Libero - 09.09.2019

(Darren Dugan) #1

segue dalla prima


COSTANZA CAVALLI


(...) problemi che vanno dallo spa-
zio, al denaro, alla burocrazia, so-
litamente si dedica a una specie
alla volta. Ma la storia raccontata
nella Bibbia avrebbe dovuto av-
vertirci dell’eventualità che in al-
cuni una certa “voglia di Noè” sia
sempre in agguato.
Così è accaduto a Chella Phil-
lips, finita sui giornali come una
degli eredi del Patriarca: giovane
proprietaria di un rifugio per ran-
dagi di Nassau, alle Bahamas, ha
raccolto dalle strade della città 97
cani prima che arrivasse l’uraga-
no Dorian.
«La situazione qui è folle», ha
scritto la donna sulla sua pagina
Facebook, appiccicando le imma-
gini del viavai peloso che aveva in
casa, «escrementi a non finire.
Ma almeno i cani stanno rispet-
tando il mio letto e nessuno ha
osato salirci sopra». Su questo, la
Bibbia non racconta se Noè abbia
avuto altrettanta fortuna. Chella
Philips ha anche attivato una rac-
colta fondi online
che la aiutasse a
nutrire gli anima-
li: puntava a 25mi-
la dollari, ne sono
arrivati più del
doppio.
Non è l’unica
“accumulatrice di
animali” ad avere
avuto a che fare
con le forze della
natura: nel settem-
bre del 2017 Jac-
qui Sands, il curatore della casa di
Ernest Hemingway, si rifiutò di la-
sciare l’isola di Key West, nell’arci-
pelago al lago della Florida, all’av-
vicinarsi dell’uragano Irma. Le au-
torità dello stato avevano guidato
un esodo di quasi un milione di
persone dalle zone più a rischio.
Sands, però, all’epoca 72enne, ri-
mase.
Il motivo? Non voleva lasciare
da soli i 54 gatti, discendenti da
quelli dello scrittore, che ancora
vivono nella casa, oggi museo, do-
ve egli visse insieme con la mo-
glie Pauline tra il 1931 e il 1939,
prima di trasferirsi a Cuba. L’ura-
gano graziò l’isola, e i gatti ospiti
al 907 di Whitehead Street, e
Sands, dunque, rimasero inden-
ni.


L’ALTRO MONDO

Dall’altra parte del mondo, in
Giordania, ad Amman, c’è May-
soon al-Badawi: da oltre vent’an-
ni si occupa dei gatti senza padro-
ne della sua città: «Ho cominciato
con tre animali: uno aveva un oc-
chio solo. Col tempo, dal quartie-
re sono cominciati ad arrivare
gruppetti di gatti. Quando ormai
erano più di 50 ho cominciato a
curarli e nutrirli nel giardino».
Maysoon ha raggiunto 224 boc-
che da sfamare. Oggi è ferma sul
centinaio, spende per il cibo circa
2.820 dollari al mese. Cui vanno
aggiunte le eventuali spese veteri-
narie.
Anche i nostri concittadini han-
no le loro arche: a Mediglia, a una
ventina di chilometri da Milano,
c’è il Dark Horse Sanctuary Ak,
un’oasi alla cascina Saresano, do-
ve vengono accuditi una cinquan-
tina di cavalli destinati al macello.
Con un passato iridato da trottato-
ri o galoppatori, o con storie di


maltrattamenti, e destinati a di-
ventare carne da macello, i cavalli
sono salvati da Anita Casabuona,
41enne italoirlandese, e dal mari-
to agricoltore Gianluca Meroni.
Uno dei loro ex campioni non era
nemmeno un “ex”: dopo tre anni
di riabilitazione, Ocean Twelve, si
chiama così, è tornato alle corse
ed è arrivato secondo all’ippodro-
mo di Montegiorgio, nelle Mar-
che.
A occuparsi di 140 dei loro cugi-
ni, cioè asini, muli e bardotti, c’è,
a Sala Biellese, a quindici chilome-
tri a sud di Biella, “Il rifugio degli

asinelli”. La Onlus, fondata nel
2006, è la sede italiana di The
Donkey sanctuary, organizzazio-
ne benefica fondata a Sidmouth,
nel Regno Unito, nel 1969. Sabato
14 settembre c’è un appuntamen-
to: “Ih-oh... ga”, una lezione di yo-
ga con gli asini del rifugio.

AL SANTUARIO

Al santuario “Capra libera tut-
ti”, a Nerola, su una montagna al-
le porte di Roma, vivono 200 ani-
mali riscattati da sequestri e mal-
trattamenti.

Mucche, maiali, agnelli, capre,
pecore, galline, tacchini, cavalli,
un lama. A prendersi cura di loro
da ormai quindici anni è il 45en-
ne Massimo Manni: «Il progetto è
autofinanziato, è un rubinetto
aperto che vive grazie a donazio-
ni di privati e volontari», ha spie-
gato.

IL GUADAGNO

C’è qualcuno, però, che pur as-
secondando la propria vocazione
“salvatrice”, è riuscito a guada-
gnarci: Giulio Apollonio e la com-

pagna Maira Greco vanno negli
allevamenti a comprare le galline
ovaiole a fine carriera, quelle cioè
che invecchiando manifestano
un calo nella produzione di uova
e vengono quindi macellate. La
coppia, invece, le compra per due
euro e le porta in un parco di
25mila metri quadrati a Cutrofia-
no, in provincia di Lecce, dove
razzolano liberamente e mangia-
no semi di avena, orzo, grano (tra
la fine di agosto e i primi di settem-
bre hanno passato le giornate sot-
to le piante di fico: appena cade
un frutto si scatena l’inferno). I
due hanno investito 20mila euro,
hanno salvato 500 galline, vendo-
no l’Uovo perfetto, questo il no-
me della start up.
Infine, c’è una coraggiosa che
sull’arca è salita con dei “ciccio-
ni”: ha lasciato la sua città, Tori-
no, ha lasciato il suo compagno
di allora, ha scelto di lavorare part
time nella società di ingegneria
dove lavorava. Per che cosa? Per
22 maiali, di cui la 46enne Federi-
ca Trivelli dieci anni fa ha fondato
a Vigone, nel Torinese, “La picco-
la fattoria degli animali”.
Adotta i maiali dalla macellazio-
ne certa, segue i sequestri di be-
stiame dagli allevamenti intensivi
o dai laboratori che praticano la
vivisezione. «Mi alzo alle sei, fac-
cio una corsa di un’ora e mezza»,
ha raccontato alCorriere, «quindi
vado da loro. Li pulisco, li cam-
bio, gli dò da mangiare. Poi una
doccia e vado al lavoro. Con il
pullman: impiego un’ora e mezza
per andare e altrettanto per torna-
re, alla sera». Ha pure un cinghia-
le, sopravvissuto ai bracconieri, e
cani e gatti. Di cinghiali, sull’arca
originale, non ne abbiamo noti-
zia. La realtà batte sempre la fan-
tasia.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

In alto, a sinistra, Maysoon al-Badawi che in Giordania
cura i mici senza padrone arrivando a spendere 2820
dollari al mese. Qui sopra, Federica Trivelli: ha fondato
una fattoria degli animali e salva tutti i maiali destinati
al macello. Per loro ha lasciato la città e il compagno

Amano gli animali e si sacrificano per loro


CHI SONO I NUOVI NOÈ


Salvano gatti, asini e galline da catastrofi e macelli. E per loro mollano tutto


Dalladonna che in Giordania si occupa dei mici all’italiana che adotta imaiali


■Un uomo e il suo cane. Quattro passi in montagna,
l’aria fresca di settembre e il bosco profumato di terra
umida e funghi. Questione di un attimo o di un ostaco-
lo imprevisto lungo il sentiero. Il cane scivola all’im-
provviso fermandosi una quindicina di metri sotto. Il
proprietario non esita un istante e si cala per raggiun-
gerlo. Scendere è questione di un attimo. Risalire un
po’meno. I due si fermano, prendono fiato. L’uomo
prova a risalire ma non riesce a riguadagnare il dislivel-
lo, il terreno è scivoloso e la parete scoscesa. Tocca
chiamare i soccorsi.
È accaduto ieri a Borso del Grappa, nel Trevigiano
dove un padovano di 62 anni è stato costretto a richie-
dere l’intervento dei vigili del fuoco per mettersi in
salvo dopo essersi calato lungo la parete di montagna
per aiutare il suo cane. I soccorsi sono arrivati tempesti-
vi. Ma è stato necessario richiedere l’intervento di un
operatore speleo fluviale per effettuare le operazioni di
recupero. L’esperto si è infatti calato con le apposite
imbragature lungo la parete e ha raggiunto il padova-
no. L’uomo ancora una volta ha pensato prima alla
salute dell’animale che alla sua. Ha infatti chiesto che
fosse imbracato il cucciolo e solo dopo averlo visto in
salvo si è fatto portare su. Una storia di montagna dun-
que, ma anche di amore e amicizia senza fine tra un

cane e il suo padrone. Se ne sentono spesso di questi
tempi. E non tutte hanno un finale bello come quello
di Borso del Grappa.
Tremenda, per esempio, la vicenda accaduta nel cu-
neese il 28 aprile scorso quando una donna morì per
salvare il suo cane caduto all’interno di una bealera. In
base alle ricostruzioni di allora, la donna stava facendo
una passeggiata, nei pressi di una bealera (uno di quei
canali che porta l’acqua per l’irrigazione), quando il
cane è caduto all’interno. Lei avrebbe cercato di recu-
perarlo, finendo però nel corso d’acqua e non riuscen-
do più a risalire. E fu una tragedia causata da un gran-
de amore per un cane quella capitata nell’ottobre dello
scorso anno a una 12enne di Rockbridge County (Virgi-
nia). La ragazzina aveva creato col suo cane un legame
fortissimo. Ore e ore a giocare insieme e a farsi compa-
gnia dopo la scuola. Un giorno però il cucciolo scappa
via, è vispo e allegro e non conosce i pericoli della città.
Si butta nella strada trafficata, lei intuisce il pericolo e
gli corre dietro per salvarlo. In un attimo una macchi-
na investe entrambi e li uccide. Il caso commuove
l’America e fa il giro del mondo. I genitori decidono di
seppellirli insieme così, scrivono, «non saranno mai
più lontani».
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Una storia a lieto fine nel Trevigiano


Rischia la vita per salvare il cane


(^12) lunedì
9 settembre
2019
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