2 Sabato 7 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore
Primo Piano
IL PREMIER
Conte sente Trump e vede Gualtieri
Al lavoro su manovra e discorso
Di Maio ai ministri MS:
«Non cadiamo in provocazioni
Il premier è garante»
Conte e Trump si vedano in un bilate-
rale a margine dell’Assemblea generale
Onu di fine settembre.
Ieri il premier ha avuto i primi in-
contri separati con i ministri che gesti-
scono i temi più delicati: la titolare del
Viminale Luciana Lamorgese, cui spet-
ta il compito di segnare la discontinuità
con Matteo Salvini sull’immigrazione,
e il ministro dell’Economia, Roberto
Gualtieri. Con lui uno scambio di opi-
nioni che si farà più intenso di giorno in
giorno: c’è da mettere a punto entro fi-
ne mese la Nota di aggiornamento al
Def. Per ora i paletti sono quelli fissati
nel programma MS-Pd: stop agli au-
menti Iva, politica economica espansi-
va nel rispetto dell’equilibrio di finanza
pubblica. Ma bisognerà far quadrare i
conti con le richieste che già arrivano
dai ministri,dai miliardi invocati per
scuola e università da Lorenzo Fiora-
menti all’abolizione del superticket alla
sanità proposta da Roberto Speranza.
Gli occhi di Roma sono puntati a Bru-
xelles e al portafoglio che Paolo Genti-
loni conquisterà: la spinta alla revisio-
ne del Patto di stabilità resta centrale.
Da Palazzo Chigi non filtra irritazio-
ne per lo scontro tra dem e Cinque Stel-
le sulle concessioni autostradali, nono-
stante sia giunto proprio all’indomani
dell’appello del premier a una «colla-
borazione leale». Conte è consapevole
dei fronti su cui la temperatura corre
subito il pericolo di salire. Il leader MS
Luigi Di Maio si aspetta rassicurazioni.
Radunando i suoi ministri alla Farnesi-
na, il neoministro degli Esteri ha invita-
to a mantenere la calma: «Non cadia-
mo nelle provocazioni. Vi chiedo di
mediare con il Pd e di avvertirli di non
fare come Salvini. Una soluzione si tro-
verà». Poi il messaggio a Conte: «Sono
certo che riuscirà ad essere garante an-
che di questo nuovo Governo». Vale
per le concessioni come per il taglio dei
parlamentari. «Conte ha garantito che
si farà», ha sottolineato Di Maio. Chie-
dendo ai ministri MS di stilare un
elenco dei rispettivi obiettivi program-
matici, dal salario minimo all’ambien-
te, da portare a un nuovo vertice alla
Farnesina la prossima settimana. Che
sarà cruciale anche per risolvere il puz-
zle delle caselle di sottogoverno. E di-
stribuire i “pesi” a Palazzo Chigi. Dove
Conte avrebbe deciso di tenere la dele-
ga ai servizi segreti e di nominare sot-
tosegretario Roberto Chieppa. Con un
ruolo ad hoc sui dossier normativi.
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I DUE OSTACOLI
CHE CONTE
DEVE RIMUOVERE
PER DURARE
di
Lina
Palmerini
P
otrebbe sembrare strava-
gante e pure incompren-
sibile aprire uno scontro
già all’indomani del giu-
ramento del Governo. Come dire,
il buongiorno si vede dal matti-
no. Eppure quelle dichiarazioni
della neo ministra Paola De Mi-
cheli sulle concessioni autostra-
dali e sulla Gronda non sono af-
fatto prive di senso. Anzi. Ri-
spondono a una ragione politica
molto precisa che riguarda il Pd:
dimostrare da subito che non c’è
alcuna intenzione di essere su-
balterni ai Stelle. È come se Zin-
garetti volesse dall'inizio dare
quel segnale di «discontinuità»
di cui tanto ha parlato e le infra-
strutture sono il terreno per ec-
cellenza per cambiare rotta - do-
po l’ex ministro Toninelli - e
marcare l’identità su un tema di-
visivo con i grillini.
Proprio alla luce di quello che
è successo ieri, sarà molto inte-
ressante ascoltare il discorso di
Conte in Parlamento per ottene-
re la fiducia. Perché al di là dei
temi condivisi, in primo luogo
l’obiettivo di spuntare una ma-
novra espansiva da Bruxelles, ce
ne sono due in particolare dove
va fatto un lavoro di mediazione.
Due punti dai quali dipende mol-
to la durata di questo Governo. In
effetti, la domanda che si sente
più spesso è proprio questa:
quanto regge il Conte bis? Bene,
quello delle infrastrutture è cer-
tamente un fronte sia per le dif-
ferenze tra Pd e Stelle sia per-
ché il premier deve decidere che
rapporto avrà il suo secondo
Esecutivo con la parte produttiva
del Paese, con quelle aree del
Nord che più hanno sofferto la
politica grillina sui “cantieri” e
che più hanno fatto un pressing
su Salvini per rompere con Di
Maio. E quindi lunedì - alla Ca-
mera - si attende di capire se ve-
dremo il Conte che ha detto sì alla
Tav o una versione più prudente.
C’è poi un altro fronte, ugual-
mente divisivo tra i due neo-alle-
ati e ugualmente rischioso per la
durata del Governo. Si chiama
taglio dei parlamentari e legge
elettorale. I Stelle insistono per
fare subito la quarta e ultima vo-
tazione della riforma ma il Pd
frena. Perché? Il fatto è che la
combinazione tra la sforbiciata
degli onorevoli e il Rosatellum
(attuale legge), comporterebbe
soprattutto al Senato una soglia
di sbarramento implicita molto
alta e una forte disproporziona-
lità nella rappresentanza. E so-
prattutto porterebbe Salvini ad
arrivare al % anche con il %
dei consensi. È questa la spinta
più forte a mettere mano subito
alle regole elettorali se si tagliano
i parlamentari: disinnescare il ri-
schio di una vittoria del centro-
destra. Il nodo è sul tavolo ed è
ben presente sia a Conte che a Di
Maio. Se si fa in fretta il taglio e
poi subito una nuova legge elet-
torale, in sei mesi si avrebbe una
riforma che delegittima l’attuale
Parlamento e le porte delle ele-
zioni si aprirebbero - almeno vir-
tualmente - perché non ci sareb-
be alcun ostacolo per chi volesse
staccare la spina. Che siano i
Stelle o che sia Renzi – a cui tocca
ormai il ruolo del principale so-
spettato – la strada per il voto sa-
rebbe libera. Anche qui si attende
con ansia il discorso di Conte. Se
ne parlerà per accelerare o se
aprirà a una riforma costituzio-
nale più complessiva (e quindi
più lunga). Oppure se non ne farà
cenno. Saranno indizi utili.
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POLITICA 2.
ECONOMIA & SOCIETÀ
ONLINE
«Politica 2.
Economia & Società»
di Lina Palmerini
su
ilsole24ore
.com
È subito scontro
sulle concessioni
M5S all’assalto
della De Micheli
Tensioni. La ministra delle Infrastrutture esclude
la revoca e annuncia l’avvio della Gronda. La reazione
di Ms: chiarire o è guerra. Giarrusso: non voto la fiducia
Giorgio Santilli
ROMA
Il giorno dopo il giuramento del go-
verno è già scontro fra Pd e Ms sulle
concessioni autostradali. Rischia di
saltare l’accordo di compromesso
messo a punto durante la stesura del
programma che prevede una «revi-
sione» piuttosto severa delle conces-
sioni (con una tariffa unica ispirata al
metodo del price cap come previsto
dalla delibera / dell’Autorità di
regolazione dei trasporti e una accele-
razione degli investimenti), ma ri-
manda al presidente del Consiglio
Conte qualunque decisione sulla re-
voca della concessione di Autostrade
per l’Italia, sulla base di un parere giu-
ridico voluto dal precedente governo.
In quel parere si esprimono esprime
perplessità molto forti sulla revoca
per gli indennizzi che lo Stato dovreb-
be pagare e si consiglia di mettersi al
tavolo per una «rinegoziazione».
Quel che è successo nelle ultime
ore è che la ministra delle Infrastrut-
ture, Paola De Micheli, ha subito ricor-
dato in alcune interviste i termini del-
l’accordo di governo, escludendo che
la revoca sia all’ordine del giorno e ag-
giungendo di voler sbloccare il pro-
getto della Gronda cui si era opposto
l’ex ministro pentastellato Danilo To-
ninelli. «Questa opera - ha detto ieri la
ministra a Sky Tg - rientra nel pia-
no collegato alle concessioni auto-
stradali. Deve essere chiaro che non
c’è un obiezione politica, quindi il mi-
nistero si occuperà di sviluppare un
percorso che acceleri e porti all'obiet-
tivo».Un cambio di rotta netto rispet-
to al precedente governo sulle conces-
sioni ma, come è chiaro dal tono, an-
che sui tempi delle grandi opere. Nel
giorno in cui il titolo di Atlantia, azio-
nista di controllo di Aspi, torna a su-
perare in Borsa i livelli della quotazio-
ne precedente al crollo del Ponte Mo-
randi (si veda a pagina ).
Dal Ms le reazioni non sono tar-
date. E mentre nei giorni scorsi vari
esponenti di punta - tra cui Luigi Di
Maio e Manlio Di Stefano - si erano li-
mitati ad alzare di nuovo la bandiera
grillina della revoca della concessione
ad Aspi, ieri la questione ha preso il
tono dello scontro. E il senatore Mario
Giarrusso ha minacciato di non votare
la fiducia senza un chiarimento.
«Le dichiarazioni attribuite al mi-
nistro De Micheli - afferma un comu-
nicato di Ms nazionale- preoccupa-
no. Se fossero vere, darebbero il via a
una lotta molto dura con il Movimen-
to ligure. Il fatto che si debba revisio-
nare la situazione concessioni di Au-
tostrade per l’Italia è certo. Revisione
significa anche revoca delle conces-
sioni per la tratta ligure della A». Il
comunicato conferma la contrarietà
al progetto della Gronda e il favore per
la cosiddetta Piccola Gronda nei con-
fronti della quale, invece, la De Micheli
aveva chiaramente detto no.
A sostegno della De Micheli il sin-
daco di Genova, Marco Bucci, e il go-
vernatore della Liguria, Giovanni
Toti, che plaudono al via alla Gronda.
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Telefonata
Trump-Conte.
Il presidente Usa,
Donald Trump, ha
parlato ieri al
telefono con il
premier italiano,
Giuseppe Conte,
«per discutere di
temi bilaterali»,
ha riferito la Casa
Bianca
ANSA
Dino Pesole
L
a nomina a ministro dell’Econo-
mia di un politico europeista di
lungo corso come Roberto Gual-
tieri, la designazione di Paolo
Gentiloni per una poltrona economica
di peso nella Commissione europea,
unita all’apporto che potrà fornire il
nuovo ministro per gli Affari europei
Vincenzo Amendola, rendono sulla
carta meno impervio il percorso verso
una manovra di bilancio in cui sia pre-
vista una nuova iniezione di flessibilità.
E certamente l’Italia potrà giocare un
ruolo tutt’altro che secondario nel tra-
gitto – tutto da definire - che porterà
alla revisione dell’attuale disciplina di
bilancio. Non per questo il nuovo go-
verno potrà esimersi dal delineare già
con la Nota di aggiornamento al Def in
arrivo a fine mese un timing credibile
di riforme e di investimenti da porre in
essere già nel prossimo anno. Stando
alla Comunicazione sulla flessibilità del
gennaio , gli spazi fiscali possono
attivarsi a fronte di riforme, di piani di
investimenti da concordare attraverso
la formula del cofinanziamento, ed è
previsto anche l’eventuale ricorso a cir-
costanze eccezionali se si è in presenza
di una fase di marcato rallentamento
del ciclo economico. Il tutto per un
massimo dello ,% del Pil, che per noi
equivarrebbe a circa miliardi. Non è
detto che i margini di flessibilità venga-
no concessi tutti e subito, ma la strada
sembra spianata. Occorrerà far fronte
all’obiezione dei paesi più rigoristi, alla
fine si cercherà una via di mediazione,
e ulteriori spazi di manovra potrebbero
aprirsi – in attesa della riscrittura delle
regole – qualora si decidesse di allenta-
re in sede europea i vincoli di bilancio
per favorire gli investimenti soprattut-
to se destinati al potenziamento delle
tecnologie green e digitali. Se vi sarà il
placet di Bruxelles, il deficit del
che al momento (scontando l’aumento
di tre punti dell’Iva) si attesta attorno
all’,% del Pil (rispetto al % atteso per
fine anno) potrà lievitare verso il ,%,
aprendo con ciò la strada alla disattiva-
zione delle clausole Iva. Peraltro è la
stessa linea seguita dai governi Renzi e
Gentiloni, nonché dal governo giallo-
verde. Occorreranno anche altri impe-
gni, a partire da un timing aggiornato
di riduzione del debito che secondo
Bruxelles vola verso il ,% del Pil.
Nel nuovo quadro macroeconomico in
via di definizione l’indicatore chiave
sarà il deficit, tenendo conto che nelle
raccomandazioni rivolte in maggio al
nostro paese la Commissione Ue ribadì
la necessità di un aggiustamento strut-
turale dello ,% del Pil nel . Ora il
quadro è mutato. La procedura di in-
frazione è stata riposta nel cassetto in
seguito alla decisione del governo
uscente di varare una correzione di ,
miliardi, e soprattutto almeno nelle
premesse vi è da attendersi un muta-
mento in positivo del clima (aspro e
conflittuale che ha caratterizzato i rap-
porti tra Roma e Bruxelles nell’ultimo
anno. La neo presidente della Commis-
sione, che ieri ha incontrato a Bruxelles
Paolo Gentiloni, accoglie con favore il
nuovo corso della politica italiana nei
confronti dell’Europa. Le premesse so-
no incoraggianti, ma non vi è da atten-
dersi uno sconto “a prescindere”.
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L’ANALISI
Flessibilità Ue: spazi aperti, non regali
IERI INCONTRO A BRUXELLES
Von der Leyen al bivio:
a Gentiloni commercio
o affari economici
A Bruxelles.
Colloquio di
un’ora tra
la futura
presidente della
Commissione Ue
Ursula von der
Leyen e il
candidato
commissario
italiano Paolo
Gentiloni
ANSA
Gerardo Pelosi
L’incognita verrà sciolta martedì prossi-
mo. Solo allora, dopo un ultimo giro di
consultazioni tra tutti gli Stati membri, si
conoscerà il portafoglio che verrà asse-
gnato al candidato italiano, l’ex presi-
dente del Consiglio, Paolo Gentiloni,
l’uomo cui è affidata la delicata missione
di ricucitura dei rapporti con Bruxelles.
Un bilaterale di un’ora ieri mattina tra la
nuova presidente della Commissione,
Ursula von der Leyen e Gentiloni è servi-
to per un primo giro d’orizzonte sui rap-
porti tra il nuovo Governo giallo-rosso e
i palazzi di Bruxelles dopo mesi di scontri
e polemiche. Nulla è trapelato sull’esito
dell’incontro al di là del clima di amicizia
e cooperazione. Fonti europee fanno so-
lo rilevare che «l’Italia è un Paese di gran-
de peso e può certamente aspettarsi un
portafoglio importante, ma niente è de-
ciso fino a quando tutto è deciso». La
presidente vuole chiudere le ultime tes-
sere del mosaico tenendo conto del-
l’equilibrio tra Paesi, famiglie politiche,
competenze e caratura dei singoli candi-
dati. Un gioco ad incastri che potrebbe
nascondere anche qualche sorpresa. Il
portafoglio degli Affari economici dato
a un Paese come l’Italia che negli ultimi
mesi ha evitato per un soffio due proce-
dure di infrazione per deficit eccessivo
potrebbe essere vista con una certa per-
plessità dai Paesi più rigoristi come Ger-
mania e Finlandia. C’è però da dire che il
commissario uscente per gli Affari eco-
nomici e finanziari, Pierre Moscovici
non ha mai preso decisioni a favore del
suo Paese, la Francia, anzi. Affidare a
Gentiloni quel portafoglio costringereb-
be quindi l’Italia a piegarsi più facilmente
alle regole europee e rientrare gradual-
mente nei binari della disciplina fiscale.
C’è poi la questione politica perché
quel portafoglio dovrebbe toccare alla
famiglia socialista e con Gentiloni il
principio verrebbe rispettato. Una di-
screta ma efficace opera di mediazione
in queste ore è quella che sta svolgendo
il presidente del Parlamento europeo
David Sassoli che già era riuscito a strap-
pare alla von der Leyen una proroga di
alcuni giorni sulla deadline del agosto
per la presentazione del candidato ita-
liano alla Commissione. Al portafoglio
degli Affari economici guarderebbe con
un certo interesse anche l’ex ministra
delle Finanze finlandese, la socialdemo-
cratica Jutta Urpilainen così come l’ex
ministro delle Finanze e degli Esteri bel-
ga Didier Reynders. Si era diffusa anche
la voce che a Gentiloni potrebbe andare
la Concorrenza che però spetterebbe al-
la francese Sylvie Goulard. In alternativa
agli Affari economici a Gentiloni potreb-
be andare il Commercio internazionale,
portafoglio non meno strategico per gli
interessi italiani che lo vedrebbe in pri-
ma persona affrontare i rapporti con
l’America di Trump e la Cina. Diverso è
il discorso sulla vicepresidenza. La von
der Leyen vuole ridurne il numero ed at-
tualmente ha indicato solo tre vicepresi-
denti (Timmermans, Borrell, Vestager).
Affidare una vicepresidenza all’Italia
porterebbe i Paesi di Visegrad, soprat-
tutto la Polonia a rivendicare analogo ri-
conoscimento.
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Nell’intesa
di governo
revisione
delle con-
cessioni,
tariffa unica
e rinvio
a Conte per
le decisioni
sulla revoca
Paola De Micheli
La ministra delle
Infrastrutture in
un’intervista a
Sky Tg 24 ha
escluso la revoca
delle concessioni
autostradali
e ha confermato
la revisione
delle regole
per favorire
gli investimenti
Roberto Gualtieri
Il neo ministro
dell’Economia è
stato ieri ricevuto
dal premier
Conte. Gualtieri
comincerà a
parlare dei conti
italiani con gli
interlocutori
europei nella
riunione
informale
dell’Eurogruppo
ad Helsinki del 13
e 14 settembre
Sul tavolo
anche il
portafo-
glio per la
concorren-
za cui però
ambirebbe
la candida-
ta france-
se Goulard
0,
PERCENTUALE
DI PIL
Il massimo di
flessibilità, in
percentuale del
Pil, che può
essere concesso
a un Paese dalla
Commissione Ue.
Per l’Italia
equivarrebbe a
circa 12 miliardi
Manuela Perrone
ROMA
Giuseppe Conte dedica il fine settima-
na a scrivere il discorso che terrà lunedì
alla Camera e martedì al Senato, il ban-
co di prova più incerto, per ottenere la
fiducia. La Casa Bianca informa che
giovedì c’è stato il primo colloquio tele-
fonico tra il premier e il presidente Usa
Donald Trump «per discutere di temi
bilaterali». Una telefonata arrivata do-
po che un portavoce del Dipartimento
di Stato mercoledì aveva già espresso
«fiducia nelle forti istituzioni democra-
tiche dell’Italia» garantendo che gli
Stati Uniti sono pronti a proseguire «la
stretta cooperazione con il nuovo Go-
verno». D’altronde, «Giuseppi» Conte
aveva incassato l’endorsement di
Trump prima di ricevere l’incarico dal
presidente Mattarella. E ribadirà anche
alle Camere, come ha già fatto dal Colle
il agosto, la collocazione euroatlan-
tica del nostro Paese. È probabile che