Il Sole 24 Ore - 07.09.2019

(ff) #1

8 Sabato 7 Settembre 2019 Il Sole 24 Ore


Economia


Imprese


Il department store di Milano


per eccellenza sarà a fianco
della squadra femminile di

una delle due squadre della


città, a conferma dell’interesse
legato al calcio “rosa”

Partnership


Rinascente


scende in campo


con le calciatrici


dell’Inter


Dopo la lettera di Arvedi, gli


enti locali hanno ribadito
l’intenzione di chiudere la

Ferriera di Trieste


Matteo Meneghello
—a pagina 

Acciaio


Arvedi, Fedriga


conferma:


«Servola è da


riconvertire»


«La Perla tornerà a crescere


con la forza del made in Italy»


INTERVISTA


PASCAL PERRIER


Il ceo dell’azienda passata


nel  a una società estera


esclude la delocalizzazione


Positivo il debutto sul listino


Pmi della Borsa di Parigi:


le azioni chiudono a +%


Giulia Crivelli


U


na quotazione più industria-
le che finanziaria, per assur-

do che possa sembrare. Po-


tremmo definire così la deci-
sione di La Perla di quotarsi a Parigi,

sul listino Euronext Growth, riservato


alle Pmi, lo stesso, per intenderci, sul
quale ha debuttato in luglio la società

editoriale che pubblica il quotidiano


italiano Il Fatto. Una decisione an-
nunciata a sorpresa pochi giorni fa (si

veda Il Sole  Ore del  settembre) e


che Pascal Perrier, amministratore
delegato dell’azienda fondata a Bolo-

gna  anni fa e specializzata in abbi-


gliamento intimo di alta gamma,
spiega nei dettagli. Il debutto alla Bor-

sa francese è stato ieri, con una quota-


zione “diretta”, in cui non vengono
vendute nuove azioni: quelle già dete-

nute dagli azionisti vengono quotate


per essere scambiate. Il primo giorno
si è chiuso con un rialzo del %: le

azioni, messe sul mercato a , euro e


salite a ,, euro, sono pari però solo
all’,% del capitale. A Bologna (si ve-

da l’articolo in pagina) sono intanto


riprese le trattative sul piano di ri-
strutturazione presentato in luglio.

Iniziamo dal futuro industriale di


La Perla, prima di approfondire la
quotazione a Parigi. Continuerete a

produrre in Italia?


Posso dire che non avrei accettato
questo incarico e questa sfida, nel

, se non avessi condiviso con la


proprietà la necessità che La Perla ri-
manesse un marchio del lusso made

in Italy. Primo, perché il know how ar-


tigianale è a Bologna ed è stato tra-


mandato di generazione in genera-


zione. Secondo, perché la notorietà
del marchio La Perla è strettamente

legato a un’idea di qualità, eccellenza


e stile nata e cresciuta in Italia. Si spie-
ga anche così l’eccezionale brand

awareness che abbiamo riscontrato in


tutto il mondo, francamente sorpren-
dente in proporzione al fatturato.

Perché allora tanti esuberi?


La Perla è stata comprata nel feb-
braio  dalla Tennor Holding. Era

un’azienda in crisi di ricavi e in forte
perdita dopo due precedenti gestioni

infelici. O sfortunate, se preferisce:


non sono qui per incolpare, ma per
guardare al futuro. Non posso nean-

che mentire però: un piano di ristrut-


turazione e di rilancio spesso com-
prende la razionalizzazione dell’or-

ganico. L’impegno preso prima del-


l’estate con i sindacati e le lavoratrici
e che mi sento di confermare è che fa-

remo di tutto per minimizzare gli ef-


fetti del piano di esuberi, ricollocando
quando possibile o fornendo forma-

zione aggiuntiva in prospettiva di una


fase di espansione che, sono certo, ar-
riverà. Aggiungo che a Bologna conti-

nueremo a dare lavoro direttamente


a circa  persone, alle quali si ag-
giunge l’indotto. Non è poco.

In questi giorni La Perla presenta


nei negozi una collezione per cele-
brare  anni di storia. È focalizzata

sulla lingerie, mentre negli anni


scorsi c’erano anche abbigliamento
e accessori. È una svolta?

Il futuro dell’azienda è nel suo core


business. Il mondo del lusso è resi-
liente e credo abbia ottime prospetti-

ve, ma è molto competitivo. Il ciclone


internet ha colpito anche l’alta gam-
ma: significa che tutto accade più ve-

locemente, che le esigenze dei consu-
matori vanno comprese e soddisfatte

in fretta e che non si possono sprecare


tempo ed energie. Capisco il tentativo
fatto dalle passate gestioni di allarga-

re il business e credo anch’io in questa


strategia, ma non credo in linee di ab-
bigliamento, borse, scarpe a marchio

La Perla. Infatti i clienti non hanno ap-


prezzato. Le vendite si concentrano
sull’abbigliamento intimo.

La quotazione, avete spiegato,


non serve a raccogliere capitali, ma a
riportare La Perla nel radar degli in-

vestitori. Un primo passo che potreb-


be preludere ad acquisizioni, avete
aggiunto. Ma non ha detto di voler

puntare sul core business?


L’ho detto e lo ripeto: La Perla deve
concentrarsi su abbigliamento intimo

e loungewear (capi di lusso da indos-


sare in casa, potremmo dire, ndr), con


un occhio al beachwear. Niente più


sfilate né borse o scarpe: non le fare-
mo più non solo e non tanto per ta-

gliare i costi, ma perché non hanno


funzionato. Ci sono fior di marchi del
lusso di accessori, non potremmo mai

competere con loro. Né loro si metto-


no a fare lingerie: un know how di 
anni non si improvvisa.

Che senso ha allora parlare di ac-


quisizioni?
Sul listino Euronext Growth abbia-

mo quotato la società La Perla


Fashion Holding: se faremo operazio-
ni quasi certamente si tratterà di

brand estranei alla lingerie, che man-


terranno la loro identità. Sono co-
munque discorsi prematuri, ora la

priorità è investire e ricostruire una


struttura commerciale, perfezionare
ogni passaggio produttivo, logistico,

operativo. Abbiamo assunto due ma-
nager che vengono da Louis Vuitton

e dal gruppo Richemont, per sottoli-


neare ancora una volta che vogliamo
restare nel segmento del lusso, non

rendere il prodotto più accessibile.


Il negozio di via Monte Napoleo-
ne, la via dello shopping più cara

d’Italia, non è quindi in discussione?


Potremmo ristrutturare o spostare
altre boutique, ma Monte Napoleone

non si tocca. Siamo nella posizione


migliore, tra Hermès e Cartier: è vero,
spazi così hanno costi elevati, ma allo

stesso tempo non hanno prezzo, in


termini di immagine, di posiziona-
mento, di comunicazione.

E il prodotto? L’ha detto prima, i


consumatori sono cambiati.
In questo anno di lavoro ho dato la

priorità allo studio e analisi del mer-


cato. Abbiamo organizzato panel in
tutto il mondo, focalizzandoci sulle

consumatrici di La Perla e sulle donne


in generale. Ho chiesto aiuto a tre an-
tropologi, forse le suonerà strano. Ma

dovrebbe essere chiaro a tutti, anche


a noi uomini, che le donne continua-
no a combattere le loro sacrosante

battaglie per l’indipendenza, la con-


sapevolezza di sé, la valorizzazione
delle loro persone indipendentemen-

te dagli uomini. Sarebbe sbagliato,
quasi offensivo, credere che le donne

pensino agli uomini quando compra-


no lingerie. Oggi lo fanno per sé stes-
se: indossare lingerie di lusso può an-

che restare un segreto che solo loro


conoscono. Quindi dobbiamo inge-
gnarci a renderla, oltre che romantica

ed elegante, comoda e pratica. Fare-


mo ricerca su nuovi materiali e tecni-
che, aggiungeremo know tecnico a

quello che già abbiamo. E torneremo


a essere leader, anche tra i Millennial.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

La svolta. Sopra,
le vetrine del

negozio di via


MonteNapoleone.
Borse e scarpe

appartengono al


passato, nel futuro
il brand si

concentrerà sul
core business della

lingerie (a lato), del


loungewear e del
beachwear (qui

sotto, una


campagna di
qualche stagione fa

con Kendall Jenner)


LE TRATTATIVE


Sindacati in attesa della convocazione al Mise


Natascia Ronchetti
BOLOGNA

Dodici anni di crisi, tra passaggi di
consegne, ambiziosi piani di rilancio

e clamorosi flop. Ora La Perla, storico


gruppo della lingerie di lusso di Bolo-
gna, naviga nuovamente in acque

agitate. Le prime avvisaglie si sono


avute all’inizio dell’estate, con l’an-
nuncio da parte della nuova proprietà


  • la holding olandese Tennor, che fa
    capo al finanziare tedesco Lars Win-


dhorst – di  esuberi su un totale di


circa . dipendenti, tra il quartiere
generale emiliano e il resto del mon-

do. La conseguenza di un piano di ri-
dimensionamento dei costi che si

concentra sullo sviluppo del prodot-


to, vale a dire sulla fase di lavorazione
che intercorre tra il disegno da parte

dell’ufficio stile e la produzione vera


e propria.
Piano contestato dai sindacati ma

anche dalle istituzioni (Comune di
Bologna e Regione Emilia-Roma-

gna), che dopo aver ottenuto la so-


spensione della procedura di licen-
ziamento – il  luglio scorso, al tavo-

lo del ministero del Lavoro – ora pre-


mono sui vertici aziendali per
raggiungere un accordo sul ricorso

agli ammortizzatori sociali per un


anno: contratto di solidarietà o, in su-
bordine, la cassa integrazione.

Da quando sono stati sospesi i li-


cenziamenti il dialogo tra le organiz-
zazioni sindacali e l’azienda è ripreso

a singhiozzo. L’ultimo incontro si è


tenuto ieri, in vista dell’appuntamen-


to al Mise, previsto tra il  e il  di set-
tembre (manca però la convocazione

e potrebbe slittare).


Incontro poi sospeso per necessari
approfondimenti e rinviato a lunedì

prossimo, giorno in cui è prevista an-


che l’assemblea dei lavoratori. Gli
esuberi coinvolgono i dipendenti di

due società bolognesi del gruppo, in


particolare () quelli di La Perla Ma-
nufacturing. I sindacati si sono pre-

sentati al tavolo della trattativa chie-


dendo all’azienda di poter esaminare
il bilancio aggregato e il piano indu-

striale sulla base del quale sono stati


previsti i licenziamenti.
Ma anche rilanciando sugli am-

mortizzatori, possibilità sulla quale


fino ad ora l’azienda non si è sbilan-
ciata (si veda l’intervista in pagina al

ceo di La Perla). Non ha infatti re-


spinto al mittente la richiesta ma non


ha ancora ufficializzato la volontà di
verificare tempi, modalità e costi.

«Per noi invece gli ammortizzatori


sociali servono anche a misurare l’ef-
ficacia dell’azione di risanamento

dell’azienda – dice il segretario pro-


vinciale della Filctem-Cgil, Roberto
Guarinoni -. Questo perché permette

di non disperdere risorse specializza-


te e strategiche per il rilancio».
Il gruppo è stato fondato da Ada

Masotti nel  e poi ceduto dal figlio


Alberto, nel , al fondo americano
JH Partners: sei anni dopo la richiesta

di concordato preventivo e poi l’asta


competitiva che ha segnato il passag-
gio a Silvio Scaglia, rimasto alla guida

fino al febbraio , quando è su-


bentrata la holding olandese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Licenziamenti sospesi,


ma non c’è chiarezza


sugli ammortizzatori sociali


PANORAMA


Si profila un’edizione da tutto esaurito per Vicenzaoro
September – the Jewellery Boutique Show, il Salone in-

ternazionale del gioiello organizzato da Italian Exhibition


Group Spa. Nella città berica si dà appuntamento l’intera
filiera orafa internazionale per quello che è l’appunta-

mento chiave in vista degli assortimenti per le prossime


festività natalizie. Un evento a largo raggio, che non si
limita al gioiello finito ma affronta l’intera filiera fra busi-

ness, innovazione, formazione, nuove tecnologie e soste-


nibilità, quest’ultimo tema centrale della manifestazio-
che sarà sviluppato nel corso degli eventi in programma.

Alla “Spreading Sustainability” è dedicata anche la ta-


vola rotonda inaugurale con esperti internazionali, in
programma alle ore . presso la sala Tiziano (Hall .)

a seguire l’evento inaugurale. Prenderanno


parte al dibattito Simonetta Di Tommaso - Mi-
nistero dello Sviluppo Economico, Will Kahn


  • Market Director per la Gioielleria presso Moda


Operandi e Contributing Editor di Town and
Country Magazine, Cristina Squarcialupi - Vice

presidente di UNOAERRE, Matteo Ward - ceo


e cmo WRÅD, Creative director WRÅD Com-
munications. La tavola rotonda sarà moderata

dal direttore del Sole  Ore Fabio Tamburini.


Vicenzaoro si conferma la piattaforma di ri-
ferimento internazionale del mondo orafo-

gioielliero, unico appuntamento al mondo che


racchiude l’intera filiera produttiva e che vede
la presenza di tutti i distretti produttivi italiani,

momento di discussione e approfondimento di tutti i te-
mi più rilevanti per l’evoluzione dell’intero comparto. La

fotografia di un settore dinamico: il Centro Studi di Con-


findustria Moda, in collaborazione con Federorafi, traccia
l’andamento dell’export del settore manifatturiero italia-

no nei primi tre mesi dell’anno. E i dati diffusi nel mese


di giugno confermano il ruolo strategico del comparto
per la manifattura Made in Italy: rispetto allo stesso peri-

odo dello scorso anno, nel primo trimestre  le espor-


tazioni italiane di oro e gioielli sono cresciute di +,%, per
un controvalore ampiamente superiore a , miliardi di

euro (elaborazioni su dati Istat).


Oreficeria e gioielleria in oro rappresentano l’,% del
totale dell’export del settore e presentano dinamiche di

vendite estere superiori alla media del % per un valore


che sfiora , miliardi solo nel primo trimestre. In crescita
anche la gioielleria in metalli placcati (+,%). Per quanto

riguarda le categorie diverse dalla gioielleria da indosso,


crescono le vendite di prodotti di bigiotteria destinati
oltreconfine (+,%) che rappresentano il % del totale

esportazioni del settore.Una panoramica su base geogra-


fica evidenzia la performance di mercati di destinazione
importanti per lo sviluppo delle aziende italiane: l’export

verso gli Emirati Arabi cresce del +,%. Positivi anche


Hong Kong (+,%) e Stati Uniti (+%). In Europa sono
Germania e Spagna a registrare un andamento positivo

(+% circa).


—B.Ga.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

AL VIA IL SALONE INTERNAZIONALE


Vicenzaoro, il gioiello


diventa sostenibile


In crescita. Nel


primo trimestre
2019 l’export

è cresciuto


dell’1,9%


Il caldo e l’afa sembrano ormai avere le ore contate, alme-


no in buona parte dell'Italia dove le temperature hanno
subito un calo e le piogge, a volte anche violente, hanno

preso il posto di sole e calura. Insomma le prove tecniche


dell'autunno hanno già fatto il loro esordio soprattutto
in Piemonte e in Liguria dove ad essere colpita

è stata la zona delle Langhe: in appena un'ora,


nel pomeriggio di giovedì, sono caduti fino a 
millimetri di pioggia ad Alba e nei paesi limitrofi,

con la grandine che si è abbattuta sui vigneti alla


vigilia dell'inizio della vendemmia. Infatti, stima
la Confagricoltura di Cuneo, la violenta bomba

d’acqua mista a grandine che si è abbattuta su


una vasta zona dell'Albese nel pomeriggio di ieri
rischia di compromettere seriamente i raccolti

nei noccioleti e nei vigneti delle zone colpite. Una


situazione, quella di “questa pazza estate” che,
per il governatore del Piemonte, Alberto Cirio,

ha causato nelle ultime settimane danni per al-
meno dieci milioni di euro. Vento forte di burra-

sca e circa  mila fulmini si sono abbattuti invece la notte


di giovedì su Genova e sul ponente genovese, interessati,
come il Piemonte, dall'allerta gialla. Secondo Arpal della

Liguria poco dopo la mezzanotte le raffiche di vento han-


no raggiunto in alcune zone i  km all'ora. Tantissimi
gli interventi dei vigili del fuoco per alberi abbattuti, tego-

le e insegne pericolanti. Scarsa la pioggia a Genova anche


se sull'estremo levante della città ha grandinato. Intanto
la La Protezione civile del Veneto ha diramato lo stato di

attenzione (allerta gialla) per criticità idrogeologica per


forti temporali fino alle ore . di oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

AGRICOLTURA


Maltempo nelle Langhe,


danni a noccioleti e vigne


Confagricoltura


di Cuneo.


Danni ai vigneti
nelle settimane

della vendemmia


Vista Duomo.
Le ragazze dell’Inter sulla terrazza
della Rinascente: sullo sfondo, le
guglie della Cattedrale di Milano

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su sportswear e casualwear


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MANAGER
DEL LUSSO
Prima di La Perla,
Perrie ha lavorato
per dieci anni al
rilancio (riuscito)
di Burberry

I NUMERI






Dipendenti nel mondo


Oltre alla sede di Bologna c’è qualla
di Londra e il personale dei negozi

sparsi per il mondo


126


Esuberi annunciati
Il piano reso noto prima della pausa

estiva è stato sospeso


106,2 milioni


Ricavi 2018
Scesi del 20,7% rispetto al 2017, con

una perdita operativa di 91,3 milioni

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