segue dalla prima
TOMMASO LORENZINI
(...) nel pantheon maranellia-
no, questo ragazzo non ancora
22enne (li compirà il 16 otto-
bre) che con un fulminante
uno-due ha messo al tappeto
anche i più scettici, facendosi
largo con la sua classe e la fac-
cia pulita. E ponendo basi ra-
gionevoli per legittimare l’aspi-
razione di una sua prossima in-
coronazione iridata.
In 7 giorni, Leclerc ha prima
sbancato Spa cogliendo il pri-
mo, agognato successo in F1,
poi ha concesso il bis stratosfe-
rico a Monza, con il piglio del
veterano, lui che è alla seconda
stagione: signori, siamo all’uni-
versità dell’automobilismo ed
è salito in cattedra qualcuno di
mai visto. O meglio, qualcosa
di simile lo abbiamo già testi-
moniato nel 1996, quando l’ul-
timo ferrarista a riuscire in que-
sta doppia laurea ravvicinata si
chiamava Michael Schuma-
cher. Chiaro? Ci sarebbe dun-
que da dire molto, moltissimo,
anche se lo stesso Charles invi-
ta a non aggiungere altro, ma
come si fa a resistere alla voglia
di fare paragoni eccellenti?
DA SCHUMI A GILLES
C’è chi dice che il monega-
sco abbia la velocità e la mania-
calità di Schumi, la tecnica di
Fernando Alonso, la cattiveria
di Lewis Hamilton. E pure la
freddezza di Carlos Reute-
mann e Gilles Villeneuve, per
come ha spavaldamente tenu-
to dietro per tutta la gara di ieri
prima Hamilton e poi Bottas.
Per non parlare della mezza
furbata con cui si è garantito la
pole sabato, mortificando il
compagno di scuderia Vettel.
Insomma, ognuno riesce a
vedere in Leclerc ciò che vuole
e forse è proprio questo il segre-
to per cui piace a tutti. Oggi,
però, Charles Leclerc è solo e
fieramente Charles Leclerc, fi-
glio della nuova generazione
di driver, un pilota che per arri-
vare ad essere la prima guida
Ferrari (questo lo dicono i fatti,
con un contratto in scadenza
nel 2022 che a breve dovrebbe
essere anticipatamente rinno-
vato fino al 2024: mentre è in-
certo il futuro di Vettel, in sca-
denza nel 2020 ma psicologica-
mente crollato) ha dovuto lavo-
rare molto su se stesso, sulla
propria mentalità, costruirsi
una testa da campione con
l’aiuto di un mental coach, Ric-
cardo Ceccarelli, che lo segue
da quando era 11enne: «Dieci
anni fa mi arrabbiavo per qual-
siasi cosa e sprecavo risorse
nervose, stancandomi tantissi-
mo. Era una mia grande debo-
lezza. Oggi la mente è diventa-
to uno dei miei punti di forza,
ma sarebbe stato impossibile
senza l’aiuto di qualcuno», con-
fessa sereno Charles.
Fra quei qualcuno c’è pure
la fidanzata di origini napoleta-
ne Giada Gianni, 21 anni, con
cui fa coppia fissa da quel 2015
che per Charles è stato l’inizio
di un’inattesa quanto dolorosa
svolta, che lo ha forgiato
nell’anima. Quattro anni fa, in-
fatti, se n’è andato Jules Bian-
chi, pilota in odore di Ferrari e
suo mentore, amico e padrino,
morto 25enne per le conse-
guenze dell’assurdo incidente
al Gp di Giappone. Due anni
dopo, Charles ha dovuto af-
frontare la perdita di papà Her-
vé, l’uomo che in lui aveva cre-
duto più di tutti assieme a Ju-
les: è successo poco prima del
Gp di Baku di F2, che Charles
ha vinto dedicandoglielo. Il ter-
zo, tremendo lutto, risale a sa-
bato 31 agosto, quando l’ami-
co d’infanzia Anthoine Hu-
bert, 21 anni, ha perso la vita
nel tragico schianto in F2 a
Spa. Il giorno dopo Charles ha
vinto la gara per lui, ignorando
le lacrime e attaccando l’adesi-
vo “Riposa in pace Tonio” sul-
lo sterzo della sua Ferrari.
L’era Hamilton non è anco-
ra finita, Verstappen scalpita,
ma Monza grida forte che per
il trono della F1 avanza un nuo-
vo re. Ed è vestito di Rosso.
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■Da un predestinato
all’altro. Subito dopo aver
ricevuto il cinque da Ha-
milton, Leclerc confessa:
«Grazie mille. Che gara.
Non sono mai stato così
stanco. Vincere qua era
un sogno, vale 10 volte di
più della prima vittoria».
Il giovane monegasco
incassa anche la benedi-
zione di Piero Ferrari: «A
papà Enzo Leclerc sareb-
be piaciuto: un giovane
che vince in questo modo
a Monza è forte». L’altro
rampollo di casa Ferrari,
invece, Lapo Elkann, ba-
cia tutti e si congratula
con Leclerc a modo suo,
scavalcando la transenna
per abbracciarlo, tra i cori
«Lapo uno di noi» dei
meccanici della Rossa.
Emozioni forti anche per
il Team Principal Binotto:
«Sentire l’Inno di Mameli
sotto al podio è stato emo-
zionante, qualche lacri-
ma mi è venuta ascoltan-
dolo perché era da tanto
tempo che non si vinceva
a Monza».
UNA TESTA DA CAMPIONE
Charles il predestinato, più forte del dolore
Il pilota della Rossa ha classe e carattere: in 4 anni ha perso il mentore Bianchi, papà Hervé e l’amico Hubert
FILIPPO M. CAPRA
■Il Mondiale di basket dell’Italia fi-
nisce tra i brividi e le polemiche, inter-
vallati da momenti di buon gioco che
hanno allontanato i primi e dato forza
alle seconde, senza riuscire a convin-
cere sull’effettiva lucentezza di un fu-
turo non così lontano. Gli azzurri si
congedano dal torneo superando ai
supplementari 94-89 il piccolo Porto-
rico, in grado di mettere spalle al mu-
ro i ragazzi di Sacchetti che chiudono
il primo tempo col punteggio da mini-
basket di appena 26 punti a referto
contro i 46 dei rivali, salvo recuperare
grazie all’esperienza e la maggior qua-
lità. Che non è stata esattamente all’al-
tezza del potenziale di un organico
che negli ultimi 15 anni è stato lodato
come uno dei più talentuosi di sem-
pre.
Cosa vera ma non sufficiente, nono-
stante la Nazionale sia stata guidata
nel corso delle ultime competizioni
da coachcome Messina, Pianigiani
(che ha fatto bene solo con Siena e
azzurri) e Sacchetti. Proprio a que-
st’ultimo sono state mosse critiche
tanto pesanti quanto ingiustificate
dall’ad della Germani (main sponsor
di Brescia) che accusava il coach di
aver «umiliato Luca Vitali (che gioca
nel club lombardo, ndr), il miglior
play in circolazione in Italia», gioendo
per l’eliminazione mondiale. Alle pa-
role del signor Ferrari ha risposto Hac-
kett con un post sui social, invitando i
«giovani che si affacciano al basket»
ad avere «lo stesso coraggio» di chi
commenta «a sproposito da casa o
chi lancia giudizi a culo senza aver
mai toccato un pallone». Il play di Mo-
sca ha sottolineato anche l’importan-
za di «aver strappato il pass per il Preo-
limpico, importante per il futuro della
Nazionale», che deve però decisamen-
te fare il salto di qualità per non rima-
nere nel limbo dell’incompiutezza.
Risultati di ieri: Venezuela-Russia
60-69, Costa D’Avorio-Sud Corea
71-80, Polonia-Argentina 65-91, Spa-
gna-Serbia 81-69, Tunisia-Angola
86-84, Cina-Nigeria 73-86, Iran-Filip-
pine 95-75. Argentina-Serbia (doma-
ni ore 13, Sky) e Spagna-Polonia (do-
mani ore 15, Sky) sono i primi due
quarti di finale. Oggi saranno definiti
gli altri due accoppiamenti tra Fran-
cia, Australia, Usa e una tra Grecia,
Rep. Ceca e Brasile.
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LE REAZIONI
Il trionfatore:
«Che fatica»
Ed è Lapo show
Lapo Elkann sotto il podio
■Continua la maledizione per Serena Wil-
liams. Come lo scorso anno la tennista statuni-
tense (che il 26 settembre compirà 38 anni)
perde la finale dell’Us Open e resta cristallizza-
ta a un solo titolo dal record di 24 vittorie nei
tornei dello Slam, che da ormai 46 anni appar-
tiene all’australiana Margaret Court. A batterla
(6-3, 7-5 in 100 minuti) questa volta è stata
l’astro nascente Bianca Andreescu, 19enne ca-
nadese di origini rumene già trionfatrice a In-
dian Wells e Toronto, che da domani sarà n° 5
del mondo: oltre a essere la prima canadese a
vincere uno Slam. Mentre Serena da quando è
diventata mamma ha perso quattro finali
Slam: due a Wimbledon (da Kerber nel 2018,
da Halep quest’anno) e due negli Usa (da Osa-
ka nel 2018 e ora da Andreescu).
M.MAZ.
Tennis, US Open
La Williams ko
Sfuma ancora
il record di titoli
Leclerc e l’ad di Maranello, Camilleri, nella foto di gruppo della Ferrari dopo la vittoria a Monza (Getty)
Portorico battuto 94-89. Poi Hackett si sfoga
Il Mondiale dell’Italbasket
finisce fra le polemiche
L’azzurro Daniel Hackett ai Mondiali
di basket in Cina: l’Italia è già stata
eliminata (LaPresse)
21
lunedì
9 settembre
2019