Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1
16

L’OROLOGIO


DA POLSO


Dalla meridiana, inventata in Cina


nel III millennio a.C., passando per


la pendola da tavolo e la “cipolla” da


taschino: ecco le tappe che ci hanno


portato, nell’Ottocento, all’intuizione del


cinturino per mettere l’orologio al polso.


Nel XIII secolo comparvero gli orologi meccanici basati su un
sofisticato sistema di pesi, contrappesi, bilancieri e ruote dentate.

Le clessidre ad acqua vennero sostituite in epoca medievale da quelle
che conosciamo oggi: due coni di vetro sovrapposti riempiti di sabbia.

Il primo strumento utilizzato per scandire il passaggio del tempo fu

O la meridiana. Era in uso in Cina già a partire dal III millennio a.C.


ggi ci basta un’occhiata allo smartphone, ma per decenni il gesto
più comune per sapere l’ora era quello di sollevare il braccio
e guardare l’orologio da polso, oggetto nato “ufficialmente”
nel 1868 grazie ad Antoni Patek (1815-1894), fabbricante di orologi
polacco naturalizzato svizzero, e all’inventore francese Adrien Philippe
(1812-1877). Quell’anno i due, già fondatori dell’azienda Patek Philippe,
realizzarono un preziosissimo orologio in oro con cinturino, acquistato
da una nobildonna ungherese. Evoluzione di precedenti congegni
basati su meccanismi a molle, l’accessorio spopolò inizialmente proprio
tra il pubblico femminile, finché con l’arrivo del XX secolo, grazie ai
modelli dell’orologiaio francese Louis Cartier, si affermò anche tra gli
uomini. Ma ben prima dell’avvento dell’orologio da polso esistevano
ovviamente vari apparecchi per la misurazione del tempo.

Tra Sole, acqua e sabbia. Il
primo strumento per quantificare
il trascorrere delle ore, in uso già
nella Cina del III millennio a.C., fu
la meridiana: un’asta fissata nel
terreno la cui ombra, proiettata
su un quadrante disegnato
a terra, variava nel corso della
giornata scandendo il passaggio da
un’ora all’altra (saranno gli antichi
Egizi i primi a spezzettare la giornata
in 24 porzioni da 60 minuti).
Lo svantaggio principale di questo
congegno – realizzato anche in
“verticale”, sui muri degli edifici – era
quello di doversi adattare ai capricci
del Sole, quindi di notte o nelle
giornate nuvolose non funzionava.
In seguito si diffusero le clessidre ad
acqua, ossia contenitori con un foro
da cui sgocciolava il liquido: a ogni
quantità fuoriuscita corrispondeva
un intervallo di tempo.
Sempre nell’antichità apparvero le
candele graduate (ovvero segnate
con tacche corrispondenti a
porzioni temporali), mentre in epoca

Adrien
Philippe e
Antoni Patek
I due s’incontrarono a
Parigi nel 1844. Ma la
società Patek Philippe
spiccò il volo solo nel 1851,
al Crystal Palace di Londra
durante l’Esposizione
Universale. Complice del
successo internazionale
fu la regina Vittoria che
ne acquistò due modelli.
Ma fu solo nel 1868 che
arrivò l’idea dell’orologio
da polso.

CHI L’HA INVENTATO?
A cura di Matteo Liberti. Illustrazioni Giampietro Costa

16
Free download pdf