La Stampa - 09.09.2019

(avery) #1

.


RETROSCENA

La villa di Bibbona del comico e fondatore del M5S Beppe Grillo

TOMMASO FREGATTI
MARCO GRASSO
Anche Villa Corallina, sulla
spiaggia di Marina di Bibbo-
na in Toscana, entra nell’in-
chiesta sul presunto stupro
in cui è coinvolto il figlio di
Beppe Grillo. Non è soltanto
il buen retiro del popolare co-
mico e leader politico del
M5S. Ma anche il sancta sanc-
torum del Movimento.
È il luogo dove si decidono
alleanze e strategie. E dove lo
scorso 18 agosto si è deciso al
termine di un vertice - erano
presenti tra gli altri anche il mi-
nistro Luigi Di Maio e il presi-
dente della Camera Roberto
Fico - di mettere fine al gover-
no giallo-verde con la Lega di
Salvini. E proprio Villa Coralli-
na è entrata nelle scorse setti-
mane nell’inchiesta sulla pre-
sunta violenza di gruppo per
cui sono indagati in Sardegna
il figlio di Grillo, Ciro, e i suoi
tre amici genovesi: Vittorio
Lauria, Francesco Corsiglia e
Edoardo Capitta. Tutti tra i di-
ciannove e i vent’anni.
Perché proprio nella dimo-
ra a dieci chilometri da Ceci-
na, nel cuore della provincia
di Livorno, il 29 agosto scor-
so si sono presentati i carabi-
nieri di Milano. I militari
hanno bussato al campanel-
lo della villa di Beppe e sono
entrati dal cancello di legno

che dalla spiaggia porta all’a-
bitazione con piscina. In ma-
no avevano un decreto di
perquisizione firmato dai
pubblici ministeri della Pro-
cura di Tempio Pausania
Gregorio Capasso e Laura
Bassani che conducono le in-
dagini. Il documento giudi-
ziario era diretto a Ciro Gril-
lo, figlio del comico e cam-
pione italiano di savate che,
proprio, in Toscana stava
trascorrendo qualche gior-
no di vacanza insieme al pa-

pà Beppe e alla mamma Par-
vin Tadjik.

Telefoni nel mirino
Nell’informarlo - dopo la de-
nuncia della studentessa
norvegese - dell’indagine a
suo carico per violenza ses-
suale di gruppo aggravata
dall’abuso di alcol, dispone-
va il sequestro del suo iPho-
ne. Contemporaneamente
lo stesso blitz veniva condot-
to dai carabinieri a Genova
nelle abitazioni degli altri

tre indagati. Perché i milita-
ri erano certi che negli smart-
phone dei quattro studenti
ci fosse il filmato che ripren-
deva il rapporto sessuale a
quattro al centro dell’indagi-
ne. Nient’altro è stato prele-
vato dalle villa toscana e dal-
le abitazioni dei tre amici di
Ciro. «Il decreto di perquisi-
zione era finalizzato al se-
questro del dispositivo infor-
matico e non ad altro», - pre-
cisa una qualificata fonte in-
vestigativa. La perquisizio-

ne all’interno della villa è du-
rata non più di un’ora. Il tem-
po della notifica degli atti,
dell’avviso all’avvocato di-
fensore di Ciro, Enrico Gril-
lo, e del sequestro del dispo-
sitivo che lo studente geno-
vese ha consegnato subito ai
carabinieri. Tutti e quattro i
ragazzi durante le perquisi-
zioni si sono limitati a dire ai
militari di essere sorpresi di
questa denuncia. «Lei non si
è mai opposta al rapporto,
era consenziente», hanno ri-
badito.

La super-teste sotto torchio
Ma non solo: uno dei quat-
tro ha spiegato che a trascorre-
re le notte nella villa di Porto
Cervo non c’era solo la studen-
tessa al centro della vicenda
ma anche una sua amica. Una
coetanea che avrebbe trascor-
so l’intera notte. E che sarebbe
a tutti gli effetti una super testi-
mone. La ragazza che, secon-
do un primo racconto, si sa-
rebbe addormentata per
aver abusato di sostanze alco-
liche, è stata identificata dai
carabinieri e nelle prossime
ore sarà sentita in Procura a
Tempio come persona infor-
mata dei fatti dai magistrati
che indagano.
È chiaro che la sua testimo-
nianza potrà essere determi-
nante per capire anche lo sta-
to di ubriachezza dei quattro
e le condizioni della vittima
al momento del presunto stu-
pro. La studentessa norvege-
se, infatti, nella denuncia pre-
sentata aveva spiegato che i
quattro giovani l’avevano an-
che «costretta a bere vodka»
nella villa di Grillo. E però per
gli inquirenti è impossibile
trovare riscontri a queste di-
chiarazioni. La giovane, infat-
ti, ha sporto denuncia e si è re-
cata in ospedale dieci giorni
dopo il presunto stupro. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

L’assassino ha avuto ospitalità e copertura dal 68enne Silvio Perazzi


Per gli investigatori l’omicidio di Elisa non è stato organizzato in anticipo


Preso il complice di Sebastiani

È il padre della ex fidanzata

Massimo Sebastiani e la vittima Elisa Pomarelli

Le tappe

A caccia dei video sugli smartphone


Perquisita la villa di Grillo a Bibbona


Si cerca la prova del presunto stupro. Identificata l’altra ragazza che ha dormito a Porto Cervo


CRONACHE

NICOLA PINNA
INVIATO A PIACENZA

C’

era solo una cosa
di Massimo Seba-
stiani che attira-
va tanto Elisa: la
sua grandissima esperienza
in campagna. Perché lei sogna-
va di lasciare la città e trasferir-
si per coltivare la terra. Lui le
spiegava come fare e le aveva
messo a disposizione uno spa-
zio per creare un pollaio nel
giardino della sua casa. Lei
ogni giorno raccoglieva le uo-
va, le portava a casa e le regala-
va alle amiche.
Erano il suo orgoglio e an-
che per questo continuava a
frequentare quell’uomo. Lui
era sempre gentile e lei lo
considerava un buon amico,
uno di quelli da portare persi-
no in vacanza. Gli aveva spie-
gato chiaramente che il loro
rapporto non sarebbe potuto
mai trasformarsi in una sto-

ria d’amore. «Ma lui ultima-
mente era diventato insisten-
te - racconta un’amica della
ventottenne - Diceva in giro
che Elisa era la sua fidanzata,
ne parlava con tutti, e lei in-
fatti gli aveva detto che dove-
va smetterla. Era stata molto
chiara, gli aveva detto che
non era interessata».

Il possesso
I gusti sessuali in questa storia
contano poco, perché il mo-
vente dell’omicidio è quel vio-
lento senso di possesso, una vi-
sione distorta dell’amore, che
ha trasformato Massimo Seba-
stiani in assassino. Perché la
pretesa di occupare un posto
speciale nel cuore di Elisa gli
ha fatto perdere la testa e dopo
l’ennesima lite, al termine di
un pranzo in cui ci si è ritrovati
di nuovo a discutere della rela-
zione impossibile, gli ha fatto
venire in mente l’idea di stran-
golarla. «Si erano conosciuti
nell’ufficio del padre di Elisa -
racconta la signora Giovanna,

una delle vicini di casa, l’unica
persona che ha voglia di parla-
re tra i residenti di Borgo Treb-
bia- Lei si occupava di assicura-
zioni e piccoli investimenti e
quel Massimo era un loro clien-
te. Avevano iniziato a frequen-
tarsi e lui in poco tempo è di-
ventato insistente. Anche noi
l’avevamo visto più volte da
queste parti, spesso veniva a
casa di Elisa, lo invitavano an-
che a pranzo o a cena».
«Elisa - dice in lacrime l’ami-
ca Lory - ha commesso l’errore
di fidarsi troppo. Ma era fatta
così, solo con lo sguardo tra-
smetteva amore». L’omicidio
non era stato organizzato in
anticipo e questa è una certez-
za anche per gli investigatori.
Ciò che è stato studiato bene è
il piano per la fuga: la scelta
del luogo in cui sotterrare il ca-
davere e la zona in cui tentare
di vivere come una fantasma.
Massimo Sebastiani è uomo di
campagna, con la forza neces-
saria per passare giorno e not-
te tra i cespugli.

Il nascondiglio banale
Ma la sua è proprio una sto-
ria da manuale criminale,
una di quelle in cui l’assassi-
no si nasconde nel luogo più
banale, quello che spesso si
esclude. È sempre rimasto
nella zona della Costa di Sa-
riano, una piccola frazione di
Grottarello, nelle colline del-
la Val D’Arda. Ha avuto un
complice e il suo ruolo è anco-
ra tutto da chiarire: «Il padre
dell’ex fidanzata di Sebastia-
ni - sottolinea il comandante
provinciale dei carabinieri,
Michele Piras - Di certo gli ha
dato ospitalità e quando gli
abbiamo chiesto se sapesse
dove fossero finiti Elisa e
Massimo, ci ha fornito una se-
rie di informazioni fuorvian-
ti. Per questo l’abbiamo arre-
stato con l’accusa di favoreg-
giamento: quando abbiamo
catturato Sebastiani si può di-
re che erano insieme». Silvio
Perazzi, 68 anni, è in carcere
da ieri mattina e quando i ca-
rabinieri l’hanno portato in
caserma per chiedergli spie-
gazioni e ha provato inutil-
mente a negare tutto. Ma è
servito a poco, sia perché l’ar-
resto di Sebastiani è avvenu-
to intorno alla sua casa, sia
perché il corpo della 28enne
è stato trovato nel greto di un
torrente secco e senza nome,
nel fondo di una scarpata ripi-
dissima, alle spalle della vil-
letta disordinata. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Il 26 luglio una studentessa
scandinava racconta di esse-
re stata violentata da Ciro
Grillo (nella foto) e da altri
tre amici genovesi

La violenza sarebbe avvenu-
ta nella villa del comico a Por-
to Cervo: «Avevo bevuto mol-
to, ero ubriaca», ha racconta-
to la ragazza

Un video da un cellulare, le
immagini di una telecamera
nella villa e le testimonianze
sono gli elementi cruciali
dell’inchiesta

LUNEDÌ 9 SETTEMBRE 2019LASTAMPA 11
PRIMO PIANO
Free download pdf