16 Sabato 7 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore
Mondo
Germania, la produzione continua
a deludere: -0,6% a luglio
LA FRENATA
Rallentamento più grave
del previsto. Colpa dell’auto,
dove l’export cala del %
Merkel a Pechino: preoccupa
la diminuzione degli
investimenti cinesi in Germania
Isabella Bufacchi
Dal nostro corrispondente
FRANCOFORTE
L’economia cinese rallenta e il flus-
so degli investimenti diretti FDI
dalla Cina alla Germania frena: e co-
sì la cancelliera Angela Merkel, da
ieri in visita ufficiale a Pechino per
una due-giorni, si impegna per te-
nere i canali commerciali ed econo-
mici tra i due Paesi aperti, precedu-
ta da una nutrita delegazione di big
tra i quali l’ad di Siemens, Joe Kae-
ser, di BASF Martin Brudermüller,
di VW Herbert Diess e di Deutsche
bank Christian Sewing. Per la Ger-
mania però questo non è il solo
fronte aperto. Gli Stati Uniti remano
contro e il presidente Donald
Trump non si scorda mai di minac-
ciare l’aumento dei dazi sulle auto
tedesche, dopo aver chiuso la parti-
ta con la Cina: e negli Stati Uniti il
via vai degli amministratori delega-
ti tedeschi è infatti un continuo. Al-
tre crepe rischiano di allargarsi in
Europa: sul Regno Unito pende la
mannaia di una Brexit caotica e
l’Italia stenta a riprendersi da una
stagnazione-recessione.
Questo è uno scenario da incubo,
per un’economia trainata dal-
l’export dell’industria manifattu-
riera come quella tedesca, ed è uno
scenario che perdura e, come rile-
vano in Bce, è più lungo e più grave
del previsto. E diventa sempre più
difficile per la Germania evitare la
recessione tecnica, salvo improvvi-
se ma improbabili schiarite sul
fronte internazionale. Il dato della
produzione industriale tedesca reso
noto ieri, con un calo in luglio dello
,% mese su mese contro le aspet-
tative di un lievissimo rialzo dello
,%, ha aggiunto un’ulteriore pen-
nellata scura su un panorama sem-
pre più cupo, che volge a un Pil ne-
gativo nel secondo e terzo trimestre
dell’anno. Secondo gli economisti
di HSBC, che mettono già in conto
un dato analogo a quello di luglio
per i mesi di agosto e settembre (un
pronostico plausibile perché in li-
nea con le ultime statistiche sugli
ordini, vendite e con gli indici sulla
fiducia degli imprenditori), la pro-
duzione industriale in Germania
nel terzo trimestre potrebbe
finire per segnare un -,%: sarebbe
il quinto trimestre negativo di se-
guito, una sequenza che riportereb-
be l’orologio indietro al -.
La produzione industriale della
Germania ha dunque confermato
il rallentamento dell’economia te-
desca: a luglio il calo è stato del
,% tendenziale, contro una pre-
visione del -, per cento. L’output
manifatturiero è sceso dello ,%,
mentre le costruzioni hanno se-
gnato un aumento dello ,%
mensile. In crescita del ,% il co-
sto del lavoro su base annua e dello
,% su base trimestrale.
Sulla tenuta del settore automo-
bilistico, la Germania non perde la
speranza e spera in un colpo di co-
da: i segnali sono in chiaro-scuro.
La VDA, l’associazione dell’indu-
stria auto tedesca, per il mese di lu-
glio quest’anno rileva una produ-
zione a quota mila auto, ma il
trend ha inforcato la discesa dalle
mila unità prodotte in maggio.
L’export non va meglio: rispetto
ai tempi d’oro del picco delle
mila auto esportate nel novem-
bre , lo scorso giugno il livello
è sceso a mila(-% rispetto allo
stesso periodo dell’anno preceden-
te): c’è stato un piccolo rimbalzo a
luglio (mila) ma sempre in calo
del % rispetto allo stesso mese del
. Due anni fa, quando il Pil del-
la Germania cresceva del ,%, i
motori dell’industria dell’auto te-
desca viaggiavano a pieni giri: il
picco nel novembre segnava
mila auto prodotte (+% rispet-
to allo stesso mese del ). Quan-
do poi nel dicembre la produ-
zione dell’industria automobilisti-
ca tedesca è calata sotto le mila
unità a mila (-% rispetto allo
stesso mese dell’anno precedente),
e il Paese ha sfiorato la recessione
tecnica, la colpa non è stata data so-
lo alla guerra dei dazi e alle tensioni
sul commercio mondiale: il crollo è
stato attribuito anche a fattori tem-
poranei come l’imbuto provocato
dai nuovi standard europei WLTP
sulle emissioni. I riflettori restano
dunque puntati sull’industria del-
l’auto tedesca e sulla sua resilienza
ma sarà difficile scongiurare la re-
cessione tecnica.
La cancelliera Merkel da Pechino
ha auspicato che la Cina e gli Usa
possano risolvere quanto prima il
contenzioso sul commercio che
grava sulla crescita globale. «Noi
speriamo che ci possa essere una
soluzione alla disputa commerciale
con gli Usa dato che ha ripercussio-
ni su tutti noi», ha affermato la can-
celliera ieri aprendo il bilaterale col
premier cinese Li Keqiang, nella
Grande sala del popolo.
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EPA
Problemi comuni. Angela Merkel con Xi Jinping ieri a Pechino
Il Governo del Messico ha fatto
sapere che da maggio i controlli
di frontiera hanno portato alla
diminuzione del % degli
ingressi illegali di cittadini
messicani negli Stati Uniti
Messico
Tagliati del 56%
gli ingressi
di migranti
negli Stati Uniti
Robert Mugabe aveva
governato il Paese dal ,
dopo l’indipendenza, al : fu
costretto a dimettersi, sotto
accusa per caos economico e
violazioni dei diritti umani
Zimbabwe
L’ex dittatore
Mugabe morto
a Singapore,
aveva 95 anni
+Antesignano di Mandela,
simbolo del disastro africano
Novembre 2017.
L’allora presidente dello
Zimbabwe Robert Mugabe
Riccardo Barlaam
Dal nostro corrispondente
NEW YORK
Dagli Stati Uniti continuano ad arrivare segnali di rallen-
tamento per la guerra commerciale con la Cina. In agosto
l’economia americana ha aggiunto appena mila posti
di lavoro, secondo i dati del dipartimento al Lavoro. Gli
economisti avevano previsto mila nuove assunzioni.
Frenano i settori manifatturiero, retail, minerario e logi-
stica toccati direttamente dai dazi. La disoccupazione
resta al ,%, la più bassa percentuale da mezzo secolo.
Al risultato modesto sul lavoro si aggiunge l’indice
manifatturiero Ism che misura gli ordini dei direttori ac-
quisti delle aziende Usa. Dato che in agosto ha mostrato
la prima contrazione dal . Le aziende manifatturiere
nel mese hanno aggiunto solo mila posti di lavoro. Il
settore delle vendite al dettaglio ha tagliato
mila posti, settimo mese consecutivo di calo.
Giù di mila unità gli occupati nell’industria
mineraria. In controtendenza i servizi con au-
mento delle assunzioni sia nell’assistenza sani-
taria che nelle altre società del terziario.
L’economia americana continua a essere
trainata dalla spesa per i consumi. Ma le pro-
spettive non sono rosee. L’indice della fiducia
dei consumatori compilato dall’Università del
Michigan in agosto ha registrato la prima fre-
nata in circa sette anni, per i timori generati
negli intervistati dall’escalation della guerra
commerciale. Dal dicembre i dazi Usa colpi-
ranno tutto l’import cinese, anche i . pro-
dotti di largo consumo rimasti fuori finora dalle barriere
tariffarie, tra cui telefonini, computer e giocattoli e si
temono le conseguenze per i risultati sui consumi nel
periodo delle feste, importantissimo per le aziende Usa.
Stati Uniti e Cina cercano un cessate il fuoco alla
loro guerra commerciale. Dopo la telefonata tra i due
capi negoziatori Steven Mnuchin e Liu He – la prima
dal agosto - è stato deciso di riprendere le discussio-
ni ai primi di ottobre a Washington. Si tratta del
esimo round negoziale.
Donald Trump che ieri è ritornato ad attaccare il go-
vernatore della Fed Jerome Powell su twitter, per la tren-
tesima volta dal primo agosto – «Dove ho trovato questo
Jerome?» – si gioca la rielezione su una forte economia
americana nel e non può permettersi una recessio-
ne, che sembra arrivare. Ma Powell ha ribadito, ieri, che
la Fed non si attende una recessione e prevede invece
una crescita del Pil, negli Usa, tra il e ,% quest’anno,
grazie ai consumi. In ogni caso, ha aggiunto Powell, la
Fed continuerà ad agire in modo appropriato per soste-
nere l’espansione economica. È pur vero che in Cina,
una delle economie mondiali a maggiore crescita, le
stime parlano di un rallentamento del Pil sotto il % nel
, al di sotto delle previsioni del governo del -,%
e nonostante gli sforzi di Pechino per sostenere l’econo-
mia e limitare gli effetti della guerra dei dazi: ultime ieri
le misure decise dalla banca centrale cinese.
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MERCATO DEL LAVORO
WASHINGTON
Frena l’occupazione Usa
In agosto creati solo
130mila nuovi posti
LA SECONDA LETTURA
Eurozona: il Pil
cresce dello 0,2%
come i consumi
Nel secondo trimestre il Pil è
aumentato dello ,% sia nell’area
euro che nella Ue rispetto al
trimestre precedente. Rispetto allo
stesso trimestre dell’anno
precedente, il Pil destagionalizzato
è aumentato dell’,%
nell’Eurozona e dell’,% nella Ue,
rispettivamente dopo il +,% e il
+,% registrati nel trimestre
precedente. Nel secondo trimestre
dell’anno, la spesa per consumi
finali delle famiglie è aumentata
dello ,% nell’area euro e di ,%
nella Ue; le esportazioni non
hanno invece registrato variazioni
nell’area dell’euro e sono
diminuita dello ,% nell’Unione
europea. Le importazioni sono
aumentate dello ,%
nell’Eurozona e sono diminuite
dell’,% nella Ue (+,% e + ,%).
Il numero di persone occupate è
aumentato dello ,% (area euro) e
dello ,% (Ue) rispetto al trimestre
precedente.
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98,
95,7 Totale industria 101,
Costruzioni 111,
95
100
110
105
115
120
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
90
Fonte: Statistisches Bundesamt (Destatis), 2019
Indice della produzione industriale tedesca (destagionalizzata) 2015 = 100
Costruzioni in controtendenza
Nuovo
attacco
di Trump
a Powell:
«Dove l’ho
trovato?»
Ma il capo
della Fed
replica:
non ci sarà
la recessione
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