ieri la banca ha deciso di avviare, in
qualità di promotore, una sollecita-
zione di deleghe di voto, affidandosi
a Proxitalia. A favore del rafforza-
mento si è espresso anche il proxy
advisor Glass Lewis, uno dei principa-
li consulenti dei fondi di investimen-
to, che invita gli azionisti di Carige a
sostenere l’aumento di capitale. «Date
le piuttosto gravi condizioni della
banca» e «la mancanza di sostanziali
alternative», «riteniamo che ci sia po-
co da guadagnare nel rigettare» il pia-
no dei commissari, la cui approvazio-
ne viene considerata «nel miglior in-
teresse degli azionisti», dice l’advisor.
Certo, il progetto della maggioran-
za alternativa può rimanere in piedi se
i Malacalza decideranno di non pre-
sentarsi in assemblea. Perché se inve-
ce lo facessero, e votassero contro
l’aumento (o si astenessero), a quel
punto servirebbe coagulare il voto fa-
vorevole del % del capitale per far
passare la manovra: una quota tecni-
camente non impossibile, ma certo
difficilissima da portare a casa.
Per capire quali saranno le mosse
dell’azionista di riferimento servirà
attendere ancora, forse fino al set-
tembre. Fonti coinvolte nell’operazio-
ne sottolineano come la famiglia ligu-
re non apprezzi le modalità del piano
di salvataggio pubblico-privato, che
vede il Fondo interbancario come pi-
vot e Cassa Centrale Banca nel ruolo di
partner privato. Le critiche riguarde-
rebbero le condizioni - ritenute trop-
po favorevoli - offerte a Cassa Centra-
le, e di come, al contrario, alla famiglia
ligure - che in questi anni ha investito
più di milioni di euro destinati a
svalutarsi pesantemente - non siano
state riservate condizioni analoghe
nel quadro dell’aumento.Se però è ve-
ro che la famiglia ligure non si è mai
espressa sulle possibili mosse, è vero
anche che la mancata partecipazione
avrebbe un doppio vantaggio: con-
sentirebbe agli imprenditori di avere
la mano libera in vista di possibili
azioni legali e darebbe continuità alla
banca, come i piccoli azionisti e tutto
il territorio chiedono. Peraltro non è
escluso che un eventuale voto contra-
rio dei Malacalza (o un’astensione) tra
due settimane possa portare alla con-
vocazione di una nuova assemblea,
con l’ipotetico congelamento dei di-
ritti di voto della famiglia stessa. Que-
sto, almeno secondo alcune indiscre-
zioni, sarebbe lo scenario che sarebbe
stato paventato nei giorni scorsi dalla
Vigilanza. Di fronte a questa possibili-
tà non è da escludere che Malacalza
valuti una contro-azione legale. A
quanto risulta al Sole, il primo socio
avrebbe infatti chiesto ai propri legali
di analizzare attentamente i profili
della vicenda e così pure, tra l’altro,
eventuali contromosse da prendere.
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In dirittura. Il 20 settembre l’assemblea decisiva per il futuro di Carige
Enel ha lanciato un nuovo bond
in dollari da , miliardi: si
tratta di una emissione
sostenibile innovativa.
Domanda quattro volte l’offerta
—Servizio a pagina
Energia
Enel lancia
un bond
sostenibile
da 1,5 miliardi
Big energetico.
Enel ha lanciato ieri un bond sostenibile
da 1,5 miliardi di dollari
VITTORIO
MALACALZA
Il primo azionista
della banca
detiene il 27,6%
del capitale: il suo
voto è decisivo
RAFFAELE
MINCIONE
È il terzo socio
della banca ligure:
il finanziere
potrebbe votare
sì all’aumento
GABRIELE
VOLPI
L’imprenditore
(9%) potrebbe
essere favorevole
all’operazione
di rafforzamento
ALDO SPINELLI
L’imprenditore
ligure della
logistica (1%
circa) ha già dato
il suo supporto
all’operazione
TV
Mediaset, depositata la delibera
per la nascita di MediaForEurope
È stata depositata al tribunale
civile di Milano, sezione
imprese, la delibera per la
nascita di Mfe. Lo riferisca
l’agenzia Radiocor citando
fonti finanziare.
Con il deposito della
delibera scatta il periodo per
esercitare il diritto di recesso.
Gli azionisti Mediaset che
intendono esercitare tale
diritto dovranno farlo entro il
settembre prossimo via
raccomandata. I dati sul
recesso saranno quindi noti
circa una decina di giorni
dopo la scadenza prevista,
finito lo scrutinio.
L’assemblea straordinaria
dei soci di Mediaset del
settembre scorso e quella dei
soci di Mediaset Espana
hanno approvato il progetto
di fusione, per effetto del
quale tutte le azioni
Mediaset e Mediaset Espana
saranno annullate e gli
azionisti di Mediaset e di
Mediaset Espana riceveranno
azioni ordinarie Mfe. Se il
diritto di recesso non
supererà una determinata
soglia stabilita dal progetto
del gruppo del Biscione, sarà
rispettata una delle
condizioni ropedeutiche
al completamento
dell'operazione.
—R.Fi.
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Gli stati americani partono all'attacco di Big Tech, met-
tendo nel mirino di una nuova ondata di inchieste anti-
trust colossi di internet del calibro di Facebook e Alpha-
bet. All’avanguardia New York: il suo procuratore ge-
nerale, la democratica Letitia James, ha annunciato ieri
il lancio di un’ampia crociata bipartisan e coordinata
con altre influenti autorità statali sulla minaccia mono-
polistica posta dal leader dei social network Facebook.
Lunedì è invece previsto l’annuncio formale a Washin-
gton da parte di una quarantina di stati, capitanati dal
procuratore generale repubblicano del Texas Ken Pax-
son, di un’indagine sulle pratiche del re dei motori di
ricerca Google controllato da Alphabet.
«Useremo ogni strumento investigativo a nostra
disposizione per determinare se le azioni di
Facebook possano aver messo a rischio dati
dei consumatori, ridotto la qualità delle loro
scelte o aumentato i prezzi pubblicitari», ha
dichiarato James. Con lei si sono schierati
Colorado, Florida, Iowa, Nebraska, North
Carolina, Ohio, Tennessee e Distretto di Co-
lumbia. In gioco è «il dominio nel settore e
potenziali comportamenti anti-competitivi
che derivino da tale dominio», ha precisato
la procura newyorchese.
Il fronte contro Alphabet, ispirato dal
Texas, intende esaminare con particolare ur-
genza l’influenza sul mercato della pubblicità
digitale. A sua volta ha però ambizioni più
vaste: lo spettro di danni ai consumatori cau-
sati dalla concentrazione di potere in un simi-
le gruppo, attraverso le sue scelte di gestione
delle informazioni oltre che delle inserzioni. Google,
attraverso un portavoce, ha respinto le accuse e pro-
messo di cooperare con le indagini.
Le nuove offensive scattano nell’ambito di spinte a
nuovi giri in vite sulle grandi firme tech, ormai anche
negli Stati Uniti patria dei colossi di economia digitale
e social media. Dipartimento della Giustizia e Federal
Trade Commission, le due authority antitrust federali,
hanno già avviato indagini che dovrebbero riguardare
Google e Facebook, così come Amazon e Apple. Nel caso
di Facebook, di recente multata miliardi di dollari per
violazioni della privacy, sotto i riflettori sono acquisi-
zioni di società quali WhatsApp e Instagram. Anche il
Congresso americano ha ripetutamente richiamato alla
responsabilità i protagonisti del settore, criticandoli
non solo per la scarsa protezione offerta ai consumato-
ri ma anche per strategie di potenziale soffocamento
dei concorrenti. Il dibattito è inoltre aperto, in sedi ac-
cademiche, governative e legislative, sulla necessità di
adeguare sempre più norme, leggi e interventi antitrust
alla realtà della digital economy, allargando la loro por-
tata ben al di là di ristrette preoccupazioni sul costo di
servizi e prodotti. La stessa Federal Reserve, fin dal
simposio annuale di Jackson Hole del , aveva por-
tato alla ribalta le possibili implicazioni monopolisti-
che causate dall’espansione dei giganti di internet.
—Marco Valsania
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BIG TECH
Nel mirino. A New
York inchiesta
sulla minaccia
monopolistica
di Facebook
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Rischi antitrust:
nuova crociata negli Usa
contro Facebook & Co
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2019
Investimenti alternativi: accesso all’economia e maggiori rendimenti
18 settembre 2019 | Ore 9.15 - 13.00 | Roma, Palazzo Naiadi - P.za della Repubblica, 47
9.15 Registrazione & welcome coffee
10.00 Opening Remarks
Luigi Roth, Presidente Equita Capital SGR
Angelo Tantazzi, Presidente Prometeia
10.30 Prometeia Advisor Sim
Davide Squarzoni, Amministratore Delegato
10.55 Fondo Italiano d’Investimento SGR
Luigi Tommasini, Senior Partner
11.20 Equita Capital SGR
Paolo Pendenza, Responsabile Private Debt
11.45 Panel Discussion
Moderatore: Andrea Vismara, Amministratore Delegato Equita
Giacomo Marino, Direttore Generale Fondazione CR Verona
Enrico Cibati, Dirigente Uf cio Investimenti Cassa Forense
Ivonne Forno, Direttore Generale Laborfonds
Giovanni Maggi, Presidente Assofondipensione
12.30 Closing Remarks
Stefano Cappiello, Dirigente Generale MEF -
Direzione IV - Sistema Bancario e Finanziario
13.00 Light lunch
Per informazioni: [email protected]